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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 26-12-2006, 11.53.42   #1
arsenio
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la verità d'amore tra autoscoperta e disvelamento

La verità amorosa tra autoscoperta e disvelamento


Come si può far innamorare di sé? Una dimostrazione d’amore, sincera o insincera, diretta o riportata da altri, sarebbe una strategia vincente. “Amor che a nullo amato amar perdona?” Tra le svariate forme di verità e inganno, realtà e finzione, come già insegnarono le tattiche amorose di Don Giovanni e Casanova.

Chi afferma di vedere in noi qualcosa di unico e di speciale è la persona adatta che riesce a comprenderci scorgendo ciò che gli altri non vedono. E’ chi si propone di aiutarci anche nello scoprire il nostro potere seduttivo. Quindi il donare amore ha anche lo scopo di rendere di riflesso più significativa la nostra vita.
Inoltre gli amanti cercano l’uno nell’altro un loro rispecchiamento per sapere chi veramente sono, e talvolta per un percorso verso una più compiuta identità. Ma ciò che mette a nudo anche l’anima è la verifica nel rapporto sessuale.

L’amante, confermando certe regole dell’autoconoscenza, dice: “Io so chi sei tu, tu invece non ti conosci. “Tu sai chi sono io, io invece non mi conosco. Dimmi chi sono e ti dirò chi sei”.
Ma l’amore non tollera di essere totalmente indagato, né dobbiamo mai confessare all’amato chi veramente siamo attraverso la nostra storia nei più intimi risvolti. Perché nessuno s’innamora del partner come esso è veramente, ma di ciò che vi proietta in esso. E’ un errore imporre la propria immagine con tutti i suoi limiti, supponendo di suscitare così il sentimento amoroso. In realtà può distruggerlo e disconfermare l’illusione per cui l’amato spontaneamente trasforma ed elabora i nostri difetti in doti virtuose.

Le lettere d’amore sono letteratura e non appartengono alla genuina discrezione che caratterizza tale sentimento.
Un’ intuitiva prima impressione è una rivelazione da verificare e non infallibile, e anche in tale fiducia un’intensa passione può dissolversi e svelare l’inconsistenza sentimentale che ne stava alla base.

L’amore non è mai suscitato dai valori etici di un individuo, ma dalle sensazioni fisiche come l’impatto visivo, gli odori, i sapori, le carezze, ecc. ma anche tali percezioni sensoriali possono risultare ingannevoli perché nessuno può mantenere la promessa di essere come appare anche dopo una conoscenza intima.

L’amore completo avviene dopo un’esperienza che fa scoprire come l’unione sia più profonda della sola soddisfazione sessuale, specialmente nel saper accogliere e contenere l’altro. Quello a prima vista che precede il rapporto sessuale è un concetto ingannevole e di origine patriarcale, dove non avviene un verso superamento nel comporre l’uomo e la natura, la società e l’individuo, la dimensione conscia e inconscia. Al di fuori anche dai miti culturali suggestivi ma non così immediati e veritieri, come quello dell’amore che si estingue nel momento in cui si realizza.
arsenio is offline  
Vecchio 27-12-2006, 16.09.41   #2
angelo della luce
l.'amore è vita...
 
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Caro Arsenio........dici il vero....ed io rifletto. Ad un uomo mi sono mostrata come sono realmente con i miei difetti, con i miei limiti,senza ,veli, ho dato tutta me stessa,la mia voracità passionale,la mia voglia di lui sempre,la mia infinita tenerezza e voglia di carezze lente ,i miei brividi.tutto in un tempo intenso.ho sperimentato le pieghe più oscure mie attraverso lui.l'ho ferito anche tanto con le parole perchè gli buttavo addosso tutti i miei sentimenti e sensazioni anche le più esasperate...però ......così facendo mi sono denudata forse del mistero ma pensavo di essere bellacosì nel mio essere vera vera finoa far male.ma durante l'amore che era vorace,passionale,giocoso,inte nso,un gioco continuo ed eccitante ...io non mi lasciavo andare del tutto..... capisci ? ecco .......nel momento della verità .....dove non si deve e non si può fingere ....io scoperta e gia' nuda non riuscivo ad essere sua del tutto.....
angelo della luce is offline  
Vecchio 02-01-2007, 10.31.53   #3
arsenio
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Riferimento: la verità d'amore tra autoscoperta e disvelamento

