ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
27-08-2007, 15.48.17 | #4 | |
a sud di nessun nord
Data registrazione: 28-08-2006
Messaggi: 245
|
Riferimento: Attrazione fatale e sindrome della compagna della scuola elementare
Citazione:
Marco, siccome condivido in pieno quello che dici, ti posto una mia poesia prosata postata altrove. Perdonami lo slancio narcisistico, ma quando scrissi queste cose avevo in mente proprio quello che hai scritto tu in questo post... Donne, ripeto, donne Grazie per la sigaretta tenuta in quel modo. La mano sta sempre più in alto Grazie per le gambe accavallate. Grazie per i capelli sciolti e la mano che li sposta. Per gli sguardi regalati da sconosciuta. Per gli sguardi non ricambiati, ma solo con gli occhi non ricambiati… Grazie per il levi’s che indossi E per quella gonna a fiori troppo poco indossata Per la scia di odori che lasci quando passi Per la minigonna in primavera sul motorino Per quell’intelligenza tanto pronta e così avanti Per i sorrisi fatti di punti e parentesi Per la dolcezza come lingua universale Per il periodo premestruale Grazie per il colore degli occhi Qualunque esso sia Grazie per la sicurezza ostentata E per la timidezza celata Per la voglia di arrivare Per la tua capacità di troncare Ed essere sicura Per la tua voglia di essere mamma Per i tuoi “quanto è carino” “ma in fondo è un cretino” Grazie per i tuoi grazie E per le pieghe della stoffa sul tuo corpo Grazie quando hai il seno a coppa Grazie quando non ce l’hai Grazie per il rimmel di troppo quando piangi E per quelle lacrime sempre appese alle ciglia Grazie per quello che pensi e non dici E per quello che dici e non pensi Perché la discrezione è tutto Ma la riservi solo per quando serve Grazie per come balli Anche se non l’hai mai fatto Anche se non l’hai mai fatto Lo fai comunque bene Grazie perché sei sempre mamma Non sempre amante Grazie per gli appunti perfetti Per quella grafia sempre così tonda Grazie perché stai cambiando E grazie se non cambi troppo Grazie per come sei Quando sei come sei Grazie perché non ti capisco Perché non ti capisco grazie Grazie per le tue mani Per le tue unghie curate Per i peli di troppo Non sono mai troppi Perché la guardi negli occhi E vi siete già capite Perché la guardo negli occhi E non ci ho capito un ***** Per l’entusiasmo ai matrimoni Per come ami la nonna Per i tuoi giorni così Per i tuoi giorni colì Grazie per i tuoi dolori Quando piangevi alle interrogazioni Quando sbancavi alle interrogazioni Che il mondo te lo porti addosso Grazie per il mistero E per il pizzo nero Grazie per come scrivi Scrivi comunque bene Grazie perché ci sei Quando ti chiedo aiuto Grazie per come godi Grazie anche se non godi non lo fai pesare Grazie per la trascuratezza in casa E per la perfezione fuori Grazie per come aspetti Anche se non aspetti mai Grazie per i chili di troppo Non sono mai di troppo Grazie per come aiuti Aiuti sempre bene Grazie perché ti basta essere Grazie perché ci sarai sempre Anche se non ci sarai mai Grazie per le confessioni Grazie per le immagini che trovi Grazie per il tuo sesso Grazie per il tuo sesso Grazie per il tuo sesso Grazie per il tuo sesso Grazie per le lettere d’amore Per l’amore, no, grazie… |
|
27-08-2007, 22.31.10 | #5 |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
|
Mani in alto!
Lieto di sapere che la mia malattia è piuttosto diffusa tra gli uomini.
