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Vecchio 17-10-2005, 16.07.29   #51
nexus6
like nonsoche in rain...
 
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Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
non ti preoccupa' di cavolate ne spariamo tante, nessuno escluso!
nexus6 is offline  
Vecchio 18-10-2005, 12.35.26   #52
reiniku
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 14-10-2005
Messaggi: 2
a lezione di antropologia

Il grado di conoscenza della moderna antropologia da parte dell'uomo medio anche colto è ben rappresentato dall'artefice della pagina a cui tu rimandi. Esistono modelli esplicativi differenti che vanno oltre la disputa tra evoluzionisti-creazionisti o fissisti. SEmbra quasi che l'antropologia moderna sia finita con Darwin..Che scema..credevo fosse nata con Darwin. A parte gli scherzi, vorrei esemplificare quello che ho imparato dal mio studio dell'antropologia(quella di oggi...non quella dell'Ottocento..)

Se una popolazione ristretta di individui di Homo sapiens lasciasse la Terra per andare a stabilirsi su un altro pianeta o chissaà dove e vi rimanesse per circa 100.000 anni sapete cosa succederebbe se qualche discendente di questa popolazione decidesse di ritornare sulla Terra? Che sul nostro Pianeta probabilmente incontreremmo una nuova specie.

Infatti, gli effetti della DERIVA GENETICA (cambiamneto casuale dell'elica) in popolazioni numericamente ristrette e isolate in un' area per un certo numero di tempo(dipende dal ciclo riproduttivo della popolazione in questione, nel caso dell'uomo si va sulle centinaia di migliaia di anni ma anche molto meno se la popolazione è molto ma molto ristretta numericamente) possono essere molto pronunciati, così pronunciati da portare a una SPECIAZIONE ( creazione di una nuova specie). Maggiore è il FLUSSO GENICO e minore sarà la possibilità di speciazione, per questo l'Homo sapiens è l'ultima speciazione del genere Homo. Perchè la conquista di più ambienti diversificati, la sua innata tendenza alla "globalizzazione genetica"permette di rimescolare continuamente il suo pool genetico e quindi di ammortizzare i fenomeni di deriva genetica.

