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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 30-06-2007, 00.50.45   #1
giovanni
Ospite abituale
 
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
Come si può pretende di comprendere se non si conosce?

Ho riscoperto la psicologia circa cinque anni fa, grazie ad un libro sulla biologia.
In precedenza, come molti altri, immagino, me ne ero appassionato sull'onda della crisi adolescenziale. Alla ricerca d'un senso da dare alle mie sensazioni e sentimenti avevo letto Fromm, Freud, Jung, Eysenck, traendone in definitiva, dopo l'iniziale entusiasmo, una crescente insoddisfazione per l'inadeguatezza delle spiegazioni fornite rispetto a quanto andavo apprendendo da altre fonti (specie l'editoria più propriamente scientifica) e per l'incoerenza tra le varie scuole i cui dettami sentivo più vicini a dogmi di fede che a teorie corroborate dal confronto con l'esperienza.
Mi sembrava che gli psicologi fossero in grado di comprendere ed aiutare ben meno d'un amico o familiare, che la psicologia si fosse ridotta a fornire consigli stentati, spiegazioni improvvisate, basandosi persino più sui luoghi comuni che sul buon senso, e su quest'ultimo più che su quant'altro si veniva scoprendo per altre vie sul funzionamento della mente.
Ora mi sono ricreduto; in un certo senso e relativamente ad un certo ambito, perché in Italia ciò che mi ha fatto tornare sui miei passi è lungi dall'essere di dominio pubblico, seppur qualcosa è pubblicato e l'Internazionale di questa settimana, citando New Scientist, ne parla come della rivoluzione dei prossimi 50 anni.
Il libro di cui dicevo è "Il gene egoista", di Richard Dawkins, ed oltre ad essere una pietra miliare del pensiero scientifico, fondatore d'un nuovo paradigma nella biologia, ha pure dato fondamenta alla ormai quasi ventennale psicologia evoluzionista. Se non la conoscete siete in buona compagnia, per esempio, il ricercatore con cui ho fatto l'ultimo esame di psicologia generale ne aveva solo sentito parlare ma non se ne era mai interessato; una mia amica studentessa proprio in psicologia, invece, neppure questo. Invece pare sia familiare a chi proviene dal campo medico e biologico.
Già, da noi la psicologia, specie quella resa accessibile ai più, è una disciplina umanistica, mentre altrove è ormai pienamente scientifica e si avvale dei contributi da parte della matematica (specie la teoria dei giochi), della statistica e della fisica (legate nella nascente scienza delle reti, intese come relazioni, non in mero senso informatico), della biologia evoluzionistica, etologia comparata, epistemologia, sistemica, economia e, soprattutto, dell'universo intorno alle neuroscienze. Spero immaginiate quale potenza esplicativa possano avere teorie che ricevono supporto da così tante e diverse fonti, rispetto a quelle che sono quasi esclusivamente supportate dalla reputazione, spesso non scientifica, di chi le ha generate.
Ora, sbirciando qua e là in questa parte del forum, mi pare proprio che si discuta come se queste conoscenze, raccolte negli ultimi vent'anni, semplicemente non esistano; e mi chiedo, appunto, come si può pretendere di comprendere se non si conosce?
giovanni is offline  
Vecchio 30-06-2007, 18.54.41   #2
daria
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 78
Riferimento: Come si può pretende di comprendere se non si conosce?

