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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
23-03-2005, 10.16.29 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
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Scusami se ti correggo, ma non è vero che in natura non esiste il mio....gli animali delimitano il LORO territorio, proprio per definire una loro proprietà. Vedi Leoni, gatti, cani etc.. E tutti si scannano per difendere il loro territorio. Quindi esiste
Per il discorso ragazza, non dico certo che le donne devono essere di proprietà, intendo che nel momento in cui sto con una persona la reputo mia perchè le voglio bene. Altriemtni non diresti : " Ti presento la mia ragazza " O " Mia moglie " ... con questo non sono per forza un maschilista. Come a me piace essere definito il Ragazzo della mia ragazza. Ovvio no ? . Cmq non vorrei uscire fuori tema. Vedi anche alla nascita tu sei di qualcuno. Dei tuoi genitori, sei LORO figlio. Vero che tu non hai nulla di materiale, ma hai il loro affetto. Una cosa TUA quindi. Non per forza la parola "mio" deve indicare una proprietà materiale. Dal mio punto di vista, il possedere è nella natura dell'uomo come lo è per gli animali. Che poi se si amplia questo concetto, si vede che anche le comunità concepiscono il "MIO" . Il loro stato, la loro tribù, la loro economia , i loro ideali. Anzi ora che ci penso, forse senza il " MIO " il mondo non si sarebbe neppure evoluto. Forse nasce tutto dalla necessità di diversificarsi dagli altri . Tu che dici ? Saluti |
23-03-2005, 10.27.24 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-09-2003
Messaggi: 766
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Citazione:
a parte il fatto del MIO riferito ad una persona (ragazza, moglie, figlio ecc... ) avevo pensato infatti a quello che gli ANIMALI considerano MIO, come per esempio un formicaio, od un nido, od una tana ecc... Questo concetto di MIO è tale solo quando questo MIO è riconosciuto da tutti gli altri... (in pratica gli altri riconoscono che la tana è MIA perchè se si avvicinano difendo la tana). Se tale riconoscimento viene meno (io sono piu' forte e quindi ne usufruisco io) ecco decadere il concetto di MIO. Quindi, secondo me, MIO è solo se vi è un riconoscimento (forzato) da parte dei terzi. Con la mancanza di tale riconoscimento quello non è più TUO. Se paradossalmente, al mondo ci fossi solo tu, ecco che il concetto di MIO non esisterebbe... semmai il da chiedersi è fino a che punto questo MIO può essere riconosciuto ? Vi è un limite ? E' giusto possedere più di quello che MATERIALMENTE si può usare ? |
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23-03-2005, 10.47.49 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
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" Questo concetto di MIO è tale solo quando questo MIO è riconosciuto da tutti gli altri... (in pratica gli altri riconoscono che la tana è MIA perchè se si avvicinano difendo la tana).
Se tale riconoscimento viene meno (io sono piu' forte e quindi ne usufruisco io) ecco decadere il concetto di MIO. Quindi, secondo me, MIO è solo se vi è un riconoscimento (forzato) da parte dei terzi. Con la mancanza di tale riconoscimento quello non è più TUO. Se paradossalmente, al mondo ci fossi solo tu, ecco che il concetto di MIO non esisterebbe... semmai il da chiedersi è fino a che punto questo MIO può essere riconosciuto ? Vi è un limite ? E' giusto possedere più di quello che MATERIALMENTE si può usare ? " - Ma il riconoscimento non deve essere X FORZA una forzatura da parte tua nei confronti degli altri. Nel senso che si intorduce anche il concetto di rispetto. Non so se mi spiego. O meglio il concetto di mio nasce da delle regole che sono state create proprio per evitare che gli altri si impossessino con la forza di cio' che io ho guadagnato, evitando cosi' un uso della forza per difenderla. E non è nemmeno forzato. Perchè, come anticipato prima, esiste anche il rispetto nei confonti degli altri. Io ti rispetto e quindi non cerco di prendermi ciò che tu hai guadagnato . - Mentre se è giusto o no possedere più di quanto materialmente si può usare, bè questa è una bella domanda. Tu sapresti indicarmi il limite che mi dice cosa e quanto è corretto avere e quanto invece no. Perchè tu potresti pensare che avere 3 macchine sia sbagliato , io invece potrei pensare che sia giusto...chi ha ragione ? Saluti |
23-03-2005, 11.03.57 | #7 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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in "mio figlio", il "mio" non credo indichi possesso, quanto provenienza, creazione, è "mio" in quanto "proviene da me che ne sono il generatore", il che non vuol dire che li "posseggo".
