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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 26-01-2016, 23.24.26   #11
Galvan 1224
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Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
Riferimento: Il signore delle mosche

Citazione:
Originalmente inviato da marcoriccardi1980
secondo me l'uomo diventa buono e cooperativo in situazioni dove soltanto attraverso la collaborazione con i suoi simili riesce a sopravvivere, mentre invece diventa egoista quando ha tutti i comfort per vivere senza l'aiuto di nessuno. Lo sanno bene gli ambienti militari, laddove la disciplina è molto rigida, l'addestramento sfiancante e le sanzioni all'ordine del giorno tra commilitoni si crea maggiore spirito di collaborazione.



Avendo ai miei tempi prestato servizio militare son abbastanza d’accordo con quanto esponi, collaborando (perché eravamo/siamo tutti sulla stessa barca) ne derivava un carico parzialmente diminuito per il singolo e si sviluppavano anche rapporti di sincera amicizia.

L’autorità rappresentata dal Capitano di compagnia, per me e gli altri soldati semplici, aveva dunque modo di compiacersene… da individui eterogenei con le proprie specificità man mano si diveniva soldati.

L’addestramento infatti ha lo scopo primario di rimuovere le specificità e uniformare le risposte in funzione del fine di… prevalere se si vuol sopravvivere.
Tuttavia quel po’ di bontà e collaborazione che si sviluppa è diretta solo all’interno del gruppo, i nemici son sempre tali e più si riesce ad odiarli maggiori speranze si hanno di sparare per primo (… sparagli Piero, sparagli ora…) così che l’egoismo riaffiora al massimo grado… la mia vita piuttosto che la tua, come probabilmente mi sarei comportato anch’io.

Così ritorniamo al tema del signore delle mosche: un gruppo, una società… dispone le proprie regole e chi ne resta fuori o voglia farne parte dovrà tenerne ben conto.
In quel gruppetto di ragazzini isolati e separati dall’autorità (gli adulti) il far del gioco diviene il far della vita.
Senza supervisori, nella loro mente i contenuti delle esperienze individuali e collettive colà depositate son liberi d’emergere.

Così ci saranno sempre i cattivi, i buoni… e la maggior parte a fluttuar tra buoni pensieri e cattivi comportamenti o, come più spesso accade, cattivi pensieri e relativamente positivi comportamenti.
Non si può prescindere da tutto quel che l’umanità ha compiuto, detto e pensato, la memoria non è cancellabile.
Al massimo potrebbe divenir illeggibile… nel caso non credo che ci saranno ancora forum sui quali scrivere.

In questo, nella sezione psicologia che mi ostino a frequentare, rilevo la palese sproporzione d’interventi con gli altri due.
Per come la vedo la questione umana è primariamente psicologica… ad esempio il credere, un tema che vien dibattuto in spiritualità (com’è ovvio che sia) e che riaffiora in continuazione anche in filosofia, qui (al momento) non trova posto… eppure tutto quel che facciamo s’origina dal credo (o dall’assunto fondamentale) d’esser psicologicamente una persona, un individuo.

Dalla supposizione di conoscere, più o meno profondamente la persona che ad un momento della nostra vita ci ritroviamo ad essere e che diamo per scontata, acquisita… mentre la nascita anagrafica riguarda il corpo fisico, di fatto noi si nasce in quel momento, quando i pensieri avranno un padrone, il nostro io, che sarà ritenuto l’artefice dell’incredibile capacità di pensare… ma questo evento, che è l’origine di tutto, vien tosto dimenticato o meglio relegato nelle cantine (di Jung…) per gli amanti del vin d’annata… il gingillo testé disponibile (la facoltà del pensiero) permette d’aver un’opinione su ogni cosa, astrazioni ed elucubrazioni… permette di confrontarci, di sviluppar il nostro proprio credo (o non credo) e definir la nostra morale, di interpretare financo i segni del cielo e del destino (se vogliamo che sia… ebbene il destino è… qualunque cosa immaginiamo la vediamo proiettata nel nostro cinema privato…).


Un saluto
Galvan 1224 is offline  

 



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