Citazione:
Originalmente inviato da giovanni
Ho riscoperto la psicologia circa cinque anni fa, grazie ad un libro sulla biologia.
In precedenza, come molti altri, immagino, me ne ero appassionato sull'onda della crisi adolescenziale. Alla ricerca d'un senso da dare alle mie sensazioni e sentimenti avevo letto Fromm, Freud, Jung, Eysenck, traendone in definitiva, dopo l'iniziale entusiasmo, una crescente insoddisfazione per l'inadeguatezza delle spiegazioni fornite rispetto a quanto andavo apprendendo da altre fonti (specie l'editoria più propriamente scientifica) e per l'incoerenza tra le varie scuole i cui dettami sentivo più vicini a dogmi di fede che a teorie corroborate dal confronto con l'esperienza.
Mi sembrava che gli psicologi fossero in grado di comprendere ed aiutare ben meno d'un amico o familiare, che la psicologia si fosse ridotta a fornire consigli stentati, spiegazioni improvvisate, basandosi persino più sui luoghi comuni che sul buon senso, e su quest'ultimo più che su quant'altro si veniva scoprendo per altre vie sul funzionamento della mente.
Ora mi sono ricreduto; in un certo senso e relativamente ad un certo ambito, perché in Italia ciò che mi ha fatto tornare sui miei passi è lungi dall'essere di dominio pubblico, seppur qualcosa è pubblicato e l'Internazionale di questa settimana, citando New Scientist, ne parla come della rivoluzione dei prossimi 50 anni.
Il libro di cui dicevo è "Il gene egoista", di Richard Dawkins, ed oltre ad essere una pietra miliare del pensiero scientifico, fondatore d'un nuovo paradigma nella biologia, ha pure dato fondamenta alla ormai quasi ventennale psicologia evoluzionista. Se non la conoscete siete in buona compagnia, per esempio, il ricercatore con cui ho fatto l'ultimo esame di psicologia generale ne aveva solo sentito parlare ma non se ne era mai interessato; una mia amica studentessa proprio in psicologia, invece, neppure questo. Invece pare sia familiare a chi proviene dal campo medico e biologico.
Già, da noi la psicologia, specie quella resa accessibile ai più, è una disciplina umanistica, mentre altrove è ormai pienamente scientifica e si avvale dei contributi da parte della matematica (specie la teoria dei giochi), della statistica e della fisica (legate nella nascente scienza delle reti, intese come relazioni, non in mero senso informatico), della biologia evoluzionistica, etologia comparata, epistemologia, sistemica, economia e, soprattutto, dell'universo intorno alle neuroscienze. Spero immaginiate quale potenza esplicativa possano avere teorie che ricevono supporto da così tante e diverse fonti, rispetto a quelle che sono quasi esclusivamente supportate dalla reputazione, spesso non scientifica, di chi le ha generate.
Ora, sbirciando qua e là in questa parte del forum, mi pare proprio che si discuta come se queste conoscenze, raccolte negli ultimi vent'anni, semplicemente non esistano; e mi chiedo, appunto, come si può pretendere di comprendere se non si conosce?



io penso che chi risponde alle domande non abbia la presunzione di avere la soluzione. fa piacere per chi scrive un argomento, ricevere le varie opinioni. " il confronto è il pane"
un saluto

daria
daria is offline  
Vecchio 05-07-2007, 00.07.05   #3
donella
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
Riferimento: Come si può pretende di comprendere se non si conosce?

Citazione:
Originalmente inviato da giovanni
Ho riscoperto la psicologia circa cinque anni fa, grazie ad un libro sulla biologia.
In precedenza, come molti altri, immagino, me ne ero appassionato sull'onda della crisi adolescenziale. Alla ricerca d'un senso da dare alle mie sensazioni e sentimenti avevo letto Fromm, Freud, Jung, Eysenck, traendone in definitiva, dopo l'iniziale entusiasmo, una crescente insoddisfazione per l'inadeguatezza delle spiegazioni fornite rispetto a quanto andavo apprendendo da altre fonti (specie l'editoria più propriamente scientifica) e per l'incoerenza tra le varie scuole i cui dettami sentivo più vicini a dogmi di fede che a teorie corroborate dal confronto con l'esperienza.
Mi sembrava che gli psicologi fossero in grado di comprendere ed aiutare ben meno d'un amico o familiare, che la psicologia si fosse ridotta a fornire consigli stentati, spiegazioni improvvisate, basandosi persino più sui luoghi comuni che sul buon senso, e su quest'ultimo più che su quant'altro si veniva scoprendo per altre vie sul funzionamento della mente.
Ora mi sono ricreduto; in un certo senso e relativamente ad un certo ambito, perché in Italia ciò che mi ha fatto tornare sui miei passi è lungi dall'essere di dominio pubblico, seppur qualcosa è pubblicato e l'Internazionale di questa settimana, citando New Scientist, ne parla come della rivoluzione dei prossimi 50 anni.
Il libro di cui dicevo è "Il gene egoista", di Richard Dawkins, ed oltre ad essere una pietra miliare del pensiero scientifico, fondatore d'un nuovo paradigma nella biologia, ha pure dato fondamenta alla ormai quasi ventennale psicologia evoluzionista. Se non la conoscete siete in buona compagnia, per esempio, il ricercatore con cui ho fatto l'ultimo esame di psicologia generale ne aveva solo sentito parlare ma non se ne era mai interessato; una mia amica studentessa proprio in psicologia, invece, neppure questo. Invece pare sia familiare a chi proviene dal campo medico e biologico.
Già, da noi la psicologia, specie quella resa accessibile ai più, è una disciplina umanistica, mentre altrove è ormai pienamente scientifica e si avvale dei contributi da parte della matematica (specie la teoria dei giochi), della statistica e della fisica (legate nella nascente scienza delle reti, intese come relazioni, non in mero senso informatico), della biologia evoluzionistica, etologia comparata, epistemologia, sistemica, economia e, soprattutto, dell'universo intorno alle neuroscienze. Spero immaginiate quale potenza esplicativa possano avere teorie che ricevono supporto da così tante e diverse fonti, rispetto a quelle che sono quasi esclusivamente supportate dalla reputazione, spesso non scientifica, di chi le ha generate.
Ora, sbirciando qua e là in questa parte del forum, mi pare proprio che si discuta come se queste conoscenze, raccolte negli ultimi vent'anni, semplicemente non esistano; e mi chiedo, appunto, come si può pretendere di comprendere se non si conosce?

