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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 09-07-2014, 14.05.43   #1
Ket
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Data registrazione: 07-07-2014
Messaggi: 2
Le conseguenze del dolore

Sono una nuova utente, un saluto a tutti. Apro queso topic per un parere su una situazione.
Alcuni anni fa ho perso mio padre e poi a distanza di 4 anni e mezzo mia madre.
Si può immaginare quanto possa essere stato difficile da affrontare e quanto sia stato devastante.
Ho passato due anni in uno stato in cui non riuscivo a capacitarmi di ciò che fosse successo.
Dopodichè a poco a poco sono riuscita a superare questa fase e iniziare a vivere in un modo normale, cercando di andare avanti.
Caratterialmente sono sempre stata una persona un po' timida, e con qualche difficoltà ad aprirmi alle altre persone. E adesso a distanza di anni da quanto successo mi ritrovo sola, senza amici.
Mi chiedo quanto questi eventi abbiano potuto influire sulla mia difficoltà a relazionarmi con gli altri. Secondo voi i due aspetti sono in qualche modo connessi o meno?
grazie in anticipo per i vostri pareri.

Ultima modifica di nevealsole : 10-07-2014 alle ore 12.14.58.
Ket is offline  
Vecchio 11-07-2014, 05.57.17   #2
acquario69
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Messaggi: 1,444
Riferimento: Le conseguenze del dolore

Citazione:
Originalmente inviato da Ket
Sono una nuova utente, un saluto a tutti. Apro queso topic per un parere su una situazione.
Alcuni anni fa ho perso mio padre e poi a distanza di 4 anni e mezzo mia madre.
Si può immaginare quanto possa essere stato difficile da affrontare e quanto sia stato devastante.
Ho passato due anni in uno stato in cui non riuscivo a capacitarmi di ciò che fosse successo.
Dopodichè a poco a poco sono riuscita a superare questa fase e iniziare a vivere in un modo normale, cercando di andare avanti.
Caratterialmente sono sempre stata una persona un po' timida, e con qualche difficoltà ad aprirmi alle altre persone. E adesso a distanza di anni da quanto successo mi ritrovo sola, senza amici.
Mi chiedo quanto questi eventi abbiano potuto influire sulla mia difficoltà a relazionarmi con gli altri. Secondo voi i due aspetti sono in qualche modo connessi o meno?
grazie in anticipo per i vostri pareri.


Ciao..
vorrei provare a dare un mio parere
secondo me sarebbe un po troppo generico affermare che alcuni eventi possano influire sulla nostra personalità,nelle scelte che ne possono venir fuori,le conseguenze ecc…in fondo ci può stare di tutto e le re-azioni sono del tutto personali,non credo esista una risposta unica che va bene per tutto e tutti…certo qualsiasi evento influisce sicuramente,ma e' la vita stessa ad essere una sequela di eventi,in perenne divenire e trasformazione,quindi credo non può proprio esistere "staticità".. il punto secondo me e' che ce' sempre una scelta "finale" che re-agisce e indirizza in un modo o in un altro (tanto diversi,quanti siamo ognuno di noi)

credo pure sia relativo il fatto che determinate scelte possano essere considerate "positive" o "negative"..anche quelle dipendono dal valore che gli attribuiamo…può benissimo essere che due persone sentano la stessa identica cosa in maniera completamente opposta l'una all'altra
e a proposito credo sia pure importante riflettere anche su un altro aspetto che secondo me viene troppo trascurato e cioè che siamo pure troppo influenzati da "modelli sociali" che hanno finito per essere considerati da tutti come cosa "buona e giusta" e allora,forse più o meno inconsciamente (visto pure il bombardamento che subiamo) tendiamo ad accodarci all'opinione
comune,quando in realtà nel nostro intimo può valere esattamente il contrario.

