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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
02-04-2007, 22.38.05 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: La figlia perfetta
Citazione:
Il mestiere del genitore è quello più difficile in assoluto. Il guaio è che nessuno insegna come si fa il genitore, nella migliore delle ipotesi lo si impara sulla pelle dei propri figli. Per chi vuole imparare, per gli altri, quelli perfetti, esiste qualcosa di scontato, qualcosa di giusto e basta. Mai sentito il termine "lo faccio per il tuo bene" ? Orribile termine, non è assolutamente vero. Se stai facendo del male stai facendo del male. Se tratti tuo figlio o figlia come una cosa da plasmare e usare per i propri bisogni stai sbagliando. Ma esiste un detto che dice: "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire" ed io aggiungo "non c'è peggior errore di chi con vuol imparare". Io ho imparato che l'amore, quello vero, non chiede nulla, non rinfaccia mai nulla, non giudica, non critica, non impone, non ricatta. Ho commesso tanti e tanti errori con i miei figli e vorrei poter tornare indietro. Con estrema difficoltà ho accettato che era la loro storia, come è stata la mia storia quella vissuta con i miei genitori. Una madre (e spero anche i padri) non ama il figlio per questo o per quello lo ama per quello che è, e basta. Una madre che ama non chiede nulla al figlio non si aspetta nulla in cambio, ciò che la rende felice è poter dare e basta. E non solo beni materiali ma attenzione, ascolto, comprensione. Nell'amore non esiste gratitudine o ingratitudine, esiste l'amore e basta. La gioia più grande per una madre che ama è vedere il figlio felice di essere se stesso, e vederlo staccarsi da lei, libero. |
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03-04-2007, 09.25.02 | #6 | |
...il rumore del mare...
Data registrazione: 15-01-2007
Messaggi: 279
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Riferimento: certi condizionamenti dall'infanzia
Citazione:
Non capisco cosa intenda per assente ma posso raccontarti la mia esperienza. Il padre dei miei ragazzi fà da sempre un lavoro che lo tiene tutto il giorno lontano da casa a volte anche per più giorni. A suo tempo la mia scelta, tenendo presente le esigenze del suo lavoro, fu di non lavorare più per stare con i nostri figli. Mio marito non ha praticamente mai conosciuto un insegnante, un pediatra, il dentista (avrò passato almeno dieci anni tra un apparecchio ortodontico e l'altro ), non ha presenziato alle riunioni scolastiche, ai colloqui. Niente di niente. Ma lui è sempre "stato presente", sempre informato di tutto. Ci siamo praticamente divisi i compiti: uno il lavoro, l'altra la famiglia (che è un lavoro dal quale non ti stacchi mai!!!! ...). Solo nel momento più difficile (che è durato qualche anno!!!) della crisi adolescenziale della figlia, solo allora ho chiesto a lui di "esserci", in alcuni momenti di prendere proprio il mio posto. Mi rendevo conto che per problematiche mie non riuscivo ad trovare un canale per poter dialogare con lei. Eravamo muro contro muro. Un periodo difficilissimo durante il quale lui è stato davvero bravo, severo, paziente e soprattutto presente. Intanto avevo partecipato ad un corso per "genitori consapevoli" organizzato dalla sua scuola che mi ha aiutato davvero tanto a cambiare il mio approccio verso di lei. Io non penso di essermi sostituita a lui, ho sempre fatto in modo che i ragazzi capissero che se non c'era era per un motivo valido e importante. I nostri ragazzi oggi quando raccontano della loro infanzia parlano delle assenze del padre con consapevolezza, non hanno avuto traumi, hanno un ottimo rapporto con lui e lui con loro. Per esperienza quindi posso dirti che l'importante è che i ragazzi non sentano la mancanza, che l'assenza sia solo "fisica" e che nella "testa" dei figli il genitore sia sempre presente.... |
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03-04-2007, 10.31.49 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: certi condizionamenti dall'infanzia
Citazione:
Se chiedi a me, sì. Anche se sono presenti entrambi i genitori e si verifica a volte uno scambio di ruoli, ad esempio il padre che si dimostra molto affettivo e la madre intraprendente, tanto meglio, è qualcosa che torna a vantaggio dei figli. Errori nel non saper svolgere un doppio ruolo: madre iperprotettiva e ansiogena, Padre eccessivamente “mammo”, amicone del figlio privo di autorevolezza, ecc. |
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03-04-2007, 16.20.02 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-09-2006
Messaggi: 110
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Riferimento: certi condizionamenti dall'infanzia
Citazione:
Sei come sempre “ILLUMINANTE”, ma che caos ne viene fuori….il mio problema è opposto , direi che non è stato mio padre, ma mia madre, non ricordo un suo bacio, una sua carezza, donna dal pugno di ferro lei, ribelle sino alla fuga io, anche se questo suo carattere forte le ha permesso di portare avanti me ed i miei fratelli nel momento in cui (avevo 14 anni) mio padre morì. Ma se ci ripenso ho passato mezza vita a sfidarla, a fare l'opposto di ciò che lei voleva con lo splendido risultato di aver rovinato alla fine la mia di vita. |
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03-04-2007, 16.23.04 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-09-2006
Messaggi: 110
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Riferimento: La figlia perfetta
Citazione:
Ho sbagliato coi miei figli perché ho dato troppo amore , sono stata troppo comprensiva, protettiva, non volevo che crescessero come me che a 49 anni non ricordo un gesto tenero di mia madre, non ho saputo mescolare la severità con la dolcezza, ho dato loro pochissime dritte, poi li ho sempre lasciati liberi anche di sbagliare forse avrei dovuto dare più regole, mettere più divieti, ma non saprei andare contro natura, intendiamoci sono due ragazzi sanissimi, per fortuna di sani principi ma li vedo fragili. Ho sempre preferito il dialogo a ciò che per me sarebbe stata prevaricazione. P.S.Parlo di me perché il padre ha giusto pensato di mollarci quando loro erano adolescenti. |
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03-04-2007, 20.30.11 | #10 |
Ospite
Data registrazione: 28-02-2007
Messaggi: 13
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Riferimento: certi condizionamenti dall'infanzia
Uno degli ostacoli più grandi alla comprensione dei fenomeni psichici, sia su di un piano individuale, ma per lo più nelle relazioni familiari, è costituito dall' immancabile offuscamento di due piani di ragione. Uno connotato dalla matrice ratio e l 'altro determinato dalla circolarità dei vissuti.
Lo snodo centrale è posto nella linea di demarcazione delle due dimensioni opposte, ma complementari. In fondo una volta compresa la meccanicità degli eventi è possibile "giocare" al piccolo chimico, e sperimentare già situazioni vissute al cospetto di un presente sempre più plausibile. |