reiniku is offline  
Vecchio 18-10-2005, 14.20.08   #53
alessiob
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 749
Verissimo, ed è per questo che ci evolveremo molto lentamente.
Anche se, comunque vada una cosa è certa: la nostra generazione prima o poi cambierà.
alessiob is offline  
Vecchio 20-10-2005, 07.59.33   #54
Tornelius
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-01-2005
Messaggi: 134
Citazione:
Messaggio originale inviato da giovanni
caro Tornelius, citare come "biologo" uno che parla di biologia ma è un editorialista (almeno dopo aver intensamente cercato altre informazioni su di lui su internet ho trovato solo quello su postato), è come dire che Pannella è un "teologo" solo perché parla di religione e Storace un "medico" perché parla di sanità. Spero la tua svista sia dovuta a distrazione o disinformazione, e non a malafede, ad un maldestro tentativo di dare autorità richiamandoti ad un parere autorevole.
Comunque, faccio conto che la seconda ipotesi sia sbagliata, poiché non credo che avresti fatto un tale errore tattico così di proposito.
Veniamo a quando dici: "le mutazioni sono quasi sempre negative". Dunque ESISTONO mutazioni positive. E comunque non è un argomento contro l'evoluzionismo, che contempla questa verità.
È poi vero che "una mutazione può solo determinare la variazione di una caratteristica già esistente". Ma ricordo che la definizione di specie è "insieme di individui il cui accoppiamento reciproco genera prole fertile". Se questo insieme è costretto a scindersi, ipotizzabilmente per ragioni geologiche o geografiche, interrompendo i contatti reciproci e così rendendo impotenti i meccanismi che, tramite l'accoppiamento, permettono di controllare la fedele riproduzione dell'informazione genetica, statistica vuole che i due insiemi ora separati inizieranno a divergere. A quel punto basta che la "variazione di una caratteristica già esistente" interessi i geni che controllano l'avvio della fecondazione (dell'ovulo o dello spermatozoo) in uno dei due insiemi, perché due individui appartenenti ai due insiemi ora separati non possano più generare prole fertile, e DUNQUE possano dirsi appartenere a due specie separate.
Ps: non cito dizionari perché ho paura che qualsiasi dizionario citassi che mi desse ragione tu lo accuseresti di laicismo, bigottismo, ecc. Dunque lasci che sia tu a controllare se ho scritto bene sul significato di "specie".
sono d'accordo su quanto dici sul significato di specie. non sono d'accordo su quanto dici sull'evoluzione. da un punto di vista teorico la speciazione, così come l'hai mostrata, è accettabile come modello su cui lavorare. tuttavia non ci vuole molto a porre una teoria alternativa. allora cosa dobbiamo fare? dobbiamo cercare fatti che provano la macroevoluzione o il fissismo. nell'attesa che tu porti sostegno alla tua teoria, io porterò ulteriori elementi a sostegno della mia, oltre a quelli già mostrati di cui aspetto risposta; risposta purtroppo fino ad ora mancata in quanto sembri cercare diversivi attraverso definizioni e accuse di scorrettezza delle mie citazioni.
è vero che esistono mutazioni positive ma, a parte il fatto che la stessa definizione di mutazione positiva è ardua da concordare, si tratta di mutazioni positive di circa 0,001% sulle mutazioni in generale. quindi quasi tutte le mutazioni sono dannose, indeboliscono l'organismo o lo distruggono del tutto. paragonando una mutazione genetica a un errore di stampa, i refusi raramente migliorano la qualità di un messaggio scritto; se ce ne sono troppi, possono addirittura distruggere le informazioni in esso contenute. suppore che un evento di mutazione possa ricostruire un singolo organo complesso come un fegato o un rene, è ragionevole come supporre che si possa progettare un orologio migliore lanciandone uno vecchio contro il muro.
le mutazioni accadono molto raramente, stiamo parlando di qualcosa come una ogni dieci milioni di duplicazioni di una molecola di dna.
il tuo discorso sulla formazione di nuove specie può essere accolto in maniera teorica come modello, ma quando si cercano conferme al modello tutto cade se pensiamo agli esperimenti in laboratorio. dopo aver studiato le mutazioni in molte generazioni di batteri, lo studioso pierre grassè scoprì che non si era sviluppato nessun cambiamento essenziale. poichè i batteri si moltiplicano, se non erro, 400.000 volte più velocemente degli umani, le osservazioni di grassè equivalgono a milioni di anni di riproduzione delle specie umane. ebbene, non si è vista traccia di speciazione.
per quanto mi parli di speciazione allopatrica, devo dirti che, a parte il fatto che non ci sono dimostrazioni, esistono dimostrazioni che affermano il suo contrario. intendo dire che nessuna pianta o animale vive abbastanza a lungo da consentire le milioni di micro mutazioni necessarie a trasformarlo in una specie diversa e perfezionata. se poi pensiamo che un organismo è composto da molte strutture che devono apparire al medesimo momento, collaborando tra loro come un complesso unificato la cosa si fà difficile, molto difficile....
vedi giovanni, se ci fosse una nuova popolazione procreante anche di 100.000.000 di individui, e se essi potessero produrre una nuova generazione ogni signolo giorno, la probabilità di produrre nuove specie potrebbe verificarsi circa una volta ogni 247.000.000.000 di anni, un periodo ben più lungo perfino della stima più stravagante dell'età della terra!

ho notato che la citazione che ho precedentemente fatto ti ha portato ad una intensa ricerca per tentare di cercare un pelo da mostrare ai quattro venti. devo ammettere che mi sono sbagliato e ho definito tom bethell un biologo senza ricordarmi di preciso di cosa si occupasse. essendo la biologia madre delle scienze e divisa in molti rami, ho pensato che considerare bethell un biologo doveva essere la cosa più giusta, proprio perchè così mi mantenevo in un'ottica ampia. tuttavia mi sono sbagliato. adesso rimedierò al mio errore, che ti preme molto (forse perchè hai paura che un biologo contesti l'evoluzione), attraverso citazioni accurate proprio di persone di cui temi l'opinione, in quanto sono scienziati. se vuoi tentare ancora di cercare peli fai pure, anche se ti consiglio di badare al succo delle affermazioni. purtroppo farlo sarà, per un evoluzionista, abbastanza fastidioso. buona lettura e buona ricerca di peli...

john r. durant, biologo: "molti scienziati cedono alla tentazione di essere dogmatici. ripetutamente il problema dell'origine delle specie è stato presentato come se fosse stato definitivamente risolto. nulla potrebbe essere più lontano dalla verità...".

wallace pratt, geologo: "se come geologo fossi chiamato a spiegare in breve i nostri moderni concetti sull'origine della terra e sullo sviluppo della vita su di essa a un popolo di semplici pastori, come le tribù alle quali era rivolto il libro della genesi, difficilmente potrei fare di meglio che seguire piuttosto da vicino gran parte delle espressioni contenute nel primo capitolo della genesi. l'ordine degli avvenimenti, dall'origine degli oceani all'emergere dell'asciutto, alla comparsa della vita nei mari, agli uccelli e ai mammiferi, corrisponde essenzialmente alla successione delle principali ere geologiche".

