Riferimento: Carpe Diem
Non sono un esperto oraziano, ma il "Carpe Diem" è ben lungi dall'essere una riproposizione antica del "chi vuol essere lieto sia". Orazio non era un principe rinascimentale ma un solido romano antico. Il suo invito è ad agire ogni giorno nel miglior modo possibile, accettando la grazia e la bellezza del creato e le occasioni che ci porta, ma con senso di responsabilità. In ciò è sottolineato anche l'aspetto del tempo che passa e che non deve passare invano. In un altro passo Orazio scrive:
"Dum loquimur, fugerit invida aetas", "mentre parliamo, il tempo fugge invidioso".
Garbino scrive:
"Ecco perché la liberazione dallo scorrere del tempo e della nostra impotenza può arrivare soltanto quando si ci libererà dal controllo del Super-Io."
Non so esattamente cosa intendi, ma il riferimento successivo a Nietzsche e quello antecedente all'antichità dell'irrazionalità, mi fa credere che tu ritenga l'essere umano imprigionato da lacci e lacciuoli e che ciò non gli permette di esprimersi creativamente e liberamente.
Orazio, secondo me, proprio per quello che ho scritto, non può essere tirato dentro questa disputa. La cultura del "risentimento" nasce con Nietzsche, allorquando le masse premono per la prima volta per entrare nelle stanze del potere. Si può pensare, aristocraticamente, che il Super-Io sia stato inventato per pagare i sussidi di disoccupazione, ma la lunga frequentazione con la vita mi ha insegnato che gli aristocratici diventano tali con la violenza e il sangue. Se poi effettivamente esistono delle differenze di lignaggio (non siamo tutti uguali, è evidente), coloro che hanno delle doti dovrebbero "donarle" agli altri e non usarle per sopraffare e dominare, come insegnava il filosofo tedesco che hai citato.
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