..quello che ti e' capitato dev'essere stato senza dubbio doloroso ma vorrei anche dirti che e' dal buio che nasce la luce,dal dolore che può venir fuori la gioia o meglio la consapevolezza che gli opposti siano appunto solo una nostra illusione apparente…personalmente credo che questa per te sia davvero un ottima occasione di crescita (consapevolezza) e non lo dico così per dire,lo dico perché so con la mia pelle a cosa mi riferisco.
acquario69 is offline  
Vecchio 11-07-2014, 08.33.36   #3
gyta
______
 
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
Riferimento: Le conseguenze del dolore

E’ vero, come dice Acquario non si può generalizzare,
è però possibile cercare di analizzare il tipo di relazione
attraverso la quale abbiamo imparato a relazionarci,
il rapporto coi genitori dunque ed il tipo di educazione
ricevuta durante l’infanzia.

E’ possibile che questo lutto riapra un lutto più antico
nel quale fondamentalmente le figure di riferimento sono venute a mancare.
L’apertura verso gli altri è consequenziale ad una fiducia consolidata nel tempo
verso le relazioni affettive di base che hanno forgiato il nostro io, la nostra identità emotiva.
La distinzione ovvero il consolidamento di un proprio io, di una propria identità
è un terreno che necessita uno sviluppo graduale e di una distinzione che sia naturale emersione
della propria unicità non quindi frutto di un distacco forzato pertanto destabilizzante e traumatico.
Se abbiamo vissuto a livello emotivo profondo un abbandono affettivo durante il processo di sviluppo
e consolidamento della nostra identità è conseguenza naturale recare in sé quella ferita e proiettare
quell’esperienza dolorosa nei rapporti a seguire, dove ci si pone nella situazione preventiva di abbandonare
prima di essere abbandonati, ovvero di impedire che una relazione autentica abbia luogo,
per ovviare all’angoscia di rivivere quell’esperienza radice che abbiamo inteso come rifiuto.
L’unica via di uscita è ancora una volta la consapevolezza interiore emotiva ed intellettuale
affinché ad un antico dramma possa seguire una piena coscienza emotiva di sé
ed una graduale fiducia verso la propria unicità.

Penso che pur per differenti livelli di intensità quella ferita di imprescindibile separazione
appartenga ad ognuno nel profondo essendo il momento che segna la nascita dell’individuo come persona.

Citazione:
quello che ti e' capitato dev'essere stato senza dubbio doloroso ma vorrei anche dirti che e' dal buio che nasce la luce,dal dolore che può venir fuori la gioia o meglio la consapevolezza che gli opposti siano appunto solo una nostra illusione apparente…

(Acquario)

Sul fatto che sia “dal buio” che nasca la luce.. mah..
certo simbolicamente è molto confortante.. però..
e dal dolore la gioia.. ri-mah..
e che gli opposti siano una nostra illusione apparente.. arci-mah..
che esista una coscienza intellettuale del contesto relazionale è una cosa
differente però dall’affermare che la realtà interiore sia pura illusione..
su questa linea ogni realtà ed ogni esperienza altro non è che nullificazione di senso
perché se senso è significato allora non può esistere significato laddove l’esperienza interiore
viene di fatto negata in virtù di una imprescindibile relatività dell’esperienza stessa.
gyta is offline  
Vecchio 11-07-2014, 10.38.34   #4
acquario69
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Messaggi: 1,444
Riferimento: Le conseguenze del dolore

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
E’ vero, come dice Acquario non si può generalizzare,
è però possibile cercare di analizzare il tipo di relazione
attraverso la quale abbiamo imparato a relazionarci,
il rapporto coi genitori dunque ed il tipo di educazione
ricevuta durante l’infanzia.

E’ possibile che questo lutto riapra un lutto più antico
nel quale fondamentalmente le figure di riferimento sono venute a mancare.
L’apertura verso gli altri è consequenziale ad una fiducia consolidata nel tempo
verso le relazioni affettive di base che hanno forgiato il nostro io, la nostra identità emotiva.
La distinzione ovvero il consolidamento di un proprio io, di una propria identità
è un terreno che necessita uno sviluppo graduale e di una distinzione che sia naturale emersione
della propria unicità non quindi frutto di un distacco forzato pertanto destabilizzante e traumatico.
Se abbiamo vissuto a livello emotivo profondo un abbandono affettivo durante il processo di sviluppo
e consolidamento della nostra identità è conseguenza naturale recare in sé quella ferita e proiettare
quell’esperienza dolorosa nei rapporti a seguire, dove ci si pone nella situazione preventiva di abbandonare
prima di essere abbandonati, ovvero di impedire che una relazione autentica abbia luogo,
per ovviare all’angoscia di rivivere quell’esperienza radice che abbiamo inteso come rifiuto.
L’unica via di uscita è ancora una volta la consapevolezza interiore emotiva ed intellettuale
affinché ad un antico dramma possa seguire una piena coscienza emotiva di sé
ed una graduale fiducia verso la propria unicità.

