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05-12-2014, 11.07.28 | #52 | |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
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Io personalmente avrei un gran timore a sposare una donna che non abbia mai avuto rapporti sessuali con un uomo ( dire vergine mi da' un gran fastidio mi sembra come controllare la dentatura di un cavallo ) non foss'altro perché non sarei sicuro che la scelta da parte sua della mia persona sia avvenuta sulla base di una vera conoscenza di sé stessa , della vita , del rapporto stabile con un partner ecc. Si parla di persone quindi di complessita' di gran lunga superiori , a livello psicologico e di comprensione della loro intima natura rispetto all'acquisto di un bene di consumo ( mi par talmente banale da sentirmi scemo a scrivere sta cosa ) . |
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05-12-2014, 13.19.27 | #53 | |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
Citazione:
Ecco, infatti - e mi perdoni Nikelise per l'improprio usarlo come in un gioco di ruoli: se fossi vergine sposerei Nikelise [edit: naturalmente mentedogli spudoratamente circa il mio status ] (ovviamente sono felicemente maritata). Una visione della realtà matura è adulta è una garanzia di riuscire nella costruzione di un rapporto e di una famiglia. @Nikelise Della dentatura del cavallo mi ero dimenticata. Infatti un tempo, le suocere, soprattutto in India, prima di accettare la sposa del marito pare la esaminassero fisicamente, per verificarne la verginità, ma nondimeno anche per verificarne proprio la dentatura. Ultima modifica di Patrizia Mura : 05-12-2014 alle ore 16.14.09. |
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05-12-2014, 19.05.13 | #54 | |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
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05-12-2014, 21.20.45 | #55 | |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
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A mio avviso ci sono più questioni che si intersecano. Uno è un retaggio della pratica e della fobia dell'incesto. La donna che non è illibata - ma che non ha, come un tempo infatti non avveniva facilmente, frequentato uomini al di fuori dei familiari - poteva significare che era stata 'toccata' da un familiare. Il problema dell'abuso intrafamiliare è, fra l'altro, tragicamente ancora attuale. C'è però un fatto, e cioè la credenza - del tutto errata - che tale evento invalidi la donna nella sua successiva vita affettiva, sentimentale e sessuale. Qui dunque vi è un filone di credenze e anche di vere e proprie superstizioni fobiche che si innesta sul filone delle maledizioni bibliche e su concetti di 'purità' abramitici. Si badi che quando dico "fobia dell'incesto" non sto intendendo che si tratti di un atto lecito. E' un atto altamente involutivo, ma da parte di chi lo compie e non da parte di chi lo subisce. E da parte di chi lo compie è un gesto di soggiogamento, avviene a discapito di una donna della famiglia, che volutamente si cerca di invalidare (facendole poi credere di non esser degna di costruirsi una propria famiglia) e sacrificare alla vita del resto della famiglia: la vittima sacrificale non deve sposarsi, non deve sentirsene degna, non deve esserlo ritenuta dagli altri, e sarà quella, fra i figli, condannata a fare letteralmente da "serva" alla casa. In tal modo, la famiglia patriarcale, afferma se stessa sulle altre riducendo uno o più dei suoi membri ad un ruolo di schiavitù in favore della miglior sorte degli altri membri al fine di affermarsi sulle altre famiglie. Quindi non si tratta solo di una famiglia patriarcale ma di una famiglia patriarcale che mira a conquistare più potere rispetto ad altre. Essa ha dunque interesse a esaltare l'illibatezza da un lato, a far si che tale valore sia socialmente esaltato, ed in tal modo potrà porre sotto soggiogamento alcuni dei suoi membri femminili con la complicità di tutto il resto del tessuto sociale (ogni famiglia potrà aver le sue vittime sacrificali, quella che baderà ai genitori anziani permettendo così che gli altri fratelli e sorelle conducano la loro vita familiare senza disturbo, quella che non avrà nulla per sè perché tutto - compreso il frutto del suo lavoro per la famiglia, dovuto per espiare quella che le verrà fatto credere sia una sua colta, e dovuto gratuitamente senza retribuzione: appunto schiavismo - sia dato agli altri, in genere ai figli maschi, etc.). Oggi i casi di abuso sessuale della prole, e di incesto, soprattutto in Italia non sono affatto ancora pochi, ma non sono più allo stesso modo invalidanti per la vittima la quale, essendo caduto il tabù della verginità, può, appena possibile sottrarsi alla famiglia cannibale ed accedere