......Troppi attacchi ai metodi, se non alle persone e mai ai concetti veicolati dai pensieri........
Un’idea vale o non vale in se stessa non a secondo di chi la dice ed è solo il lettore, (sei solo tu che leggi), che certifichi il valore di un’idea.
...........Comunque sprimacciando qua e là i thread del forum arrivo sempre alla stessa conclusione, cioè che non possiamo rimanere senza un qualche “assoluto”. Comunque lo chiamiamo alla fine riappare sempre lui, sempre ben saldo al centro delle nostre vite. Sono state dette cose inverosimili pur di dimostrare che esiste. Si è rivestito di significati il “nulla” arrivando al paradosso di dare nome e forma a qualche cosa che per sua natura non esiste.
Si è assolutizzato il relativo generando un altro paradosso, un'altra contraddizione in termini. Il relativo è diventato così assoluto che, non si può più nemmeno affermare che, le pietre scagliate negli occhi fanno male, perché qualcuno subito direbbe: -
questa è la tua opinione, questo è il tuo pensiero. Con che metro misuri il male?–
Ma a me sembra che le pietre scagliate negli occhi fanno male, come sembra che l’assoluto o “dio” che dir si voglia è uguale al nulla, nel senso che è solo un’astrazione, anzi la massima astrazione, quella che, riflettendosi al centro di noi stessi, ha reso fecondo l’uomo di pensieri e di idee.
E’ il nostro creatore? Si lo è se ci identifichiamo nella memoria. L’essere di memoria in noi è sostenuto dall’idea di “dio” è nato assieme a quell’idea e cresce con essa. Ma siamo noi solo esseri di memoria?
Liberi di credere oppure no a quanto segue, così come io rivendico la libertà di enunciare il mio “sogno” tra tanti sogni. …… Esiste un luogo, un luogo immacolato che non ha la sterilità della nuda materia e non ha l’apparenza effimera delle pure idee. Forse è il tratto di congiunzione tra i due, ma non è nessuno dei due. Non è materia e non è spirito eppure è. Non è il nulla e non è il tutto, eppure è. Non ha la relatività del divenire e neppure l’assolutezza dell’Essere, eppure ha il buon senso per mediare tra i due. Si il buon senso, quello che ci fa capire che le convenzioni servono all’uomo e non l’uomo alle convenzioni.
Quello che all’alba della nostra venuta al mondo, prima dell’origine del mito, prima, molto prima della storia scritta, prima che nascesse la dualità, prima della caduta, prima della grande guerra tra la Vita e il pensiero, consegnò nelle nostre mani la terra e i suoi segreti. Perché sia successo il pasticciaccio non lo so davvero. Quello che so davvero e che è successo e che va avanti sulle ali del mito, rincorrendo il sogno, e lontano dalla terra.
Va beh....... vi lascio al vostro gioco di “inseguire l’assoluto fingendo di fuggirlo”, o di “fuggire l’assoluto fingendo di inseguirlo”. Le due cose hanno in comune un uguale inganno. Mantengono cioè al centro delle vostre vite qualche cosa che non è voi stessi. Ed è da quella perdita di centralità che nasce il dolore.
Ciau.....
Non rabiatevi che non fa bene…. E leggete quello che c’è scritto e non quello che volete leggere.