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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 09-12-2007, 12.31.21   #1
arsenio
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i percorsi della memoria

I percorsi della memoria

Mnemosine, madre delle muse,ci ha donato il blocco di cera racchiusi nell'anima, via via inciso dalle nostre percezioni ed impressioni. La memoria come rappresentazione della mente, già per Aristotele è un fondamento del pensiero. Ricombina ricordi e vissuti ,modula lo scorrere delle raffigurazioni nel rintracciarvi i punti salienti. E verifica il segno del passato sulle presenti esperienze, suggerendo ciò che va replicato e ciò da cui decondizionarsi.

Poesia, letteratura, cinema, psicoanalisi, amore, erotismo, ecc. che sarebbero senza la memoria? Ma le nostre impressioni mutevoli non vi vengono tutte impresse. Quindi, la rilettura di un diario a distanza di tempo, potrebbe sorprenderci con un' autoscoperta e con una reinterpretazione.

I modi del rielaborare i ricordi, il loro valore, le conseguenze esistenziali, ecc. variano da persona a persona. Ma riguardano più la sensibilità del mondo delle donne. Credo che pochi maschi fissino con la scrittura i loro eventi. Ho sempre ammirato la fluidità verbale femminile, orale e scritta, con cui sanno esprimere sentimenti e sensazioni. In genere gli uomini giudicano il ricordo un sentimentalistico e vano guardarsi indietro.
Il ricordo è un placebo, se è anticipazione di un prossimo ripetersi di esperienze piacevoli. Ma un pensiero guidato dal principio di realtà fa affiorare anche idee sgradevoli. Quelle non più percepite coscientemente che rimuoviamo,sono le premesse dell'inconscio.
Si dovrebbe sfuggire alla tentazione di indugiare nella nostalgia, nel rimpianto, nei sensi di colpa, nel rammarico, nei tormentosi enunciati controfattuali dei “se avessi fatto ... non fatto ... allora ... sarebbe ... non sarebbe ...

Si vive bene senza dar troppo peso ai ricordi? Le idee moleste – vulnerabilità dell'uomo sapiens e pensante – possono diventare prevalenti e invasive nostro malgrado.

Quando il tempo accresce i ricordi, li selezioniamo secondo l'occasione e lo stato emotivo. Ad esempio la depressione induce a pensieri tendenti al pessimismo; ma anche viceversa: i pensieri pessimistici possono favorire uno stato depressivo. Alcuni poeti, come Leopardi, valorizzarono il passato in cui si rifugiavano, credendolo migliore della realtà presente; la poesia stessa si alimenta di rievocazioni. Mentre un altro grande poeta, Montale, è scettico sulla funzione dei ricordi per una continuità autoidentificativa:”Si deforma il passato,si fa vecchio, appartiene ad un altro.”

Con l' autoracconto scritto possiamo elaborare un trauma,un effetto, un'angoscia, una perdita. Fino a pensare che solo ciò che viene scritto acquista un suo senso. Zeno dice che gli sembra di aver vissuto solo la vita che ha idealizzato e descritto. Gli ha permesso di scoprire la sua unicità. Un bilancio di vita almeno tardo è consigliato anche da Hillman, per capire chi si è e chi si è stati veramente. E' il nostro sé che la memoria costruisce attraverso il tempo, in relazione alle proprie percezioni riferite al presente e al passato. Comprendo il mio sé passato in continuità con il presente, proiettato in un futuro. Evitando di ripiegarsi nel passato e senza temere il futuro.
Le trascorse esperienze non sempre ci rendono più saggi, se ci succede di replicare gli stessi errori , gli stessi copioni fallimentari che c' impediscono un cambiamento (coazione a ripetere). Un nuovo amore può farci riandare la mente a storie precedenti, e ci ripropone bisogni elusi, richieste inascoltate, aspettative disattese. Potrà essere a sua vota un vissuto che condizionerà le future scelte.

Qual'è il vostro rapporto con la memoria?
arsenio is offline  
Vecchio 09-12-2007, 20.40.28   #2
Mr.Chakra
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Riferimento: i percorsi della memoria

Bella discussione davvero !!!!!