Penso che pur per differenti livelli di intensità quella ferita di imprescindibile separazione
appartenga ad ognuno nel profondo essendo il momento che segna la nascita dell’individuo come persona.



Sul fatto che sia “dal buio” che nasca la luce.. mah..
certo simbolicamente è molto confortante.. però..
e dal dolore la gioia.. ri-mah..
e che gli opposti siano una nostra illusione apparente.. arci-mah..
che esista una coscienza intellettuale del contesto relazionale è una cosa
differente però dall’affermare che la realtà interiore sia pura illusione..
su questa linea ogni realtà ed ogni esperienza altro non è che nullificazione di senso
perché se senso è significato allora non può esistere significato laddove l’esperienza interiore
viene di fatto negata in virtù di una imprescindibile relatività dell’esperienza stessa.


francamente non me la sento di argomentare di nuovo e di controbattere parola per parola,prese e spezzettate una per una quando le cose andrebbero guardate nella loro visione d'insieme..
ragioni così perché sei anche tu vittima del tuo "io",che e' relativo e allora concepisci (erroneamente) in maniera "separata"

storiella zen
Tre monaci osservano una bandiera che si agita nella brezza. Un monaco osserva: "La bandiera si muove". Il secondo ribatte: "Ma è il vento che si muove". Allora dice il terzo: "Sbagliate entrambi, è la vostra mente che si muove".
acquario69 is offline  
Vecchio 11-07-2014, 16.36.52   #5
FMJ
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Riferimento: Le conseguenze del dolore

Citazione:
Originalmente inviato da Ket
Sono una nuova utente, un saluto a tutti. Apro queso topic per un parere su una situazione.
Alcuni anni fa ho perso mio padre e poi a distanza di 4 anni e mezzo mia madre.
Si può immaginare quanto possa essere stato difficile da affrontare e quanto sia stato devastante.
Ho passato due anni in uno stato in cui non riuscivo a capacitarmi di ciò che fosse successo.
Dopodichè a poco a poco sono riuscita a superare questa fase e iniziare a vivere in un modo normale, cercando di andare avanti.
Caratterialmente sono sempre stata una persona un po' timida, e con qualche difficoltà ad aprirmi alle altre persone. E adesso a distanza di anni da quanto successo mi ritrovo sola, senza amici.
Mi chiedo quanto questi eventi abbiano potuto influire sulla mia difficoltà a relazionarmi con gli altri. Secondo voi i due aspetti sono in qualche modo connessi o meno?
grazie in anticipo per i vostri pareri.

Chiediti, invece, come hai "costruito" gli eventi di lutto che ti hanno colpita in termini di "significato" e se queste costruzioni hanno, in qualche modo, modificato la natura e il senso delle tue relazioni.

FMJ
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Vecchio 11-07-2014, 23.30.21   #6
Duc in altum!
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Riferimento: Le conseguenze del dolore

** scritto da Ket:

Citazione:
Caratterialmente sono sempre stata una persona un po' timida, e con qualche difficoltà ad aprirmi alle altre persone. E adesso a distanza di anni da quanto successo mi ritrovo sola, senza amici.
Mi chiedo quanto questi eventi abbiano potuto influire sulla mia difficoltà a relazionarmi con gli altri. Secondo voi i due aspetti sono in qualche modo connessi o meno?

Già che ne parli (sono sempre stata una persona un po' timida, e con qualche difficoltà ad aprirmi alle altre persone [...] mi ritrovo sola, senza amici ) significa che hai individuato "il buio" (come dice acquario69).
Questo è importante, poiché in tanti pensano che neanche esista e che da soli (illusione peggiore) ce la si possa fare ad incontrare la luce (come dice acquario69).
Inoltre non esiste evento drammatico che considerato e vissuto solo nella prospettiva umana possa illuminare.
Quindi la connessione è evidente, ma solo tu puoi trasformare quegli eventi in un trampolino di lancio verso qualcosa che neanche immagini di strabiliante nella tua esistenza.


