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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
04-04-2008, 12.43.13 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
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Riferimento: Terapia di gruppo Gestalt
Esperienze di gruppo terapeutico possono essere uniche ed incancellabili, e non comprendo come in questo forum l'argomento non abbia destato interesse.
Parecchi anni fa' ho partecipato ad un gruppo composto da professionisti in campo di psicologia. Una delle partecipanti, psicologa di professione ci parlo' del trauma che non riesce a superare. Si tratta di una donna di origine olandese, ebrea, i cui genitori furono deportati ed uccisi dai tedeschi. Lei allora bambina rimase nascosta in qualche angolo, e cosi' ebbe salva la vita. Nella sua tragica confessione al gruppo ci disse singhiozzando che sarebbe stato giusto se anche lei fosse morta con i genitori. Si sente in colpa, e non puo' perdonare a se stessa d'essere rimasta in vita. Era la prima volta che ne parlava e la sua confessione ha causato in tutti i presenti un'emozione difficile da superare. Personalmente ho imparato a comprendere nuovi aspetti della Shoah ed i sentimenti dei bambini "salvati". Si e' formata cosi' una comunione nei sentimenti del gruppo, una comune emozione impossibile a scordare. In questi gruppi, se ben guidati e con buona collaborazione fra i partecipanti, si puo' arrivare ad un'intimita' e comunione d'anime che non andra' perduta anche se il gruppo si disperde. Caro Antoniochi, non credo che la metologia sia tanto importante, ma piuttosto la sensibilita' dei partecipanti e chi li guida. |
05-04-2008, 10.28.48 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Terapia di gruppo Gestalt
Citazione:
Maturazione e libertà esistenziale La maturazione e la libertà esistenziale sono i concetti chiave di una recente conferenza sulla psicoterapia gestaltica di gruppo e relativa formazione di operatori inseriti in una comunità costituita da gruppi che a loro volta sono composti da individui. La maturazione prevede un’integrazione attraverso passaggi complessi che richiedono di possedere competenze sia di mente che di cuore, e il non averla raggiunta si associa a una disagio psichico che coinvolge parte di quel 25% della popolazione di cui solo l’1% riceve cure adeguate, e gli altri rischiano di diventare pazienti psichiatrici. Il disagio protratto nel tempo determina una scadente qualità di vita e forme d’isolamento, dove certe replicate azioni e relazioni non portano ad alcun buon fine e prevalgono comportamenti difensivi che fanno poi parte di stabili tratti di personalità. Ma è necessario non rinunciare al bisogno di uno scambio e confronto autentico con gli altri. La meta evolutiva da far raggiungere è uno stile di libertà esistenziale, priva di passivi e insensati condizionamenti, per poter inventare e scrivere la propria vita. Si agisce sulle risorse sane dell’individuo con un linguaggio lineare ed accessibile, attenti alla sua cultura, capacità e scopi. Per “cultura” s’intende il filtro mentale per cui ognuno assegna un senso diverso alla realtà con letture soggettive di fronte a uno stesso evento, mentre per la risoluzione di un problema si devono rintracciare dapprima gli scopi e le potenzialità della persona. Oggi le nuove povertà sono anche affettive, intellettive, esistenziali, dovute a una bassa maturazione, e determinano la chiusura alle relazioni, le difese psichiche, la disistima. I piaceri della nostra società narcisistica sono quelli derivati dalla fruizione delle cose ma anche delle persone che si trattano alla stregua di oggetti da sottomettere ai propri bisogni fino a estreme forme devianti. Ne fanno parte il consumismo e le svariate manifestazioni di dipendenza dove è assente il piacere della costruzione e della creatività. Oppure ci si adatta a un comportamento nevrotico a autoaggressivo dove viceversa si antepongono ai propri desideri quelli altrui allo scopo di ricavare rassicurazioni. Sotto questo tipo di difese si cela l’angoscia che si vorrebbe in tal modo attenuare, il fallimento di scopi, la disistima, ecc. L’atteggiamento adeguato verso le persone che presentano difficoltà non è una comprensione accomodante né la repressione o una pura assistenza, ma una mossa contenitiva che richiede da parte dell’operatore alcune qualità che lo facciano percepire sotto qualche aspetto capace e competente anche nel mettere a proprio agio le persone. Deve essere abile nel creare una coinvolgente relazione improntata all’ironia, al gioco, all’empatia per far scattare un circolo virtuoso di maturazione che accresca l’autostima calibrando scopi personali e perseguibili. Ma non possiamo aspettarci alcun aiuto da chi è suggestionato da una cultura narcisistica , competitiva e sostanzialmente vuota, a imitazione di quella di stampo televisivo che evade dagli autentici problemi sociali e affettivi. Le persone più adatte a condurre una relazione di sostegno sarebbero proprio quelle in crisi perché incapaci d’integrarsi in tale sistema. |
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