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Originalmente inviato da angelo della luce
Caro Arsenio........dici il vero....ed io rifletto. Ad un uomo mi sono mostrata come sono realmente con i miei difetti, con i miei limiti,senza ,veli, ho dato tutta me stessa,la mia voracità passionale,la mia voglia di lui sempre,la mia infinita tenerezza e voglia di carezze lente ,i miei brividi.tutto in un tempo intenso.ho sperimentato le pieghe più oscure mie attraverso lui.l'ho ferito anche tanto con le parole perchè gli buttavo addosso tutti i miei sentimenti e sensazioni anche le più esasperate...però ......così facendo mi sono denudata forse del mistero ma pensavo di essere bellacosì nel mio essere vera vera finoa far male.ma durante l'amore che era vorace,passionale,giocoso,inte nso,un gioco continuo ed eccitante ...io non mi lasciavo andare del tutto..... capisci ? ecco .......nel momento della verità .....dove non si deve e non si può fingere ....io scoperta e gia' nuda non riuscivo ad essere sua del tutto.....



In conclusione, il rapporto tra la verità e l’amore è complesso, problematico e multiforme nelle varie situazioni che si possono presentare, tra autenticità e finzione. A volte sfumate, indistinguibili e sconfinanti tra di loro.

Si mente anche verso se stessi. Come nell’ammantare di qualità inesistenti persone indegne verso cui si è attratti, più che innamorarsene dopo aver in loro intravisto alcune doti per sé congeniali.
Le donne sono più soggette a subire questi abbagli, restie ad ammettere la presenza di indizi premonitori pur avvertendoli nel loro subconscio. Più suggestionabili dei maschi, scambiano per amore anche l’infatuazione che le soggioga nei confronti di certi personaggi per qualche ragione carismatici o detentori di un potere.
A volte succede che si ama soltanto il fatto stesso di amare, senza riconoscere l’altro, come nel caso paradigmatico di Tristano e Isotta. E quale garanzia si può avere sulla sincerità di chi proclama, specie solo a parole, di desiderare soprattutto il bene dell’amato?

La seduzione per sua natura è obliqua, perché una chiara esplicitazione di proprie sensazioni annullerebbe la sua efficacia fondata sull’ambiguità che gioca con la maschera ed il dubbio. Si adottano tattiche subdole anche per scopi estranei al sentimento. Nelle coppie istituzionali e di fatto sono frequenti i tradimenti e le ipocrisie, il bisogno consolatorio di autoingannarsi, gli smascheramenti spesso drammatici. Sono più onesti gli amori a scadenza e senza elevate aspettative, forse per questo maggiormente diffusi nella società postmoderna?

Il primo rapporto sessuale, oltre ad essere necessario per avviare il processo dell’innamoramento, predice il destino della coppia. Non incidono tanto le trascorse esperienze e la maestria nelle tecniche erotiche, quanto la spontaneità affettiva, il manifestarsi di mutue intese emozionali e immaginative. Anche impercettibili segni di dissintonia potranno ostacolare un completo abbandono amoroso.
Già Hanns Sachs, l’unico allievo di Freud che indagò l’arte di amare, (“Ars amandi”, 1920), notò la significatività della prima volta, condizionante per la futura sessualità di coppia. Sia pure in un contesto diverso e in tempi sussuofobici:

“Quelli della prima notte di nozze, infatti, non sono assolutamente piccoli, impliciti piaceri che accompagnano il nuovo stato, ma costituiscono l’aspetto più serio e più importante del matrimonio. E’ durante la prima note che la femminilità della donna si plasma assumendo contorni definitivi. Ma anche per l’uomo rappresenta un’immagine e un oracolo del futuro. Perché in amore più che in altre sfere vige la necessità di continuare ad agire secondo la legge che ti ha guidato all’inizio”.

