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14-12-2007, 22.52.30 | #3 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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Riferimento: Morte : ...sei impreparato...
Citazione:
La tappa di cui parli l'ho vista negli occhi di persone a me vicine. Più di una volta, purtroppo. Anche recentemente. E' un buon motivo per non volerne parlare. Il fatto che tu ipotizzi la possibilità di essere "preparati" mi sembra molto ingenuo. |
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14-12-2007, 22.56.59 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2006
Messaggi: 64
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Riferimento: Morte : ...sei impreparato...
la considero solo una tappa dell'esistenza.
Chi l'ha detto che una volta morti tutto è finito? Magari tutto inizia.... chi lo sa? L'unica cosa che mi vien da pensare è: noi ora siamo vivi, quindi pensiamo a vivere, vivere nel modo migliore possibile fino a quando non arriverà il nostro momento e li saremo felici di dire "sto morendo, ma ho fatto proprio una bella vita". Una volta morti si pensarà a cosa fare.... hehehe |
15-12-2007, 02.14.22 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
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Riferimento: Morte : ...sei impreparato...
Citazione:
La paura della morte ci e' innata e ci accompagna dalla prima infanzia. Il non volerne parlare e' una delle nostre difese . Non credo che una "preparazione" possa liberarci dalla paura, anche se diverse teorie moderne ne sostengono l'efficacia. |
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15-12-2007, 11.50.50 | #6 |
a sud di nessun nord
Data registrazione: 28-08-2006
Messaggi: 245
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Riferimento: Morte : ...sei impreparato...
Non voglio fare l'esoterico, nè proporre teorie tipiche del condominio "spiritualità", dove se ponevi questa domanda avresti ricevuto centinaia di risposte su come "attrezzarti" per il passaggio.
Quello che posso dire con una certa sicurezza è che la nostra cultura rifiuta la morte:dovremmo essere tutti immortali e tenerla sempre da parte. Prepararsi io credo sia molto difficile, la penso come Marco. Quello che possiamo fare, come cosa abbastanza normale, è allentare l'attaccamento a tutto, cogliere la precarietà dell'esistenza come un qualcosa di estremamente naturale. Avere un rapporto con la morte meno orientato alla paura fa sì che la vita ci guadagni tantissimo. Ma non è facile. C'è un titolo di un libro di Filippo Timi che credo sia illuminante a proposito: "Tutt'al più muoio". Dovremmo imparare anche ad "arrenderci". |
15-12-2007, 16.21.57 | #7 | |
...il rumore del mare...
Data registrazione: 15-01-2007
Messaggi: 279
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Riferimento: Morte : ...sei impreparato...
Citazione:
Per quello che ho potuto sperimentare so che alla morte degli altri non si è mai preparati, nemmeno quando assisti un malato incurabile, terminale che sai, prima o poi, se ne andrà. Penso che il "diverso" modo di morire ci porti a reagire in modo differente: una morte improvvisa ci lascia dentro un senso di vuoto spiazzante, ci fa prendere atto del valore che abbiamo dato al tempo sino a quel momento, può essere traumatizzante perchè il taglio netto e inaspettato ci fa percepire l'aleatorietà della nostra vita....Stare vicino ad un malato terminale (come mi è capitato più di una volta) o anche vivere con una persona con una patologia cardiovascolare gravissima per cui sai che ogni momento può essere "quel momento", può aiutarci (sembra un controsenso ma per me non lo è stato) a crescere. Si impara a riflettere ogni giorno che passa sul significato della nostra vita, confonti il tuo modo di reagire con quello di altre persone che vivono la tua stessa esperienza, conosci il tuo grado di forza e di coraggio, le tue risorse fisiche ed emotive quando devi sostenere la persona malata. La morte degli altri è un dono che mai e poi mai vorremmo ricevere ma che abbiamo