essere o non essere?
La cognizione dell’universo è una e differente per ogni singolo essere senziente (universo esperenziale). Si può affermare che l’universo si accende alla nascita e si spegne alla morte (universo soggettivo);l’universo prescinde dal soggetto che lo “vive” (universo oggettivo): l’una affermazione esclude la verità dell’altra, eppure sono ambedue coesistenti (enigma esistenziale).
La materia esiste in quanto è “sentita” o “dedotta” ; essa, è un complesso energetico e l'idea che sia "qualcosa" è ingannevole.
Esiste l’eventualità che il tutto sia fatto di nulla e che, ed è lo stesso, che il nulla sia fatto di tutto, e l’uno sia la misura dell’altro: l’universo è pura relazione.
Ad ogni azione corrisponde una reazione eguale e contraria: l’universo è zero.
Il divenire del principio “creatore” (attivo), passa per la progressiva differenziazione, creatrice di relazioni, per giungere all’esito (passivo), indistinto e definitivo (entropia massima), dove le relazioni createsi con la differenziazione trovano nella differenziazione stessa, la loro semplificazione, il loro esaurimento.
Occorre per una comprensione più profonda eliminare la variabile spazio-tempo, frutto di soggettività e coscienza per giungere ad una “reductio ad unum” del processo cosmico: il divenire non è più tale ma piuttosto, “senso”, pura “idea”; questi sono necessariamente e, forse “buddisticamente”, legati agli opposti che li misurano e connotano: caos e materia.
L’inizio è la fine; l’alfa è l’omega; tutto è compiuto e giustificato in sé:
l’”idea dell’uomo” consente di pervenire “asintoticamente” alla contemplazione del sé assoluto; Tutto ciò che è particolare, esperibile, osservabile, è elemento estratto dal contesto cosmico, laddove solo in questo si ha “dio”.
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