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26-02-2008, 12.59.37 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Riferimento: Il dottor analfabeta
Citazione:
Non sono completamente d'accordo. Infatti penso che persone che fanno una determinata professione e che tendono ad aggiornasi solo su quella non per forza devono sapere alcuni termini che non hanno modalità di incontrare. Immagino che un ingegnere che legga solo libri di ingegneria, dove alcuni termini d'italiano non possono per nulla essere usati se non per esercizi stilistici d'altro canto inutili. Tale ingenere potrebbe nel sua professionere essere bravissio anche se poi manca sulla lingua italiana. Direi alla fine di tutto chi se ne frega, preferisco che un ing che faccia un ponte sia capace di farlo resistente piuttosto che un ing. che pur sapendo tutto sulla lingua italiana faccia dei ponti che crollano dopo due giorni dall'inaugurazione.Penso che il problema della lingua sia da considerarsi in secondo piano, molto più importnte la proffessionalità dei professionisti e che sappiano fare il loro lavoro. Poi in aggiunta dico anche che basta che sappiano l'italiano di base, o per lo meno si facciano capire da chi di dovere. |
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26-02-2008, 15.58.12 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2007
Messaggi: 89
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Riferimento: Il dottor analfabeta
X Arsenio e Bomber
Ho avuto una strana impressione leggendovi entrambi,ossia che non stavate parlando della stessa persona,mi spiego: Bomber,mi è sembrato che nel descrivere la persona,ne descrivevi solo la professione,le capacità lavorative,quasi come fosse stato una macchina..studi,competenze richieste,efficacità operativa...e quanto basta;dunque il resto era quasi superfluo,o non indispensabile,o non necessariamente richiesto.. Mentre Arsenio,per me,parla della persona,dell'essere umano nella sua interezza,non riassumendolo alle sue uniche "capacità"lavorative,ma ben aldilà di cio',là dove la persona rappresenta un "tutto",dentro e fuori la sua professione,che è solo parte di lui,e attraverso la quale è naturale che senta un richiamo dello spirito,una sete di conoscenze,indispensabili,se non alla professione,al suo stato di individuo,che non potrebbe mai accontentarsi di essere medico,ingegenere..di studi,di fatto..e ottuso per altro,perché la vita di un individuo non è solo competitività o competenze,almeno cosi sembra che sia per Arsenio..e anche per me. Spero non avervi frainteso,ho solo trascritto la mia sensazione nel leggervi,se fosse il caso,me ne scuso anticipatamente. véronique |
27-02-2008, 11.31.42 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Il dottor analfabeta
Citazione:
Caro katerpilar grazie del consenso: qui siamo sempre in meno a pensare alla società con un po' di criticismo. Alla fine rimarrò solo Se mi hai seguito negli ultimi post (esempio l'ultimo per “vero” sull'educazione) affronto alcuni problemi che poni. In Italia gl' intellettuali, quali autorità indiscusse per alcune opinioni mirate a certi tipici problemi della società, specie italiani, in tempi di anti- illuminismo politico-culturale, sono definiti “cattivi maestri”. Tale avversione , ad esempio, è quasi unanime nei forum ... culturali. Se questi sono specchio della società, ciò la dice lunga Purtroppo sta spirando dappertutto un'aria retriva e da mentalità mai svecchiate. Oltre il 50% degli italiani, abbagliato dal piccolo schermo, si sente rappresentato dall'”Italiano” per eccellenza: soldi e successo dal niente,con discutibile astuzia ( è vero hanno ragione i suoi seguaci che la cultura non serve) Beni raggiungibili da tutti - sorride e ammicca, se mi votate - non già per valori etici o intellettuali. E poi a qualcuno va bene un popolo non molto colto e critico. Gl' intelletuali non hanno e non avrebbero spazio nella tivù, come competere con presentatori, calciatori, autori di libri.- thras? E' come il circolo vizioso tra industria culturale e consumatore; domanda e offerta che si condizionano a vicenda in interdipendente effetto. Non sono personaggi campioni di moralità e di eleganza personale che la cultura profonda e lungimirante concede; eppure sono assimilati come ideali modelli di vita. Abbracciati dai papi, ben più severi con altri che hanno le stesse trasgressioni coniugali. Le responsabilità di una scuola mai riformata secondo le esigenze della società postindustriale è anche dei politici di ogni schieramento, delle famiglie, sempre in rimandi reciproci. Un insegnante creativo e innovatore, raro, deve adattarsi al lassismo generale,altrimenti gli fanno la vita molto difficile. Per esempio mia figlia educatrice di scuola materna: le sue proposte di un laboratorio creativo sono osteggiate soprattutto dai genitori che ritengono che creatività e fantasia siano tempo sprecato, per la società competitiva dei piccoli bulli aggressivi, delle bimbe mini-top model e veline, ecc. tutti approvati dagli sguardi amorevoli dei genitori. Il processo di deriva culturale è irreversibile. L'omologazione è totale. Noto anche il degrado culturale nei forum virtuali, nel corso dii otto anni. L'euro sarebbe stato la nostra fortuna, se il giorno dell' entrata in vigore si sarebbero attuati efficaci controlli ; o si sarebbe ridotto a 1500 lire. I Peter Pan, i mammoni, ecc. oggi ridenominati “bamboccioni” sono un fenomeno socioculturale tipico italiano,oltre che economico. Rimangono fino a 35 anni nella famiglia di origine, anche per connivenza dei genitori. Negli USA e altrove escono da casa a 18 anni, anche alla ventura e on the road. |
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27-02-2008, 11.52.21 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Il dottor analfabeta
