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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
15-02-2008, 15.59.08 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
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Riferimento: La corsa al possesso.
Citazione:
Grazie Arsenio. Ho letto il tuo 3d "chi e'... "l'uomo che e' ", e penso che tu abbia approfondito il tema del "possesso" imboccando nuove direzioni importanti per se stesse, attinenti alla filosofia piuttosto che alla psicologia. La mia intenzione e' piu' modesta e vorrebbe proporre l'immagine di un uomo moderno che mancando di sicurezza cerca invano di rinforzarsi "guadagnando territorio". Perche' col possesso si illude di controllare se stesso e gli altri, ed in molti casi di dominarli. Ma a pensarci bene questo e' un bisogno che possiamo individuare nel corso della storia umana. Ci illudiamo di trovare la felicita' col possesso di terre e ricchezze e dominando gente e territori. Molti filosofi si occupano di questa illusione [per esempio Spinoza], ma io preferisco limitarmi alle reazioni dei singoli cercandone i significati nelle mie esperienze quotidiane. L'argomento mi interessa e sono lieta che interessi pure te. Saluti. |
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15-02-2008, 18.40.06 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2007
Messaggi: 498
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Riferimento: La corsa al possesso.
Citazione:Espresso da Hava:
Che cosa ci da' il possesso? L'occasione di sentirci piu' grandi e "possenti"? o piu' sicuri in un mondo imprevedibile ? E se pure certi rapporti sessuali rispondono al bisogno di possedere? Ho letto a suo tempo qualcosa che non posso dimenticare: quando l'uomo orientale trova un bel fiore, lo ammira e lo lascia al suo posto perche' continui a fiorire e pure altri lo possano ammirare. Ma quando l'occidentale moderno trova il fiore, lo coglie per poi gettarlo quando fra poco sara' avvizzito. E che cosa significa la smania di fotografare posti e persone che incontriamo durante i nostri viaggi? Fotografiamo e continuiamo a farlo, forse per impossessarci dei panorami piu' remoti? E poi facciamo circolare le foto alle quali nessuno ha interesse, forse come testimonianza del nostro successo. Gli esempi non mancano, eppure sappiamo che non e' il possesso a farci felici. Carissima hava, l'argomento che hai proposto,oltre che interessante è anche molto importante,ed è uno degli argomenti che molto spesso mi tengono occupato con amici e con tutto il prossimo che mi sta vicino. Per cui,secondo mè si deve innanzitutto distinguere tra le varie tipologie e qualità del possesso,perchè anche San Francesco, il Poverello di Assisi,che è l'emblema,la più vera testimonianza del non possesso, ha dovuto possedere quando dopo essere stato sfrattato dovette accettare in regalo La Porziuncola,e vari altri beni per l'alloggio ed il sostentamento Suo e dei suoi amici che lo seguivano. La quantità del possesso è molto relativa, e purtroppo è stata spesse volte causa di molte ed anche calde discussioni tra mè ed i vari miei interlocutori. Io ho sempre insistito che l'uomo di fede dovrebbe limitarsi al possesso del tanto che gli è necessario per poter asistere nella società di cui fa parte,mantenendosi così la possibilità di trasmettere ciò che ha di buono al suo prossimo. Però prendiamo ad esempio un industriale,che con le sue probabili maggiori facolta intellettive,è riuscito a fondare uno stabilimento,questi deve per forza maggiore possedere di più di mè perchè in lui sta una maggior responsabilità nonchè investimento di capitali. Ciò nonostante, a mio avviso,se in noi esistesse una maggior educazione morale, saremmo tutti invogliati a non correre per il possesso del superfluo,verso il quale siamo quotidianamente spinti da questa distorta società materialista e consumistica, e ci limiteremmo all'essenziale godendo così dei veri ed appaganti piaceri dello spirito e non di quelli estremamente effimeri del materialismo. Scusami se mi sono un pò troppo dilungato,ora smetto subito, affermando che fino a che l'uomo non si deciderà a migliorarsi moralmente e capire i veri valori della vita,andremo inesorabilmente sulla via del baratro. Un caro saluto espert37 |
15-02-2008, 21.39.40 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: La corsa al possesso.
Possesso equivale sempre a violenza e morte. Non può esservi alcun possesso senza la morte di ciò che si vuole possedere e di chi lo possiede.
L'esempio del fiore che facevi è bellissimo e calzante e più che le parole occorre che siano i fatti della nostra vita a parlare. Non colgo più fiori, non amo i fiori recisi perchè per me simboleggiano la morte. Ed io amo la vita. Ed è vita quando incontri un fiore e cominci a guardarlo e poi diventi fiore ed il fiore diventa te. Non c'è foto, asporto, descrizione che possa rappresentare un tale unico e meraviglioso evento. E' la pulsione verso la morte caratteristica di molte civiltà, quella attuale ne è completamente impregnata, a spingere al possesso e non al semplice uso di un qualcosa. Esempio io ho un'auto perchè mi serve (raramente) per andare in un posto (uso la bici di solito) e purchè cammini e sia efficiente per me va bene. Non è un bene che mi rappresenta in alcun modo. Tutto ciò che possiedo in realtà non mi appartiene, ne ho solo l'uso. Quando entro in auto so che mi porterà qui e lì ma so che l'auto appartiene a se stessa. Berlusconi che possiede miliardi di euro e case e ville e non sa neppure lui cosa, che se ne fa? Arricchiscono forse il suo spirito? o invece lo impoveriscono? Il possedere nel suo senso più letterale e profondo del termine, inglobare in se stessi "la cosa" porta a distruggere una parte di se stessi per lasciare il posto alla cosa posseduta, che sia un'auto, un conto in banca, una donna, un uomo, un figlio, un amico, un potere. Il gabbiano che leva in volo ha persino le ossa cave per potersi librare in alto. Così noi se non siamo vuoti, se non siamo liberi, se non siamo leggeri non possiamo elevarci in alcun modo. |