Il parere dello psicoanalista è che la “seduzione” andrebbe consumata prima delle nozze. Aggiungerei che ci si dovrebbe chiedere sempre anche quali sono le vere ragioni per cui ci si sposa.

Non credo alla casualità amorosa di un Cupido bendato che scaglia la freccia senza designare un bersaglio. Se gl’incontri, come per ogni evento della vita, sono dovuti a concatenazioni casuali, le scelte del partner hanno sempre qualche motivazione che può rimanere occulta o inconfessata.

Di chi c’innamoriamo? Secondo classiche teorie psicologiche, di chi ci evoca i primi legami con i genitori, per somiglianze talora anche in negativo, o per antitesi, se si ritiene che potrebbe colmare nostre remote e inappagate esigenze disattese in famiglia; di chi è capace di dialogare con il nostro inconscio allo scopo di intraprendere comuni percorsi o stabilire ruoli complementari, di chi catalizza le nostre risorse e potenzialità inespresse, ecc.
Le donne, per masochismo di genere e istinto filogenetico, sovente disconfermano tali regole e sono affascinate dai maschi nocivi e inaffidabili, forieri più di guai che di una vita vivace e avventurosa.

L’oggetto concupito, una volta ottenuto, diventa familiare e prevedibile nel suo agire e pensare. L’amore rischia così di estinguersi e perciò, anche inoltrandosi nella relazione, si consiglia di non svelare mai completamente tutte le zone del proprio mondo interiore. Si deve saper creare curiosità e sorpresa, sapendosi rinnovare attraverso il tempo per ravvivare il desidero dell’altro senza spegnersi in una ripetitività routinesca.



Buon Anno
arsenio is offline  
Vecchio 02-01-2007, 11.41.29   #4
medea
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Citazione:
oggetto concupito, una volta ottenuto, diventa familiare e prevedibile nel suo agire e pensare. L’amore rischia così di estinguersi e perciò, anche inoltrandosi nella relazione, si consiglia di non svelare mai completamente tutte le zone del proprio mondo interiore. Si deve saper creare curiosità e sorpresa, sapendosi rinnovare attraverso il tempo per ravvivare il desidero dell’altro senza spegnersi in una ripetitività routinesca.


Ciao Arsenio,
ma ultimamente hai letto Alain De Botton? Beh se nn lo hai fatto dovresti, sembra proprio che la pensi come lui
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Vecchio 02-01-2007, 13.17.11   #5
atman
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Riferimento: la verità d'amore tra autoscoperta e disvelamento

Sai cosa mi incuriosisce Arsenio? La motivazione che ti spinge a tali analisi. Premetto che tutto ciò che dici è molto interessante, e da molti punti di vista apre la mente a molte considerazioni. Cerchi di fare un quadro completo inserendo tutti gli aspetti relativi all'interazione con l'altro e alle forme di analisi introspettive di se stessi. Ma non credi che tante cose dipendono dalla maturità coscienziale degli interlocutori?
Auguroni di buon anno!
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Vecchio 02-01-2007, 17.30.55   #6
nevealsole
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In punta di piedi

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Originalmente inviato da arsenio
L’amante, confermando certe regole dell’autoconoscenza, dice: “Io so chi sei tu, tu invece non ti conosci. “Tu sai chi sono io, io invece non mi conosco. Dimmi chi sono e ti dirò chi sei”.

Ciao Arsenio,
interessante intervento.
Lo sai cosa sto cercando di fare io, invece, in questo periodo?
Capire come appaio agli altri attraverso il confronto con quelli che si interessano a me.
Qualcosa del tipo "perché il tipo che mi sta di fronte proietta su di me determinate caratteristiche?"... dimmi a chi piaci e ti dirò chi sei, in fondo.

Quanto all'amore, abbiamo parlato tante e tante volte di tutto e il contrario di tutto.
Ho sempre più l'impressione che la parola amore sia abusata e non compresa.
Tutto è amore, si potrebbe dire.
Per gran parte della mia vita ho creduto solo nelle burrasche: tutto e subito.
Ho sconvolto esistenze altrui e ho lasciato sconvolgere la mia per brevi attimi, come un temporale estivo.

