Scusate? Sto cercando l’uomo.
Ho viaggiato per mari e per monti, per fiumi e per mari ho navigato, ho girato sterminate città, ho visto grandi costruzioni, perlustrato giardini e parchi, solcato zone fresche e verdeggianti e perfino attraversato deserti gialli e aridi,
ma né ombra né orma sono riuscito a trovare dell’io pensante personaggio in questione.
Nel mio cammino ho incontrato si esseri viventi, ho veduto si corpi, masse, folle parlanti o che tentavano,
ma i loro discorsi erano privi di penso, la loro stessa bocca un controsenso.
Si credevano tutti dominatori e non si vedevano dominati dalle cose che li circondano e dalla stessa folla di cui fanno parte che li acclama o li deride a seconda, ed è a volte servitù e schiava a volte padrona, in verità sempre assoggettata.
Silenzio, paura, dolore, incertezza, indecisione, stoltezza, malessere, infelicità erano questi popoli nel loro profondo. Celata la loro essenza, ora svelata.
Uomo dove sei?
Ti cerco, mi senti, sto urlando o forse il tuo orecchio è assordato dal mondo che è un rombo e un rimbombo, di caos, di canzoni, di suoni, di voci, di cosa… del nulla, del quando, perché non ti trovo?
Forse sei morto?
Un saggio di una montagna mi ha detto che vivi segregato (da chi? da te stesso) in un castello dalle alte mura, ove tu vuoi vivere, sentirti protetto, sicuro, lontano.
Lontano da chi?
Chiuso nella realtà, precluso all’aldilà vedi solo e solo senti e solo tocchi la tua materia, il tuo finito, imprigionato a scorgere ciò che c’è ed esiste e tu non lo sai o non lo vuoi sapere spaventato da quel che è sublime, superiore al tuo limite, al tuo piccolo e alla tua piccolezza di ciò che stupidamente credi o forse…
Nulla, niente, zero assoluto, sconforto totale, ma non trovo spiacente purtroppo in te alcuna fede o speranza, che nel dubbio non ti butti, nel vuoto non ti getti.
Vergogna e miseria sono le proprietà di questo gregge, di questi ammassi di pecore che ho incontrato, che viaggiano senza un pastore.
Non ho trovato l’identità, non ho trovato lo Spirito, non ho trovato la forza, zero amor patrio, niente potenza, non l’individuo, non sono riuscito a scovare l’uomo. Solo sofferenza nei cuori infranti, spezzati, distrutti, colpiti a morte, e sprazzi di falsa gioia in chi non sa neanche cos’è e quale la strada per raggiungerla, in una folla di istinti, indistinti immaturi.
La luce è assai debole, sottile, si affievolisce sempre più e non viene ascoltata.
Le tenebre sono in continua e irreversibile espansione.