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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
04-08-2005, 12.40.48 | #14 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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io un abbozzo di risposta l'ho dato almeno un tentativo di sforzarsi a delineare il percorso di matematizzazione della comunicazione, solo che non e' semplice, anzi...
prova a elabolarlo o confutarlo o aggiungere qualche tuo contributo p.s. io la filosofia non so nemmeno dova sta di casa p.p.s. di Gaetano so pochi pezzi, nn mi direi proprio una fan, ma quei pochi che conosco mi piaciono |
05-08-2005, 01.15.00 | #17 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Citazione:
aristocle, ti ho suggerito Davidson, prova a dargli un occhio. per quanto riguarda il suggerimento della viand (che saluto tantissimo ) va un po' ridimensionato. fondare la comunicazione sulla matematica è impensabile per 2 ragioni: 1) il riferimento alla semantica quotidiana è ineliminabile perchè per molte parole non c'è corrispondenza in matematichese (ad esempio: sasso, bacio, cascata, etc...), o meglio il matematichese - in ultima istanza - fonda la sua semantica sulla nostra. 2) la potenza e flessibilità della nostra comunicazione risiede nella vaghezza del nostro linguaggio naturale: un linguaggio ultrapreciso non permetterebbe la comunicazione. Però è vero che in molte circostanze, quando si ha il dubbio che la comunicazione non avenga come dovrebbe (e ciò accade sempre in filosofia), si dovrebbe cercare di chiarire i punti più importanti con un'attenta e rigorosa analisi degli usi delle nostre parole. Quindi sono metà contro la viand e metà a favore della viand: rigorismo sì, ma non sempre e non quello strettamente matematico. epicurus |
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05-08-2005, 03.12.04 | #18 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2003
Messaggi: 125
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L'autenticità della comunicazione si fonda innegabilmente sulla metafora e sulla suggestione.Nessuno dei principali "pseudoproblemi filosofici" é stato dissolto dalla mera chiarificazione linguistica.Semmai sono stati comunicatiin modo più efficace dagli artisti , tra i quali faccio rientrare provocatoriamente anche filosofi e scienziati..
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05-08-2005, 15.22.03 | #19 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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per parola come numero intendo scevra dal significato emotivo o interpretativo che potremmo dare come lo e' un numero
riprendo un esempio che feci tempo fa, quando un credente mi da' dell'atea magari per la sua forma mentis stara' caricando di negativita' la parola ateo (amorale, senza leggi interiori ad es.) mentre a me ricevente arriva la parola ateo semplicemente come non credente (senza cioe' caratteristiche che magari io giudico negativamente, inutili ad es. la fede intesa come incapacita'o non volonta' di distinguere reale da irreale ) a fine scambio comunicativo io potro' magari persino andarmene via contenta che mi e' stato fatto un complimento, mentre dall'altra parte andra' via felice per aver offeso questo intendo per illusione di essersi capiti di stampo pirandelliano mentre per rendere matematica una parola basterebbe eliminare le interpretazioni emotivo/cognitivo personali, come un numero: e' impossibile che da una discussione matematica se ti dico che 2+2 fa quattro tu possa aver interpretato altro l'informazione e' neutra cosi' il contenuto rimane contenuto da chi lo esprime a chi lo riceve, il problema e' come eliminare il fattore relazione tra i due che comunicano e relativi autoinganni emozionali .... ma per ora mi sono persa ... anche perche' ti volevo chiedere.. cosa intendi tu per matematichese? |
06-08-2005, 12.05.32 | #20 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Citazione:
per 'matematichese' intendevo il linguaggio che si esprime solo a formule matematiche. comunque non credo si possa creare un linguaggio neutro (cioè senza fattori emozionali), infatti il problema (se si può parlare di problema) non sta nel linguaggio ma in noi stessi, che siamo essere emozionali: una qualsiasi comunicazione è anche comunicazione di emozioni. O almeno, non potremo liberarci di un linguaggio emozionale perchè moltissime volte ci troviamo a voler esplicitamente parlare emotivamente (cioè trasmettere emozioni e non solo contenuti informativi). comunque il problema non è così grave. come tu hai appena fatto, hai reso esplicito il fraintendimento tra un credente ed un ateo: analizzare e chiarire ciò di cui si sta parlando è la chiave giusta, almeno credo. che pensi? epicurus |
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