Prima di entrare in contatto con la reincarnazione l'idea del suicidio ha fatto troppe volte capolino dentro di me.
L'unica alternativa possibile era quella di andarsene.
Forse è necessario anche provare questa sensazione per meglio comprendere la vita.
Ora io comprendo e non giudico chi tenta o riesce a suicidarsi.
Ma il suicidio resta una sconfitta senza possibilità di rivincita.
Le sconfitte sono sempre dietro l'angolo anche per il guerriero più valoroso. E vanno affrontate se si vuole essere un grande guerriero.
Da quando so di essere venuta più volte su questo Pianeta non posso più pensare di andarmene di mia volontà, se non vengo chiamata.
Se non a tempo scaduto.
Il solo pensiero di dover poi ridiscendere in un altro corpo magari con tanti acciacchi, magari in condizioni peggiori di quelle attuali e dover RIaffrontare gli stessi problemi, mi ha fatto sempre desistere.
Se la fuga si trasforma in una nuova battaglia peggiore di quella che si sta vivendo a che vale rimandare la prova?
Bisognerebbe immaginarsi di aver compiuto il gesto estermo e ritrovarsi "dall'altra parte" ed un tizio severo che ti dice: chi ti ha chiamato? perchè hai abbandonato la partita? ora voltati, guarda la vita che hai lasciato, guarda quante possibilità avevi, guarda in quanta ricchezza eri immerso, guarda quello che avresti dovuto fare e non hai fatto. Ora dovrai ricominciare non dal punto che hai abbandonato ma molto molto più indietro.
E, allora, a quel punto, senza più il corpo, con la visione dall'alto, il rimpianto diventa sofferenza insostenibile. E il dolore delle persone care un'angoscia senza ristoro. E vorresti tornare indietro e vorresti che non fosse mai accaduto. E ti renti conto che la Tentazione che doveva arricchire la tua vita non l'hai superata, e la partita è irrimediabilmente perduta.
Qualcuno può obiettare: e se dall'altra parte non ci fosse nulla?!
Allora io rispondo: se avessi la certessa assoluta che dall'altra parte ci fosse il nulla, io sarei già andata via da un pezzo. Ma quella certezza nessuno può darmela. Nessuno può garantirmi che di là ci sia qualcosa, come non può garantirmi che non ci sia nulla....
Morale? Totò diceva in merito alla superstizione: non è vero ma ci credo.
Quando non sai che pesci prendere, meglio non rischiare