I ricordi sono parte del nostro essere. Essi ci mostrano il nostro passato, ma soprattutto ci mostrano come di fronte a certe situazione le nostre reazioni, stati d'animo ecc... i ricordi servono all'uomo per crescere, per imparare, per vivere!
La nostra mente registra ogni singolo attimo della nostra vita, dal momento in cui il centro della memoria (il cervelletto) entra perfettamente in funzione, quindi già in tenera età.... ma, oltre a registrare, la mente porta anche a selezionare. Pensate da un momento all'altro di ricordare tutta la vostra vita nei minimi dettagli... uno ne uscirebbe sconvolto, non reggerebbe tale peso!!!
E secondo quale criterio la nostra mente ci porta a "dimenticare" o tenere vivo un ricordo?

Spesso i ricordi più dolorosi (o viceversa) vengono, in un certo senso, messi da parte... o almeno sono quei ricordi che apparentemente sembrano innoqui ma ci hanno in qualche modo colpito particolarmente portando ad un "cambio di vita".
Quei ricordi che sembrano inaccessibili vengono rievocati tramite pratiche piuttosto "violente", come l'ipnosi.
E proprio su questi ricordi che gli psicologi e psicanalisti si appoggiano per trovare soluzione al problema del paziente.

Gli altri ricordi, per così dire meno dannosi, sono rievocabili facilmente, ma indipendentemente dalla persona. E ciò avviene per un fattore esterno, cioè un odore, sapore, oggetto, persona, animale, una situazione che stiamo vivendo, un emozione... qualsiasi cosa può far scatenare un flash back riportandoci ad un passato che si pensava da anni perso nei meandri della mente...

E i ricordi che ricordiamo? Sono segni del nostro passato che ci vogliamo tenere molto stretti... ricordi negativi o positivi che siano, servono a noi stessi per stare bene, per realizzare tramite i dolori e i piaceri del passato in che modo siamo arrivati fino ad ora, quali cambiamenti abbiamo fatto nell'arco della nostra vita, quali sono le cause dei nostri cambiamenti... in poche parole sono utili per capire come si è evoluto in nostro essere...

L'errore secondo me sta nel fatto di voler in tutti i modi scordare certi eventi della propria vita, oppure l'opposto, cioè legarsi talmente tanto ad un ricordo (o più).
Nel primo caso arriveremo a domandarci "come mai agisco, mi comporto, sono in questo modo? cosa ha determinato ciò?", senza trovare una risposta, rimanendo sembre nel dubbio. Dall'altra parte cadremmo nell'annularci nel ricordo, nel rivivere (o voler rivivere) quel momento del passato, non preoccupandoci del presente.
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Vecchio 10-12-2007, 08.43.19   #3
nevealsole
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Viaggi e miraggi

Ciao Carissimo,
mi hai fatto tornare in mente questa strofa di De Gregori.

Bella ragazza, begli occhi, bel cuore,
bello sguardo da incrociare,
sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare.
Accompagnarti per certi angoli del presente,
che fortunatamente diventeranno curve nella memoria.
Quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente,
ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria.



I ricordi credo siano parte di noi, fanno parte di quello che siamo nel momento presente.
In seguito spero di poter scrivere qualcosa di più.

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Vecchio 10-12-2007, 11.06.19   #4
hava
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Riferimento: i percorsi della memoria

I ricordi hanno certamente un compito e cercare di ignorarli potrebbe essere in certi casi nocivo.
Qualche settimana fa' ho letto di una nuova ricerca che si propone di cancellare ricordi dolorosi per mezzo di farmaci che funzionerebbero su centri cerebrali.
Non sarei certo d'accordo a sottopormi ad un tale trattamento,che sarebbe piu' o meno come amputarmi un dito che duole. I ricordi fanno parte della nostra formazione psichica ed influenzano il nostro comportamento. Anziche' cancellarli preferisco coltivarne la conoscenza.
I ricordi sono pure in molti casi fonte di soddisfazione e di piacere.
E.Erikson sostiene che per mezzo dei ricordi la persona anziana riesce a mettere ordine nella sua vita passata individuandone gli scopi ed il significato, e risolvere problemi non risolti. E cosi' potra' trovare la pace.
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Vecchio 10-12-2007, 11.32.09   #5
dalmatina7
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Riferimento: i percorsi della memoria