Citazione:
non so se parli da lettore,d non-lettore che si vanta, da lettore “minimo,ecc. Comunque se “non leggi” saresti tra quei 80, 90% d' italiani. Per cui non solo leggere “non serve” ma è d'intralcio alla vita dell'uomo postmoderno tecnologico che riconoscerà solo le immagini, omologato, televidente, che ha ormai perduto certi saperi, certo ragionamento logico-sequenziale, ecc. Una cerchia ristretta si ostina a dire che invece serve,eccome. Non solo per fini culturali, anche pratici. Sono i dissidenti, ormai pochi e senza voce in capitolo.: linguisti, pedagogisti, educatori, politici (rari e non di destra), selezionatori degli uffici personale, responsabili di risorse umane,ecc. Saper leggere-scrivere- leggere-ascoltare, sempre attività in reciproca interdipendenza, contribuiscono a eseguire meglio qualsiasi mestiere.: una diagnosi scritta in modo chiaro e senza ambiguità, una prescrizione di farmaci, una sintesi fulminea colta ascoltando una conferenza con rapidi appunti, prendere la parola in pubblico, scrivere una lettera efficace. Avere una flessibilità mentale che solo la lettura può favorire, ecc. Ora anche nelle aziende si accorgono che i laureati in filosofia hanno una visione più duttile verso certi problemi. Più di chi ha una formazione scientifica. In America fanno corsi di cultura generale ai manager .Infine per certe categorie leggere farebbe parte del mestiere: professionisti per aggiornamenti richiesti, medici,insegnanti. Ecc. Farebbe acquisire anche una maggior abilità nel leggere in Internet,sebbene tale tipo di lettura non c'entri molto con quella cartacea. |
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27-02-2008, 16.36.44 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-10-2007
Messaggi: 98
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Riferimento: Il dottor analfabeta
Citazione:
ho letto condividendo tutto ciò che hai scritto. Oggi la lettura è considerata tempo SPRECATO. Lo vedo in uno dei miei figli che mi canzona un po' quando parlo della lettura invitandolo a non leggere solo di sport ma di leggere leggere leggere. Qualunque cosa, dai romanzi rosa alla divulgazione più o meno scientifica. Per farsi un'opinione sua confrontando idee scritte con idee "parlate" con i suoi amici. La lettura allarga indiscutibilmente gli orizzonti, fà pensare e quindi olia il cervello facendolo andare più spedito.La capacità di sintesi poi viene da se. Bene. E adesso? Dovremo tornare alla societa delle immagino con i cantastorie che ci "raccontano" di come Aladino sbaragliò i quaranta ladroni? Spero che no, ma credo che sì. Care cose. |
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28-02-2008, 12.02.37 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Il dottor analfabeta
Citazione:
Ora dovrei ancora smentirmi; perfino nei forum virtuali ogni tanto c'è qualche voce in controtendenza , che non giudica il libro un reperto della preistoria ti ringrazio. Oggi è difficile dare consigli per stimolare i figli alla lettura. Ricordo che a mia figlia non ho mai impartito suggerimenti o imposizioni, ma solo l'esempio che secondo me rimane la forma educativa più efficace. Mi vedeva più spesso con in mano un libro che con il telecomando per far zapping. Così già dopo l'adolescenza è diventata una lettrice selettiva e raffinata, alla ricerca di libri che coincidano con i suoi personali gusti letterari (non di best seller imposti dall'industria culturale). Così per altre esigenze educative. Ma oggi rapidamente si evolve l'involuzione culturale e le seduzioni della moda, delle tendenze, dell'omologazione tecnologica sempre più pervasiva e. obbligatoria, ecc.. Ed è veramente quasi impossibile sottrarre i figli alle suggestioni mediatiche della pubblicità, e soprattutto dell' esempio dato dal gruppo, che ha sempre più potere rispetto alla famiglia. |
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29-02-2008, 10.28.44 | #9 | |
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
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Riferimento: Il dottor analfabeta
arsenio
Citazione:
Dai post pubblicati esce fuori prepotentemente una verità: che l'uomo della strada è impotente davanti ai meccanismi che lo riguardano, in prima persona, e che sono stati studiati e organizzati scientificamente sulla sua testa da altri e a sua insaputa. Cosa fare per per sottrarsi a questo meccanismo tritatutto? Per quanto vogliamo sforzarci credo che i rimedi non esistono. Data la ramificazione mondiale del problema l'unica salvezza sarebbe quella di abbandonare, in toto, questo tipo di società, aggregarsi a quei gruppi sociali esistenti in altre parti del mondo e riprendere quella vita a dimensione d'uomo, che ancora esiste, con i suoi lenti cicli, le distanze incolmabili e la consapevolezza delle fatiche che ci vogliono per vivere questo tipo di vita, cercando di non ripetere gli errori condizionati del passato. Certo, direte che non è facile prendere tale decisione sopratutto per chi ha una famiglia, ma io credo che proprio chi vuol salvare la propria famiglia e se stesso debba prendere questa decisione. L'alternativa sarebbe quella di vivere in questa società senza accettarne le regole, e allora non sò quale delle due decisioni sia più difficile, perché la strada per cambiare queste fottute ed egoistiche regole la vedo molto dura e forse inapplicabile. L'altra possibilità è quella che abbiamo adottato un pò tutti noi: criticare & rassegnarsi.Ricordate la bellissima canzone di Mina che diceva....Parole parole parole...parole parole parole... e bla bla bala. Saluti. Giancarlo. |
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