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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
01-10-2004, 13.40.20 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Quando
i primi zoologi descrissero l'ornitorinco, ai tempi delle ottocentesche esplorazioni australiane, le interpretazioni che se ne diedero furono alquanto bizzarre.
Alcuni, in Europa, alla vista dell'animale imbalsamato, lo giudicarono un collage abilmente contraffatto, costruito con pezzi di diverse spacie. Altri lo giudicarono un'anatra affetta da mostruosità, o da qualche bizzarra malformazione. Pochi furono coloro che iniziarono a supporre che si trattasse di una nuova specie, mai vista prima, e degna di imporre una riscrittura delle principali nozioni descrittive del mondo animali. Più tardi, assodato che questi ultimi avevano ragione, il "caso" dell'ornitorinco contribuì alla vulgata evoluzionistica, poichè proprio le teorie darwiniane ne consentivano una razionale interpretazione. Dunque vedi Cicuta, il tuo ragionamento può esere, senza grandi sforzi, perfettamente rovesciato. Il caso "anomalo", quando le sue anomalie son troppo vistose, non sempre richiede un semplice ripensamento della metodologia mediante cui la teoria si sorregge, ma può imporre un ripensamento di tutta la teoria: partendo proprio dal riconoscimento dell'anomalia come circostanza nuova ed estranea ai punti di vista acquisiti. Io non dico che questo: vi sono troppe stranezze in questo rapimento, ergo, che razza di rapimento è ? Va misurato con gli stessi criteri adottati fino ad ora in relazione a tutti gli altri sequestri avvenuti in Iraq, oppure è un fatto a parte ? E se è un fatto a parte, che significato ha ? Vi sono forti dubbi che sia stato pagato un riscatto, con soldi pubblici. E' lecito chiedersi a "chi" siano stati consegnati questi denari, dal momento che tutta la faccenda appare abnorme ? Tu dici: con le tasse lo stato compra anche armi, con le quali i nostri soldati combattono in Iraq. Ma se quei soldi sono finiti nelle tasche di qualche gruppo armato iracheno, anch'esso li investirà in armi. Conclusione del sillogismo: non cambia nulla. Complimenti! Possiamo allora estendere la tua riflessione... Se il commerciante Tizio, di Pachino, paga regolarmente le tasse, noi sappiamo che una parte di quei soldi andranno a finanziare le forze dell'ordine, che lo proteggeranno. Ma se Tizio i soldi li dà alla mafia, pagando il "pizzo", otterrà da quest'ultima una adeguata protezione. Conclusione: Tizio faccia come gli pare, il risultato tanto è lo stesso. Povera e nuda vai, Filosofia! |
01-10-2004, 19.04.19 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 14
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Ciao di nuovo Leibnicht,
grazie per le osservazioni. Ottimo l´esempio dell´ornitorinco, molto ben piazzato. 1. "Pochi furono coloro che iniziarono a supporre che si trattasse di una nuova specie, mai vista prima, e degna di imporre una riscrittura delle principali nozioni descrittive del mondo animali." Questo sembra addirittura dare ragione al mio punto di vista: potrei dire "pochi si resero conto subito che il nuovo rapimento segnalava la presenza di una nuova tipologia di rapimenti, e alcuni ritenevano addirittura che si trattasse di un imbroglio (il rapimento che puzza, come l´ornitorinco bizzarra trasformazione)". Dalla tua frase sembra che tu sia d´accordo con me: non bisogna squalificare un dato contrastante, se non si inserisce in una classificazione gia´ data. Ma la squalificazione e´ proprio quanto esala dal tuo messaggio di ieri... Come dici con parole molto competenti, bisogna chiarire quando questo fatto diventa "degno di imporre una riscrittura" delle nostre idee. Non ho mica detto