So che la memoria è la base di tutte le nostre relazioni e sopravvivenza stessa.
Pensate a quanti pericoli evitiamo ogni giorno sapendo che sono appunto pericoli. Come faremmo senza memoria?
Però a volte, vorrei farne a meno. In questo periodo mi viene spesso da pensare: "Non ce la faccio più con tutti questi ricordi" e non riesco a non collegare a qualunque cosa io guardi, le malinconie di tutti i miei amori falliti.
dalmatina7 is offline  
Vecchio 11-12-2007, 10.03.01   #6
arsenio
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Bella discussione davvero !!!!!

I ricordi sono parte del nostro essere. Essi ci mostrano il nostro passato, ma soprattutto ci mostrano come di fronte a certe situazione le nostre reazioni, stati d'animo ecc... i ricordi servono all'uomo per crescere, per imparare, per vivere!
La nostra mente registra ogni singolo attimo della nostra vita, dal momento in cui il centro della memoria (il cervelletto) entra perfettamente in funzione, quindi già in tenera età.... ma, oltre a registrare, la mente porta anche a selezionare. Pensate da un momento all'altro di ricordare tutta la vostra vita nei minimi dettagli... uno ne uscirebbe sconvolto, non reggerebbe tale peso!!!
E secondo quale criterio la nostra mente ci porta a "dimenticare" o tenere vivo un ricordo?

Spesso i ricordi più dolorosi (o viceversa) vengono, in un certo senso, messi da parte... o almeno sono quei ricordi che apparentemente sembrano innoqui ma ci hanno in qualche modo colpito particolarmente portando ad un "cambio di vita".
Quei ricordi che sembrano inaccessibili vengono rievocati tramite pratiche piuttosto "violente", come l'ipnosi.
E proprio su questi ricordi che gli psicologi e psicanalisti si appoggiano per trovare soluzione al problema del paziente.

Gli altri ricordi, per così dire meno dannosi, sono rievocabili facilmente, ma indipendentemente dalla persona. E ciò avviene per un fattore esterno, cioè un odore, sapore, oggetto, persona, animale, una situazione che stiamo vivendo, un emozione... qualsiasi cosa può far scatenare un flash back riportandoci ad un passato che si pensava da anni perso nei meandri della mente...

E i ricordi che ricordiamo? Sono segni del nostro passato che ci vogliamo tenere molto stretti... ricordi negativi o positivi che siano, servono a noi stessi per stare bene, per realizzare tramite i dolori e i piaceri del passato in che modo siamo arrivati fino ad ora, quali cambiamenti abbiamo fatto nell'arco della nostra vita, quali sono le cause dei nostri cambiamenti... in poche parole sono utili per capire come si è evoluto in nostro essere...

L'errore secondo me sta nel fatto di voler in tutti i modi scordare certi eventi della propria vita, oppure l'opposto, cioè legarsi talmente tanto ad un ricordo (o più).
Nel primo caso arriveremo a domandarci "come mai agisco, mi comporto, sono in questo modo? cosa ha determinato ciò?", senza trovare una risposta, rimanendo sembre nel dubbio. Dall'altra parte cadremmo nell'annularci nel ricordo, nel rivivere (o voler rivivere) quel momento del passato, non preoccupandoci del presente.


Molto bene mr. Chackra, completi il mio discorso. Per ricuperare il “tempo perduto” a volte occorre un elemento reintegrante: un oggetto o altra percezione sensoriale.
La memoria del passato ha formato la nostra identità ed i suoi valori devono offrirsi al presente come tappe per ulteriori esperienze. Ma le memorie trascorse sono pure il luogo del malinconico, non più proiettato nella progettualità futura. V'indugia sugli aspetti più negativi e pessimistici.
Non tutto il passato è recuperabile con la memoria, che è sempre frammentaria, intermittente, distorta, selettiva. Si ricordano talora con inusuale nitidezza episodi della prima infanzia,altri che per noi furono particolarmente lusinghieri. Ma certe rievocazioni possono anche affliggere. Il passato spesso trasfigurato diventa luogo di rimpianti o fuga, recriminazioni su errori ormai lontani nel tempo.Abbiamo brutti ricordi, specie nei momenti di ozio non proficuo. Si risvegliano antichi conflitti: tutte le nevrosi hanno origine nell'infanzia o adolescenza. Quando abbiamo sepolto nell'inconscio qualche desiderio che aspetta ancora di essere soddisfatto.
La memoria così può diventare un tormento che riempie i nostri vuoti esistenziali. Mentre più positivamente dovrebbe essere sempre un ricupero d'identità. Per essere certi di essere ancora la stessa persona.
arsenio is offline  
Vecchio 11-12-2007, 10.04.49   #7
arsenio
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Ciao Carissimo,
mi hai fatto tornare in mente questa strofa di De Gregori.

