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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
27-08-2004, 13.20.04 | #12 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Altro percorso
Sviluppiamo analiticamente la proposizione: "Nessuno scapolo è sposato".
"Essere sposato" costituisce una "determinazione" possibile di tutti gli elementi dell'insieme chiuso "tutti gli uomini". Il sottoinsieme "tutti gli scapoli" è interamente contenuto nell'insieme precedente e questa affermazione: "Tutti gli scapoli sono uomini" parrebbe vera analiticamente. Tuttavia, "essere scapolo" costituisce, nuovamente, una determinazione possibile degli elementi dell'insieme "tutti gli uomini". Conseguentemente, seppure vera, l'affermazione non aggiunge alcuna conoscenza relativamente a quell'insieme. Ora, invece, l'insieme "Nessuno tra gli scapoli" ("Nessuno scapolo") potrebbe rappresentare un insieme nuovo, poichè esso, a stretto rigore non è contenuto nell'insieme chiuso "tutti gli uomini", essendo un insieme vuoto. Ma se si tratta di un insieme vuoto, allora i suoi elementi sono rigorosamente privi di alcuna determinazione. Conseguentemente non è possibile affermare che la proposizione in oggetto sia vera o falsa. Dunque, dal punto di vista analitico, se la proposizione è vera, allora essa non ci fornisce conoscenze. Se ci fornisce conoscenze allora non può essere dimostrata. Questo, comunque, l'aveva detto già Kant. Personalmente, comunque, non trovo l'argomentazione "sufficiente" a decostruire la distinzione tra processo analitico e sintetico. Prendi la seguente: "Nel piano euclideo l'insieme di tutti i triangoli non contiene elementi la cui somma degli angoli interni sia diversa da un angolo piatto". Sebbene valga anche per essa la conclusione data sopra (riguardo al suo sviluppo analitico), ciò non toglie che la deduzione probatoria non possa essere neppure sintetica, dato che l'insieme contiene un numero infinito di elementi. In conclusione, allora, sebbene il processo non aggiunga conoscenze, sarà solo lo sviluppo analitico che ci permetterà di riconoscere la mera sussistenza di tale determinazione. |