Il filtro mentale
Il filtro mentale.
Le opinioni e le convinzioni acquisite nel corso della vita attraverso le esperienze dirette o indirette, costruiscono un filtro mentale di valori, certezze, credenze, pensieri,stati d'animo. Attraverso il quale percepiamo, della moltitudine di stimolazioni provenienti dall'ambiente esterno, solo gli stimoli e le informazioni che ci interessano, e ignoriamo quelle contrarie. Tali sperimentazioni concernono la psicologia della percezione.
Attraverso la "dissonanza cognitiva" (teoria di Festinger) compiamo un'ulteriore selezione di tipo cognitivo: evitiamo comunicazioni discordanti con le nostre credenze, pregiudizi, copioni di vita, ecc. Chi non è d'accordo con un concetto a volte distorce l'informazione che lo disturba e che risulta incoerente con le sue personali idee.
Tali teorie in parte possono spiegare perchè è così difficile, reciprocamente, farsi capire, al di là anche da problemi che riguardano terminologie, lessici, sintassi, ecc.
Il linguaggio è sempre uno strumento insidioso, che richiede precisazioni. Ma spesso anche queste cadono nel vuoto perchè comunque non si ascolta, e ne sono spia gli equivoci di senso, le assimilazioni parziali di un contenuto, ecc. Oggi l'indolenza dei tempi contrasta con la vigilanza richiesta. A volte, più che altro si cerca di individuare qualche punto per cui si può far prevalere la propria argomentazione, giusta o sbagliata che sia.
Non ci rendiamo conto di nostri punti deboli o di argomenti che non possiamo fare nostri per mancata condivisione di comuni conoscenze, o di necessarie premesse, sia pure implicite, con il nostro interlocutore; non si possiedono sufficienti oppure attendibili informazioni. Inoltre è facile incappare in errori di logica o di deduzione; anche perchè l'emotività di un pregiudizio crea resistenze. Anche nell'interpretare l 'autoracconto altrui si dovrebbe sempre distinguere tra i fatti esposti e le emozioni che hanno suscitato. Si può a volte constatare che alcuni temi di discussione scatenano eccessivi antagonismi o digressioni fuorvianti, anche senza piena consapevolezza. Un dialogo risulta, se non impossibile,estremamente difficoltoso con chi non è ricettivo verso l'argomento proposto, o non si è focalizzato sul nocciolo del problema,da sempre individuare e valutare, prima di dissentire, ma anche di essere d'accordo con qualcosa che non si ha bene assimilato. Se poi uno dei due si attiene a una propria "verità" personale ma assoluta, per dogma o per convinzioni troppo radicate, si deve rinunciare al confronto di opinioni.
Questo vale per tutti e non resta che tenerne conto. La verità è una corrispondenza tra le nostre idee e gli oggetti, ma la verità è propria delle cose, mai del pensiero. Quindi l'obiettivo dovrebbe essere la ricerca di un coerenza con le idee altrui. E' questa una teoria base dell'epistemologia ma ora anche delle neuroscienze. Cervelli plastici interagenti collaborano per un sapere "oggettivo" attraverso una ricca diversità culturale.
Tali problemi riguardano soprattutto la comunicazione dialogica. Quella virtuale argomentativa può presentare qualche analogia. Escludendo la conversazione senza obiettivi di ricerca, le email che quale senso, al di là di un discorso disimpegnato, possono avere per scopo più che altro la rimozione di incomprensioni emotive o l'attenuare tensioni.
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