ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
25-01-2015, 13.40.40 | #5 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-04-2014
Messaggi: 268
|
Riferimento: Emozioni negative: Accettare, comprendere, lasciare andare
Citazione:
Mi permetto di scippare la premessa di Acquario per farla anche mia. Ciò premesso, mi sembra importante e profondo il tuo interrogativo, ma poi mi viene da riflettere sul fatto che la nostra bellissima e ricchissima Lingua Italiana, venga talvolta stuprata e talaltra decapitata da traduzioni (da altre Lingue) ...diciamo affrettate o sommarie. Allo stesso tempo confesso in premessa di essere particolarmente avversa a tutte le locuzioni che sono talmente vaghe e (in qualche modo) "liriche" da poter voler dire ...tutto e il contrario di tutto... e che forse proprio in questo assolvono ad una "funzione terapeutica" la cui valenza non è di fatto superiore a quella delle suggestioni della...(!!!) Wanna Marchi. La "cultura" del benessere psichico in chiave (ad esempio) new-age ha sfornato , soprattutto in Lingua Inglese, un campionario così vasto di tali locuzioni che...tra il vuoto a perdere delle stesse e la frettolosità approssimativa delle loro traduzioni...ci ha consegnato quanto basta (dal mio punto di vista) per rotolarci a vita persa (volendo) nei dialoghi sul nulla. Chiedo scusa per la noiosità che mi contraddistingue e cerco di spiegarmi. Tu riferisci dei tre stadi nei termini in cui ne hai letto : 1) accettare; 2) comprendere; 3) lasciar fluire. E aggiungi di saper giungere al primo stadio, traendone un primo beneficio, ma di non saper procedere per i due successivi. A me viene anzitutto da mettere in discussione la definizione del primo stadio: non è concettualmente possibile "accettare" senza PRIMA aver compreso, salvo che non si intenda (molto più modestamente) che si accetta la (sola certezza) della qualità di "sconosciuto" di ciò che abbiam dinanzi e di cui non abbiamo compreso nulla, se non che è dinanzi a noi e che non sappiamo cosa sia e da dove viene. Ma ...individuare la sola qualità di "sconosciuto"...non mi pare sia sinonimo di "accettare" lo sconosciuto, se non - appunto - nel limitatissimo alveo del catalogarlo come sconosciuto. Chiaro poi che se avessimo qualcuno che batte pugni alla nostra porta ...c'è un indubbio primo vantaggio nel verificare che si tratta di uno sconosciuto, piuttosto che nel restare in casa facendo finta che non ci sia nessun rumore. Ma...voglio dire...di qui alla "conoscenza" che può comportarne l'accettazione...il passo...non è che sia lungo e difficile per te, ma è lungo e difficile per chiunque. Per questo io non parlerei di "accettazione", ma di semplice riconoscimento dello sconosciuto, e non avrei dubbi che questo comporti primi potenziali vantaggi e benefici. Comprendere lo sconosciuto , e cioè le ragioni delle emozioni negative (che è necessario per trasformare lo sconosciuto in noto, per poi accettarlo o anche no) ...forse è più semplice di quanto sembri. Io (da non praticante cattolica) trovo che il sempiterno "esame di coscienza" sia il percorso ideale per raggiungere questa meta, ma ho molta simpatia per qualche Psicologo che - molto semplicemente e per chi fosse non avvezzo a questo "esame" - suggeriva una cosa semplice e preziosa, e cioè : tenere una sorta di diario in cui annotare, più volte al giorno e in due colonne parallele e registradone gli orari, cosa si sta facendo-pensando da una parte, e quale stato emotivo si stia contemporaneamente vivendo dall'altro. Può anche sembrare una sciocchezza, e invece...non solo non lo è, ma i suoi applicativi su larga scala hanno già dimostrato che i risultati possono essere sorprendenti, poichè emozioni positive e negative risultano alla fine collegate ad eventi a cui - spesso - siamo portati a non dare razionalmente alcuna importanza, e che solo nelle costanti rilevabili da quel "diario" si rivelano , appunto, come COSTANTI, per nulla casuali, dunque! Andrebbe da sè che ...avere la mappa di ciò che ad ognuno di noi provoca emozioni negative o positive ...ha ottime probabilità di aiutarci a