Pace&Bene
Duc in altum! is offline  
Vecchio 13-07-2014, 23.58.54   #7
vanina
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Riferimento: Le conseguenze del dolore

Ciao Ket,
solo il mio puntino di vista.

Concordo totalmente con Acquario sul fatto che ogni dolore sia una immensa opportunità di crescita e di rinnovamento interiore.

Poi...non concordo da anni con "la psicologia della ricerca del trauma pregresso", che a mio parere porta a stagnare nel passato e a rotolarcisi, sebbene si riprometta di superarlo.

Possono sembrare due affermazioni contraddittorie. Non trovo che lo siano.

Il dolore è stimolo per se stesso, e inevitabilmente mobilita risorse, anche quando annichilisce e ...forse ancor più fortemente in tal caso.

Chiedersi, invece, quale ruolo il dolore possa aver avuto in ciò che non abbiamo ancora mobilitato, (chiedo) non è solo sterile rifugio in giustificazioni che poi....non ci giustificano (e in fondo lo sappiamo che non ci giustificano) ?

vanina is offline  
Vecchio 15-07-2014, 17.47.44   #8
arsenio
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Riferimento: Le conseguenze del dolore

Citazione:
Originalmente inviato da Ket
Sono una nuova utente, un saluto a tutti. Apro queso topic per un parere su una situazione.
Alcuni anni fa ho perso mio padre e poi a distanza di 4 anni e mezzo mia madre.
Si può immaginare quanto possa essere stato difficile da affrontare e quanto sia stato devastante.
Ho passato due anni in uno stato in cui non riuscivo a capacitarmi di ciò che fosse successo.
Dopodichè a poco a poco sono riuscita a superare questa fase e iniziare a vivere in un modo normale, cercando di andare avanti.
Caratterialmente sono sempre stata una persona un po' timida, e con qualche difficoltà ad aprirmi alle altre persone. E adesso a distanza di anni da quanto successo mi ritrovo sola, senza amici.
Mi chiedo quanto questi eventi abbiano potuto influire sulla mia difficoltà a relazionarmi con gli altri. Secondo voi i due aspetti sono in qualche modo connessi o meno?
grazie in anticipo per i vostri pareri.


Nel caso di un disagio nel corso della vita, come un difficile relazionarsi con gli altri, si deve capire se all'origine c'è una perdita non ancora elaborata (non necessariamente un lutto),una ferita narcisistica, una delle svariate forme dei disturbi dell'umore o un periodo di crisi esistenziale.

A mio parere gli eventi indicati non dovrebbero essere correlati.
In ogni caso spetta alla persona interessata indagarne,narrando se stessa con l'aiuto di qualcuno,anche un'amica comprensiva che solo ascolta, per arrivare a un'auto chiarificazione personale. Mi riferisco a una comunicazione di sostegno perché ne ho avuto qualche esperienza,per forme non francamente patologiche.

La premessa è che ognuno ha in se stesso potenzialità e risorse per decidere a suo vantaggio. Cercando nel suo “schema di sé e nel livello di autostima. C'è sempre tempo per una crescita personale.

Probabile non entra nemmeno tanto in gioco la personalità introversa. Quanto l'educazione avuta, i vissuti, le regole tacite apprese, le previsioni su se stessi.


In genere sollecitando consigli, gl' interrogati sanno”cosa è meglio per te”, mentre solo all'interessato spetta tale ricerca interpretativa per trovare la soluzione più opportuna.

Possono essere di danno anche certe parole minimizzanti e consolatorie che ci rendono ancora meno capiti.
“Quello che non mi uccide mi fortifica”, frase riportata da Nietzsche, non sempre è vero .
Chi supera una crisi si sente più forte,con conseguente benessere emotivo, ma nulla è prevedibile.


arsenio
arsenio is offline  
Vecchio 17-07-2014, 23.37.23   #9
Ket
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Riferimento: Le conseguenze del dolore

Grazie a tutti per le vostre risposte...