tranquillamente ad una propria sana vita affettiva e familiare, abbandonando la famiglia cannibale e costruendosene una propria, anche con più consapevolezza di ciò che sia sano nella conduzione di una vita familiare. ------------------------------ Il secondo punto ha sempre a che fare in qualche modo con una educazione abusante, ma da parte della madre nei confronti del figlio maschio, spesso il primogenito, in pratica sto parlando di rapporto edipico che la madre instaura con il figlio. E' proprio la madre patriarcale che instaura questo tipo di rapporto con il figlio (il figlio, maschio, in particolare il primogenito, caro al padre che vi vede la continuazione di se stesso) diventa la ragione dell' esistere della madre nella famiglia in funzione della soddisfazione del desiderio del marito. Lei lo userà per proteggere in parte se stessa dal marito soggiogante. La lei in questione è quella fra le femmine della famiglia di origine che è stata invece lasciata illibata per potersi sbarazzare di lei dandola in sposa, ma non sposa di chiunque bensì sposa di quel particolare tipo di uomo che si trova in un'altra famiglia abusante. In tale ottica questo genere di madre diventa spesso una madre "totalmente accettante" che non educa il figlio ad una indipendenza ed autonomia mature ed adulte, ad uno sviluppo evolutivo, ma lo educa a farsi servire, lo rende restio a qualsiasi modifica di sé in senso di crescita personale. Il chè lo renderà un uomo insopportabile sotto molti aspetti Ma che tuttavia deve affermarsi a qualunque costo e, con se stesso, dovrà riaffermare il patriarcalismo. Egli dovrà quindi avere una donna "totalmente accentante" come sua madre che, come sua madre, lo serve e che egli "possiede". Questo tipo di uomo ha bisogno di una donna cui venga fatto credere che una volta persa la verginità non potrà accedere ad altre migliori relazioni e dunque che è in tal modo condannata per tutta la vita a rimanere legata all'uomo della sua "prima volta" senza aver possibilità di rifiutarlo qualunque cosa egli faccia o si riveli, dentro e fuori dal letto. Questo tipo di uomo ha bisogno di una donna che sia possibile soggiogare per lui con una certa facilità, in modo da poter rimanere "totalmente accettato" qualunque distonia presenti: il mito della verginità in tal senso è lo strumento. E, infatti, nella famiglia patriarcale la donna è un oggetto, un bene, un possesso, un cammello, un essere asservito. Tale donna, diventerà, ovviamente poi a sua volta madre totalmente accettante per il futuro figlio maschio nel quale il marito vorrà poter vedere una continuazione e procrastinazione di sé nel tempo, e sarà la stessa madre che accetterà anche l'eventuale "sacrificio" di altri membri femminili della propria famiglia. Nel momento stesso in cui a questo tipo di famiglia, patriarcale, abusante, caratterizzata da dinamiche involutive, diciamo "pigra", ripiegata su se stessa, cannibale, in cui una parte dei suoi membri letteralmente divora e si nutre dell'altra e che ciò nonostante, ed anzi proprio con ciò e per mezzo di ciò, mira comunque a conquistare o mantere un potere sociale diciamo a poco prezzo, ovvero al prezzo del sacrificio di una parte dei suoi membri, si toglie lo strumento manipolatorio di cui si serve, appunto il mito della verginità, questa famiglia o meglio questo clan di famiglie frana rovinosamente. Ora questo mito è sopravissuto, fra l'altro, su una serie di falsità superstiziose, come il fatto che esista realmente una "verginità" femminile. Nei racconti di molte bisonne italiane esisteva il famoso lenzuolo della prima notte: l'usanza era quella di stendere il lenzuolo macchiato di sangue dopo la prima notte di nozze per mostrare che vi sia stata una illibatezza violata (si arrivava a questi livelli di raccapricciante esibizionsimo). Ma i racconti delle stesse bisnonne prevedevano anche la tradizione di tenere per l'occasione in frigo sangue di pollo appena sgozzato perché, verginità nonostante, la conformazione femminile non prevede matematicamente una identicità tale per cui sia poi così frequente una difficoltà oggettiva durante il primo rapporto: è più facile che avvenga l'inverso. Si conti poi che un conto è l'obbligo di un primo rapporto completo in prima notte di nozze e un conto è invece il più naturale avvicinamento progressivo al rapporto sessuale completo da parte di una coppia di innamorati che si frequentano, avendo così tempo e modo di conoscersi fisicamente, imparare a conoscere se stesso e l'altro, sperimentarsi progressivamente, apprendere anche una gestione ed un contenimento tale che permetta di avvicinarsi al rapporto sessuale completo in modo anche meno fallimentare e deludente di quanto non lo siano spesso state le tanto mitizzate prime volte dei nostri avi. Edit: poi è chiaro che questa spiegazione non è esaustiva e non esclude che le siano accostate altre considerazioni ancora. Ultima modifica di Patrizia Mura : 06-12-2014 alle ore 16.16.40. |