moltiplicare i fattori che ne generano di positive e ad evitare (nei limiti del possibile) i fattori che ne generano di negative (operando a seconda dei casi su noi stessi e/o su ciò che ci circonda). Il terzo stadio ("lasciar fluire") ...per me è il classico esempio di "frase vuota" , di Jolly molto cheap offerto alla mente, che vale tutto e vale niente, e che forse ha valenza pseudo-terapeutica per chi ha solo questa carta. Cosa vuol dire "lasciar fluire" ? Qualunque senso si dia alla locuzione...dove poggia la universalità di panacea della locuzione? Se provo emozioni molto negative perchè sono sotto sfratto e non ho lavoro...vorrei capire...come "faccio fluire"? Ma soprattutto: cosa "faccio fluire" , e cosa risolvo se "faccio fluire"? Tu parli di ansia, e anche io la conosco molto bene, Printf. Posso dirti quel che ne penso? Penso sia una immensa risorsa. Da conoscere e con cui "sedersi a tavolino", certo. Ma non MAI da SPRECARE e "lasciar fluire" ! |
|
25-01-2015, 23.38.03 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
|
Riferimento: Emozioni negative: Accettare, comprendere, lasciare andare
Citazione:
Ciao printf e benevenuto. Sono abbastanza d'accordo con quanto ha scritto Vanina, aggiungerei solo alcune cose tipiche delle tecniche orientali di meditazione e utilizzate dalla new age. Accettare significa non costruire conflittualità ,non avversarla non tentare di bloccarla,perchè il rischio di un'emozione negativa è quella che se non si dà una risposta razionale rimane cristallizzata in noi ed è peggio,perchè tende a ritornare. Comprenderla è appunto capirne l'aspetto emotivo, sapere che le emozioni possiamo giudicarle noi soggettivamente come negative o positive a seconda del nostro stato d'animo del momento,bisogna saper estranearsi da sè, sapersi oggettivare chiedersi perchè per noi è negativa quell'emozione. Lasciarla andare è appunto non cristallizzarla. Generalmente si fa l'esempio dei tennisti (o dello "specchio")che si rimandano la palla con "botta e risposta" questo porta ad alzare lo stato emotivo di una discussione.Quel lasciare la palla significa non rispondere se si ha compresi che non si arriva ad una soluzione, ma che si sta solo alzando il livello di adrenalina. Vengono usate perchè noi tendiamo a non accettare e soverchiare il dialogo con la nostra personalità caratteriale quindi non comprendiamo e non lasciamo andare perchè "vogliamo avere l'ultima risposta". E' generalmente il modo comune con cui si discute. Il mio personale parere è che non è possibile avere il manuale assoluto del saper vivere,soprattutto nella nostra società. Per saper accettare ,comprendere e lasciare andare bisogna avere un esercizio mentale di anni e non è detto in assoluto che ci faccia bene, perchè rischiamo di introitare ugualmente delle conflittualità. Se si accetta un comportamento sgradevole e quella persona non è in grado di capire la buona creanza il rischio è che continuerà a farlo, forse sarebbe meglio farglielo notare con le buone maniere. Insomma non c'è a mio parere una risposta unica o un atteggiamento uniformato per i moltissimi casi che ci capitano nella vita, dipende dal contesto, dipende dalla persona dipende dal problema in discussione,ecc. |
|
27-01-2015, 17.38.54 | #7 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 23-11-2014
Messaggi: 168
|
Riferimento: Emozioni negative: Accettare, comprendere, lasciare andare
Accertare vuol dire prenderne coscienza sono consapevole del problema, comprendere, vuol dire non solo accettarla o esserne consapevoli, ma anche capirne i motivi, per il quale ne scaturisce questo sentimento negativo, e lasciarla andare, lo dice la parola stessa, una volta presa coscienza una volta individuato cosa la scaturisce con la comprensione, poi si deve lavorare nel lasciarla andare superarla....Ma è un processo interiore questo è non semplice..io ho un altro consiglio per te, non avvicinarti troppo a quelli positivi e non ti avvicinerài neanche a quelli negativi..questa è la vera comprensione..perché se andrai ad indagare il tuo malessere scoprirai che deriva da un tuo benessere....
