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LettereOnLine - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica |
05-09-2004, 15.09.00 | #1 |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
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Il potere dell'intenzione
Ho letto la sua lettera riguardante il “Potere dell’intenzione”.
https://www.riflessioni.it/lettereonline/intenzione.htm Mi é piaciuta molto e mi trova assolutamente d’accordo. Inoltre, ho colto anche l’occasione per leggere il suo articolo interessantissimo sulla “Sincronicità”, trovato sul suo sito. Ho molto apprezzato la sua esposizione, anche perché ho molta affinità affinità con questa Visione, per me, frutto di una lunga ricerca interiore. Mi permetto d'inserirla nel forum di discussione perché forse, a qualcuno potrebbe interessare confrontarsi su questo importante tema. Con stima la saluto. Mirror |
28-09-2004, 19.03.11 | #3 |
Ospite
Data registrazione: 28-09-2004
Messaggi: 7
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Il potere dell'intenzione
Salve sono l'autore dell'articolo Il potere dell'intenzione e di altri precedenti, sono contento quando trovo persone che la pensano come me.
Se riusciamo ad aprire un dibattito su tale argomento sarà importante per tutti i visitatori del forum. Inizio io sottolineando la parte dell'articolo che parla della comprensione del sè come da me descritto anche in l'autocomprensione per dire che il lavoro che tutti dovremmo fare e che invece facciamo poco o niente è quello che ci deve portare, pian piano, ad una comprensione netta, completa di come la mente "organizza" il nostro modo di essere cioè tutta la nostra vita. Riuscire ad essere attenti e sereni osservatori di ogni nostra reazione agli eventi esterni ed a quelli interni (le nostre emozioni) ci porterebbe a comprendere come tanti quasi automatismi regolano le risposte al nostro vivere attimo per attimo, portandoci alla disarmonia sempre più senza un consapevole nostro controllo. Badate basta iniziare la ricerca interiore per capire quando l'autocomprendersi è fondamentale per la nostra crescita evolutiva e per il potere dell'intenzione stesso. Quando, infatti, rallentando i nostri ritmi molto agitati e veloci, osserviamo le risposte a quanto ci "colpisce" (sensorialmente e psicoemozionalmente) ci rendiamo conto che l'equilibrio e l'armonia sono più a portata di mano perchè prendere coscienza implica trasformazione ed evoluzione. |
04-11-2004, 09.58.16 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
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"Essere libero da ogni cosa non significa affatto il "Vuoto". In quanto tale, l'Essere non possiede una natura propria: resta al di là di ogni forma. Nulla si accumula più in esso, in maniera tale che se si trattiene anche la cosa più infima, la grande Forza viene ostacolata, e l'equilibrio originario delle forze è perduto. Per poco che l'Essere si trovi legato ad un oggetto, non è più libero di muoversi, non potrà più scaturire nella sua piena ed intera abbondanza. Se l'equilibrio che proviene dall'Essere viene turbato la sua forza, laddove le sarà possibile circolare, scaturirà malgrado tutto, ma ove non potrà scorrere, non ci sarà nulla da fare.
"Quindi, il concetto di libertà da tutte le cose non significa altro che questo: non accumulando nulla, non appoggiandosi a nulla e non fissandosi su nulla non vi è né il forte né il suo opposto, né l'Io né l'opposto dell'Io. Nel momento in cui accade qualcosa, si incontra questo evento come inconsciamente, ed esso non lascerà traccia. Si dice nel "Libro delle Trasmutazioni" (Eki): 'Senza pensare, senza agire, senza movimento, nel silenzio totale: solo così è possibile testimoniare l'esistenza dell'Essere e della Legge delle cose dall'interno, e divenire inconsciamente tutt'uno con il Cielo e la Terra'. Colui che pratica il Kendô e vive in questo modo, è prossimo alla verità della Via". Shoken, udendo queste parole, chiese: "Cosa significa né Io né non-Io, né soggetto né oggetto? ". La gatta rispose: "Perché esiste l'Io, esiste anche il suo nemico. Se non ci si manifesta in quanto Io non si manifesterà nemmeno il proprio avversario. Questo è solo un altro nome per ciò che significa: opposizione. Fino a quando le cose conserveranno una forma propria, esisterà sempre una "contro-forma". Ogni volta che qualcosa assume determinazione, prende una forma particolare. Se il mio essere non viene concepito come una forma particolare, la sua "contro-forma" non avrà più ragione d'esistere. Dove non esiste opposizione, non c'è nulla che possa esservi contro. Questo è il significato di "né Io, né non-lo". "Se si abbandona completamente il proprio essere, se si diventa liberi dall'attaccamento ad ogni oggetto, si è in armonia con l'universo, Uno con tutte le cose, nella grande Solitudine. Se la forma del proprio nemico svanisce, non ci se ne accorge, ovvero non ci si arresta: lo spirito si muove, continuamente libero da ogni legame, e risponde semplicemente, agendo con pari semplicità dal profondo dell'essere. Se lo Spirito è libero da ogni occupazione, il mondo corrisponderà tale e quale al nostro mondo, formando con noi un'unità. Lo si potrà cogliere aldilà del bene e del male, della simpatia o dell'antipatia: non si sarà più turbati o legati a nulla. Ogni opposizione: guadagno e perdita, bene e male, gioia e sofferenza, sorgono da noi stessi, ed è per questo che nell'immensità del Cielo e della Terra nulla merita d'esser compreso più che il proprio essere. Un poeta antico disse: Un granello di polvere nell'occhio e i tre mondi