Citazione:
Messaggio originale inviato da Rudello
Che ne pensate?
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C'era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe. Quest'uomo era integro e retto*; temeva Dio e fuggiva il male.
(Giobbe 1:1)
Amèn, amèn, io vi dico che, in realtà Giobbe, non solo era un uomo integro e retto (vedi *), ma era l'uomo più integro e retto che si fosse mai visto sulla terra. Così veniva considerato.
Poi, essendo un po' esagerata la cosa, e poco credibile, che esistesse un uomo del genere, nel testo scrissero unicamente quanto troviamo sopra, ma il senso del libro di Giobbe non cambia.
Il libro fa rendere conto a tutti, prima di iniziare a raccontare qualsiasi fatto, di come Giobbe sia innocente, sia senza peccato, sia nel giusto, e che non ci sia un solo motivo per cui sia possibile condannarlo.
Insomma, la storia inizia con questa premessa: noi - lettori - sappiamo che Giobbe non ha colpe.
Cosa succede con l'evolversi del racconto?
L'innocente, inizia a soffrire...!
Come è possibile si chiedono tutti - Giobbe, gli amici di Giobbe, i lettori stessi, ecc.?
Giobbe afferma con tenacia la sua innocenza.
Sono innocente? Sì, lo sono!
(Giobbe 9:21)
Ma i suoi tre amici - Elifaz, Bildab e Zofar -, che possiamo considerare come i teologi moderni, insomma gli esperti del campo a quei tempi, non possono accettare l'idea che Dio - l'Onnipotente - possa permettere all'innocente di soffrire. Se uno soffre, è perché ha colpa, è perché ha peccato.
Non esiste proprio che l'innocente soffra, perché è Dio a permetterlo.
Per questo motivo, non credono a Giobbe e lo criticano quando dice di non avere colpe.
Cosa risponde Giobbe?
Oh, se faceste silenzio! Esso vi sarebbe contato come saggezza.
(Giobbe 13:5)
Fino a quando mi affliggerete e mi tormenterete con i vostri discorsi? Sono già dieci volte che m'insultate e non vi vergognate di malmenarmi. Ammesso pure che io abbia sbagliato, il mio errore concerne me solo.
Ma se proprio volete insuperbire contro di me rimproverarmi la vergogna in cui mi trovo, allora sappiatelo: chi m'ha fatto torto
e m'ha avvolto nella sua rete è Dio.
(Giobbe 19:2-6)
Questa innocenza da parte di Giobbe, e anche questa forma di ingiustizia che sta vivendo, non è evidente solo dal punto di vista di Giobbe, bensì anche dal punto di vista del lettore, che ha sempre ben in mente la premessa, in cui ci sta scritto, come Giobbe sia un uomo integro e retto.
La domanda che ora tutti si pongono è:
Perché?
Perché è possibile che avvenga tutto ciò?
Come mai Giobbe - innocente qual è -, soffre? Come mai Dio lo permette? Perché gli amici lo attaccano?
È Dio il colpevole della sofferenza dell'innocente?
Possiamo trovare una risposta?
La saggezza [divina], dove trovarla? Dov'è il luogo dell'intelligenza? L'uomo non ne sa la via, non la si trova sulla terra dei viventi. [...] Essa è nascosta agli occhi di ogni vivente, è celata agli occhi del cielo. [...] Dio solo conosce la via che vi conduce, egli solo sa il luogo dove risiede.
(Giobbe 28:12-13.21.23)
Io [Giobbe] grido a te [Dio], ma tu non mi rispondi!
(Giobbe 29:20)
L'Onnipotente mi risponda!
(Giobbe 31:35)
Non è cosa concernente l'essere umano, il venire a conoscenza del come mai.
Lo si capisce anche dal susseguirsi del racconto di Giobbe.
Dio, cosa fa? Risponde forse?
La risposta è no.
Dio, arriva, parla, fa un bel discorsetto a Giobbe, ma non risponde al problema della sofferenza.
Anche se alla fine dice agli amici di Giobbe una cosa interessante:
"
La mia ira è accesa contro di voi, perché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe.
(Giobbe 42:7)
Giobbe, l'uomo che tutti i lettori sanno che è integro dal principio, alla fin fine viene considerato tale anche da parte di Dio, che gli da pure ragione a scapito degli amici.
Dio stesso ammette:
Sì, anche l'innocente soffre...
Anche chi non ha colpa soffre...
E il perché?
Il perché non ci è permesso saperlo.
Ecco il nucleo centrale - a mio avviso - del libro di Giobbe:
L'impossibilità di comprendere appieno la sofferenza dell'innocente, del come mai esista al mondo una cosa del genere, e l'impossibilità di voler attribuire questa colpa a Dio.
Citazione:
Rudello scrive
A me sembra invece di vedere in lui [Giobbe]...
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Ciò che a me viene di norma in mente con il nome Giobbe, è il suo lamento, per la sofferenza che patisce senza un motivo evidente in questa realtà che ci circonda tutti.