Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Psicologia
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze


Vecchio 27-05-2008, 20.52.52   #11
veraluce
Ospite abituale
 
L'avatar di veraluce
 
Data registrazione: 16-08-2007
Messaggi: 603
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

P.S.: In questa sede credo che posso lecitamente chiedere una specificazione approfondita sul concetto di "maschera"... se qualcuno può dire per favore cos'è questa benedetta maschera... se è uno strumento qualsiasi attraverso cui si esprime l'essere umano... e quindi non ha alcuna accezione negativa o positiva... oppure se la maschera per sé stessa è negativa... insomma la "maschera" in psicologia è più o meno quello che è l'ego in spiritualità? Perché se è così allora mi è tutto più chiaro...

...ma fatemici capire qualcosa... non so se riuscirò ad intervenire per un pò di tempo, comunque vi leggerò dopo... grazie... buon proseguimento!
veraluce is offline  
Vecchio 27-05-2008, 22.24.07   #12
hava
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Però vedrei d'istinto una così radicale differenza tra l'usarle consapevolmente o invece no.... da fare delle due categorie di fruitori (tutti, dunque).... più che due generi della stessa specie.... direttamente due specie diverse.
[quote] [DONELLA]
_


Non direi Donella che si tratta di due specie diverse perche' alla base ci sta sempre la poca soddisfazione con se stessi.
hava is offline  
Vecchio 28-05-2008, 01.39.57   #13
donella
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

[quote=hava]Però vedrei d'istinto una così radicale differenza tra l'usarle consapevolmente o invece no.... da fare delle due categorie di fruitori (tutti, dunque).... più che due generi della stessa specie.... direttamente due specie diverse.
Citazione:
[DONELLA]
_


Non direi Donella che si tratta di due specie diverse perche' alla base ci sta sempre la poca soddisfazione con se stessi.


Ho il dubbio che ci stiamo riferendo mentalmente ad ipotesi diverse, e probabilmente per aver io saltato un passaggio, pur seriamente meditato e suggerito proprio dalla tua domanda.

Nel momento in cui hai richiamato l'attenzione sul fatto che tutti vestiamo maschere, consapevolmente o meno, sono stata totalmente d'accordo perchè la mente m'è istintivamente andata a quella miriade di situazioni in cui ciascuno di noi recita una parte inautentica pr un'altrettanta miriade di ragioni che nulla hanno più a che vedere con l'effimero "girare lo spot pubblicitario di se' stessi". Ossia pensavo ad una serie di situazioni così comuni da riguardare prima o poi tutti: recitare la tranquillità con la morte nel cuore per infonderla a un congiunto che si sa morente; recitare la sicurezza con la pressione a tremila mentre il mondo ti crolla addosso per non far scoppiare anche il cuore di chi ti vuole bene; ma anche (meno stoico) recitare nella professione una disponibilità formale e senza eco nell'intimo verso molte persone di cui consideri solo l'ingombro, ma alle quali mai potresti dar segno dell'ingombro pena il doverti considerare "molto poco professionale"; recitare una tolleranza del tutto apparente e irreale in situazioni di cui vitalmente ti interessa "arrivare in fondo" e sai che ne perderesti l'occasione se non ti imponessi una tolleranza artificiale; e credo chiunque potrebbe proseguire la lista con situazioni nelle quali ha finto sapendo di fingere... ma nelle quali (secondo me) lo ha fatto vitalmente, anche saggiamente, e comunque a prescindere da ogni problema "di soddisfazione con se' stesso": molto spesso capita per generosità verso l'altro, talvolta per lo sfizio di un gioco mentale, talaltra... solo per la solare pragmaticità di chi comprende che "non può dare un calcio ad ogni pietra che incontra", e così via per una serie pressochè infinita di possibili motivazioni contingenti che - mi sembra - restano del tutto parallele alla questione del rapporto con sè stessi, e nelle quali, addirittura, la "finzione" potrebbe essere "meglio gestita" proprio da chi ha un più maturo e collaudato e appagante rapporto con se stesso.