Perdonami: forse sbaglio.
Ma a me sembra che, radicalizzando il principio,.... nessuno potrebbe più opinare NULLA... sino a conclamata "scoperta" della Verità su Tutto, a pertire dal Principio Primo dell'Universo....
donella is offline  
Vecchio 10-07-2007, 20.51.37   #4
giovanni
Ospite abituale
 
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
precisazione

Forse non mi sono saputo spiegare.
Per Daria, non vorrei mai che chiunque voglia intervenire si senta vincolato dal dover possedere "la soluzione".
Per Donella, "radicalizzando il principio" si rischia di incorrere nella fallacia detta "pendio scivoloso" (vedi: http://www.linux.it/~della/fallacies...scivoloso.html ).
Per tutti, ritenendo che i frequentatori di questo forum siano interessati a conoscere e conoscersi sempre di più, intendevo solamente proporre ulteriori percorsi d'approfondimento.
Non dico che questi siano più validi dal punto di vista, mi pare qui predominante, del cosiddetto "self-help"; dico che, se si ha interesse per come funziona la mente, si dovrebbe essere un po' curiosi di quel che la scienza ha da dire in proposito oggi, e non limitarsi a quel che era stato detto ieri, o l'altro ieri.
giovanni is offline  
Vecchio 10-07-2007, 22.40.31   #5
ozner
novizio
 
L'avatar di ozner
 
Data registrazione: 10-10-2006
Messaggi: 371
Riferimento: Come si può pretende di comprendere se non si conosce?

E' la prima volta che intervengo al forum di psicologia anche perchè ho una vaga conoscenza dell'argomento, però mi ha colpito il tema.
Io penso che la conoscenza sia importante per gli addetti ai lavori e questo succede in qualsiasi discorso sia di psicologia che di fisica che di filosofia o di teologia..ecc. ma per gente come noi non credo sia indispensabile perchè, non so voi, ma quello che a me interessa è soprattutto il confronto con altri e nel confronto c'è chi sa e chi non sa, chi è intuitivo e chi è razionale, chi ha memoria e chi no; la bellezza, insomma, è che siamo tutti diversi ma ancora più bello è che tutti, credo, desideriamo una cosa solo : capire.
Ozner.
ozner is offline  
Vecchio 10-07-2007, 23.25.57   #6
donella
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
Riferimento: precisazione

Che radicalizzando il principio si finisca per il pendio scivoloso... era esattamente ciò che intendevo dire.

Non so quale sia la proporzione tra le conquiste scientifiche figlie del caso (del tipo: si cerca altro e ci si imbatte in una scoperta inconfutabile) e quelle figlie della ricerca ab origine folleggiante di Chi INTUISCE che qualche dato manca e perde la vita a ipotizzarlo e cercarlo (del tipo: "eppur si muove").

Ignorare ciò che è stato INOPINABILMENTE conquistato rispetto ad un qualunque argomento... sarebbe grettezza sterile e antistorica.

Vincolarsi a ciò che è stato inopinabilmente conquistato SENZA concedersi un OPINABILE ma motivato "oltre" (ancora indimostrato o magari indimostrabile allo stato), però, ... sarebbe la morte di ogni progresso, cominciando da quelli inopinabili ma ... non ancora opinati nè disquisiti.

Inoltre, ma questa è solo opinione personale, io credo che "la verità" ultima sia UNA e che ogni umana disciplina parli solo una parte minima del suo linguaggio. Concetto che mi sembra asseverato proprio da tuo intervento, Giovanni. Se così fosse davvero... non sarebbe affatto detto (è solo un esempio) che la filosofia non possa arrivare ad un brandello di verità da apparente "self-help" PRIMA che chimica , matematica e biologia... possano DIMOSTRARE la correttezza dell'intuizione.
donella is offline  
Vecchio 11-07-2007, 15.43.31   #7
giovanni
Ospite abituale
 
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
conoscere, conoscere, conoscere

