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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
02-01-2005, 01.47.07 | #5 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Poco sopra avevo scritto che esiste la verità oggettiva, mentre la verità assoluta è solo una confusione linguistica, ora cercherò di spiegare il motivo di questa mia seconda affermazione.
Le proposizioni sono descrizioni del mondo (di una parte di esso), ma esistono più descrizioni vere di un fatto, non solamente una. William James, verso la fine della propria esistenza, scrisse in una lettera ad un amico (Letters of William James) l’esempio di colui che deve scegliere una descrizione per dei fagioli sparsi su un tavolo. I fagioli, prosegue James, possono essere descritti in un numero illimitato di modi, a seconda degli interessi del descrittore, ed ogni descrizione corretta corrisponderà al sistema fagioli-meno-il-descrittore, riflettendo comunque gli interessi del descrittore. Queste possibili descrizioni, impregnate degli interessi del descrittore, sono comunque tutte vere, inoltre, continua James, non esistono descrizioni che non riflettano degli interessi particolari. Quindi l’intuizione corretta di James sta nell’aver riconosciuto che sì i nostri interessi determinano la descrizione, ma che non è affatto vero che tali interessi modifichino il mondo. Se getto dei fagioli sul tavolo (per usare lo stesso esempio di James) posso basare la mia descrizioni su differenti fattori: grandezza, attiguità, colore, peso etc., ma questo non implica che tali descrizioni siano false, anzi James stesso ci dice che non v’è descrizione imparziale, non v’è, per così dire, una descrizione fatta da nessun luogo: da qui la critica all’idea di ‘realtà assoluta’. In questo ambito è illuminante l’osservazione di Hilary Putnam (Il pragmatismo: una questione aperta). Secondo Putnam la descrizione non è una mera copia dell’oggetto che si intende copiare, bensì tale descrizione viene modellata dalle nostre scelte concettuali, influenzate dalla nostra natura, dalla nostra cultura e, in particolare, dai nostri interessi: i linguaggi sono infatti funzionali a dei particolare scopi. Putnam sostiene che Kant si accorse di questo, ma sbagliò volendo andare oltre, credendo che se la descrizione è modellata dalle nostre scelte concettuali allora noi non stiamo descrivendo il mondo, non giungiamo alla cosa come essa è in realtà (notiamo che il noumeno richiama il concetto di realtà assoluta: concetto che io ritengo, nella maggior parte dei casi, vuoto, e nei rimanenti non problematico). In particolare l’errore che fece è rappresentato dalla domanda “Se le descrizioni del mondo sono solo le nostre descrizioni del mondo, dipendenti da fattori che ci riguardano, allora qual è la descrizione del mondo come il mondo è in sé?”. Questo ‘in sé’ (come ‘realtà assoluta’) è un termine senza senso: chiedersi “qual è la descrizione del mondo come il mondo è in sé?” equivarrebbe a chiedersi “qual è la descrizione del mondo nel linguaggio proprio del mondo”, ma noi sappiamo che tale linguaggio non esiste, perché esistono solo linguaggi umani funzionali a scopi umani. (Notare che se non ha senso affermare che “è possibile descrivere il mondo come è in sé” non ha senso neppure la negazione “non è possibile descrivere il mondo come è in sé”.) Putnam così ci insegna quanto la nozione di ‘realtà assoluta’ sia una chimera metafisica, un non-so-che. |
02-01-2005, 12.37.19 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 855
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Re: sondaggino sulla verità
Citazione:
L'universo può essere solo ciò che è, e niente altro. E la conoscenza di questa realtà o delle leggi su cui si basa la vita è quindi identica alla verità. Dal fatto che la gran parte di noi ancora non le conosciamo non si può trarre la conclusione che la verità non esiste. D'altronde, se è vero come molti dicono, che la veritá non esiste significherebbe che quest'affermazione fosse la verità, che quindi esiste sotto forma di questa negazione. Ciao |
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02-01-2005, 13.51.20 | #7 |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Io penso che se la verita' esiste, essa sia solo una ,assoluta, vera in se' e per se', e unicamente fondata sulla fede.
Al di la' di essa ogni nostra parola rimarrebbe un flatus vocis, e nulla di cio' che pensiamo avrebbe piu' senso, perche' tutto si dimostrerebbe sensato senza un discriminante termine assoluto di paragone. Il problema e' che l'unico modo beffardo che la verita' ha per dimostrarsi e rivelarsi a noi è sopravvivere alla nostra eventuale esistenza , ma chi mai potra' dire di averla vista o sentita? Noi ci troviamo nelle stesse condizioni di una lampada da tavolo accesa, che e' in grado di far luce ovunque fuorche' su se' stessa, e non e' nelle condizioni di sapere se il suo mondo e' cio' che essa illumina e se e' frutto della propria proiezione, o se, una volta spenta, un grande lampadario acceso sopra di lei continui ad illuminare quello che prima pareva essergli visibile solo grazie al suo tenue bagliore. ciao a tutti |
02-01-2005, 14.44.33 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 855
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Citazione:
Penso che lo scopo della vita non sia che l'uomo sarà sempre ignaro della natura della vita, prima o poi arriviamo a conoscenza anche concernente la "verità". Ciao |
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02-01-2005, 16.30.57 | #9 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
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Verità e malattia mentale.
Om!Shanti!
In ogni epoca esiste la Rivelazione come ogni anno fioriscono i limoni.Ma la stupidità umana dice che è esistita una sola rivelazione 2004 anni fa.Ed è una totale stupidaggine perchè Dio parla in continuazione e non si stanca mai,non dà la Rivelazione a S.Giovanni e poi va in pensione. In una delle Rivelazioni più recenti(1976)ricevuta da Helene Schucman,Cristo o Buddha o Maometto o chi per lui,spiega le 4 cause principali della malattia mentale: causa N°2:avere opinioni personali riguardo la Realtà Una. E rispolvera l'etimologia della parola"idiota". Deriva da" idios-ta" che vuol dire:opinione personale.come"idioma"deriva da"idios-ma"che vuol dire inguaggio personale o linguaggio di un dato popolo. Pertanto esiste una sola Realtà e una sola Verità. Vedi:"Un corso in miracoli"di Anonimo-ed. Armenia. Om!Shanti. Kantaishi Grdv. |
02-01-2005, 17.09.15 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-01-2005
Messaggi: 83
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una nessuna o molte verità
sono convinto esista una Verità assoluta che è la descrizione della Realtà assoluta.
Però come nella descrizione dell'elefante fatta dai ciechi che ne toccavano solo un pezzo, anche noi abbiamo della verità una conoscenza parziale che ci fa credere che esistano verità diverse e soggettive. Purtroppo la realtà è molto più complessa del semplice elefante e la nostra percezione sempre limitata. Immaginate per esempio come descriverebbero l'elefante dei microbi o come lo descriverebbe un elettrone oppure un neutrino. Inoltre esiste il problema che noi stessi siamo parte della Realtà e quindi della sua descrizione. In definitiva la Verità assoluta esiste ma sappiamo per certo che è al di là della nostra possibilità di descrizione, come ogni forma di Assoluto. |