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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
25-03-2006, 18.16.08 | #3 |
Ospite
Data registrazione: 23-03-2006
Messaggi: 5
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sono d'accordo con voi.
da tantissimo osservo come, a livello di massa, vi sia il costante tentativo di porre al centro della nostra esistenza situazioni (cose, sensazioni, la materia è vasta) effimere, che destinate ad esaurirsi in un attimo..tutto questo rende difficile trovare la serenità di cui parlate soprattutto perchè, a mio avviso, è diretto a confonderci, a creare una sorta di annsia continua, di pressione affinchè, nella foga di rincorrere questo o quell'obbiettivo, nessuno di noi si fermi per il tempo necessario ad accorgersi dell'evanescenza e dell'inutilità di questo "gioco" e dei suoi contenuti...è come una macchina che si autoalimenta, la pressione crea ricerca di falsi obbiettivi, che comportano nuuova insoddisfazione...un ciclo. mantenere la mia serenità, a volte, comporta una parziale chiusura verso l'esterno, che non è mancanza di disponiblità verso gli altri (non egoismo, quindi) ma rifiuto di aderire a modelli consolidati di dispersione del sè, per Ritrovare un minimo di energia e ripristinare la consapevolezza di quello che sono (profondamente, umanamente) e trasmetterlo. credo anche che serenità ed equilibrio coincidano, in certa misura. una persona equilibrata riesce a trasmettere forza, sicurezza, che "tutto andrà per il meglio" (e di solito poi succede) anche nella peggiori circostanze. è come sentire che esiste un appoggio soldio su cui iniziare a costruire. a volte penso sarebbe sufficiente fermarsi, smettere di rincorrere cose inutili. la mia sensazione è che questa continua corsa derivi dalla paura di perdersi, di "restare fuori"....diventa affanno. smettere di correre, guardare tutto un pò dall'esterno, a volte fa così bene e restituisce dimensione umana, compassione, a moltissime cose..come se tutto, all'improvviso, divenisse comprensibile e penetrabile. va bene, vi ho trattenuti (almeno spero) abbastanza. grazie |
25-03-2006, 19.12.45 | #4 | ||
Pirate of the Caribbean
Data registrazione: 23-05-2005
Messaggi: 363
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Citazione:
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...a te! |
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25-03-2006, 19.13.50 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
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Bel discorso, Flavia. Sono d'accordo sulla tua conclusione. Però vorrei farti alcune precisazioni. Ditemi se sbaglio.
Tu dici: "Ritengo che il progresso abbia creato un insanabile scompiglio (...) Si tende, infatti, a perseguire come prioritari obiettivi effimeri e superflui quali l’appagamento in ambito lavorativo o una florida condizione economica e, quel che è peggio, si è persuasi che tali traguardi possano rappresentare motivo di felicità." Se per progresso intendi il progresso tecnologico degli ultimi trecento anni, non sono così sicuro che prima non esistesse tale condizione in cui si mirava alla ricchezza. Sì, forse meno: si accettava la povertà, ma a malincuore. Il lavoro era comunque necessario. Inoltre, apparte il fattore denaro, credo che l'appagamento in ambito lavoritivo non sia un fattore negativo nei riguardi della felicità. Mi sembra che tutti desiderino un lavoro soddisfacente. Forse non ho capito bene cosa intendevi. Credo siano sempre esistiti uomini più portati alla riflessione e uomini più portati alla vita pratica. Se la società chiede a questi uomini pratici di stare otto ore al giorno a fare tabelle dietro a un computer, e questi uomini sono soddisfatti perché nel tempo libero possono fare quello che vogliono, non credo ci sia da criticare né la società, né gli uomini. E' sempre stato così. E' il destino dell'uomo quello di adeguarsi alle regole sociali. Ma tu forse intendi dire che l'appagamento lavorativo è funesto quando questo è l'unico scopo della vita umana. Allora io credo, in questo caso, che non si possa generalizzare alla società intera, ma un gruppo di persone non dico ristretto ma comunque minoritario. La maggior parte vuole avere appunto il suo tempo libero da gestire come gli pare. Poi tu scrivi che l'anima, se non ingabbiata dalla società, tenderebbe al bene, anziché alla ricerca del piacere. Addirittura un istinto lo consideri, come quello degli animali. Mi sembra una posizione idealistica, che non prende in considerazione né la storia né l'antropologia. L'uomo, come ho detto, è sempre ingabbiato in una società. E quindi deve rispettare alcune regole del suo gruppo. Sarebbe bello se tendesse al bene naturalemente, ma allora non avremmo mai avuto delle guerre e l'uomo primitivo sarebbe l'uomo del paradiso terrestre. Io credo che esista questa tendenza al bene, naturale nell'uomo. Ma la sua paura e la sua aggressività prendono spesso il sopravvento e lo fanno scontrare col gli altri, con il resto della società o con altre società. Questa tendenza quindi la vedo come qualcosa che va assecondata, ma i suoi frutti sono invece una cosa che l'uomo deve imparare, grazie all'insegnamento, al ragionamento e alla logica.La serenità quindi, come tu la intendi, mi sembra che vada più ricercata attivamente che fatta sgorgare passivamente, a causa dei nostri blocchi psicologici, più di quelli sociali. Io la vedo così. E voi? |
25-03-2006, 20.33.32 | #6 |
Ospite
Data registrazione: 10-07-2005
Messaggi: 30
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anzitutto grazie a tutti per avermi risposto!!