Per ora il campione è limitato (io, il Vaga e l'Acquario69), ma sembrerebbe granitico il campione: Stiamo a vedere che succede.. se qualcun'altro vorrà dirci la sua, e fare un po’ di outing. Al solito interessante il post di Neve, che avanza lo stesso dubbio che ho io: ossia che la contemplazione a distanza è una sindrome tipicamente maschile. Questa potrebbe essere una prima conclusione, ove venisse confermata anche da altre gentili amiche. Sarebbe inoltre interessante discutere anche della sindrome omologa femminile, ossia quella Neve definisce delle "piccole attenzioni inaspettate". Il contemplatore silenzioso, in fondo, esprime una grande attenzione (non so quanto inaspettata ) nel momento in cui si dedica alla propria attività di contemplatore… Ad ogni modo, come vi anticipavo io avrei in serbo altre considerazioni sul tema, che mi sembra adatto e giustamente leggero come discussione da rientro post ferie. In attesa di formulare un post un po' più articolato, e chiedendo venia al webmaster per la volgarità (che mi è propria), segnalo solo che tra gli amici che conosco numerosi condividono senza riserve l'aureo principio ("di fronte alla figaggine bisogna alzare le mani") che sintetizza l’argomento in discussione. Tra questi – tanto per dire – ci sono un paio di illustri docenti universitari, svariati professionisti dalle più diverse competenze, nonchè un paio di - chiamiamoli così - intellettuali che si occupano di discipline umanistiche. Costoro rifuggono il qualunquismo, rupudiano la volgarità e l’ignoranza, la saccenza, la spocchia, la disonestà. Vivono della loro cultura, e della loro morale. Ma di fronte alla regola, alzano (anche loro come me) le mani senza indugio. Che dire: tanta cultura e poi? ...è la figaggine che comanda su tutto! Se ne potrebbe fare un manifesto. Lo sanno questo le donne? |
27-08-2007, 22.44.28 | #6 |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
|
La prova delle esistenza della attrazione magnetica
Bella la poesia del Vagabondo.
E bello anche il riferimento alla nostalgia indefinita di Acquario69, che intuisco possa esistere anche io. Ricambio con una vicenda personale, che riguarda il disagio malinconico del contemplatore a distanza. Lo avrete capito, io sono un professionista della contemplazione a distanza cum trance. La pratico frequentemente. Molto meno, ovviamente, quando sono stato felicemente accasato. Questo va detto. Ho praticato la contemplazione singola, e pure la contemplazione multipla (rarissima, rarissima!). Ora vi dico. E’ il 1993. Sto per discutere la mia tesi di laurea. Tensione (ovvia). Messa cantata prossima ad essere celebrata, con famiglia e amici presenti. Mi giocavo pure alcuni punti del voto di laurea. Insomma, il momento più sbagliato per farsi venire un attacco di contemplazione a distanza, e cadere in trance per una sconosciuta. In perfetta linea con quella che è la mia indole (guarda un po’..) mi viene un attacco di contemplatite, e in qualche minuto cado in trance. Diciamo che cado in trance 1ora, 1ora e mezza prima di discutere la TESI, CON-MAMMA-E-CUGINI-PRESENTI!! Gran tempismo. Al solito, l’oggetto della mia contemplazione era perfetto. Per-fet-to. Decoltè meravigliose ed elegantissime ai piedi, una gonna estiva inappuntabile, un costoso orologio al posto, taglio dei capelli sublime, espressione lievemente annoiata assolutamente suprema. E occhiali! Occhiali bellissimi, che le davano un tocco intellettuale irresistibile (il feticismo che evoca Neve). La mia musa ignara era lì, mi pareva di intuire, per accompagnare il fidanzato, che discuteva la tesi anche lui. Questo mi riportava tristemente alla realtà. Ma tant’è. Un classico caso di contemplazione singola, che inizia e finisce con la nostalgia insondabile di cui dice Acquario. Ma dove sta la contemplazione multipla in tutto questo?! ..direte voi. Ora ci arrivo (anche se quello che ho descritto fin qui potrebbe pure bastare, tanto è assurdo…). Andiamo avanti. Passano 7 