che se un fatto contraddice la nostra idea dobbiamo cestinare in toto la nostra idea! Non per niente ho scritto: " ci mettiamo a ragionare sui presupposti della nostra teoria o dichiariamo indegno il fatto che ci da fastidio?", e non "vogliamo buttare a mare quella teoria ora che un fatto la contraddice?" Spero mi darai atto che c'è una differenza. Io non l´ho fatto, mentre mi sembra che classificare il sequestro come "puzza di montatura" implichi che e´ stata gia´ fatta una scelta, che il fatto singolo e´ gia´ stato dichiarato non "degno di riscrittura", ma senza spiegare, argomentare il perche´. Ti ho semplicemente chiesto il perche´. Perche´ tu giudichi la tua "teoria" dei sequestratori-tuttiboia-scuarciagola piu´ forte di quel singolo fatto, di due vittime dirette che dicono: l´unica cosa che sappiamo e´ che ci hanno trattate umanamente. non hai il diritto di trascurare o bocciare questo dato. Loro erano li e noi no. Dobbiamo fidarci, fino a prova contraria. Intendiamoci, e´benissimo possibile che la tua teoria sia piu´ forte, ma devi giustificarla, se no il tuo diventa un attacco gratuito. 2. In che modo il tuo esempio ribalta il mio "ragionamento"? Il ragionamento che stai rovesciando con tanta semplicita´ (e eleganza) non e´ il mio, bensi´ il falsificazionismo popperiano. E´ un po´ come sparare su un gatto morto... Popper era con tutta evidenza soltanto un esempio nel mio messaggio, non il fulcro: quando un fatto contraddice una nostra opinione, dobbiamo decidere che rilevanza dare a questo fatto. Se e´ pertinente oppure no, e lamentavo che dal tuo intervento questa decisione non viene illustrata, ma solo esibita, con la "condanna" del sequestro ("puzza"). Se prendi una parte, un esempuio e lo fai diventare il centro, questo ti puo´aiutare a formulare una critica sferzante, ma non a capire il senso del messaggio. Mi sembra chiaro il senso in cui uso l´esempio di Popper e non lo presento come un mio ragionamento, so benissimo persino io che lo sviluppo reale della ricerca scientifica e´ piu´ complesso del falsificazionismo, come hanno mostrato Kuhn, Feyerabend, Quine e compagnia bella. Il punto che rimane e´; quando una nuova idea si presenta, in disarmonia con il sistema stabilito, questa idea va analizzata, presa in considerazione, e poi va rifiutata o accolta come ribaltatrice di tutto il sistema, ma spiegando il perche´. Non basta sapere cosa dicevano i filosofi, o studiare come la comunita´ scientifica organizza il suo percorso di ricerca. Occorre applicare la stessa chiarezza, apertura, disponibilita´ anche al nostro ambito di ragionamento. Lasciarsi andare a giudizi di naso, e´ un primo passo falso. Ma riconosco che e´ comunque un primo passo, e infatti ora il nostro colloquio si sviluppa in modo piu´ appropriato. 3. Il tuo messaggio, ora ha un tono completamente diverso dal primo, spero tu ne convenga. Giustamente escludi i giudizi sbrigativi, e espliciti le domande: "vi sono troppe stranezze in questo rapimento, ergo, che razza di rapimento è ? Va misurato con gli stessi criteri adottati fino ad ora in relazione a tutti gli altri sequestri avvenuti in Iraq, oppure è un fatto a parte ? E se è un fatto a parte, che significato ha ?" La prima domanda non la capisco: un rapimento puo´ essere un rapimento anche se e´ molto motlo strano, a meno che tu non voglia insinuare che sia una messainscena. Insinuazioni in un forum di filosofia? non voglio neanche prendere in considerazione questa ipotesi. Il sequestro e´un fatto a parte? certamente e´un fatto a parte. A parte rispetto a tutti quelli in cui i rapiti vengono sgozzati o ridotti in gabbia. Questo non toglie che sia un rapimento. A parte, pero´ non un fatto isolato, e questo ci puo´ interessare. Ti