L'Identità materiale come si sviluppa nello spazio-tempo?
Fra le domande piu' grandi che la filosofia si e' posta da sempre alcune suonano così :"noi chi siamo? Da dove veniamo? verso dove o cosa siamo destinati? "…in una delle recenti discussioni aperta da nexus6 alla prima domanda molti concordavano nel rispondere che noi siamo innanzitutto la nostra memoria, ed anche a me piace pensare che ogni qualvolta vi sia la possibilita' di ricordare in un certo istante quello immediatamente precedente e di creare quindi un ponte fra due istanti immediatamente contigui , lì vi sia autocoscienza; non occorrerebbe infatti ricordare tutti gli istanti per poter essere autocoscienti, basterebbe essere in grado di ricordare l'istante immediatamente trascorso ( anche l'amica del pesciolino Nemo non ricordava nulla , ma ci sembrava cmq un individuo autocosciente); alcuni paradossi pero' potrebbero sorgere nel momento in cui approfondiamo questa possibilita' combinandola con la sostanza materiale:
Consideriamo per assurdo l'esistenza in un sistema chiuso di una unica autocoscienza associata ad una struttura materiale (il cervello per es.) che consenta sostanzialmente la funzione della memoria; vi sara' autocoscienza fino a quando permarra' intatta la struttura materiale che garantisce la funzione mnemonica; disgreghiamo ora quella struttura materiale lasciandone intatta solamente la sostanza ( spappoliamo il cervello , ma manteniamo integra la quantita' di materia in gioco) , cessera' la funzione mnemonica e quella autocosciente insieme; ripristiniamo poi, trascorso del tempo, la medesima struttura materiale (richiamando in essa quindi la medesima funzione mnemonica)che esisteva all'istante in cui essa veniva disintegrata, l'effetto sarebbe di ristabilire la continuita' per quella stessa autocoscienza che noi avevamo fatto cessare, anzi, per quella autocoscienza non vi sono state interruzioni di sorta, la sua "morte" e la sua cessazione sono avvenute solo dal nostro punto di vista, non dal suo ( la bella addormentata nel bosco non sa che sono trascorsi secoli dal sortilegio, in un batter d' occhio per lei non e' accaduto proprio nulla); una unica individuale autocoscienza quindi, spezzata ,interrotta , cessata, e poi ripristinata ,ricondotta a se' stessa senza alcuna soluzione di continuita' che la riguardi in se' e per se'. Fin qui tutto chiaro, in quel sistema chiuso una sola entita' autocosciente e' stata eliminata e poi ripristinata partendo dalla stessa materia ( ma avremmo potuto usare anche materia uguale ma non identica per ripristinare la stessa funzione ) senza spezzare il flusso continuo di quella individualita' e di quella autocoscienza; ma se noi avessimo ripristinato la stessa struttura sostanziale e quindi la stessa funzione mnemonica in due entita' distinte anziche' una …come potremmo affermare di aver dato continuita' ad una sola , la stessa , identica autocoscienza? …dovremmo ammettere di aver distrutto una individualita' e una autocoscienza solo perche' abbiamo duplicato la stessa funzione anziche' solo nel tempo anche simultaneamente nello spazio ,aggiungendo materia ad altra materia sulla stessa memoria autocosciente?…noi siamo lacrime che si confondono nella pioggia (vedi nexus…) solo quando piove…ok…ma quando non piove rimaniamo noi confusi con null'altro che noi?…io sono io in quanto sono, o io sono io in quanto non sono te e non sono gli altri?…se non fossi io sarei te? Se non fossi io sarei gli altri?
Questo il paradosso… memoria e identita' e simultaneità nello spazio e nel tempo… accettiamo di moltiplicare le nostre entita' (identita') nel tempo attraverso la memoria , ma non concepiamo di mantenere la nostra identita' quando dovessimo moltiplicarci e trasferirci simultaneamente nello spazio…
A voi la parola se volete approfondire queste mie "insane?" elucubrazioni…
Saluti a tutti
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