anni E’ il 2000. Vengo invitato da una banca a tenere una relazione su un tema tecnico, insieme con altri relatori. Era una delle prime esperienze che facevo quanto a parlare in pubblico. Ciò nonostante: TRANCE! Ancora una volta. Ancora una volta cado nella trappola della contemplazione a distanza. Ma questa volta con una aggravante. La donna che, tra il pubblico (composto diciamo di 30/40 persone), mi ipnotizza come una sirena indovinate chi è? Ma lei! Lei! Quella del giorno della mia tesi di laurea! Non ci potevo credere. La mia memoria aveva scovato quella ragazza con gli occhiali che avevo visto 7 anni prima; e, dopo 7 anni, ancora mi faceva lo stesso effetto (ecco perchè in un post precedente facevo riferimento ad una attrazione magnetica che forse esiste, e che può pure riproporsi tra gli stessi individui, nel caso di contemplazione multipla almeno). Era lei. Ne ero sicuro. O forse…. ne ero quasi sicuro (sapete, in quel momento mi facevo quasi paura…). Il dubbio era che non aveva più gli occhiali, managgia! Senza occhiali, non ne avevo la prova scientifica. Lei o non lei, questa volta però era un segno del destino. Dovevo guarire (che ingenuo!) dalla contemplatite. Terminato il convegno, mi avvicino allora a lei. Era una esigenza improcrastinabile di sfidare la mia sciocca ipnosi, che mi faceva superare la ovvia timidezza (che si dovrebbe giustamente avere in momenti del genere). Ebbene, il fato vuole che cominciamo a parlare, che non c’è nessun fidanzato che balla, e che la signorina in questione mi chiede una copia degli atti del convegno, al momento esauriti (io li avevo, un pezzo lo avevo scritto io!) Glieli avrei fatti avere . Scambio biglietti da visita. Telefonata il giorno dopo. Poi, tre giorni dopo, appuntamento per un caffè. Poi una settimana dopo aperitivo. Poi, dopo dieci giorni, cena e bacio. Poi casa sua. Poi sesso. Poi ci vediamo abbastanza assiduamente. E me ne innamoro. Dopo un mese ancora mi assilla il dubbio. Era lei o non era lei? Era o non era quella tesi di laurea?! E gli occhiali?! Perchè non ci sono più? Forse non era lei… Siamo a casa mia, alcuni giorni dopo ancora. E’ tardi, tipo l’una di notte. Le racconto tutto del giorno della mia laurea, e le descrivo dettagliatamente le scarpe e la gonna che indossava quella signorina occhialuta 7 anni prima… dicendole che me ne ero innamorato follemente, e che per me doveva essere la donna del destino visto che riusciva a farmi perdere la concentrazione prima della discussione della mia tesi di laurea… e che secondo me c’entrava qualcosa con noi, lì in quel momento, 7 anni dopo. E’ un po’ turbata, per pochi attimi. Poi le vengono gli occhi lucidi. Ammette: sì ero io. La nostra storia poi è finita, e l'abbiamo deciso insieme. Ma lei è sempre molto attaccata a me. Moltissimo. D’altronde le ho fatto un bel regalo, direi. Credo che sia per questo che oggi inconsciamente mi vuole ancora tanto bene. Il regalo che tutti i contemplatori fanno alle donne; solo che molte di queste (quasi tutte) non lo sapranno mai. ciao PS: Amici, tutto vero. Tanto vero che ho pure paura che se la signorina occhialuta (che poi si era fatta operare alle cornee, per quello che nel 2000 non aveva più gli occhiali..) dovesse per caso leggere Rifessioni, mi riconosce e faccio pure la figura del pirla. Speriamo di no. |
07-09-2007, 18.19.53 | #7 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
|
Riferimento: La prova delle esistenza della attrazione magnetica
Citazione:
ma che bello, mi sono proprio emozionata e leggere questa storia e che romanticismo peccato vi siate lasciati Anche a me, come nevealsole, non sono mai venuti gli attacchi di contemplatite: chiaro che un bell'uomo lo guardo, e magari lo osservo a lungo se ne ho l'occasione, ma non mi ricordo di essere caduta mai in questo stato di trance e idealizzazione (per la cronaca comunque, da ragazzina ero impazzita per Jon Bon Jovi...) Ma posso chiedere a te, come agli altri "contemplatori" com'è poi l'impatto con la realtà? Queste donne idealmente perfette, immacolate nell'immaginario...una volta che le conoscete e diventano "di carne e ossa" non si rischia che ogni piccolo loro difetto diventi una specie di trauma ? un saluto a tutti...mi sono molto divertita a leggere questo tread |