Io credo che vicende del genere non possano non influire sulla personalità di una persona.
Riguardo chi ha fatto discorsi su fatti pregressi, credo sicuramente che una gran parte dei miei problemi sia conseguente ad alcune situazioni che hanno inciso su ciò che sono.
Sono alcune situazioni vissute da ragazzina, nel periodo dei 12-13 anni quando ho iniziato ad avere alcuni riscontri negativi dall'esterno, da parte di coetanei, riguardo al mio aspetto estetico. Sono fatti piccoli, che possono sembrare insignificanti ma che a quell'età in cui si è così fragili, segnano anche se io non me ne sono resa conto in modo cosciente allora.
Per tutti gli anni dell' adolescenza mi sono sentita brutta.
Si sa che l'adolescenza è una fase di trasformazione e sono fasi difficili che possono capitare ma oggi nonostante non sia più la ragazza di allora, e possa dirmi una ragazza carina, sulla base anche di riscontri esterni, mi capita spesso di voler negare l'immagine di me positiva di oggi, e mi autosvaluto e anzi spesso il sapere di essere carina, il vedermi carina mi crea ansia e disagio. Mi rendo conto che è assurdo e non vorrei svalutarmi ma è più forte di me ed è come se mi rassicurasse...

p.s. posso chiedere un favore a chi risponderà-leggera? questo post dopo che il topic si esaurirà, vorrei cancellarlo, quindi potreste non quotarlo? grazie mille :-)

Ultima modifica di Ket : 18-07-2014 alle ore 02.17.19.
Ket is offline  
Vecchio 23-07-2014, 02.34.18   #10
green&grey pocket
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Riferimento: Le conseguenze del dolore

x la utente

Certo che contano, contanto nella capacità di elaborazione del lutto.

purtroppo su questa cosa ancora non ne so molto approfonditamente.

si associa certamente all'infanzia, in quanto l'adolescenza è solo il luogo della prova a fuoco, del tormento dei presentimenti del passato.

è una questione di emozione profonda, non se ne può uscire, si può solo accettare, conviverci.

probabilmente il lutto è un momento grave di recrudescenza, sopratutto se in età adulta, in quanto è vivere fuori-dal se, che poi vuol dire fuori dal soggetto, in poche parole il nostro sforzo di farci accettare di renderci carini, di costruirci uno spazio nel mondo, viene meno (e infatti le tue parole sono precise, ma lo supponevo anche prima di leggere il tuo secondo presto cestinato intervento).
E a proposito anche il cestinamento è solo un tentativo di cancellazione di quella emozione profonda.
sei anonima non cambierebbe nulla, ma la testimonianza di quel dolore, anche se breve, è comunque una testimonianza che il soggetto, utente x, sa benissimo che sta dando a se stesso "contro" se stesso.

Il problema è proprio sul "contro": bisogna accettarlo come qualcosa che noi non siamo più certo, ma anche, per contraddizione, siamo ancora.
in fin dei conti ognuno di noi lo fa, e ognuno di noi vive il dramma che non è più suo, si tratta di "galleggiare" sopra, per la maggioranza delle persone che ho conosciuto.


x tutti

è chiaro che la non accettazione del sè, che poi non è il sè, ma l'io (ma queste sono cose filosofiche scusate) crea un individuo bi-polare (così lo chiama la psichiatria) che nelle sue forme meno invalidanti si ha traccia indiretta (consumi e abitudini della massa studiata dalla sociologia) essere un fenomeno di dimensioni gigantesche.(altro che depressione).
il problema risiede nel conflitto, non nella sua accettazione, specifico.

il problema delle amicizie diventa allora non più un problema di senso, ma un problema di pratiche, fare insieme qualcosa, ognuno per la sua strada, ma seguendo la stessa strada.
(ecco che un hobby diventa occasione di conoscenza, e va bene!)

L'introverso che invece si ostina a cercare il senso, e non capisce la dinamica sottesa alle amicizie, è destinato a soffrire sicuramente di più.
(eppur si soffre lo stesso direi io).


green&grey pocket is offline  

 



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