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07-12-2014, 19.43.39 | #56 | |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
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Concordo pienamente con la tua bella analisi , concordo con la descrizione degli errori di una deriva patriarcale all'interno della famiglia e nella societa' in generale . Pero' credo che questa deriva sia una reazione alla paura della sessualita' della donna ma ancora non la spieghi . Non credo che la paura della sessualita' della donna sia solo strumentalizzata a quei fini che indichi . Non credo che questa sia la sua spiegazione , sicuramente pero' il suo uso distorto . Una provocazione ma non troppo , c'e' una frase che mi ritorna in mente per approfondire il discorso : '' Il Signore mi protegga dalle cosiddette vittime '' . Ci sono vittime che sono carnefici in potenza e spesso anche in atto . In verita' a mio parere si deve distinguere un piano base , di partenza , in cui vittime e carnefici si confondono e da questo piano base evolvere per scardinare questi ruoli compresenti in uomini e donne . Da dove viene la paura della sessualita' femminile ? E' solo un pretesto inventato dagli uomini per sottomettere la donna . Il complesso di Edipo ha dei precedenti nella storia dell'uomo : i miti delle divinita' femminili terrificanti ne sono il precedente . Ad Edipo Tiresia predice che avrebbe fatto l'amore con la madre ed avrebbe ucciso il padre . Il fatto tragico di sentire attrazione sessuale per la propria madre e di non poterla possedere sia per impossibilita' fisica sia per l'opposizione del padre e' una costante ferita che subisce ogni bambino che condiziona la vita di quel piccolo essere fin da quel momento . Questa ferita' rimane ed e' la fonte di un terribile potere che la natura ha attribuito alla donna e con la quale tutti gli uomini dovranno sempre fare i conti . Paradossalmente questo dramma e' superabile proprio grazie all'intervento del padre : il tabu' dell'incesto che non e' altro che il divieto che il padre impone al figlio di amare sua madre se da una parte mantiene viva quella ferita sotto altro aspetto salva , a livello psicologico , il bambino dalla sua impotenza di possedere quella donna che ama . In una situazione normale questo fatto dovrebbe consentire al bambino di guadagnare tempo e di raggiungere la puberta' senza traumi e cosi dirigere la propria sessualita' verso altre donne , in un contesto accettato dalla societa' . Ma le situazioni normali sono una tale rarita' . Normalmente la ferita permane , le madri con l'attaccamento eccessivo ed egoistico ai figli maschi perpetuano questa ferita , la consolidano , la approfondiscono . Questo enorme potere strettamente legato alla sessualita' che la natura ha attribuito alla donna/madre/amante/moglie e' la fonte di guai infiniti che provengono sia dalle donne per l'uso che ne fanno sia dagli uomini che lo subiscono . Dunque questo e' il piano da cui si parte sempre : un enorme potere psicologico della donna che proviene dalla sua sessualita' ed una ferita che cova nel profondo di ogni uomo per la sua impotenza ad amare la propria madre . Perche' i bambini quando per puro caso vedono la propria madre nuda o quasi nuda , scappano , si girano da un'altra parte e sono gravemente a disagio? . Di questo aspetto la donna non e' consapevole , lo e' sicuramente del potere che le deriva dalla sua sessualita' ma non della sua provenienza . Come e' normale , la donna registra quella deriva patriarcale di cui Patriza ha fatto un'eccellente descrizione . Ma c'e' un mondo da esplorare nelle profondita' dell'inconscio maschile . L'esaltazione della verginita' della donna cos'e' da parte dell'uomo se non una forma errata , profondamente errata , di esorcismo di questo potere che lo sovrasta' ? l |
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07-12-2014, 22.30.35 | #57 | |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