|
08-09-2007, 13.39.56 | #8 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
|
Riferimento: La prova delle esistenza della attrazione magnetica
Citazione:
Sono contento che sia piaciuto il racconto di vita vissuta. Odissea conferma ancora che la sindrome da contemplazione non è del genere femminile, ma è più tipica negli uomini. Quanto alla domanda, com'è poi l'impatto con la realtà? Queste donne idealmente perfette, immacolate nell'immaginario...una volta che le conoscete e diventano "di carne e ossa" non si rischia che ogni piccolo loro difetto diventi una specie di trauma? rispondo, sì naturalmente. Il rischio c'è. Ma non importa .. tanto è minimo, trascurabile. Mi spiego meglio, facendo un paio di precisazioni. In primo luogo, fare la conoscenza della bramata-lei contemplata, è privilegio di pochissimi. La contemplata è - essenzialmente - una figura algida e lontana. Tale dovrebbe restare, per contratto (Stadio 0). L'arrivare a poterne saggiare/valutare le caratteristiche reali, nell'ottica verosimile di innamorarsene davvero (Stadio avanzato I), è ancora più raro. Quanto poi all'avere effettivamente una storia con la contemplata, beh qui siamo nel campo del siderale puro (Stadio avanzato II). E' praticamente impossibile, salvo casi del destino eccezionali, quasi beffardi; che ancor più beffardamente - se devo proprio dire - hanno colpito per ben due volte il sottoscritto. Il primo caso fu con la gentile occhialuta di cui ho già detto, e uscirne non fu una passeggiata di salute. Il secondo caso è illustrato con dovizia logorroica di particolari, fin nei minimi dettagli, in ben due threads con cui ho ho ammorbato il Forum mesi fa: uno si intitola "L'uomo che ci sa fare con le donne", e l'altro "Lasciare ed essere lasciati contemporaneamente da due persone diverse" o qualcosa del genere. Anche in questo secondo caso, è stata (è?) una mazzata. Perchè? E cosa c'entra con la domanda di Odissea? Vengo al punto. La bramata-contemplata è, allo Stadio 0, una creazione della mente del contemplatore, semplicemente sollecitata dal corpo reale, presente, visibile, della ignara signorina. Il corpo della signorina è il carburante per il contemplatore. La creazione mentale è ovviamente incomparabile rispetto alla di lei corporeità. La creazione mentale è troppo perfetta, e troppo sfocata; la signorina è invece umana, e nitidamente visibile in tutti i suoi pro e contro.. Non c'è storia, in teoria. Non c'è gara. E invece... e invece non finisce mica come uno si aspetta! Il prendere atto della realtà - per quei pochi che lo possono fare - non si risolve in una delusione, direi tentativamente, in prima approssimazione. Tanta è la soddisfazione, l'emozione di avere (forse) una chance, che non importano le incongruenze, i particolari di lei inattesi e diversi, magari non piacevoli. Si innesca un meccanismo di assoluzione e santificazione ulteriore della lei, che nasce dalla necessità di dare continuità allo stadio di estasi della contemplazione dello Stadio 0 anche nello Stadio avanzato I. In altre parole, si tratta di droga. E di assuefazione. Il contemplatore che cade nella rete, o per meglio dire che è destinatario di una chance, è già in crisi di astinenza. E via con la idealizzazione continuata, a nulla valendo ciò che con i sensi si può percepire.. Se uno arriva allo Stadio avanzato II (v. i threads che ti ho citati..) non ce n'è più per nessuno. Sei un eroinomane; pardon.. un contemplatomane che deve produrre estasi per nutrirsene, o andare in comunità. Costi quel che costi. Brutto? No; non è brutto; è una figata secondo me. Non è compatibile con una vita che vuol essere posata, equilibrata. Ma se uno ne accetta