saranno troppo piccoli. Se non ci si sofferma più su nulla il letto più piccolo sarà ancora grande. Questo significa: se un granello di polvere penetra nell'occhio, questo non potrà più aprirsi, poichè una visione chiara è possibile a condizione che l'occhio sia vuoto. Possa quest'immagine servirci da parabola riguardo all'essere, che è luce illuminante e libera in sé da ogni cosa. Un'altro poeta disse: Circondato da contomila nemici, in quanto forma sarei schiacciato. Ma l'Essere è e resterà mio per quanto il nemico sia forte. Nessun nemico potrà mai penetrarlo. Confucio disse: "Anche l'essere di un uomo semplice non può essere rubato". Ma se lo spirito è turbato, l'Essere si rivolterà contro di noi. È tutto ciò che posso dirle. Ora si raccolga e cerchi in lei stesso". Un maestro può solo dare delle nozioni al suo discepolo, esporgli la sua opinione. Ma io solo sono capace di riconoscere la Verità, di integrarla. Questo si chiama "Integrazione di sé" (Jitoku). La trasmissione avviena da cuore a cuore (I shin den shin), ed è aldilà della dottrina e dell'erudizione (kjogai betsuden). Non significa "non contraddire il Maestro". Vuol dire semplicemente: anche un Maestro non saprebbe trasmettere la Verità. Questo non è valido unicamente per lo Zen. A partire dagli esercizi spirituali degli antichi, passando per la cultura dell'anima fino alle arti, l'integrazione di sé rimane sempre il nucleo centrale, ed essa è trasmissibile unicamente da cuore a cuore. Ogni insegnamento si limita ad indicare, orientare verso ciò che già esiste in se stessi, senza saperlo. Non vi è dunque un segreto che il Maestro possa "trasmettere" al discepolo: è facile insegnare, è facile ascoltare; il difficile è prendere coscienza di ciò che esiste già in sé, trovarlo e prenderne realmente possesso. Questo si chiama "Guardare nel proprio essere, visione dell'Essere" (ken-sei, ken-sho). Se ciò avviene vi sarà il Satori: il grande Risveglio dal sogno, dalle illusioni. Risvegliarsi, guardare all'interno del proprio essere, comprendere la Verità del Sé: tutto questo è la stessa cosa. Karlfried von Diirckheim Nota: Come in ogni occasione in cui si deve tradurre da una lingua ideogrammatica, come il giapponese, in una lingua alfabetica come l'italiano, s'impone una precisazione di fondo. Tutte le parole cruciali, nel nostro caso, di quest'articolo (Kendô, Ki, Kokoro, Mu-shin, Satori, I shin den shin) posseggono una vastità di significati intrinseci alla struttura simbolica dell'ideogramma che le designa da rendere del tutto impossibile trovare un'unica parola o perifrasi in grado di renderle pienamente tutte. Per cui le scelte adottate (rispettivamente "Via della spada", "spirito", "cuore", "non coscienza dell'Io", "Illuminazione", "da cuore a cuore") pur formalmente corrette non rendono che la superficie del significato assai complesso loro proprio. Per tutti coloro che desiderassero impadronirsi maggiormente della articolata vastità di questi significati consigliamo due possibili approfondimenti: il saggio di Mario Polia, L'etica del Bushidô (Rimini, 1989) per quanto concerne i concetti fondamentali delle Arti Marziali tradizionali giapponesi, e il volume del Maestro Taisen Deshimaru Roshi, Zen e arti marziali (Rimini, 1990) come folgorante introduzione ai legami tra mondo del Budô ed esperienza religiosa Zen. dal sito:http://www.ilbolerodiravel.org/filosofia/durkheim.htm Ps. Lo so che vi rompo ultimamente con lo zen...e' perche ho un po' mal di giappone in questo periodo. Ciao |
29-11-2004, 12.03.38 | #9 |
Ospite
Data registrazione: 28-09-2004
Messaggi: 7
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Ancora una volta rimando al mio sito naturopatia quantistica ed al link dell'intuizione in esso presente per avere più chiare le idee sull'intuizione.
Qui posso, in spazi stretti, dire che intuire è il modo "principe" per osservare la vita, ma attenzione a non confondere la vera intuizione con quello che comunemente e superficialemente s'intende essa significhi (solo saper le cose come attraverso una sorte di 6° senso) Inoltre è bene comprendere che la parte irrazionale dell'intuizione è solo una fase dell'osservazione della realtà che essa attua dopo la mente deve interpretare la simbologia percepita, associare quanto interpretato a quanto è presente nell'archivio della memoria (la conoscenza personale) e poi tirar fuori elementi concreti spesso d'importanza elevata per la propria crescita interiore oltre che per l'evoluzione pratica del decorso della propria vita. Pochi sono coloro (ma ci sono) che fanno quanto sopra [percezione dei simboli, interpretazione, associazione di idee e controllo archivio mnemonico e concretizzazione del "dato di conoscenza" finale"] in milionesimi di secondo. Altri si debbono accontentare di svolgere con pazienza i vari passaggi in vari momenti al fine comunque di avere ottimi risultati. L'impulsività e quanto lamentato da mistico (che gentilmente, di questo lo ringrazio tantissimo, è intervenuto al forum) specie nel dire "affidarsi sistematicamente alla propria intuizione è correre rischi gravi per sé e per gli altri" vale a mio parere solo per quelle che crediamo siano intuizioni ma non sono altro che l' illusorio intervento della mente razionale che prelevando dati dalla memoria ci pone davanti una delle possibilità a cui è pervenuta, invece la vera intuizione è profonda, irrazionale ed è veritiera, cioè non sbaglia in alcun modo quanto ci propone di vedere attraverso di essa sempre che (qui è la maggior difficoltà ed io insegno proprio a superarla) riusciamo ad interpretare i simboli percepiti! |