segnalo una testimonianza di una volontaria giapponese, rapita e rilasciata da non si sa chi qualche mese fa in Iraq. Anche lei racconta le stesse cose delle italiane: e´ stata trattata bene e e´ stata ben nutrita. (Trattata bene, non dimentiachiamolo, non significa essere riconoscenti per il trattamento da grandhotel, ma non aver subito violenza fisica aggiuntiva rispetto alla privazione della liberta´). Dice la donna: "We were treated kindly," Yasuda said. "We had a good meal every day. I don't know the place where we were. We were caught around Abu Ghraib and after that we were blindfolded and changed house every day". http://www.iraq-today.com/article.ph...ing=§ion=7 Se vogliamo mantenere un certo livello di discussione, senza scadere in accuse gravi e non argomentate, i fatti a cui possiamo appellarci dimostrano una cosa: abbiamo avuto esperienza di due tipi di rapimenti. Per il primo il criterio di giudizio e di conoscenza sono i filmati incredibili di sgozzamento accompagnati da rivendicazioni che fanno vergognare l´intero genere umano. Per il secondo sono le parole dei rapiti sopravvissuti. Ma c´e´ ancora un caso singolo caso che mette un po´di dbbio su questa classificazione. E sarebbe la vicenda Baldoni. Il rapimento baldoni e´ probabilmente collegato con quello delle due donne (la famosa lista di cui parla Scelli), ma si e´ concluso come quello degli americani barbaramente uccisi. Sembra una via di mezzo, e ci induce a ritenere che forse le ambiguità coprono ogni vicenda irakena, non solo il sequestro "Simone". Non voglio dar sfogo alla fantasia su questo punto, ma ci tengo a far notare che se rifiutiamo il giudizio sbrigativo ("questa faccenda puzza" - "E´tutta una messinscena" <-- questo non l´hai detto tu, ma comuncia a essere voce comune), guadagniamo in conoscenza: adesso abbiamo gia´ una classificazione piu´ vasta, piu´ comprensiva, e soprattutto piu´ ragionata. Trovo che abbiamo fatto un bel lavoro no? Avevamo in testa un tipo di sequestro, e quelli bizzarri sembravano finti, e ora ne abbiamo forse 3, o comunque 2 ma forse collegati. E tutto questo soltanto guardando ai fatti! C´e´di che andare a letto soddisfatti stasera... 4. All´esempio del commerciante di Pachino non voglio rispondere, mi sembra che tu mi abbia totalmente frainteso. Ovviamente non e´ la stessa cosa pagare per ricevere protezione dalla mafia e dallo stato; ma e´ secondo un meritevole punto di vista la stessa cosa, il risultato non cambia, se l´esercizio della violenza armata e´ svolto dallo stato o dalla milizia illegale. Se cambi il mio esempio con questa disinvoltura, stravolgi anche il senso della mia posizione. Questo punto di vista (su cui ti prego di non fare della facile ironia) tale per cui e´ uguale finanziare le armi di stato e le armi della milizia illegale, si chiama non-violenza, e ci sono parecchie persone che per questa scelta omettono di versare una parte delle loro tasse allo stato, assumendosi le conseguenze legali del loro gesto. Si chiama obiezione di coscienza alle spese militari. Ma questo ci porta troppo lontano, ti chiedo di lasciare questo punto, o se vuoi di aprire una nuova discussione sul forum. 5. "Povera e nuda vai filosofia". Petrarca diceva cosi´ per segnare il distacco dei filosofi rispetto al volgo che si occupa solo del vil denaro. Non capisco, si tratta di un tuo slogan finale o di una critica a me? e su che base? sarebbe un po´ offensivo da parte tua... Scusa se sono stato prolisso. Marco Cicuta |
02-10-2004, 02.58.59 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Il tono civile di questa discussione
mi conferma nel senso che ha l'impegnare del tempo per sottolineare e ribadire i valori che sono in discussione in questo momento storico.