i costi, è una figata. Arrivarci (dico levando gli occhi al cielo) allo stadio avanzato II.... arrivarci è già tanto! Se poi la sublime compagna di banco delle elementari (che oggi può ben avere 20 o 30 anni) non corrisponde alla nostra imaginazione contemplativa, chi se ne frega.. Chiede Odissea: una volta che le conoscete e diventano "di carne e ossa" non si rischia che ogni piccolo loro difetto diventi una specie di trauma? Risponde Marcolino: il rischio vero è che il trauma non derivi tanto dalla delusione per i difetti, quanto piuttosto dalla condizione di drogato in cui cade il vero contemplatore negli Stadi avanzati I e II. Morale: la compagna di banco delle elementari è potenzialmente un pusher, uno spacciatore di droga. Solo che non lo sa, pensa solo a Bon Jovi o a Simon Le Bon . |
|
08-09-2007, 16.23.03 | #9 |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
|
Riferimento: Attrazione fatale e sindrome della compagna della scuola elementare
grazie per la risposta marco
Avevo in effetti già letto le tue avventure sentimentali, senza trovarle "ammorbanti", se questo ti può consolare In realtà mi avevano ispirato una certa simpatia perchè mi pareva di scorgerci dentro un sincero dolore (oltre che una certa ironia della sorte, passamela ti prego) che però hai esposto con una tua personale dignità, tanto che leggendo il casino in cui ti trovavi (trovi?) e pur immaginandone effettivamente le difficoltà, non poteva non scapparmi da sorridere: non so bene neanche io perchè. Quello che ho letto in questo tread comunque non fa che confermare quanto già pensavo sulla seduzione e sull'attrazione. Entrambe giocano sul piano della fantasia e dell'immaginario, si muovono usando i sogni delle persone più che i loro reali bisogni. Da una parte c'è il contemplatore che si inebria dell'immagine idealizzata del contemplato e ne diventa dipendente; dall'altra l'oggetto del desisderio, il pusher, si specchia nell'immagine che l'altro gli offre, e si gongola nell'illusione di essere qualcosa che non è, un essere etereo, perfetto, puro. Siccome sono una single cronica, abbastanza avezza nel passaggio dallo stadio 0 a quello 1-avanzato, ma totalmente incapace di mantenere nel tempo lo stadio 2, mi sorge spontaneo chiedermi quale sia il segreto di una relazione duratura. Mi domando se sia necessario tenere sempre in piedi questo gioco di ripecchiamenti che si muove su di un piano immaginario (tenere sempre accesa la fantasia del partner, e la propria) oppure se sia cosa migliore smontarlo il prima possibile questo processo di idealizzazione, onde evitare cattive sorprese e tentare una r e a l e conoscenza del r e a l e partner. Per me rimane mistero, è un indovinello che non mi riesce di risolvere e, se anche penso di averlo risolto, capita puntualmente qualcosa che mi dimostra il contrario. Altre volte ancora penso sia tutta questione di rassegnarsi ad entrare, realisticamente, nelle realistiche relazioni "adulte", con poca fantasia e passione tiepida Su una cosa però credo di potere capirti: lo "sballo", quando c'è, è davvero una figata e grande il"trip" che ne segue... |
09-09-2007, 15.20.02 | #10 | ||
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
|
Riferimento: Attrazione fatale e sindrome della compagna della scuola elementare
Citazione:
Quel che scrive Odissea mi porta a fare una considerazione che non c'entra molto con la graziosa Odissea a dire la verità, ma che spesso ho fatta tra me e me leggendo in questi mesi le pagine del Forum, comprese le scorribande provocatorie del caro Renzananda. Ricorre diffusamente (e forse un pochino anche nel garbato post di Odissea) il tema del non-esistere dei rapporti sentimentali, o più in generale di quelli interpersonali, anche se condotti in ambito "virtuale" come è nel caso di Riflessioni, ma non solo. Odissea ci dice di "fantasia" e di "immaginario", di "sogni delle persone" che farebbero da controcanto a "reali bisogni"... senza che tra i due piani, reale