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08-06-2005, 14.24.20 | #1 |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,959
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A proposito di referendum
Prendo spunto dalle considerazioni presenti in questo scritto, (in lettere online), di Donata Allegri: -
Da un po’ di tempo si sente molto parlare dei referendum, assistiamo a dibattiti televisivi nei quali ogni parte cerca di convincerci delle proprie ragioni. Io non entro nel merito dell’eventuale voto, ognuno di noi è libero di scegliere secondo le proprie idee. Già, ma libertà vera c’è solo quando c’è una conoscenza, in mancanza della quale ogni nostra decisione è pilotata da altri. Dall’esito di questa consultazione non dipende solo la procreazione assistita, importante sì, ma marginale rispetto a cose, a mio avviso, molto più importanti. Probabilmente un’eventuale vittoria dei No porterebbe come conseguenza una diminuzione dei finanziamenti per la ricerca. (Vai allo scritto intero) per ampliare il discorso evidenziando che non c’è in gioco solo il futuro della ricerca ma il futuro del modo in cui i nostri politici saranno spinti a gestire l’intero paese. In Italia sono molte le cose che non funzionano e questo solo se paragoniamo l’Italia ad altri paesi occidentali e non certo ad uno stato ideale. Manca il concetto di serietà, di professionalità, di assunzione di responsabilità, di rettitudine morale, (intesa come capacità di originare un’azione che sia etica e non intesa come oscurantismo sessuale). Ma soprattutto manca in Italia il concetto del diritto, cioè quelle indicazioni chiare che in ogni situazione ci fanno sapere cosa ci spetta e cosa no. Conseguentemente a questo manca un chiaro concetto di legalità, in quanto quando il diritto non è ben definito tutto può essere lecito. Questa confusione tutta italiana è da attribuirsi secondo me all’incapacità del popolo di scindere l’ambito politico/sociale da quello spirituale e di pretendere che lo stato si faccia carico oltre che della gestione della cosa pubblica, anche della gestione delle coscienze. Ben diverso è il compito del legislatore, se deve stabilire se e dove fare passare un’autostrada, dallo stabilire, ad esempio, se convivere con una persona dello stesso sesso sia bene o male, e se quindi questa coppia debba godere degli stessi diritti di ogni altra coppia. L’amministrazione italiana ha sempre avuto la pretesa di entrare in questi ambiti finendo per non dire mai non solo dove sia meglio fare passare l’autostrada, ma neppure quali sono i nostri diritti elementari di cittadino, quali i nostri doveri. La diretta conseguenza di questa pretesa, è che la ricerca, la scuola, la sanità, l’organizzazione del lavoro, la cura dell’ambiente, non sono gestite o sono gestite con la stessa nebulosità che si ha nel definire un concetto di bene e di male assoluti. Questo referendum non sarà solo una verifica sui nostri dubbi riguardanti i problemi della scienza genetica, ma sarà una verifica da cui si vedrà quanti cittadini italiani hanno capito che, indipendentemente dal loro credo personale, è meglio per tutti dare a Cesare quello che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio, anche perché, se vogliamo far fare a Cesare anche il lavoro di Dio finirà che non farà bene ne l’uno ne l’altro, come ampiamente dimostrato dalla storia italiana. |