Bella ragazza, begli occhi, bel cuore,
bello sguardo da incrociare,
sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare.
Accompagnarti per certi angoli del presente,
che fortunatamente diventeranno curve nella memoria.
Quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente,
ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria.



I ricordi credo siano parte di noi, fanno parte di quello che siamo nel momento presente.
In seguito spero di poter scrivere qualcosa di più.


Terrazza a mare

Saliamo la scala cigolante?
Il terrazzo da sargassi ricoperto
è anni fatiscente.
Il corpo tuo acerbo ho qui scoperto:
sei come ti porto nella mente.

Un tempo si danzava al centro
dai lampioni veneziani lumeggiato
e le note venivano sperse dal vento.
Ora il tuo volto riaffiora dal passato
e ti stringo in appassionato lento

arsenio

Dolce nevealsole, per un argomento sulla memoria,
nulla è più adatto di una poesia. Pochi versi condensano un discorso e possono svelare il nostro inconscio e parlarci di quello altrui come la scena di un significativo sogno.
Conosco gli splendidi versi di De Gregori: canzone tra le mie più ascoltate. Contraccambio con una mia poesiola che credo tu già conosca. Ma è in tema e rispecchia un personale lontano vissuto,ancora vivido nella mente.

arsenio is offline  
Vecchio 12-12-2007, 11.36.06   #8
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So che la memoria è la base di tutte le nostre relazioni e sopravvivenza stessa.
Pensate a quanti pericoli evitiamo ogni giorno sapendo che sono appunto pericoli. Come faremmo senza memoria?
Però a volte, vorrei farne a meno. In questo periodo mi viene spesso da pensare: "Non ce la faccio più con tutti questi ricordi" e non riesco a non collegare a qualunque cosa io guardi, le malinconie di tutti i miei amori falliti.

Usa la memoria per verificare con attenzione le tue scelte amorose. Può darsi che alla base ci sia una coazione a ripetere rapporti fallimentari con lo stesso tipo di uomo "sbagliato.
arsenio is offline  
Vecchio 14-12-2007, 02.34.28   #9
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Originalmente inviato da hava
Qualche settimana fa' ho letto di una nuova ricerca che si propone di cancellare ricordi dolorosi per mezzo di farmaci che funzionerebbero su centri cerebrali.
Non sarei certo d'accordo a sottopormi ad un tale trattamento,che sarebbe piu' o meno come amputarmi un dito che duole.

PIENAMENTE D'ACCORDO ...
però voglio metterlo in dubbio: esistono casi clinici che magari lo scordarsi un periodo della loro vita possa trarne giovamento, o perfino guarirla?
Sicuramente questo farmaco non è stato testato su alcun uomo. Ma faccio un esempio vago: una donna, vittima in tenera età della pedofilia, non riesce a realazionare con alcun uomo. Se la cosa, talmente radicata, non si riesce a cambiare con psicofarmaci, psicanalisi, qualsiasi cosa che potrebbe migliorarla, in questo caso sarebbe giusto darle una pillolina per farle dimenticare quel momento?
Uhm... comunque direi di no ...
PS: non voglio fare di questa discussione sulla memoria una discussione sulla pillola scaccia-ricordi!

Ciao
Mr.Chakra is offline  
Vecchio 14-12-2007, 08.56.22   #10
pallina
...il rumore del mare...
 