Insomma: hai piacevolmente invitato tutti a riflettere sulle proprie maschere, e questo mi ha fatto passare dalla leggera considerazione delle sole maschere "a scopo marketing di sè stessi in un Forum" alla più impegnativa considerazione delle tante, e vere, e ben più serie maschere che ognuno di noi si trova prima o poi a dover gestire nella vita reale (dove non sei protetto da un nick, dove il massimo che rischi non è di essere bannato, dove per "cambiare aria" non basta cambiare Forum o gusti di navigazione).

In questo scenario, diverso e più importante, e nel quale trovo Vero che le maschere siano di tutti... almeno per il momento io continuo a sentire una polarizzazione netta sul dato consapevolezza/inconsapevolezza della finzione quanto meno in questi termini : laddove la finzione consapevole può essere (e spesso è, o addirittura nasce per essere) strumento di ottimizzazione relazionale.... quella inconsapevole si risolve in un inganno a sè stessi che (mi sembra) finisce solo col minare il meglio delle possibilità relazionali. (Anche perchè.... la maschera consapevole puoi gestirla, ma quella inconsapevole proprio no!).

Non vuole essere brutale, ma solo pratico : qualcuno ha piacere di relazionarsi con chi "sente" essere così ignoto a se stesso da credersi , ancor prima che vendersi, altro da quel che di lui/lei arriva a cuore e mente?
donella is offline  
Vecchio 28-05-2008, 08.24.45   #14
Noor
Ospite di se stesso
 
L'avatar di Noor
 
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Citazione:
Originalmente inviato da veraluce
la "maschera" in psicologia è più o meno quello che è l'ego in spiritualità? Perché se è così allora mi è tutto più chiaro...
Certo veraluce che è la stessa cosa:è un'identificazione egoica,il più delle volte come sai, è subconscia.Un modo dell'ego per supplire alla carenza di una nostra qualità con una falsa immagine da noi creata, o per esporre meglio il nostro narcisismo (che sempre ego è).
Noor is offline  
Vecchio 28-05-2008, 12.13.03   #15
veraluce
Ospite abituale
 
L'avatar di veraluce
 
Data registrazione: 16-08-2007
Messaggi: 603
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Citazione:
Originalmente inviato da Noor
Certo veraluce che è la stessa cosa:è un'identificazione egoica,il più delle volte come sai, è subconscia.Un modo dell'ego per supplire alla carenza di una nostra qualità con una falsa immagine da noi creata, o per esporre meglio il nostro narcisismo (che sempre ego è).


Quindi qui, come in ambito spirituale, suppongo che lo strumento dell'"osservare con la sospensione del giudizio" ci permetterebbe di fluire con la vita ed essere (in Coincidenza) la vita stessa... al di là del bene-male, del giusto-sbagliato, etc...

A presto Noor!
veraluce is offline  
Vecchio 28-05-2008, 12.58.16   #16
Noor
Ospite di se stesso
 
L'avatar di Noor
 
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Citazione:
Originalmente inviato da veraluce
Quindi qui, come in ambito spirituale, suppongo che lo strumento dell'"osservare con la sospensione del giudizio" ci permetterebbe di fluire con la vita ed essere (in Coincidenza) la vita stessa... al di là del bene-male, del giusto-sbagliato, etc...
Beh sì..per quel che penso...
Senza identificarsi troppo col pensiero nostro o altrui,chè da vita si trasformerebbe in un attimo in ideologia..frenando quel "fluire"
In tutti gli ambiti chiaramente..la vità è una..perquanto si diversifichi in tanti linguaggi più o meno comunicanti..
Noor is offline  
Vecchio 28-05-2008, 13.26.53   #17
veraluce
Ospite abituale
 
L'avatar di veraluce
 
Data registrazione: 16-08-2007
Messaggi: 603
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Citazione:
Da Donella:
qualcuno ha piacere di relazionarsi con chi "sente" essere così ignoto a se stesso da credersi , ancor prima che vendersi, altro da quel che di lui/lei arriva a cuore e mente?

