Perdonate l'intrusione di un non filosofo
Io penso il concetto di "MIO" esprima esattamente la proprietà, cioè il "poter disporre di qualche cosa.
Ossia il poter esercitare la propria volontà su di un ente, qualsiasi, il quale possa essere non compreso nel concetto, in sè, di Volontà.
La proprietà è "volontà".
Vi segnalo il fatto che, ad esempio, io personalmente non sento "mio" sempre e comunque, ciò che in senso lato mi appartiene.
Non sento "mie" le parole che uso, nè sempre lo sono i concetti che penso.
Non è mia la mia mano quando, contro la mia volontà, trema.
Non sento "mia" la donna che amo, nè sento miei i miei figli, se non quando in essi riconosco la mia impronta.
E' mia l'aria che in questo istante aspiro, ma l'aria in sè non è mia.
Non sono mie le emozioni che provo, quando esse mi travolgono, ma le riconosco del tutto mie quando mi rispecchio in esse.
Vi propongo, insomma, la seguente riflessione e domanda: se la "proprietà" non si circoscriva, sempre e comunque, nell' "avere", ma rimandi, in una certa misura all' "essere".
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