il dovere di accettare e di "sfruttare" per non renderla inutile e vana. Le persone care che ci lasciano oltre ad avere vissuto e condiviso con noi la vita, ci fanno l'ultimo regalo donandoci la loro morte che avrà "un senso ed un valore" quanto più riusciremo a viverla come esperienza di crescita interiore. Quando invece la morte è subita "passivamente", quando è vissuta come evento solo doloroso e non di riflessione, si mettono in atto "meccanismi di difesa" inconsci, inutili ed estremamente dannosi per la nostra psiche, come p.e. il controllo sugli altri. A me è successo in giovanissima età (e solo andando in terapia sono riuscita a "guarire") mentre da adulta, dopo l'ennesimo lutto, per mesi invece, di giorno mi sono rifiutata di rispondere al telefono - perchè era il mezzo con il quale arrivavano le brutte notizie - e di notte l'ho tenuto sempre staccato (tuttora devo dire che ho con questo un pessimo rapporto). Riguardo la mia paura di morire: posso dire che ogni giorno ci penso un pochino, ma proprio un pochino e ogni volta, ma proprio ogni volta, in quel momento, in quella frazione di secondo, mi rendo conto che è come se fossi in un'altra dimensione e non in quel "qui e ora" dove invece devo stare. E allora immediatamente mi guardo intorno, se posso mi affaccio al balcone e guardo il cielo, ascolto il respiro della città e poi penso a tutte le cose che devo fare, che il tempo non mi basta mai, che passa e non torna più e mi devo sbrigare...e così il pensiero della morte ritorna nel suo angolino..... |
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16-12-2007, 20.45.56 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 16-12-2007
Messaggi: 3
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Riferimento: Morte : ...sei impreparato...
Molto spesso quando si pensa alla morte si ha la sensazione di cadere in un tema molto tetro e spesso affrontato con distacco...
ma ciò non avviene se si parla di nascite! Pechè se entrambi sono delle costituenti della vita? Ovviamente non si vuol pensare ad un distacco dalle persone care o alla fine della propria vita terrena... ma chi lo dice che morte significa lo scemare dell'esistenza?E' un pò immaturo considerare l'adilà come un qualcosa di surreale..è molto efficace invece considerarlo un prolungamento dell'esistenza. Io ho suddiviso la mia vita in quella "concreta": fatta di materialità e fisicità e quella "astratta": priva di ogni forma di concretezza ma ricca di riflessioni ed enigmi che al momento ci restano misteriosi! La morte è un tema che va trattato come tutti gli altri non possiamo allontanare la sua supposizione, perchè prima o poi raggiungeremo quest'importante tappa che ci darà accesso ad una nuova forma vitale! Questa è la mia idea.... spero di non essere stata offensiva |
17-03-2008, 11.33.55 | #9 | |
Ospite
Data registrazione: 15-03-2008
Messaggi: 12
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Riferimento: Morte : ...sei impreparato...
Citazione:
Si, sono d'accordo con te...in effetti se uno ci pensa è vero: la morte è vista spesso con terrore, quasi scongiurata, eppure se uno nasce è destinato anche a morire, è il destino di ogni cosa finita in questo mondo! Non ha molto senso preoccuparsi di evitare qualcosa da cui non si scampa..non so, la mia professoressa di italiano sostiene che è assurdo che uno non si preoccupi, eppure non mi sento così scossa; certo, mi dispiacerebbe lasciare i miei cari, ma la morte non di preoccupa affatto(non fraintendemi, non ho istinti suicidiXD) Io credo che questo terrore sia dettato dalla paura di perdere ciò che si ha qui, ciò che si conosce, andando verso qualcosa di cui non si ha mai avuto esperienza...oppure può essere dettato da coscienza "sporca": se uno crede un attimino in un mondo nell'aldilà e in paradiso e inferno, credo avrebbe terrore davvero di andare oltre... A me viene in mente la fine di Mazzarò, che prende a calci le galline gridando "perchè non venite con me??"(o qualcosa giù di lì )... |
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