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E' interessante questo tuo discorso. Io ho approfondito la parte che ho esposto per ovvi motivi A proposito di divinità femminili terrifiche, me ne vengono in mente alcune, da Kali, a Vajrayogini, alla Tara tibetana, particolarmente la verde, che originariamente era la divinità Bon per antonomasia, ed era, ebbene si, un'orchessa, irata se "rossa" (le Tara sono tre, la verde, la bianca e la rossa). L'iconografia buddhista la ha ingentilita, ma io ne conservo nel mio pc qualche immagine di fattura probabilmente più Bon che buddhista, in cui appare effettivamente assai poco rassicurante come figura femminile (qui non si possono postare immagini, ma proverò a mostrartela se la ritrovo). Mentre, opportunamente manipolata dal buddhismo tantrico mahayana, Tara diventerà addirittura l'icona della Prajnaparamita (per chi non si interessa di oriente Prajna sta per saggezza e le paramita sono le virtù opposte ai klesha, oscurazioni mentali). Poi c'è la famosa Shakti indiana che pare abbia incuriosito molto gli orientalisti tedeschi del periodo nazista: disgraziatamente è un tema di cui sono ignorante, non ho trovato modo di introdurmi ed approfondirlo e non sono sicura che saprei apprezzare lo shivaismo o addirittura il tantrismo shivaita. Purtroppo la difficoltà di avere a portata di mano testi validi mi ha impedito di conoscere a fondo queste mitologie e, siempre purtroppo, è un mondo sterminato -a cui mi sono avvicinata troppo tardi- di mitologie però davvero interessanti da conoscere. Non avevo mai visto i miti delle divinità femminili terrifiche (che ho conosciuto da poco) come un precedente del mito del povero Edipo che, ricordiamolo, fu abbandonato legato dal padre su di una rupe o quissimile affinché fosse divorato dalle belve (perché quel portasfiga di Tiresia gli disse che avrebbe "preso il suo posto" ... il padre del buddha invece trovo rassicurante quando gli indovini gli dissero la stessa cosa, ma successivamente giunse un Tiresia portasfiga di turno che invece gli disse proprio l'opposto, e cioè che suo figlio si sarebbe fatto monaco e il povero Mogallana ci andò in paranoia), si salvò, venne adottato ma un giorno si lanciò alla ricerca della sua vera famiglia, e uccise si il padre, ma senza saper che lo fosse, come reazione provocata da un maltrattamento in quanto, se non ricordo male, fu investito dalla sua carrozza, e solo dopo avenne il fattaccio (straziante il dialogo fra lei e lui dopo la scoperta della realtà, dove mi pare che lei pure lo incolpi ... dimentica di aver lasciato che il marito tentasse di ucciderle il figlio) e ancora una volta non direi mai che fu per colpa sua (di Edipo, intendo) e, sinceramente, non vederlo vittima, per giunta per tutto il tempo inconsapevole di esserlo, mi riesce davvero molto difficile. Occorre anche dire che di matriarcalismi non è che non ne siano esistiti, ma in tempi molto lontani, e non so quanto ne sappiamo, ovvero chi ha avuto la fortuna di potersi dedicare a studi sociologici o antropologici senz'altro ne sa: io purtroppo non ho avuto la possibilità di studiare. Da millenni ormai ciò che viviamo è però - più o meno - patriarcalismo o patriarcalismi (io vedo patriarcale anche la cultura ebraica come quella islamica ... anche se loro dicono di no, ed anche se, magari, in modi diversi). Vero che è difficile capire a fondo altre società, altre culture, ancor più altri tempi, diversi dai nostri. Mi viene in mente che, ad esempio, nell'islam c'è una norma che prevede che all'età di 7 anni i figli passino sotto ma maggiore podestà educativa del padre, soprattutto i figli maschi (n.b. che nello stesso islam il tempo previsto per l'allattamento dura ben due anni) cosa che ho visto commentare malamente da molte donne italiane in diversi forum come se, appunto, i figli fossero una proprietà quasi esclusiva della madre per sempre. Poi, io che ho origini francesi, noto delle differenze educative abissali già fra la tipologia di famiglia francese che ho conosciuto io e quella italiana, la prima rende i figli indipendenti in modo molto più veloce ed anche la struttura sociale si adatta a questa visione. E certi atteggiamenti intrusivi da parte dei rispettivi genitori (partic. suocere) nella vita di una coppia, non sarebbero mai tollerati. Per cui anche fra vicini di casa ci possono essere differenze già molto significative. Ed io mi domando spesso perché l'Italia e proprio l'Italia sia un po' particolare da questo punto di vista. "Le madri con l'attaccamento eccessivo ed egoistico ai figli maschi perpetuano questa ferita". Ecco, si, questo è veramente un grosso problema, e possono diventare davvero distruttive. Beh, per stasera ero solo di chiacchiera e non in spirito di analisi approfondita. Da dove viene la paura della sessualita' femminile? E' solo un pretesto inventato dagli uomini per sottomettere la donna? Mi riprometto di rileggere il tuo testo, di rifletterci su un po', e di provare a mettere in ordine le idee ed abozzare qualcosa. Penso sia interessante approfondire. Ultima modifica di Patrizia Mura : 08-12-2014 alle ore 00.29.59. |
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21-12-2014, 20.31.07 | #58 |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
Il mio parere è che questioni come questa, e più in generale il tema della gelosia, abbiano la loro radice nel potere.