E' in questi mesi che sto maturando una convinzione diversa, la convizione che all'amore si giunga "in punta di piedi".
Entrare nella vita di un'altra persona è un processo graduale, non uno spalancare di porte, e comporta alcune necessità.
Prima fra tutte capire, lucidamente, chi si ha di fronte... e valutarne i difetti.
Valutare realisticamente se quegli aspetti di lui/lei che stridono così tanto col nostro personale concetto di "amore" possano impedire l'accoglienza piena dell'altro o portare al disamore dopo breve conoscenza.
Credo sia importante imparare a "scegliere l'uomo", nel suo complesso, nel bene e nel male, con i pregi e i difetti.
Smettere di rifletterci nell'altro e guardare all'altro. Amare l'altro e non noi stessi in quel riflesso che crediamo di cogliere in lui.
E tutto questo è verità.
A parer mio, verità e amore non sono in antitesi perché solo dove è verità esiste anche amore.
Non è celarsi il rimedio ma rinnovarsi, perché se ognuno di noi porta avanti il proprio percorso di crescita non c'è spazio per la noia... io non avrò mai di fronte lo stesso uomo anno dopo anno, ma un uomo diverso ogni giorno per le nuove esperienze che lo hanno arricchito che guarderà per lo stesso motivo a me come ad una donna nuova.
Conoscere le radici ed osservare con stupore ogni nuovo sbocciare di un fiore.

Buon anno anche a te
nevealsole is offline  
Vecchio 02-01-2007, 20.29.09   #7
cielosereno52
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Originalmente inviato da nevealsole
Ciao Arsenio,
interessante intervento.
Lo sai cosa sto cercando di fare io, invece, in questo periodo?
Capire come appaio agli altri attraverso il confronto con quelli che si interessano a me.
Qualcosa del tipo "perché il tipo che mi sta di fronte proietta su di me determinate caratteristiche?"... dimmi a chi piaci e ti dirò chi sei, in fondo.

Quanto all'amore, abbiamo parlato tante e tante volte di tutto e il contrario di tutto.
Ho sempre più l'impressione che la parola amore sia abusata e non compresa.
Tutto è amore, si potrebbe dire.
Per gran parte della mia vita ho creduto solo nelle burrasche: tutto e subito.
Ho sconvolto esistenze altrui e ho lasciato sconvolgere la mia per brevi attimi, come un temporale estivo.

E' in questi mesi che sto maturando una convinzione diversa, la convizione che all'amore si giunga "in punta di piedi".
Entrare nella vita di un'altra persona è un processo graduale, non uno spalancare di porte, e comporta alcune necessità.
Prima fra tutte capire, lucidamente, chi si ha di fronte... e valutarne i difetti.
Valutare realisticamente se quegli aspetti di lui/lei che stridono così tanto col nostro personale concetto di "amore" possano impedire l'accoglienza piena dell'altro o portare al disamore dopo breve conoscenza.
Credo sia importante imparare a "scegliere l'uomo", nel suo complesso, nel bene e nel male, con i pregi e i difetti.
Smettere di rifletterci nell'altro e guardare all'altro. Amare l'altro e non noi stessi in quel riflesso che crediamo di cogliere in lui.
E tutto questo è verità.
A parer mio, verità e amore non sono in antitesi perché solo dove è verità esiste anche amore.
Non è celarsi il rimedio ma rinnovarsi, perché se ognuno di noi porta avanti il proprio percorso di crescita non c'è spazio per la noia... io non avrò mai di fronte lo stesso uomo anno dopo anno, ma un uomo diverso ogni giorno per le nuove esperienze che lo hanno arricchito che guarderà per lo stesso motivo a me come ad una donna nuova.
Conoscere le radici ed osservare con stupore ogni nuovo sbocciare di un fiore.