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Mnemosine, madre delle muse,ci ha donato il blocco di cera racchiusi nell'anima, via via inciso dalle nostre percezioni ed impressioni. La memoria come rappresentazione della mente, già per Aristotele è un fondamento del pensiero. Ricombina ricordi e vissuti ,modula lo scorrere delle raffigurazioni nel rintracciarvi i punti salienti. E verifica il segno del passato sulle presenti esperienze, suggerendo ciò che va replicato e ciò da cui decondizionarsi.

Poesia, letteratura, cinema, psicoanalisi, amore, erotismo, ecc. che sarebbero senza la memoria? Ma le nostre impressioni mutevoli non vi vengono tutte impresse. Quindi, la rilettura di un diario a distanza di tempo, potrebbe sorprenderci con un' autoscoperta e con una reinterpretazione.

I modi del rielaborare i ricordi, il loro valore, le conseguenze esistenziali, ecc. variano da persona a persona. Ma riguardano più la sensibilità del mondo delle donne. Credo che pochi maschi fissino con la scrittura i loro eventi. Ho sempre ammirato la fluidità verbale femminile, orale e scritta, con cui sanno esprimere sentimenti e sensazioni. In genere gli uomini giudicano il ricordo un sentimentalistico e vano guardarsi indietro.
Il ricordo è un placebo, se è anticipazione di un prossimo ripetersi di esperienze piacevoli. Ma un pensiero guidato dal principio di realtà fa affiorare anche idee sgradevoli. Quelle non più percepite coscientemente che rimuoviamo,sono le premesse dell'inconscio.
Si dovrebbe sfuggire alla tentazione di indugiare nella nostalgia, nel rimpianto, nei sensi di colpa, nel rammarico, nei tormentosi enunciati controfattuali dei “se avessi fatto ... non fatto ... allora ... sarebbe ... non sarebbe ...

Si vive bene senza dar troppo peso ai ricordi? Le idee moleste – vulnerabilità dell'uomo sapiens e pensante – possono diventare prevalenti e invasive nostro malgrado.

Quando il tempo accresce i ricordi, li selezioniamo secondo l'occasione e lo stato emotivo. Ad esempio la depressione induce a pensieri tendenti al pessimismo; ma anche viceversa: i pensieri pessimistici possono favorire uno stato depressivo. Alcuni poeti, come Leopardi, valorizzarono il passato in cui si rifugiavano, credendolo migliore della realtà presente; la poesia stessa si alimenta di rievocazioni. Mentre un altro grande poeta, Montale, è scettico sulla funzione dei ricordi per una continuità autoidentificativa:”Si deforma il passato,si fa vecchio, appartiene ad un altro.”

Con l' autoracconto scritto possiamo elaborare un trauma,un effetto, un'angoscia, una perdita. Fino a pensare che solo ciò che viene scritto acquista un suo senso. Zeno dice che gli sembra di aver vissuto solo la vita che ha idealizzato e descritto. Gli ha permesso di scoprire la sua unicità. Un bilancio di vita almeno tardo è consigliato anche da Hillman, per capire chi si è e chi si è stati veramente. E' il nostro sé che la memoria costruisce attraverso il tempo, in relazione alle proprie percezioni riferite al presente e al passato. Comprendo il mio sé passato in continuità con il presente, proiettato in un futuro. Evitando di ripiegarsi nel passato e senza temere il futuro.
Le trascorse esperienze non sempre ci rendono più saggi, se ci succede di replicare gli stessi errori , gli stessi copioni fallimentari che c' impediscono un cambiamento (coazione a ripetere). Un nuovo amore può farci riandare la mente a storie precedenti, e ci ripropone bisogni elusi, richieste inascoltate, aspettative disattese. Potrà essere a sua vota un vissuto che condizionerà le future scelte.

Qual'è il vostro rapporto con la memoria?

"Quando di un lontano passato non rimane nulla, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più fragili ma più vivaci e fedeli, l'odore e il sapore restano ancora per lungo tempo come delle anime, a ricordare, ad attendere, a sperare sulla rovina di tutto il resto, ad elevare senza tregua, con la loro presenza quasi impalpabile, la costruzione immensa del ricordo."

Da "Alla ricerca del tempo perduto " di M. Proust.
pallina is offline  

 



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