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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
27-07-2006, 07.52.59 | #7 | |
Utente bannato
Data registrazione: 26-07-2006
Messaggi: 43
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Re: se stessimo sognando?
Citazione:
non ti stai sbagliando, solo che questa nostra esistenza è un'incubo, viceversa la realtà da cui si proviene in Spirito è quella Vera, ma per accettare questo devi credere non con la tua mente razionale, poichè non potresti uscire dalla logica dell'incubo, ma devi risvegliarti (e lo puo fare anche prima della morte fisica) ed essere come un bambino, cioè fare un cammino al ritroso, non pensare più da adulto e credere ad un mondo perfetto, ma solo con la parte più intima di te stesso, talmente intima da non conoscerla neppure te stesso che ne sei la forma-sostanza trasformata. Sapienza |
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08-08-2006, 14.58.52 | #8 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: se stessimo sognando?
Citazione:
il tema della vita-sogno (e della vita-illusione), come molti analoghi problemi gnoseologici, mi ha sempre affascinato. io stesso ho apeto in passato più di una discussione a riguardo. tali problemi hanno più di una volta attirato la mia attenzione non solamente per un loro intrinseco fascino, ma anche perchè credo che molti problemi analoghi poggino su fraintendimenti linguistici, e che siano in ultima analisi problemi solo nella misura nella quale si ha l'impressione (l'illusione) che alcuni modi di esprimersi abbiano un significato (quando in realtà non ce l'hanno). la tesi è: le nostre vite potrebbero essere solamente dei sogni, dai quali un giorno ci sveglieremo, trovandoci in una realtà, probabilmente, radicalmente differente dalla nostra (anche noi siamo totalmente differendi dall'immagine di noi stessi nel sogno). e solitamente si aggiunge (come qui si è di fatto aggiunto) che di tale tesi è impossibile dimostrare la verità, come la falsità. diciamo che concordo su quest'ultima osservazione, ma per ragioni e in misure molto differenti da quanto è emerso finora in questa discussione. infatti io credo che di tale tesi non si potrà dimostrare mai la verità o la falsità, non per un nostro limite epistemico, bensì perchè tale tesi, in realtà, non esprime nessuna tesi (a tale tesi non si ha dato un senso proprio). perchè tale tesi, che a prima vista sembra sensata quanto "il sale è sul tavolo", non ha un vero e proprio significato, cioè non esprime nulla? confrontiamo le seguenti proposizioni: 1. un giorno mi risveglierò da questo sogno, in una realtà differente. 2. ora sono sulla Terra come Pinco Palla, ma un giorno, bruscamente, mi troverò in un altro mondo (chiamiamolo Xworld), in un altro corpo, inserito in un altro contesto sociale (e quindi con un ruolo e una posizione sociale differente). di fatto che differenza c'è tra queste due proposizioni? non è un modo di esprimersi migliore quello della (2), rispetto alla (1)? perchè mai dovremo identificare la nostra vita sulla Terra da Pinco Palla come sogno, mentre quella su Xworld come realtà? non potrebbe essere, allora, anche viceversa? ma allora che senso ha quello che stiamo dicendo? solitamente un sogno è confuso, non è composto da immagini vere e proprie (bensì di 'immagini mentali', che sono differenti delle immagini che la vista ci fornisce): così ci hanno insegnato ad usare la parola "sogno". ma se entrambe le vite sono indistinguibili (e non hanno le caratteristiche di confusione, etc., che hanno i sogni), allora io preferisco dire (2) che (1) (e riconosco in (1) un modo improprio di usare il linguaggio per descrivere tale fenomeno). se mi dovesse veramente capitare una cosa del genere, non direi (1), bensì riconoscerei l'incredibilità dell'avvenimento e la consequenziale ammissione di non aver termini adeguati per descrivere il fenomeno, e che quindi devo descriverlo in modo 'neutro', come tipo la (2) fa. epicurus |
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10-08-2006, 12.22.49 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
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Riferimento: se stessimo sognando?
Citazione:
Il problema è un altro: quando si entra sul piano metafisico ci si può immaginare di tutto. Se la realtà metafisica è al di fuori della nostra percezione, allora può essere tutto o il contrario di tutto. Diventa automaticamente indimostrabile e inconfutabile. Secondo me però tutto origina da una constatazione: la nostra finitezza, la nostra mortalità, bocconi troppo amari da ingoiare. L'uomo si è sempre difeso con le costruzioni metafisiche alle quale dava, sotto il profilo culturale, valenza di realtà: nel medioevo Dio esisteva eccome e gli uomini vivevano presi tra cielo e terra! Poi sono arrivati gli illuministi, hanno negato la metafisica e sono cominciati i nostri problemi esistenziali. |
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