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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
18-05-2005, 12.21.51 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-12-2004
Messaggi: 75
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Io ritengo che Aimone ci abbia voluto dire più o meno così ( ovviamente a interpretazione personale ) :
all'interno del cristianesimo abbiamo due strade possibili . Le vie sono dettate dalla nostra morale , che inevitabilmente si andrà prima o poi a congiungere in un pensiero religioso . A seconda della strada che noi andiamo a intraprendere , avremo due mete possibili , che però possiamo anche non raggiungere , fermandoci in un nostro stadio mentale che ci appaghi . Ma la causa di questo duplicismo , ci impone di pensare a due mete , che corrispondono a due presunti dei ( o affini ) . Se decidiamo di fermarci per strada possiamo però intraprendere anche una nostra nuova via , inventandola e cercandola con il nostro intelletto . Così facendo le strade aumentano , a vantaggio anche degli altri . Ovviamente , con l'aumento delle strade , si rischia di non rimanere più all'interno della sfera cristiana . Un saluto a te Alessio |
18-05-2005, 14.36.53 | #6 |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
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Da ignorante in filosofia, il "bivio" di cui parla l'Aimone, lo vedo in ogni singola azione che è riconducibile a due opzioni possibili:
A) Faccio quel che la religione indica B) Faccio quel che preferisco Il bivio che vedo non è quindi nell'esito della scelta che potrebbe anche coincidere. Ma nella decisione di "credere" o "non credere". Se è vero che Dio (come raccontato dal cattolicesimo) impone la sua autorità su tutto, è altrettanto vero che lo stesso cattolicesimo introduce il dono del "libero arbitrio" da parte di Dio. Il libero arbitrio non occorre per seguire una religione dogmatica, poichè non è richiesto un arbitraggio libero, ma è richiesto un arbitraggio secondo la volontà di Dio, seguendo quindi tutti i precetti che il dogma impone. Dio offre la facoltà di non seguirlo, ma se uno lo segue, deve fare come dice lui (altrimenti va all'inferno...). E' un po' come Adamo davanti alla mela. Non la tocco perchè Dio mi ha detto di non farlo e mi fido di lui, oppure la assaggio perchè con questo gesto non riconosco la sua autorità in favore della mia (serpente: "se mangi la mela diventerai come Dio"), ovvero io sono il più titolato ad arbitrare le mie azioni. Ecco in che modo vedo l'aspetto "maligno" della scelta, non tanto nel merito della scelta quanto nell'atteggiamento mentale di rifiutare l'autorità divina in favore della propria. Inzomma, dov'è la malvagità nel serpente che suggerisce di mangiare una mela? di quali mali è causa questo morso epocale? sbaglio o l'unico neo in queste azioni è stato di disobbedire all'autorità? |
22-05-2005, 18.50.23 | #7 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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Affermo che le scelte sono tutte di natura morale, considerando la morale come un sistema che regola i rapporti tra sé e altro (inteso anche come contesto sociale, ambiente etc.) una scelta può essere rilevante o irrilevante ma rimane morale anche se scelgo tra torta di mele o di pere. In ambito di abiti: se vado nudo o in tuta fuori casa, non mi devo attenere comunque ad una scelta di ordine morale?
Comunque, ci si trova sempre e solo di fronte a un bivio. Citando trainspotting: "Choose life, choose a job, choose a carreer [...] ma si può scegliere anche di non scegliere per cui. O scegli o non scegli. Ecco il bivio. |