Se ho capito bene la domanda... mi dirai dopo tu se ti ho detto qualcosa con la mia risposta...
...alcune volte se non hai avuto modo di costruirti "ferme" sovrastrutture mentali, ovvero se non hai potuto sin da piccolo/a, per qualsivoglia motivo, ricevere una "educazione", delle regole di vita, etc arrivi anche con difficoltà in età avanzata sia a non avere una "idea mentale" di te (perché sei stato troppo impegnato a doverti cercare delle regole di vita da solo/a arrancando a destra e a sinistra), sia quindi a costruire rapporti basati soltanto su una "ipotetica" e racimolata idea mentale di te...

...quindi se una persona ad esempio non è riuscita a costruirsi una "personalità" perché non gli sono state trasmesse delle basi mentali su cui scolpircela sopra... alla fine si può ritrovare anche a cinquant'anni ad approcciarsi al mondo come un bambino/a che assorbe un pò qui e un pò lì perché la sua mente non ha potuto assemblare schemi mentali "stabili", tutto è sempre "discutibile" per questo tipo di persona... l'unica cosa che posso dire io è che il "sentire", e soprattutto il "sentire sé stessi"... allora in questi casi viene a supplire alla carenza del percepire "mentalmente"... perché proprio il "sentire" è l'unico riferimento che resta a queste persone per poter sopravvivere...


...chi sente sé stesso, secondo me, non eviterà di entrare in contatto con qualcuno che è ignoto a sé stesso... perché ha ben presente la propria "piccolezza" esistenziale e ritiene di poter imparare da tutte le altre piccolezze esistenziali... poi ovvio che questo è un pò metafisico e magari non apporta alcun contributo... non so... so solo che più dico che emigro in spiritualità e più continuo a restar qua...

Ciao Donella...
veraluce is offline  
Vecchio 28-05-2008, 14.15.48   #18
donella
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Qualche volta mi balena il dubbio (sempre a proposito di maschere) che l'atrui muscolarità mascherata (ma che forse più omologatamente sul piano presudo-sintonico dovrebbe dirsi "sublimata" perchè mascherata suona rozzo) più che evocare ... generi una qualche mia muscolarità.

Ovvio che su "evochi o generi", volendo, ci stiamo bene per un anno e mezzo di parole parole parole . (E prevenire è sempre meglio che curare).

Di quella che chiamo mia muscolarità m'accorgo perchè mi diventa un'esigenza impellente quella del "parla come mangi", elevata a potenza - al più - in un "vivi come pensi".

E siccome un muscolare vero qui direbbe che si parla, in fondo, solo di sole (non come astro ma come "sola"), il solito muscolare smania di vedere le teorie .... agganciarsi alla apratica (senno', per lui, è tutto tempo perso).

E allora, sola per sola e visto che "maschera" ha già creato impreviste incomprensioni, a Vera e Noor, dal cuore vero di una muscolare per caso o per forza, una domanda: se in Sicilia il salumiere vi vende e vi conteggia per .... boh.... "lardo di Colonnata" ... quello del maiale del suo vicino di casa.... (domanda semplicissima) : ve lo prendete, lo pagate, "sospendete il giudizio e lasciate fluire la vita".... oppure vi sentite presi per i fondelli (anche voi)?

Grazie.
donella is offline  
Vecchio 28-05-2008, 14.15.59   #19
hava
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

In questo scenario, diverso e più importante, e nel quale trovo Vero che le maschere siano di tutti... almeno per il momento io continuo a sentire una polarizzazione netta sul dato consapevolezza/inconsapevolezza della finzione quanto meno in questi termini : laddove la finzione consapevole può essere (e spesso è, o addirittura nasce per essere) strumento di ottimizzazione relazionale.... quella inconsapevole si risolve in un inganno a sè stessi che (mi sembra) finisce solo col minare il meglio delle possibilità relazionali. (Anche perchè.... la maschera consapevole puoi gestirla, ma quella inconsapevole proprio no!).
[quote] [DONELLA]



Bella la direzione che prende questa discussione[almeno a mio parere].
Noi tutti cerchiamo di metter ordine nelle nostre idee fissandovi elementi qualitativi di bene-male, favorevole-nocivo, negativo-positivo. E la maschera sta bene se limitata ai giorni di carnevale o ai nicks dei forum, ma ha un valore negativo se ne facciamo uso giornaliero. Ed in questo caso , o siamo considerati impostori o disturbati mentalmente.....