Non ribatterò punto per punto, e, d'accordo, ammetto l'opportunità di trascurare le questioni relative alla c.d. "non violenza", così profondamente estranea alla cultura (in senso antropologico) occidentale, da farsi disconferma involontaria in ogni sua espresione europea. Torniamo alla questione. Perchè "insinuare" che sia una messiscena ? Se oso dissacrare il tabù dei totem (le due simone), è perchè provo una ripulsa epidermica di fronte alle mitologie eroiche: e non ci posso far nulla, è più forte di me. "Fortunato il popolo che non ha bisogno di eroi" scriveva Brecht: con quanta ragione! Dunque, vedi, la messinscena è prima di tutto questa, quella di consacrare all'opinione pubblica due poverette che, nella migliore delle ipotesi, non sono che "strumenti ciechi" di un'inconsapevole rimozione collettiva. La rimozione è quella della più evidente delle circostanze: esiste una guerra dichiarata non all'occidente in quanto tale, non agli uomini e le donne dell'occidente, in quanto tali, ma ad uno specifico insieme di valori che si riconducono alle sue più recenti e ancora giovani radici. Intendo le dimensioni laica, liberale e illuminista del progetto umano, le quali prospettano ancora appena, nel mondo occidentale, una nuova e inusitata Alleanza dell'Uomo con il suo dare voce e coscienza al mondo. L'Illuminismo è ancora lontano dall'essere compiuto. E non è un caso che i principali alleati delle istanze fondamentaliste, in Europa, siano le chiese e le rigurgitanti ideologie forti: di estrema destra ed estrema sinistra, neo-nazisti e postcomunisti. Nel lucido delirio del suo testamento , negli ultimi giorni della sua vita tormentata, Hitler, sepolto nel bunker da cui non sarebbe riemerso, consegnava all'islam il testimone della sua missione. Prevedendo, con diabolica intelligenza, l'inevitabile decorso dei tempi. Ora quel delirio è storia in fieri, e noi non vedremo, credo, il tempo in cui storia o delirio saranno state definitivamente decise come ovvietà storiografiche. Conosco l'islam per averci vissuto: non attenderti lealtà da un arabo, se non per mero calcolo di opportunità, in ragione e a misura della lealtà che tu gli mostri. A differenza dei tedeschi, in quello che la storia ci mostra come il più grave dei difetti dei popoli germanici, essi non sono affatto ingenui nel loro integralismo. Io credo che una parte del mondo islamico tema l'esasperazione di alcune genti europee, ben conoscendo il potenziale distruttivo insito nell'indole di molti popoli del vecchio mondo. Tra i misfatti dell'occidente viene spesso citata l'atomica su Hiroshima o il bombardamento di Dresda. Una specie di incredulo disagio ci sospende tuttora, invece, sulla soglia del tentativo di elaborare con la ragione l'olocausto di un popolo e di una cultura intera, quella ebraica. Capire il potenziale distruttivo dell'occidente presuppone ancora oggi un compito ineseguito: quello di riconoscere un senso storico e razionale ad un breve decennio in cui una formicolante presenza, quella ebraica, un fervido mondo di intelligenza, dialettica, cultura e scienza, dettata in tutte le lingue d'europa è stato letteralmente spazzato via, per sempre, da un intero continente. Noi non sappiamo darcene una ragione, e fingiamo di poterlo inscrivere nelle trame evanescenti della follia: ma, in cuor nostro, sappiamo che non è così. Io credo che l'islam tenti di calcolare questo rischio, blandendo un mostro al tempo stesso in cui mostruosamente vuole atterrirlo, in un gioco alterno di crudeltà macellaia ed intelligente e sorridente dialogo. Non insinuo affatto che il caso delle due simone supponga una loro attiva partecipazione a tale dinamica: non ne so pensar nulla e non credo che l'eventuale malafede delle ragazze sia pertinente al discorso. Ciò che più fa male è il sollievo isterico dalla loro morte mancata. |
02-10-2004, 09.24.34 | #9 |
Ospite
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Messaggi: 19
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caro Leibnicht,
