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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
21-06-2004, 21.55.49 | #23 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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Citazione:
non farti fregare dalle parole: ho detto che "oggetto" intendendolo nel senso più lato possibile. allora vediamola così: ogni cosa se ha "contatto" con una dimensione spaziotemporale viene inevitabilmente temporalizzata. in più penso che definire il mondo fisico come "illusione" sia solo un modo per liberarci di un sacco di problemi, ma ciò è illegittimo: abbandoniamo ciò che abbiamo di fronte per cose che ipotiziamo solo, e che difficilmente riusciamo a comprendere. se il mondo fisico, illusione o no, è nello spazio-tempo, ciò è un dato di fatto. comunque ci sarebbe l'illusione che è spaziotemporale e quindi se l'Io la percepisce anch'essa diverrà essere spaziotemporalizzabile. tutto ciò è inevitabile ciao P.S. comunque (come già faccio intendere in altri post) vedo l'Io come insieme di percezioni, esattamente come lo concepiva Hume. ma ho voluto comunque seguirti nella tua ipotesi... |
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21-06-2004, 22.11.10 | #24 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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x kantaishi: Il punto di vista del buon senso
Citazione:
una tesi incoerente (contenente 'a' e 'non a') non potrà mai esser vera. l'intuito serve per avere il lampo di genio, che poi la razionalità deve sfruttare. se ci si affida all'irrazionalità e alle favole allora è meglio che non ci prendiamo troppo sul serio. chi non dà nessuna importana alla logica è meglio che stia zitto, è questo non è un rimprovero o un castigo moralmente lecito (che sia mai) bensì la naturale conseguenza di ciò che afferma. la tua meditazione dovrebbe farti concordare con quello che dico, anche se in palese contrasto con ciò che affermi, perchè (come tu dici) la via della logica non è assolutamente importante. ciao |
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22-06-2004, 19.56.53 | #25 | |||
Ospite abituale
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22-06-2004, 23.00.50 | #26 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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l´eternità si fonda gradualmente in spaziotempo, ma siccome l´io rimane assoutamente fisso, nonostante il fatto che l´esperienza della vita cabia costantemente, è ovvio che questa "trasformazione" ha luogo in modo tale che l´"eternità" rimane "non toccato"
non condivido... Grazie per la compagnia, Ciao grazie a te, ciao |
28-06-2004, 14.11.52 | #27 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Ciao a tutti.
Volevo intromettermi nella discussione sperando di non sembrare indiscreto. Credo che si debba considerare qualcosa che dai vostri botta e risposta rimane nascosto, e cioé il fatto che la filosofia in questo ultimo secolo ha fatto molta strada e ha detto cose che non si possono non tenere in considerzioni, (se capire ci interessa veramente). Ragionare con concetti quali logica, intelligenza, soggetto, oggetto, spaziotempo e veritá assoluta, risulta qualcosa di improponibile dopo tutto quello che si é detto nella produzione filosofica novecentesca; esso é il risultato di un pregiudizio non esplicitato che ci costituisce da circa 2 millenni e si chiama metafisica. Bene, questi pregiudizi sono il tema di tutti i pensatori piú produttivi del nostro secolo e di quello precedente e fiumi di parole sono stati scritti in merito. Io consiglierei senza intento polemico di leggersi qualcosa, e ricordarsi che dietro ogni "veritá" che enunciamo, c'é sempre l'utilizzo di certi strumenti concettuali storici (motivo per cui non ha piú senso parlare di veritá assolute), persino in quello che sto dicendo in questo momento, che non é altro che utilizzare ció che di "considerevole da pensare" e ragionevole si é presentato nella nostra epoca storica. Ciao a tutti |
28-06-2004, 14.22.19 | #28 |
Moderatore
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Messaggi: 2,725
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ciao odos, come avrai gia` capito condivido quello che dici.
per me la questione non e` esiste o meno la verita` assoluta, bensi` tale concetto e` senza senso, un segno che non e` legato ad simbolo (alla Wittgenstein). ciao |
28-06-2004, 16.55.33 | #29 |
Ospite abituale
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Ancora ciao.
Credo di capire cosa intendi quando dici che il concetto di veritá assoluta sia senza senso e credo di trovarmi d'accordo, peró vorrei esplicitare un pó questo pensiero. In realtá, come credo tu sappia un senso ce l'ha, e anche preciso. Io sono abbastanza convinto che sia difficile pensare un essere fuori dal linguaggio. Il significato del concetto di assoluto é giá tutto contenuto nel suo uso linguistico e nulla di piú. Quando accostiamo il termine veritá e quello di assoluto, vogliamo indicare uno stato di cose, metafisicamente parlando, oggettivo (cioé che si contrappone ad un soggetto che muta), atemporale (cioé valido in modo eterno) e ab-soluto appunto, cioé sciolto da qualsiasi determinazione che la limiti. Questi sono i principali caratteri della veritá assoluta. E in questo senso é chiaro che una tautologia rispetta tutti questi caratteri (quindi essa é propriamente veritá assoluta). Peró bisogna sapere anche che questo concetto non é sempre stato presente nella storia del pensiero umano: in occidente questo concetto si é originato, detto sommariamente, man mano che si é istituita la pratica della scrittura e la parola (o il simbolo) appare per la prima volta indipendente dal contesto orale dal quale aveva avuto origine. Questo concetto ha una storia e questa storia è rinvenibile nel linguaggio. Nel linguaggio noi troviamo giá tutto il nostro modo di "vedere il mondo" o detto in altri termini, il darsi dell'essere di epoca in epoca, e il nostro linguaggio é il linguaggio della metafisica, cioé di quel pensiero che si fonda proprio su presupposti quali soggetto, oggetto, logica, razionalitá, obbiettivitá e tutto ció che di fondante in modo "ab-soluto" siamo in grado di concepire. Tutto questo per dire che se crediamo che la veritá assoluta sia qualcosa che deve esserci per forza, indipendente da qualsiasi presupposto, da qualsiasi linguaggio storico, per cui domandare sulla veritá assoluta sia legittimo e ovvio, abbiamo giá compromesso il nostro domandare a tal riguardo. Un ultima cosa: non si puó dire che sperimentare la vita (come si diceva sopra) sia una veritá assoluta, e questo non solo perché i caratteri di cui sopra non sono presenti, ma perché piú "empiricamente", se tra cento anni per "esperire la vita" si intenderá qualcosa di diverso e ci si "dimenticherá" (non si riuscirá piú a vedere) l' uso linguistico che se ne fa oggi (cosa che é giá accaduta con tutti i concetti fondamentali del nostro sapere), semplicemente quella veritá non sará piú affatto assoluta e succederá quello che ancora noi facciamo leggendo i nostri antenati pensatori dicendo: "che ingenui, non avevano capito che.....", e noi lo sappiamo bene cosa volgiamo dire quando diciamo che noi sperimentiamo la vita. Spero di stimolare dubbi e perplessitá, ne viene fuori sempre qualcosa di bello. Saluti a tutti |