ed immaginario, vi possa essere corrispondenza. A me vien da dire: e se anche fosse? I sogni e le emozioni delle persone, il pensiero (disgiunto dall'essere finchè si vuole), l'altro come me lo immagino io (ossia un altro che non esiste, se non nella mia mente, che forse non esiste neanche quella..), etc, non sono forse "le persone"? Io vivo dei miei sogni, vedo le persone e la mia mente ne costruisce un immagine che è quella della mia mente, dei miei sentimenti, delle mie aspettative, delle mie emozioni, del mio desiderio di emozioni e di sentimenti. E dunque? Che c'è di male? E' così che gira il fumo. E' un dato del problema. Funziona così, e la cosa non mi preoccupa un gran che'. Ci convivo benone. Citazione:
Senza pensarci troppo, e senza prendermi troppo sul serio ovviamente, direi che la conoscenza r e a l e del partner è pur sempre la nostra. Non può certo definirsi r e a l e in senso letterale: è solo la nostra. Ma ciò non mi preoccupa troppo. Perchè dovrebbe? Mi preoccupa - e giustamente preoccupa anche Odissea - che casomai questa divaricazione di piani possa far finire una storia, o non farla nascere mai, o creare altri guai non necessariamente legati alla sfera sentimentale (di cui si discute in questo thread). Per cui bisogna lavorarci un po' sopra, direi. Muovendo da quel che dice Odissea, per come la vedo io, in una storia occorre forse tenere in piedi il gioco di ripecchiamenti che si muove su di un piano immaginario e quando serve smontarlo. Ma allora quando "occorre"? Quando "serve" fare questo o quello? Boh! Fa bene Odissea a chiederselo, .. ma ognuno se la deve vedere da sè. E anche se succede, è così che va. E' il suo bello. Certo che scoprire che esiste la divaricazione dei piani, e farne una messa cantata con toni sottesi dal carattere apocalittico-emergenziale (anzichè con i toni garbati di Odessea), mi sembra - come ho già scritto - una ingenuità. Insomma, la scoperta dell'acqua calda sottolineata con la sirena dei pompieri, quasi a mettere in guardia il mondo mi fa ridere tanto (non è il caso di Odissea, beninteso). In un altro thread (mi pare), Donella (mi pare) ha scritto una roba del tipo (mi pare): ognuno è figlio delle esperienze che ha fatto, o qualcosa del genere. Mi sento di concordare alla grande, ed è per questo che "ammorbo" il Forum sempre con i c...zi miei. Le esperienze che faccio io, per come le percipisco io, siano esse reali o meno, sono il Markuzzo. Il Markuzzo non è quel gran figo () che ora sta digitando sul computer. Il Markuzzo è il portato di quel che ha vissuto, bello o brutto, reale o non reale che sia. Questo "è" il Markuzzo. Ed è per questo che mi butto (magari con le mutande di ghisa, per quanto ci riesca) nel vivere le cose. Per questo - tanto per dire - vivo in una grande città (invivibile) dopo aver vissuto in un paesello micro, frequento amici odiosamente sofisticati e altri ex eroinomani con giusto la terza media, ho avuto storie sentimentali molto posate ed altre del tutto schizofreniche, e altro. Una sorta di dualismo, trialismo, quadrismo, cinquismo delle esperienze che respiro con abnegazione. Io mi sento vivo così. Con quello che mi capita. L'importante è che mi capiti di tutto. Magari non impazzisco per il kite-surf, o per l'idea di assumere il crac, o per le riunioni dei gruppi di azione cattolica, o per una cena di gala a Portofino; ma altre cose, tipo vedere fallire una storia perchè non ho dosato con destrezza la dose di "rispecchiamenti" intriganti, o conoscere una, magari matta come un cavallo (pur dotata di figaggine..), che sta in un'altra città solo perchè lo vista sulla spiaggia, o parlare a un convegno in inglese, o fumare dell'erba trattata (quando accadeva anni fa) e vedere l'effetto che fa, mi sembra infinitamente più elevante rispetto alla urgenza di spiegare che il mondo, le relazioni sentimentali, le relazioni umane, non esistono, solo perchè son prive di oggettività, e stanno solo nella nostra mente. Ciao |
||