Lord Kellian, ti spiego quello che forse ho espresso con poca chiarezza: non ho mai inteso dire che la soddisfazione in ambito lavorativo od economico sia di per sè negativa; quello che per me è negativo è la propensione ad immergersi totalmente in attività secondarie tralasciando le cose realmente importanti. Per attività secondarie intendo appunto il lavoro ma non solo...per me può essere attività secondaria anche perseguire come fosse vitale un ideale stereotipato di bellezza ad esempio. Ritengo che la nostra società fortemente massificata abbia contribuito in larga scala ad offuscare, come dire, la sana ed indispensabile introspezione propinandoci obiettivi e ideali da raggiungere che poco hanno a che fare con la reale felicità, o serenità... Inoltre non credo che la serenità vada raggiunta in modo passivo...credo che sia necessario un approccio attivo guidato appunto dalle facoltà prettamente umane quali l'introspezione, il pensiero -tanto riflessivo quanto creativo. Sono però convinta che esista naturalmente una sorta di armonia, di equilibrio cosmico...e ,dal mio punto di vista, se l'uomo seguisse quel che il proprio sè gli suggerisce sarebbe certamente avvantaggiato nel ritrovamento di tale armonia e ,dunque , serenità. (per "il proprio sè" intendo il proprio sè reale e non l'immagine fittizia ed introiettata proposta/imposta dalla società) GRAZIE A TUTTI VOI! |
25-03-2006, 20.50.14 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
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Bene, Flavia, siamo d'accordo sull'attività e anche sulla naturale armonia.
Quello che contesto è che la nostra società non è l'unica a dare falsi scopi. Cosa ne dici del medioevo dove tutto era considerato in rapporto a Dio? Dove, per esempio, non si poteva studiare la storia, se non quella scritta sulla Bibbia? Ti sembra una realtà migliore della nostra? Cosa ne dici di quelle società antiche basate sulla guerra, dove tutti dovevano essere buoni soldati prima che buoni cittadini? Ti sembra una società milgiore della nostra, quella spartana? Se andiamo ancora più indietro forse potremmo trovarci d'accordo. Io credo che le società "primitive" fossero e siano più a contatto con la natura. Ma, piccolo particolare, non conoscono la logica e la razionalità. Si basano sui miti. Sono diverse, ma non potrei dire migliori. Faresti a meno della tua razionalità? |
25-03-2006, 20.54.59 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 10-07-2005
Messaggi: 30
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no, certo che no...la nostra società non è certo la peggiore della storia, non era questo che intendevo...
Ce ne sono state di migliori, ma anche di peggiori...e non poche... Avverto però qualche sottile analogia con l'oscurantismo medioevale,sai? ovviamente in chiave del tutto diversa! Credo che la storia dell'uomo si riproponga più o meno ciclicamente e che determinate problematiche siano destiante a restare attuali. |
26-03-2006, 06.15.50 | #9 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Re: alla ricerca della serenità
Citazione:
Hai fatto bene a inserire questo tema, Flavia. Ma la serenità non è un concetto, sebbene uno stato dell'animo. Ad esso possiamo, avvertendolo come prossimo, disporre i nostri intenti, forse avvilirli. |
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26-03-2006, 06.24.55 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
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Citazione:
Addirittura? Beh posso forse capire le tue preoccupazioni, ma prima di criticarle, mi puoi spiegare meglio cosa intendi? |
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