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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 22-11-2007, 14.00.44   #1
Alexiel
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Data registrazione: 19-08-2007
Messaggi: 35
La psicologia dei sensi di colpa, i cosìddetti transfert, ecc...a cosa portano?

È una questione che da parecchio tempo mi pongo, osservando la gente attorno a me...
Siamo tutti umani, ma non tutti soffriamo allo stesso modo per gli errori che facciamo, eppure tendiamo tutti verso l'alto, verso una perfezione idealizzata, anche senza accorgercene.
In questi ultimi mesi ne ho viste di tutti i colori, su di me e su altra gente, e continuo a chiedermi, con un po' di frustrazione, come può chi fa certe cose 1) rimanere sempre impunito, 2) andare avanti senza sensi di colpa, 3) non rimettersi mai in discussione e non rivedere se ciò che ha fatto era completamente giusto, 4) rincarare la dose di ingiustizie commesse sugli innocenti.
E non sto facendo un discorso idealista; sono i fatti.
Ho provato a lungo a combattere contro delle ingiustizie palesi che vanno avanti da 3 e più anni (da quando è iniziata l'avventura scolastica, diciamo), colpendo troppa gente...io ero nel giusto pienamente, volevo dare un taglio a tutto, bloccare queste ingiustizie verso tanti...e quello che ho visto è che chi le commette continua ad uscirsene impunito inventando bugie su bugie...che logicamente non stanno in piedi, che tuttavia riscontrano nella folla (di ignoranti, oserei aggiungere con un velo di tristezza) una maggioranza di crediti assurda.
Ma non è solo questo che mi turba, anzi, a queste sciocchezze mi ribadisco con fede rigorosa che la giustizia e la verità prima o poi salteranno fuori, perchè i castelli di carte e di bugie cadono facilmente.
Quello che mi chiedo è, ma chi racconta balle, chi insulta, chi punta il dito contro gli altri sapendo benissimo di essere nel torto, chi fa del male agli altri consapevole di essere lui il colpevole...ha mai sensi di colpa?
Come fai ad accanirti su un innocente senza interrogarti su te stesso?
Come fai a fingere? Perchè se hai i sensi di colpa per un male commesso in genere non la scampi facilmente: ti rodono fino a che sputi il rospo o ti danneggiano fino a diventare psicosi (nelle persone normali).
Eppure qui succede il contrario, l'altro non prova sensi di colpa (tiro questa conclusione perchè se se ne provassero si tenterebbe almeno di evitare l'errore che ti ha portato a questo sconvolgimento), ma anzi, mette in gioco il meccanismo del (mi pare si chiami così) Transfert psicologico: il prendere un capro espiatorio (già magari colpito dal resto del gruppo) e accusarlo (pur essendo tu stesso consapevole della sua innocenza) dello stesso crimine che tu hai commesso.
Ora mi chiedo, è forse il Transfert una manifestazione psicologica che mette un certo rimedio al senso di colpa che uno prova dentro di se?
Dico così perchè forse, quando poi uno applica il Transfert a lungo, si autoconvince che le accuse siano verità, e quindi giunge al capovolgimento dei ruoli: lui diventa l'innocente e il capro espiatorio è il pluricolpevole per tutto, anche per le cose che non può neanche lontanamente avere commesso.
Quindi lo stesso ricordo dell'errore sparisce per così dire dalla memoria attiva del cervello, ma non si cancella...e a cosa porta questo?
Ha delle conseguenze (anche minute, impercettibili per l'individuo) su colui che lo ha "spostato" e ha preferito non affrontarlo?
A me è capitato (sono umana, mea culpa) di cadere in questo processo di accusare un altro poichèi sensi di colpa accusavano me, e (non so se sono stata fortunata ad accorgermene), ho notato che il mio carattere si era drasticamente appiattito, insieme al mio senso di giustizia.
Da fuori non si vedeva, ma dentro lo notavo. L'unico modo per rimetterlo a posto è stato cercare di farmi perdonare il danno commesso.
In quel caso è andata così, ma se uno non ammette (almeno a sè stesso) la colpa come continua questo processo, in cosa sfocia?
E quando di questi processi se ne accumulano altri, uno sull'altro autoconvincendosi sempre della propria innocenza, a che si arriva?
D'altra parte per scorgere la propria colpa uno deve riguardarsi dentro.
Ma lo si fa?
Perchè ogni volta si è convinti della propria posizione e si punta sempre il dito contro gli altri senza mai analizzare la propria condizione?
Non ricordo quale favola diceva che siamo condannati a vedere e criticare solo i sacchi dei difetti sulla schiena degli altri e mai i nostri perchè stanno alle nostre spalle, sul dorso.
Non ci si mette in discussione perchè abbiamo paura di perdere le poche certezze che ci siamo costruiti?
Io facevo così almeno, ora ho imparato, nel limite del possibile, a rimettere in discussione diverse cose sia mie che altrui.
...e allora perchè hai paura di vedere le tue certezze sbriciolarsi?
Tanto quando si cade ci si può rialzare!
Il fatto è che non riesco a capire come sei così testardo, quando uno ti ripete insistentemente e stoicamente 10, 100, 1000 volte una cosa a cui non ti piace credere (o a cui logicamente fatichi a credere), da non pensare almeno per un attimo "vuoi vedere che se la ripete con quello stoicismo e quegli occhi sicuri...forse da qualche parte ha ragione lui e io vedo la faccenda in modo strano"?
Ci interroghiamo su come gli altri vedono le cose, anche quando siamo coinvolti emotivamente in una questione?
E di nuovo la domanda...possibile che pensiamo sempre di essere infallibili e riteniamo sempre e solo gli altri come peccatori?Io penso che rimettersi in discussione sia una cosa essenziale per capire la vita: è come scalare una montagna e lasciare un appiglio per prenderne un altro più in alto e più vicino alla vetta.
Fare gli ottusi e aguzzi, prigionieri delle proprie minime certezze, è invece come essere magari fermi aggrappati ad una roccia della scalata, senza poter salire, senza poter scendere...ma prima o poi la roccia si sbriciola e si cade...e allora dobbiamo ricominciare, e quindi che senso ha?
Se magari ci fossimo messi in gioco avremmo potuto continuare la scalata...e invece siamo caduti ancora più in basso di quanto non saremmo arrivati scivolando mentre riguardavamo le nostre certezze...

Che cose assurde...l'essere umano è la più incasinata e controversa realtà esistente.
Alexiel is offline  

 



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