ho letto con molto interesse le tue teorie esposte e le condivido in pieno, volevo soltanto farti qualche precisazione, che mi viene dettata dall'esperienza di avere vissuto per diversi anni nel mondo musulmano, sicuramente come tutte le organizzazioni laiche e religiose esistente al mondo, hanno i loro lati positivi e negativi, ma vedi il vivere a loro contatto, ti coinvolge al punto tale di vedere le cose dal loro punto di vista, e ti posso garantire che sono giuste e corrette"secondo logica loro e del loro mondo", ma non è il nostro, non è la nostra civiltà, noi viviamo una vita più libera di vecchi pregiudizi e di vecchi retaggi storici, la loro vita al contrario è legata alla filosofia della vita che gli ha dato i natali,per noi occidentali il vivere in quei luoghi è molto coinvolgente e spesso sei travolto dalle loro ragioni morali,sociali,religiose. Quello è il momento in cui la tua ragione occidentale viene assalita da miliardi di dubbi,e se è nelle tue possibilità farai di tutto sempre in buona fede per dare un aiuto a servire una causa giusta per loro e cosa più grave anche per te, e quel filo sottilissimo che divide la ragione dalla pazzia,ma quei luoghi sacri per te per loro per tutte le popolazioni piene di fascino e impregnate di sovrumano potere ti intaccano profondamente lo spirito e il raziocinio, quando rientrando nel mondo occidentale e riflettendo su quanto accaduto, (parlo genericamente) ti rendi conto di come sei stato usato per una causa e per una civiltà che non è la tua.Saluti Zigul |
05-10-2004, 00.25.59 | #10 |
Ospite
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illuminismo lontano
Ciao Leibnicht,
qui devo confessare una mancanza. Posso immaginare il tuo fastidio per la retorica del salvataggio, che io non ho vissuto perchè mi trovo più o meno stabilmente a Berlino, e quindi ho la fortuna di poter scegliere le mie fonti di informazione. In Italia, non è possibile. Ricordo come fu alla strage di Nassiria. Ma nel Galileo di Brecht la frase beata quella terra che non ha bisogno di eroi è problematica, non stabilita. Beata quella terra, ma noi non siamo quella terra, siamo miserabili e purtroppo abbiamo bisogno di eroi, come si vede dalle poesie su lenin e sull' urss. La frase nel Galileo fa riferimento a tutto un modello brechtiano del non eroismo, come si trova nel "me-ti. il libro delle scelte", nel "ja sager und nein sager", ecc. Bene, interrompo prima di partire per la tangente. Tu dici: c'è una guerra non dichiarata contro l' occidente e la laicità. Rispondo brevemente, perchè qui si entra nel terreno delle opinioni, e gli scivoloni sono fin troppo facili. A proposito della guerra non dichiarata all' occidente: non vedo (ancora?) truppe islamiche presidiare le nostre strade. Il mamma li turchi è prematuro, per lo meno. Bisogna avere presente questo quadro: una persona di elevata cultura in europa che parla di guerra contro l' occidente (anche Pera lo fa!), e un estremista islamico che parla di crociata, perchè i militari cristiani veramente occupano la "sua" terra. Guardiamo il quadro, cerchiamone di simili, ne troveremo a bizzeffe nella storia. A proposito di laicità: belin parlare di laicità in italia, in pieno medioevo, mi sa che tu sei più utopista di me. Condivido invece, o meglio trovo molto originali e stimolanti, le tue osservazioni su olocausto e dinamica di azione-reazione dell' islam (scusa se semplifico). Quanto all' illuminismo, non posso esimermi dal riportare con ammirazione la tua frase: "Intendo le dimensioni laica, liberale e illuminista del progetto umano, le quali prospettano ancora appena, nel mondo occidentale, una nuova e inusitata Alleanza dell'Uomo con il suo dare voce e coscienza al mondo. L'Illuminismo è ancora lontano dall'essere compiuto." Non faccio del sarcasmo, l' hai proprio espressa bene, aulica ma decisa, partecipata e di misura. Una volta ero anch'io così. Poi ho letto alcuni libri di Adorno, che non condivido, ma che aiuta a superare certi schematismi, e soprattutto Feyerabend, che consiglio di cuore a tutti. Ora credo più semplicemente nell' argomentazione e nel rispetto per gli altri individui, e l'illuminismo non mi cruccia più. Cerco di non rappresentarmi come quello che sta dietro la lampada e la dirige, illuminando il circondario, che magari vuole invece dormire; trovo più equilibrato e corretto girare per il quartiere, e chiedere la strada a più passanti possibile. Presumo che coloro a cui chiedo mi vogliano aiutare, e non sviare, e non seguo mai le indicazioni prima di aver confrontato le risposte. ciao e grazie Marco Cicuta p.s. tornando al sequestro. Dato che il tuo cercare ambiguità nella questione è molto acuto, e che comunque si conoscono i fatti esterni o dai propri pregiudizi o dall' esperienza, ti segnalo un articolo dello scrittore Pino Cacucci, che trova analogie tra questo processo e una vecchia faccenda salvadoregna. Come per il mio esempio della testimonianza della volontaria giapponese, anche questo può aiutarci a collocare quelle che ci sembrano stranezze in un quadro più ampio. Per carità si rimane sempre nell' induzione, ma per lo meno la costruzione è un pochino più complessa. L' indirizzo è: http://ww2.carta.org/articoli/articles/art_1334.html |