La complicazione è data dal fatto che spesso si fa confusione tra amore e potere, per quanto distanti e quasi antitetici siano questi due concetti. E' significativo che ogni tanto qualcuno dica "se non sei geloso vuol dire che non ami veramente". E' un'evidente confusione. Perché mai l'amore dovrebbe portare alla possessività, all'esclusività? Se ci si limita alla sessualità, il discorso è diverso, perché la possessività in questo ambito, comune anche tra gli animali, proviene da pulsioni alle quali siamo soggetti in virtu del nostro patrimonio genetico. Ma, sotto questo aspetto, il discorso non è diverso da quello su altri tipi di pulsioni (aggressività, paura, eccetera). L'uomo ha dimostrato ampiamente di potersi sottrarre al dominio delle pulsioni, se ha la volontà di farlo. L'uomo ha un grado di libertà sconosciuto agli altri animali, ed è soprattutto questo che ne fa un essere più evoluto degli altri. Secondo me, prima o poi, se non vogliamo autodistruggerci, dovremo affrontare il nodo del potere e renderci conto che solo rinunciando al potere sugli altri possiamo vivere in pace ed in modo equilibrato ed eticamente soddisfacente. La gelosia, in qualunque ambito, non ha nulla di nobile, a meno che non si voglia considerare nobile il desiderio di possesso esclusivo (quello stesso desiderio che porta i ricchi ad essere sempre più ricchi a scapito degli altri). Questo si ricollega al fatto che si pensi che l'ego, con tutte le sue istanze distruttive, sia o non sia ridimensionabile e governabile da una essenza individuale più profonda ed evoluta, per cui il "noi" sia altrettanto o più importante dell'"io". Nella coppia si tende a fare della gelosia un valore eticamente positivo, una sorta di "diritto", considerando la violazione della reciproca proprietà privata come "tradimento". Al più, riesco a considerare non negativo il fatto che due persone, per motivi legati al loro modo di sentire, stipulino tra loro un patto di reciproca esclusività, ma in alcun modo penso che di qualcosa del genere si possa fare una regola sociale valida e men che meno un valore etico. |
29-12-2014, 00.14.29 | #59 | |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
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Concordo sul breve accenno al potere come elemento che fa ingenerare gelosia... a meno che io abbia capito male: Potere su chi? Sulla donna o sul contendente che tenta di sottrartela? Assolutamente concorde nel ritenere che L'uomo ha dimostrato ampiamente di potersi sottrarre al dominio delle pulsioni, se ha la volontà di farlo. Questo tuo ultimo pensiero fa saltare, a parer mio, ogni altra considerazione che riguarda il famoso complesso di Edipo. Non è possibile generalizzare. Per Patrizia che scrive: "Da dove viene la paura della sessualita' femminile? E' solo un pretesto inventato dagli uomini per sottomettere la donna?" In cosa consisterebbe la paura della sessualità femminile? Mi interessa saperlo, visto che, ad esempio, io non ne ho affatto paura. Io penso che ogni maschio ha il suo proprio modo di porsi e di concepire la sessualità femminile. Penso, inoltre, che la voglia di sottomettere sia comune ad entrambi i sessi... che poi un genere riesca o meno meglio nel farlo è un altro discorso. |
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29-12-2014, 18.16.30 | #60 |
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Riferimento: Come avete fatto ad accettare il passato sessuale di vostra moglie?
"Da dove viene la paura della sessualita' femminile?"
Dal timore maschile del confronto da parte della donna sulla capacità sessuale del partner con quello o quelli avuti in precedenza. Molti giovani temono di essere inadeguati sessualmente, perciò vorrebbero la partner vergine, inesperta. Potere dell'uomo sulla donna ? Non mi sembra ! Nel nostro tempo c'è la parità, perciò si vuole il compagno o la compagna come persona da amare e non da dominare, né psicologicamente né economicamente. |