Buon anno anche a te


Quando...parlare d'amore diventa poesia...
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Vecchio 04-01-2007, 09.39.47   #8
arsenio
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Originalmente inviato da medea
Ciao Arsenio,
ma ultimamente hai letto Alain De Botton? Beh se nn lo hai fatto dovresti, sembra proprio che la pensi come lui

Gentile medea, grazie per il consiglio di lettura. Non ho letto ancora nulla di Alain de Botton e certi titoli mi sembrano allettanti.

arsenio is offline  
Vecchio 04-01-2007, 09.41.41   #9
arsenio
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Originalmente inviato da atman
Sai cosa mi incuriosisce Arsenio? La motivazione che ti spinge a tali analisi. Premetto che tutto ciò che dici è molto interessante, e da molti punti di vista apre la mente a molte considerazioni. Cerchi di fare un quadro completo inserendo tutti gli aspetti relativi all'interazione con l'altro e alle forme di analisi introspettive di se stessi. Ma non credi che tante cose dipendono dalla maturità coscienziale degli interlocutori?
Auguroni di buon anno!


Mi piace la domanda sulla mia motivazione del partecipare al forum con certe “analisi”, e sono graditi i tuoi giudizi. Ho già raccontato della mia inclinazione ad affrontare argomenti che riguardano stati affettivi in genere e in particolare la problematicità amorosa, le emozioni, la realtà nei vari aspetti psicosociali.
Credo sia in parte dovuta alla mia infanzia contrassegnata da un’educazione di tipo matriarcale ricca di affetti che non sono mai riuscito a restituire come avrei voluto.
Da sempre sono portato ad un’introspezione individualistica comunque alternata con una curiosità verso il mondo esterno che mi dispone anche all’ascolto e all’interesse per gli altri. Specie nel rapporto duale dialogico con rivalutazione del potere della parola.
Ho proposto riflessioni sull’amore con riferimenti interdisciplinari, in cui ritengo non debba mancare l’aspetto letterario e poetico. L’eros, tra natura e cultura, è desiderio ed energia psichica in cui il corporeo-umorale e lo psichico-immaginativo sconfinano l’uno nell’altro. In tal senso lo considero, ma da “filosofo” per caso non ho ancora capito cosa vogliono le donne, al di à di qualche conferma da personale intuizioni.

Questa mia scrittura rientra in un progetto di autoconoscenza e chiarificazione di temi che mi stanno a cuore. E’ un’esplorazione di me stesso per sapere chi sono stato, i miei valori, le mete raggiunte o irraggiungibili, i desideri, le rinunce ed i limiti. Sono stato sempre me stesso e il mio personaggio virtuale è una proiezione che in larga parte mi corrisponde. Non cerco consensi e appartenenza nelle community virtuali dove sono quasi ignorato soprattutto perchè uso “linguaggi” e modi concettuali diversi da quelli in uso in tali contesti. In ogni caso sono felice quando posso interloquire con qualcuno che comprende ciò che propongo. E’ anche vero, come tu dici, che certi discorsi vengono privilegiati da interlocutori con una “maturità coscienziale”, ricettivi e coinvolti con la mente ed il cuore.
Il presente tema mi è stato suggerito da una serie di conferenze sulle forme della verità, dove però mancava il rapporto che può avere con l’amore. (vedi in Filosofia, La verità nell’interazione tra reale e virtuale).

arsenio is offline  
Vecchio 04-01-2007, 09.44.10   #10
arsenio
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Originalmente inviato da nevealsole
Ciao Arsenio,
interessante intervento.
Lo sai cosa sto cercando di fare io, invece, in questo periodo?
Capire come appaio agli altri attraverso il confronto con quelli che si interessano a me.
Qualcosa del tipo "perché il tipo che mi sta di fronte proietta su di me determinate caratteristiche?"... dimmi a chi piaci e ti dirò chi sei, in fondo.

Quanto all'amore, abbiamo parlato tante e tante volte di tutto e il contrario di tutto.
Ho sempre più l'impressione che la parola amore sia abusata e non compresa.
Tutto è amore, si potrebbe dire.
Per gran parte della mia vita ho creduto solo nelle burrasche: tutto e subito.
Ho sconvolto esistenze altrui e ho lasciato sconvolgere la mia per brevi attimi, come un temporale estivo.