per quanto riguarda l'idea che -alla nascita non possediamo niente- , mi viene da proporre un'idea, secondo cui in realtà alla nascita qualcosa di irrimediabilmente nostro lo possediamo, ed è il CORPO vivente, corpo dell'esistenza, che comunque venga violentato, chiuso in prigioni o ucciso, non può divenire oggetto di appropriazione da parte di un altra esistenza, non si tratta di un oggetto espropriabile che può diventare oggetto di nuova appropriazione. questo ovviamente per il corpo inteso come totalità in cui si svolge l'esistenza dell'uomo, perchè poi, se ci pensiamo, l'espropriazione di parti del nostro corpo (e anche la commercializzazione) è all'ordine del giorno, e parlo del trapianto di organi, ma anche della più comune trasfusione. ma queste riguardano sempre parti di corpo. il corpo, quindi, è la nativa proprietà privata inespropriabile di ogni singola esistenza. |
23-03-2005, 11.12.10 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
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Hai Ragione Rubin,
ma la mia ragazza, mio figlio etc. indicano comunque un qualche cosa che indirettamente mi appartiene. Anche solo mentalmente, ma è mio. Non per forza fisicamente, nel senso che non lo posseggo come se fosse una bicicletta....questo è quel che intendevo dire. Poi in effetti al corpo, non ci avevo proprio pensato. Saluti |
23-03-2005, 11.20.56 | #9 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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eh sì, di sicuro c'è un possesso psicologico affettivo diciamo, come nel caso della "propia" ragazza... e in quest'ultimo caso soprattutto (in cui non ci sono legami biologici forti, ma anche nel primo caso), forse si evidenzia che all'origine di quel "mia" ragazza, sta un'investimento affettivo di grande portata, un'investimento affettivo che lega a se una persona al fine di costruire una parte di esistenza in comune, e forse dico, quel "mia" riferito alla mia ragazza è il risultato di un passaggio che trasferisce la "proprietà" dalla "mia esistenza", alla "mia lei" in forza del fatto che lei diventa parte integrante della mia esistenza.
tra l'altro, riguardo la generatività e il posesso di quanto generato, non ricordo se era Locke oppure Marx oppure qualcun'altro che individuava l'origine della propietà privata nel lavoro produttivo, nel senso che una persona che produce un'oggetto impiegando la propria forza lavoro, diventa immediatamente proprietaria di quell'oggetto, perchè frutto del proprio lavoro. |
23-03-2005, 11.42.11 | #10 |
Utente bannato
Data registrazione: 16-03-2005
Messaggi: 237
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tutte le strade conducono a Roma.......
per Bluemax , su un altro argomento ti ho risposto al mio significato < del nostro paese > e girellando ti ritrovo qui con lo stesso tema e non mi sorprende constatare che ambedue diamo lo stesso parere sul < mio > o < nostro >, mi viene però da pensare in questo momento , io che ho a suo tempo rinunciato ad ampliare i miei possessi , ti dicevo e pensavo che la rinuncia totale al desiderio di poter definire mie le cose materiali di tutti i giorni , potrebbe rendere felici???? estraniarsi dal contesto sociale non possedendo nulla potrebbe essere l'ultima alternativa?? per esempio un asceta , un eremita , un fakiro , o un santone della meditazione indiano??, con il voto della povertà San Francesco ne ha indicato la strada , per chi non ha nulla e non desidera nulla è perchè ha tutto!! non ti pare?? la mia testimonianza?? accontentandomi di quello che avevo , da quando rinunciai alla brama del possedere di più stò vivendo nella beatitudine..........che come Pino Del Pino saprai sono più di vent'anni........
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