Nel tuo post parlando di differenza fra finzione consapevole e quella inconscia arrivi alla conclusione che "quella inconsapevole finisce col minare il meglio delle possibilita' relazionali". Ma ci sono pure i casi nei quali l'inganno di se stessi riesca utile come inconscia difesa da sensazioni insopportabili, e che diritto abbiamo noi di giudicare tali espedienti?
hava is offline  
Vecchio 28-05-2008, 14.39.48   #20
donella
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Citazione:
Originalmente inviato da veraluce
Se ho capito bene la domanda... mi dirai dopo tu se ti ho detto qualcosa con la mia risposta...
...alcune volte se non hai avuto modo di costruirti "ferme" sovrastrutture mentali, ovvero se non hai potuto sin da piccolo/a, per qualsivoglia motivo, ricevere una "educazione", delle regole di vita, etc arrivi anche con difficoltà in età avanzata sia a non avere una "idea mentale" di te (perché sei stato troppo impegnato a doverti cercare delle regole di vita da solo/a arrancando a destra e a sinistra), sia quindi a costruire rapporti basati soltanto su una "ipotetica" e racimolata idea mentale di te...

...quindi se una persona ad esempio non è riuscita a costruirsi una "personalità" perché non gli sono state trasmesse delle basi mentali su cui scolpircela sopra... alla fine si può ritrovare anche a cinquant'anni ad approcciarsi al mondo come un bambino/a che assorbe un pò qui e un pò lì perché la sua mente non ha potuto assemblare schemi mentali "stabili", tutto è sempre "discutibile" per questo tipo di persona... l'unica cosa che posso dire io è che il "sentire", e soprattutto il "sentire sé stessi"... allora in questi casi viene a supplire alla carenza del percepire "mentalmente"... perché proprio il "sentire" è l'unico riferimento che resta a queste persone per poter sopravvivere...


...chi sente sé stesso, secondo me, non eviterà di entrare in contatto con qualcuno che è ignoto a sé stesso... perché ha ben presente la propria "piccolezza" esistenziale e ritiene di poter imparare da tutte le altre piccolezze esistenziali... poi ovvio che questo è un pò metafisico e magari non apporta alcun contributo... non so... so solo che più dico che emigro in spiritualità e più continuo a restar qua...

Ciao Donella...

Ti ringrazio, Vera, ma quel che ho in mente e di cui cerco di parlare è molto più semplice (o semplicistico, per ora non so) rispetto alla tua analisi.

Ed è questo: nella vita reale come in quella virtuale, sebbene io parta idealizzando sempre tutto e regalando d'ufficio un piedistallo a qualunque mio interlocutore... in breve tempo mi ritrovo che è minima la percentuale di quelli che "sento" essersi autoprocessati per primi (e li riconosco dall'esaltante mole di esaltanti Dubbi) ed è invece massima la percentuale di coloro che "sento" processare solo gli altri (e li riconosco dalla spaventosa mole di troppo facili certezze).

Concordo con Hava che tutti entriamo nel mondo con maschere consapevoli e inconsapevoli.
Poi - per me - i primi riescono , prima o poi e gradualmente, ad esorcizzare tutte le inconsapevoli e, anche per questo, gestiscono al meglio le consapevoli necessarie alla vita.
Mentre - sempre per me - i secondi (certamente senza volerlo o addirittura volendo il contrario) si invischiano e si avviluppano dentro alle loro (poche e discutibili) certezze soggettive...e lì si fermano.... al più potendo ritrovarsi in micro-congreghe accomunate da QUELLE certezze e nella sostanziale (per me esiziale) dissociazione rispetto al comune sentire, che inevitabilmente è comune patire, certo, ma con lo splendore di essere (prima di tutto) comune realtà realmente condivisa (piaccia o non piaccia).

donella is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it