E' in questi mesi che sto maturando una convinzione diversa, la convizione che all'amore si giunga "in punta di piedi".
Entrare nella vita di un'altra persona è un processo graduale, non uno spalancare di porte, e comporta alcune necessità.
Prima fra tutte capire, lucidamente, chi si ha di fronte... e valutarne i difetti.
Valutare realisticamente se quegli aspetti di lui/lei che stridono così tanto col nostro personale concetto di "amore" possano impedire l'accoglienza piena dell'altro o portare al disamore dopo breve conoscenza.
Credo sia importante imparare a "scegliere l'uomo", nel suo complesso, nel bene e nel male, con i pregi e i difetti.
Smettere di rifletterci nell'altro e guardare all'altro. Amare l'altro e non noi stessi in quel riflesso che crediamo di cogliere in lui.
E tutto questo è verità.
A parer mio, verità e amore non sono in antitesi perché solo dove è verità esiste anche amore.
Non è celarsi il rimedio ma rinnovarsi, perché se ognuno di noi porta avanti il proprio percorso di crescita non c'è spazio per la noia... io non avrò mai di fronte lo stesso uomo anno dopo anno, ma un uomo diverso ogni giorno per le nuove esperienze che lo hanno arricchito che guarderà per lo stesso motivo a me come ad una donna nuova.
Conoscere le radici ed osservare con stupore ogni nuovo sbocciare di un fiore.

Buon anno anche a te


Ciao nevealsole, come sempre è molto gradito il tuo intervento. Anche in amore sono sempre da considerare più “verità” ugualmente verosimili, dove inoltre ognuno tende a vedere in noi ciò che gli pare e aggrada. Ogni realtà è sempre interpretazione soggettiva. Tuttavia non escluderei si possa trovare qualche saldo riferimento nella nostra vita affettiva, e considero l’amore il miglior strumento di mutua conoscenza. Pure tenendo conto che il modo con cui gli altri ci sperimentano può non coincidere con ciò che pensiamo di essere per loro. Vanificando così il nostro voler apparire migliori e più graditi. Di conseguenza sarebbero vane anche le strategie seduttive, certe attrazioni sono indecifrabili e istintuali, si rincorre chi fa soffrire, chi detiene un potere, chi evoca bisogni inconsci, ecc.
Infine la domanda sottesa al presente tema è come nella convivenza ci si possa liberare dai propri poco variabili e abitudinari schemi mentali e comportamentali che ostacolano una vitale crescita di coppia. Per diventare come l’uomo che ambiresti per te: “sempre diverso e arricchito dalla sue esperienze”. Sebbene non sia detto che tutte le donne siano in grado di apprezzare un uomo mutevole che propone inusuali e talora inquietanti visoni del mondo e atteggiamenti non conformi. Fuori da una realtà ovvia ma per alcuni pur rassicurante. In quanto all’amore da prendere quale modello approvo quello che delinei: relazionale, accogliente e delicato, focalizzato su chi si ama senza centrarsi troppo su se stessi. Equidistante sia dalla piattezza quotidiana che dai miti romantici suggestivi ma improbabili.
L’amore appassionato che resiste all’usura del tempo non è presente nemmeno nelle unioni degli amanti leggendari. Tristano e Isotta amano più il fatto di amare che l’oggetto d’amore; Abelardo è coraggioso ma indeciso, ed è forse attratto solo fisicamente da Eloisa. Werther ama Lotte? O è appagato dal solo sentimentalismo introspettivo? Non dobbiamo renderci infelici con la pretesa di un amore totalizzante o di un illusorio possesso, nè si può cambiare l’altro secondo i nostri desideri. L’amore sognato è impossibile, letterario e virtuale. Possiamo solo agire su di noi che pure siamo imprevedibile a noi stessi.

Spesso nella coppia si lamentano sofferenze dovute all’incapacità di un ascolto attento con sensibilità e immedesimazione nel disagio dell’altro. La comunicazione è apparente, priva di competenze nel linguaggio dei sentimenti, specie oggi che le emozioni genuine sono in declino o banalizzate dai media.
Un rapporto creativo richiede anche di avere idee chiare su cosa si vuole e si può dare, condividendo pensieri e fantasie. Ma la relazione per eccellenza è quella sessuale. Senza l’erotizzazione del corpo il rapporto non può essere di autentico scambio e dono reciproco.

arsenio is offline  

 



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