|
28-01-2015, 07.26.23 | #8 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 17-01-2015
Messaggi: 4
|
Riferimento: Emozioni negative: Accettare, comprendere, lasciare andare
Ringrazio tutti per i vostri interventi. Davvero tutti molto belli ed interessanti. Mi tocchera rileggerli piu volte per coglierne bene il senso.
Purtroppo ognuno di noi chi piu chi meno è preda di emozioni negative (o stati di animo) che a volte creano disagi. Io devo riuscire a tutti i costi di capire i miei stati d'animo negativi che si ripetono per poterli gestire al meglio. Grazie. |
28-01-2015, 09.24.40 | #9 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 14-07-2014
Messaggi: 134
|
Riferimento: Emozioni negative: Accettare, comprendere, lasciare andare
Citazione:
Come dire che "chi si accompagna con lo zoppo impara a zoppicare", convinzione, però, contraddetta da quella che afferma che "chi va con mille uccelli non impara a volare". Hai aderito alla famosa religiosità della "legge dell'attrazione"? Dai tuoi scritti parrebbe di sì. C'è sicuramente del vero in quel che affermi, ma accade mica perchè si frequentano "zoppi" (metaforicamente ovvio) e "uccelli", ma semplicemente perchè si accetta passivamente di lasciarsi condizionare da altrui vedute e inclinazioni, imitandole. Il conformismo condiziona e schiavizza, consentendo ai manipolatori del modo di pensare altrui di portare a spasso, al guinzaglio, le vittime, orientadole e inducedole a comportamenti che forse mai da sole avrebbero accettato. Osserva un gregge... le pecore si inoltrano ovunque va il pastore... non hanno autonomia di pensiero. Che fai, non frequenti chi zoppica e poi frequenti quelli che (pastori del pensiero) zoppicano in TV? Non cambia nulla. Se invece sei padrone del tuo modo di pensare e sai che ogni decisione che prendi non è condizionata dai messaggi che ti propinano, nulla potranno zoppi e uccelli. Il pericolo sta nel CREDERE. Scrive una utente: "A sera io sono qua perché vi voglio raccontare della straordinaria capacità che le donne hanno di credere. Perché ho scoperto che ci sono anche donne, ancora della mia età, che credono nelle favole e mi domando perché, però. Perché le donne credono nelle favole se le favole non credono nelle donne?" Stesso ragionamento è attagliabile anche ai maschi, ovviamente. |
|
01-02-2015, 12.42.55 | #10 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-04-2014
Messaggi: 268
|
Riferimento: Emozioni negative: Accettare, comprendere, lasciare andare
Citazione:
Non riesco a seguire questo ragionamento, o meglio mi sorge lubranescamente spontanea questa domanda : e quando comincia il "credere" ? Possiamo essere certi che il "credere" NON cominci con "la tv" o con gli "estranei", e che - molto più pervicacemente - cominci invece dal primo suono che placa il primo vagito... Volendo è tutto un "credere", e nella prima fase della vita è anche necessitato... Quel primo "credere" è anche salvifico ed essenziale per molti aspetti, può essere criminale per altri, ma resta incalcolabile il numero stratosferico di persone che vivono (forti e anche strazianti) emozioni negative, esattamente per il fatto di essere zavorrate a modelli finalistici che derivano dalla formazione famigliare (creduta, evidentemente)... Comunque la mia domanda era questa : se "il pericolo sta nel credere", dove comincia il "credere"? |
|