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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
14-10-2005, 22.52.42 | #1 |
dnamercurio
Data registrazione: 14-11-2004
Messaggi: 563
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Ateismo e Fato
Gentili amici,
proprio oggi ho ricevuto la seguente e-mail: << No, non è giusto! Ma perché succedono queste cose? Una ragazza di 26 anni che conoscevo bene, in 5 mesi si è ammalata ed è morta.... I medici...>> Il messaggio mi ha ricordato quanto scrisse il russo Fëdor Dostoevskij, nel libro "L’idiota", dove, ad un certo punto riporta: <<Solo a una domanda non sapeva rispondere: perché, Signore, i bambini muoiono?>>. # Di fronte a tante tragedie umane, pare che l'Altissimo ci abbia dimenticati, sia morto da parecchio tempo, o ci ha lasciati in balia di un FATO TERRIBILE. E' comprensibile che una persona diventi dopo fatti del genere atea non credendo più al Dio buono, caritatevole o compassionevole, ma ad un Creatore che elargisce crudeltà, ingiustizie, orrori e anche atti irrazionali? # Il Dio vero è presente solo nella mente di persone deboli che hanno bisogno di sentirsi sollevate attraverso specifiche preghiere, mantra o benedizioni? # Siamo esseri in carne ed ossa, quindi tridimensionali, immersi nella quarta dimensione del tempo; non possiamo perciò concepire realtà con più dimensioni. E' misurabile l'Altissimo? Chi ha la presunzione di rispondere? C'è un un Disegno Superiore che a noi umani sfugge, un disegno che ci fa camminare lungo la strada silenziosa del DESTINO? E' presente un "Disegno Celeste", logico e razionale, molto caricatevole e sempre giusto; una giustizia visibile o comprensibile solo se abbiamo una vera fede? E' errato asserire che l'ATEO non ha fede, o invece: <<Crede di non credere>> o, ancora: ha la capacità di riuscire a vivere una vita da VERO ATEO, senza Dio? Una tale vita è possibile? ##### Sia il filosofo Carlo Marx che lo psicanalista Sigmund Freud scrissero che la religione è l'oppio dei popoli. Intendendo con questo che ogni essere umano ha bisogno di appigliarsi a qualche cosa di superiore "Metafisico-spirituale". L'uomo dunque, tende a credere in qualcosa che non necessariamente si trova dentro di lui, o meglio un qualcosa che attingere dai propri retaggi culturali, dal proprio patrimonio di esperienze, d'educazione, di cultura ecc.. Lo stesso : <<Credere di non credere>>, è una forma di religione (da religo ossia "essere legato a")? La morale, l'etica, una deontologia professionale sono forme di spiritualità libera, laica e nel medesimo tempo legate ad una imposizione verso se stessi di laicità estrema, che poco si distingue da un vero e proprio pensiero religioso? # La religione affinché sia autentica deve interagire con la spiritualità, e la specularità di questo binomio è conseguenziale? C'è anche chi ipotizza che il fenomeno della venerazione per un "Essere Superiore" sia racchiuso in un gene! Realtà troppo fredda. Comunque tutta la realtà manifesta e non; esoterica ed exoterica è un mistero che noi uomini non possiamo nè penetrarlo, nè svelarlo. E' vero un ateo potrebbe essere più spirituale di un religioso e è forse all'altezza di possedere le chiavi per aprire i segreti del mistero? Concluderei con una frase dell'anarchico rivoluzionario russo Mikhail Bakunin il quale scrive: << La gente va in chiesa per le stesse ragioni per cui va all'osteria: per ritrovarsi imbambolata, per dimenticare la propria miseria, per immaginare se stessa, comunque per pochi minuti, libera e felice>>. # Che dite amici lettori? Saluti da: # Alessandro D'Angelo alessandro.dangelo@fastwebnet. it |