Ozner, io invece penso che la conoscenza sia sempre importante, ma soprattutto è importante mantenersi aperti e curiosi quando qualcosa di nuovo appare all'orizzonte, anche se può mettere in dubbio quel che diamo per assodato. Anche quando chi non è ferrato in un dato argomento ne vuole parlare, ecco che necessariamente usa le sue conoscenze in proposito, che potrà ritenere più o meno ferrate se e solo se ha occasione di confrontarsi con le conoscenze altrui. E comunque il "capire" non può essere separato dal "conoscere": anche riguardo alle emozioni, io capisco le tue perché le conosco, avendole provate direttamente o per via empatica, grazie ai "neuroni specchio" del nostro cervello (altro spunto d'ulteriore indagine, tra l'altro originata in Italia).
Dunque, sì al confronto, sì a che ognuno esponga le proprie conoscenze, sì alla messa in dubbio delle posizioni che non ci convincono, sì alla argomentazione pacata e ragionata dei pro e dei contro rispetto alle diverse posizioni, sì ancora all'approfondimento delle proprie e delle altrui posizioni anche lontano da questo forum, per poi tornare al confronto, senza pretendere che l'altro si convinca delle nostre ragioni, né chiudendo le porte alla possibilità stessa di continuare a parlarci.
Per Donella, ho preferito risponderti via messaggio privato.
giovanni is offline  
Vecchio 12-07-2007, 09.28.34   #8
Lord Kellian
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Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Riferimento: Come si può pretende di comprendere se non si conosce?

Io ho letto "il gene egoista". Non sapevo di essere un eletto Me l'ha prestato un mio amico che studia biologia e credevo fosse molto diffuso. Fra l'altro mi sembra che incominci ad essere un po' vecchio! Altro che rivoluzione... Mah... Sarà che detesto il riduzionismo...

Cmq alla mia analista richiedo che abbia empatia, che sappia come confrontarsi coi dolori della vita, che sappia cosa vuol dire crescere in una famgilia "diversa", che sappia trattare con psicotici e depressi, che abbia esperienza clinica... non che conosca la genetica.

P.s.: scusa, magari sarebbe importante saperlo, ma purtroppo non ricordo nemmeno cosa questo libro dicesse a proposito della psicologia.

P.p.s.: la presenza dei neuroni specchio è interessante dal mio punto di vista, ma mi chiedo: come mai funzionano così poco?
Lord Kellian is offline  
Vecchio 12-07-2007, 21.36.51   #9
giovanni
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Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
chiederei...

1. "Il gene egoista" è stato molto venduto, tanto da uscire tra gli Oscar Mondadori, ma certo non può dirsi un libro noto alla generalità del pubblico, sebbene circoli da parecchi anni.
2. La rivoluzione c'è stata, a partire dal pensiero biologico. Per quanto, però, sarebbe più corretto parlare di cambiamento di paradigma. Comunque, dire che un libro è datato non implica che non abbia cambiato le cose.
3. Io non detesto l'olismo, ma credo che si possa e si debba guardare il mondo a diversi livelli di magnificazione.
4. E' ammissibilissimo che una psicoterapeuta non conosca la genetica. Il punto non è ciò che l'addetto ai lavori DEVE conoscere, ma che esistono conoscenze relative alle scienze della mente che ritengo possano quantomeno incuriosire chi ha interesse per la psicologia.
5. Il libro in sé non parlava di psicologia, sebbene abbia influenzato la nascita della psicologia evoluzionistica, ma trattando di evoluzione e dei modi attraverso i quali questa si esplica fin dal livello minimo, ha gettato nuova luce sui possibili motivi che conducono a certi comportamenti e ai nuovi modi con cui indagarli, a partire dalla teoria dei giochi.
6. I neuroni specchio funzionano poco? in che senso?

7. Vorrei chiedere:
a. è possibile comprendere senza conoscere?
b. è presunzione invitare a conoscere dell'altro?
c. si può parlare "di" psicologia in un forum di psicologia?
Alla prima domanda credo d'aver già fatto capire qual è la mia risposta; alla seconda rispondo scrivendo che potrebbe dimostrare presunzione il modo in cui l'invito è fatto, ma l'invito in sé è ad incrementare non a sminuire le possibilità altrui. Riguardo la terza, l'impressione che ho avuto non è stata positiva.
Ma non intendo lasciarmi condizionare dalla prima impressione.
giovanni is offline  
Vecchio 13-07-2007, 00.50.30   #10
Lord Kellian
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Risponderei... ma che rispondo?

Mah, Giovanni, come avrai capito io sono un paziente, ho diversi problemi. Normalmente mi occupo di grafica 3d e, sebbene mi piaccia la scienza, ultimamente l'ho un po' lasciata perdere perché i miei problemi richiedevano più attenzione e cmq non riuscivo a concentrarmi.

Non sono quindi il più adatto a parlare di psicologia. Potrebbero farlo forse gli psicologi che di quando in quando si avventurano in questo forum.

Ma in effetti il tuo post sembra un po' presuntuso Almeno a me lo sembra.

Scusa se non posso approfondire ulteriormente.

P.s.: i neuroni specchio secondo me sono atrofizzati: la specie sarà anche dotata di empatia, ma quante persone empatiche hai incontrato nella tua vita? Io poche.

P.p.s.: grazie cmq delle chiarificazioni
Lord Kellian is offline  

 



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