Ciao Eschatos, posso?
Molto interessante il tema che proponi.
Zigmun Bauman in uno dei suoi ultimi saggi (scusate ma non ricordo il titolo) definisce i cittadini globali (la società attuale, postmoderna) come una sciame di consumisti senza leader, senza ape regina: una sciame incontrollato e incontrollabile lasciato in balia di se stesso, o meglio, in balia di forze esterne di cui sono sconosciute le origini e il fine.
Mi trovo molto d'accordo con quanto hai scritto e a mio modesto parere la risposta è certamente affermativa; l'ambiente sociale e le dinamiche di massa che quotidianamente ci investono, influenzano la nostra vita psichica, eccome.
Dal mio punto di vista, prima ancora che parlare di mailinconia, metterei al primo posto l'angoscia che, ormai onnipresente su scala globale, filtra nei nostri pensieri come un virus intacca un organismo sano.
Il cittadino globale è angosciato e perennemente in ansia; quando è consapevole di se stesso può anche divenire malinconico, ma in genere no, si tiene stampato in faccia un finto sorriso che ha imparato dalla pubblicità, mentre nel cuore gli batte una brutta tachicardia.
Scusa, probabilmente esagero.
Diciamo che siamo di fronte a un grande smacco sociale, e forse ancor più un uno smacco storico. Si riteneva che il benessere economico e materiale avrebbe liberato l'uomo dai vincoli cui la povertà lo hanno sottomesso per secoli e che quindi una volta arricchita la società sarebbe stata felice. E invece no, non va così: abbiamo innescato qualcosa di così estraneo da noi stessi (la globalizzazione) che non abbiamo più il potere di fermarci ormai.
L'uomo sapiens sapiens, al culmine del suo sviluppo sociale-storico, ha perso il controllo quasi totalmente di ciò che accade intorno a lui: non so a te, ma a me questa cosa fa venire l'angoscia.