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09-06-2013, 00.26.36 | #62 | |
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
Citazione:
Ribadisco la necesità logica dell'unicità dell'IO. Qi sintetizzerei la mia opinione: l'IO è la singolarità origine dello "spazio della conosenza", cioè l'origine ed il costruttore logico dell'Universo, vale a dire che è la "coscienza dell'universo". l'IO è diverso da DIO non per la mera mancanza di una D iniziale ma pel fatto che quella "D" equivale alla differenza tra una Conoscenza finita ed una Conoscenza infinita; Dio è, infatti, Conoscenza Assoluta |
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19-06-2013, 23.15.32 | #63 | |
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
Citazione:
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29-06-2013, 14.20.56 | #64 | |
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
Citazione:
Scientificamente, invece, è stato trattato il problema della Informazione il cui legame con la Conoscenza è, per altro, comunemente innegabilmente intuito. |
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22-07-2013, 23.23.02 | #65 |
prof
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
La questione non è una sciocchezza. L'Osservatore universale, cioè l'IO, è la singolarità origine dell'Universo; a parte quest'ultima precisazione, osservando -cioè: operando- dall'interno di un sistema (in questo caso. il sistema Universo) si introduce un'autoreferenzialità che impedisce di "conoscere" il sistema a meno di un'approssimazione di fondo. Il principio di indeterminazione di Heisenberg riassume questol limite imperforabile dell conoscenza.
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06-08-2013, 17.32.08 | #66 |
prof
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
Cos’è la prova per “Osservazione diretta”?
Si potrebbe dire che è quella che viene comunemente percepita tramite la sensibilità dei nostri sensi corporei ma anche quella che percepiamo con l’aiuto di una opportuna catena strumentale della cui sicurezza ed efficienza l’osservatore (o l’Osservatore universale) è indiscutibilmente certo e soddisfatto. Da tener presente che certezza e soddisfazione sono grandezze conoscitive di difficile misurazione e definizione in quanto rientrano nella complessità costitutiva dell’osservatore (o dell’Osservatore), cioè dell’Universo. |
14-08-2013, 11.05.26 | #67 | |
Ospite
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
Citazione:
Non credo si possa capire la coscienza mediante la fisiologia o la fisica, è come pretendere di guarire una malattia mediante la mente. Qualcuno ci crede ma pur essendo sistemi collegati non siamo affatto padroni della situazione. Forse anzitutto dobbiamo capire cosa si intende per coscienza. Di solito si intende per coscienza l'elaborazione personale di tutto il sapere che ci hanno trasmesso gli altri, insieme a un'esperienza di vita che ha determinato l'interpretazione dei dati. Quindi una coscienza condizionata. Un esempio: tutti parlano del mondo come del "creato", ma è perchè c'è stato trasmesso così, in realtà non sappiamo se è stato creato, è uno schema. Questa coscienza il alchimia è l'elemento fuoco, ma non è il fuoco segreto dei saggi. Esiste infatti una seconda coscienza che si forma riunificando ciò che fu separato (per chi è interessato all'alchimia guardi le prime fasi) e cioè la mente dai sentimenti (elemento acqua per alchimia). Messi nell'alambicco ragione e sentimento, o mente e anima come si vogliono chiamare, si trasformano in una seconda coscienza che demolisce la prima. E' il fuoco segreto dei saggi, è un istinto cosciente e non cieco come di solito l'abbiamo, è assolutamente autoreferenziale (per questo in alchimia si dice butta i libri e imbianca il lattone), e fa capire se stessi e gli altri.. e pure qualcosa del mondo... |
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30-08-2013, 22.37.33 | #68 | |
prof
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
Citazione:
Sono sostenitore dell'idea che la sostanza costitutiva dell'Universo sia la Conoscenza in un senso prossimo a quello che si suole dare al termine quando lo si riferisce a Dio. Se vogliamo appressarci scientificamente alla problematica della Conoscenza (da non confondere con ciò che comunemente s'intente con tal termine) dobbiamo sforzarci di pensare che si tratta di una grandezza in via di principio misurabile analogamente all'energia ed all'entropia con le quali grandezze la Conoscenza sembra avere non poche attinenze, l'entropia, per esempio, è n deterioramento che colpisce duramente la Conoscenza mentre l'informazione (altro termine non proprio scevro da difficoltà) l'accresce. L'affrontare questo problema richiede che l'Osservatore Unico -l'IO- tenga conto che il SUO Universo è autoreferente e lo è principalmente perché l'IO ne è la singolarità origine e che questo carattere di singolarità comprendere la proprietà di essere contemporaneamente interno ed esterno all'universo, da ciò l'invitabile autoreferenzialità dell'Universo. |
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01-12-2013, 12.39.01 | #69 | |
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Riferimento: Coscienza=conoscenza autoreferenziale
Citazione:
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22-02-2016, 21.30.00 | #70 |
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Riferimento: principio di indeterminazione per non addetti ai lavori
Il principio di indeterminazione per “non addetti ai lavori”
Per i “non addetti ai lavori” il principio in questione dice che è impossibile, parlando di un corpo in movimento, venire contemporaneamente a conoscenza della sua esatta posizione su percorso e della sua velocità; i due dati possono, si, essere accertati esattamente, ma non contemporaneamente. Perché? Il perché lo spiega questo banalissimo esempio. Immaginiamo un’auto che corra lungo una strada rettilinea ad una velocità da misurare. Supponiamo di disporre di un cronometro e di un dispositivo ottico; prima che l’auto arrivi al punto su cui vogliano misurare la velocità segniamo sull’asfalto questo punto P compreso tra i punti A e B posti ad una distanza convenientemente stabilita. Premettiamo che trascureremo tutte le inevitabili ed ovvie difficoltà pratiche connesse a queste operazioni, come la precisione nell’uso del cronometro nonché dei dispositivi ottici che ci consentiranno di cogliere gli istanti in cui l’auto attraverserà in successione i due punti A e B entro i quali trovasi il nostro punto P ed attendiamo, cronometro alla mano, l’arrivo dell’auto w l’inizio della misura del tempo ( punto A) e la fine della rilevazione del tempo (punto B), sia T questo intervallo ed S la distanza, ovviamente nota, tra A e B. Il rapporto tra spazio e tempo da la velocità media da attribuire all’auto a valere nell’intervallo S. Abbiamo premesso di trascurare le tutte difficoltà tecnico-pratiche dell’operazione sicché il valore calcolato della velocità è un valore medio Vm uguale a S/T che riguarda l’intero tratto A B. E’ facile comprendere che almeno in un punto in questo tratto l’auto avrà esattamente la velocità S/T mentre in altri punti del tratto AB avrà valori di velocità minori o maggiori o anche uguali a S/T. La domanda è qual è questo punto? Riepiloghiamo: a) dopo l’esperimento disponiamo del valore esatto della velocità ma non sappiamo collocarlo, con uguale precisione nello spazio AB ma…… b) l’obiettivo era di conoscere la velocità nel punto P (posto tra A e B), ora, se si afferma che il punto che ci interessa sia esattamente P allora ci accorgiamo di aver certezza della posizione ma di non sapere, se non approssimativamente, la velocità della nostra auto su quel punto P. Se guardiamo i capoversi a) e b) leggiamo proprio la descrizione del principio di indeterminazione. |