L'uomo e gli altri animali.
RIFERIMENTO : da "Cani di paglia" di Jhon Gray :
Oggi sono molti a credere di appartenere a una specie che un giorno sarà padrona del proprio destino ; ma questo è un atto di fede, non è scienza. Nessuno parla di un futuro in cui le balene o i gorilla saranno padroni dei loro destini. Perché per gli esseri umani dovrebbe essere diverso? Non c’è bisogno di Darwin per rendersi conto che anche noi siamo come gli altri animali. È sufficiente osservare anche superficialmente le nostre vite. Ma dato che la scienza gode oggi di un’autorità con cui l’esperienza comune non può avere la pretesa di competere, conviene ricordare che Darwin ci ha insegnato che le specie sono soltanto apparati genetici che interagiscono casualmente tra loro, con l’ambiente circostante e con i suoi cambiamenti. Le specie non possono controllare il proprio destino. Esse non esistono. Ciò vale anche per gli uomini. Eppure ce ne dimentichiamo ogni volta che parliamo di “progresso del genere umano”. Abbiamo riposto la nostra fede in un’astrazione che nessuno si sognerebbe di prendere sul serio se anch’essa non fosse intrisa delle logore speranze del Cristianesimo. Se Darwin fosse vissuto in una cultura taoista, scintoista, indù o animista, molto probabilmente la sua scoperta avrebbe creato soltanto un nuovo filone all’interno delle intricate mitologie che a quel tipo di cultura appartengono. In queste religioni infatti, gli umani e gli animali sono specie affini. Darwin ha fatto però la sua scoperta rivoluzionaria all’interno della cultura cristiana, una cultura che pone gli uomini al di sopra di tutti gli altri esseri viventi, e ha suscitato un acceso dibattito che è ancora in corso. In epoca vittoriana la discussione vedeva i cristiani da una parte e gli atei dall’altra. Oggi impegna da un lato gli umanisti e dall’altro quei pochi che comprendono che gli umani non possono essere padroni del proprio destino più di quanto non lo sia qualsiasi altro animale. Il termine umanesimo può avere molti significati, ma fondamentalmente equivale a fede nel progresso. Credere nel progresso significa credere che, grazie ai nuovi poteri messi a nostra disposizione dalle conoscenze scientifiche, gli umani possono liberarsi dalle restrizioni che vincolano la vita degli altri animali. Oggi, questa è la speranza condivisa praticamente da tutti, ma è una speranza priva di fondamento. Per quanto possa ampliare le sue conoscenze, per quanto possa accrescere di conseguenza il suo potere, l’animale umano rimarrà sempre lo steso : una specie molto creativa e, al contempo, una delle più rapaci e distruttive. Darwin ha mostrato che gli umani sono come tutti gli altri animali ; gli umanisti affermano esattamente il contrario, credendo che grazie alle nostre conoscenze siamo in grado di controllare l’ambiente circostante e prosperare come mai prima nella nostra storia. Affermando ciò, essi perpetuano una delle promesse più ambigue del Cristianesimo, ossia che tutti possono salvarsi. La fiducia umanista nel progresso è soltanto una versione laica di questa fede cristiana. Nel mondo mostratoci da Darwin non vi è nulla che possa essere chiamato progresso. Per chiunque si sia nutrito delle speranze umaniste ciò è intollerabile. Per questo l’insegnamento darwiniano è stato rovesciato e all’errore fondamentale del Cristianesimo (la condizione che gli esseri umani siano diversi dagli altri animali) è stata offerta una nuova possibilità.
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