chandra wickramasinghe, astronomo, professore allo university college di cardiff: "il problema per la biologia, è quello di pervenire a un principio semplice. i residui fossili di antiche forme di vita scoperti nelle rocce non rivelano un principio semplice. la teoria dell'evoluzione manca perciò di una base adeguata".

fred hoyle, astronomo: "non c'è alcun modo di risolvere i nostri problemi disponendo semplicemente di un brodo organico maggiore e migliore, come noi stessi speravamo che fosse possibile solo un paio di anni fà. i numeri che abbiamo ottenuto sono tali da lasciare poche speranze alla scala dell'universo come a quella terrestre. invece la teoria della creazione è così ovvia che ci si chiede perchè non sia accettata da tutti come evidente. la ragioni sono psicologiche più che scientifiche".

fred hoyle e n. c. wickeramasinghe, astronomi: "se una persona non è condizionata, o da condizioni sociali o dalla propria formazione scientifica, a pensare che la vita abbia avuto origine in modo spontaneo sulla terra, un semplice calcolo della probabilità matematiche dovrebbe essere sufficiente a cancellare completamente quest'idea".

j. w. n. sullivan, matematico: "da un punto di vista statistico, l'ipotesi che la vita si sia sviluppata dalla materia inorganica è tuttora un articolo di fede".

george wald, biochimico, professore all'università di harvard: "basta pensare alla vastità di quest'impresa per concludere che la generazione spontanea di un organismo vivente è impossibile".

edwin conklin, biologo: "le probabilità che la vita abbia avuto origine per caso sono paragonabili alle probabilità che un dizionario completo si formi come risultato di un'esplosione in una tipografia".

francis crick, biologo: "un uomo onesto, munito di tutte le conoscenze attuali, può solo affermare che per ora, in un certo senso, l'origine della vita appare quasi un miracolo".

h. s. lipson, fisico: "l'unica spiegazione plausibile è la creazione. so che questo è un tabù per i fisici, come lo è in effetti per me, ma non dobbiamo respingere una teoria che non ci piace se ha il sostegno dell'evidenza sperimentale.
dopo l'origine delle specie l'evoluzione divenne in un certo senso una religione scientifica; quasi tutti gli scienziati l'hanno accettata e molti sono pronti a ritoccare i risultati delle loro osservazioni per adattarli ad essa".

chandra wickramasinghe, astronomo, professore allo university college di cardiff: "sia dall'inizio dei miei studi scientifici, sono stato sottoposto a un energico lavaggio del cervello perchè mi convincessi che la scienza non può ammettere nessun tipo di creazione intenzionale".

robert jastrow, astronomo: "l'avventura dello scienziato si conclude con un tremendo incubo. lo scienziato fugge dal bassopiano dell'ignoranza per arrampicarsi sulla montagna della conoscenza. è quasi giunto sulla vetta della grande montagna della conoscenza e, una volta arrivato finalmente in cima, vi trova una immensa schiera di teologi seduti lì da secoli".

auguro sogni d'oro a dawkins e company
Tornelius is offline  
Vecchio 20-10-2005, 18.28.11   #55
nonimportachi
Utente bannato
 
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
Non ho letto tutto il tread, francamente sono già reduce da discussioni analoghe e non mi interessa riaffrontare l'argomento.

Però notai su "Le Scienze" un articoltto abastanza interessante e sufficientemnte dimostrativo di come le mutazioni genetiche esistano realmente e possano essere migliorative anche nell'uomo. Cito:


"L'evoluzione, spiega Lahn, non avviene a livello di specie: sono piuttosto singoli individui ad acquisire per primi una specifica mutazione genetica e - se quella variante conferisce una maggior probabilità di sopravvivenza - a diffonderla nella popolazione.
Lahn e colleghi hanno osservato due esempi di questa diffusione attualmente in corso nei geni Microcephalin e ASPM (abnormal spindle-like microcephaly-associated), entrambi regolatori della dimensione del cervello. Si tratta di varianti "chiaramente favorite dalla selezione naturale", sorte di recente e in rapida diffusione. Nel caso del Microcephalin, la nuova classe di varianti è sorta circa 37.000 anni fa e oggi è presente nel 70 per cento degli esseri umani. Per l'ASPM, le varianti sono apparse circa 5.800 anni fa e oggi sono presenti in circa il 30 per cento della popolazione. Si tratta di finestre temporali straordinariamente brevi in termini evolutivi, segno che le nuove varianti sono soggette a una pressione selettiva molto intensa. Gli esseri umani moderni sono emersi circa 200.000 anni fa."

L'articolo per intero qui: http://www.lescienze.it/specialarchivio.php3?id=11169
nonimportachi is offline  

 



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