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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
22-03-2015, 09.42.47 | #3 |
Garbino Vento di Tempesta
Data registrazione: 13-05-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: Marx aveva torto?
X CVC
Non c' è dubbio che Marx avesse anche molti torti ma anche molte ragioni. Lui si era intestardito su una società ideale frutto di una rivoluzione che proprio per il fatto di essere basata su di una rivoluzione difficilmente poteva portare a qualcosa di positivo. Quello che manca a questo mondo comunque è la sua genialità nel definire i processi della struttura capitalistica che si vanno sempre più affermando per la loro affinità con lo squalo che divora tutto ciò che incontra. La caduta dell' URSS è stata per l' occidente un vero dramma. Forse Marx aveva torto nel definire il plusvalore come il prodotto dello sfruttamento dei lavoratori, ma ciò non toglie che in quel periodo il livello di sfruttamento era veramente esagerato. Ma se ci guardiamo intorno non possiamo non accorgerci che, piano piano, si sta tornando a quei livelli; e questo succede, come ho già espresso altre volte, perché si ci affida troppo alle tendenze economiche che essendo irrazionali comportano sempre grandi squilibri. Poi c' è la questione dei poteri forti, industrie di armi petrolifere automobilistiche e farmaceutiche che sono un grosso problema per il ripristino di una primarietà dell' uomo sull' oggetto. Senza dimenticare il gioco e la droga che sono veramente uno sfacelo per ogni società. Anche se Marx ha molto sbagliato, sono sicuro che non sarebbe male rispolverarlo e capire i processi di crisi vincolati al sistema capitalistico. L' unica soluzione è uscirne, ma il come è un problema che non solo va incontro a lotte senza quartiere da chi trae enormi profitti sul lavoro altrui, ma anche da riferirsi all' incapacità umana di voler superare questa condizione che ci sta portando ad una situazione di guerra totale. Grazie della cortese attenzione. Garbino Vento di Tempesta. |
22-03-2015, 10.11.52 | #4 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Marx aveva torto?
Citazione:
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22-03-2015, 15.37.38 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Marx aveva torto?
@acquario
Di Fini ho letto solo ed alla svelta un libro, di cui non ricordo il titolo, che praticamente rovesciava la figura di Nerone, per cui Nerone veniva riabilitato come principe illuminato e Seneca dipinto come corruttore. Da ciò deduco che tale autore abbia tendenze revisioniste. @acquario, Garbino e and1972rea Nel mio discorso, effettivamente scarno e poco argomentato, l'intento implicito era quello di distinguere nettamente una teoria di*Marx*da quello che è stato poi il cosiddetto comunismo reale di cui lo stesso*Marx*avrebbe molto probabilmente avuto orrore.*Marx*ha attaccato il capitalismo a suo modo scientificamente, cercando di prevederne gli sviluppi. Tali sviluppi da lui individuati nella sovrapproduzione e concentrazione della ricchezza in poche mani, sono stati confutati dagli economisti, ma, io credo, non dai fatti. Il comunismo reale ha pensato fossero necessarie la rivoluzione e il terrore, con le conseguenze che si sono viste.*Marx*invece pensava che il capitalismo avrebbe mangiato se stesso. E secondo me è stato il primo a intuire la scarsità delle risorse. In un panorama dove le risorse sono scarse, è auspicabile che il mondo non permetta ad alcuni di accumulare ricchezze. Il livellamento delle risorse avverrà quindi in modo naturale. Non è pensabile che il 99% muoia di fame lasciando supinamente nel lusso l'1%. Perché non è ancora avvenuto? Perché la scarsità non ha ancora raggiunto la necessaria soglia di drammaticità. Ma lo farà. Anche se nell'immaginario collettivo domina l'idea che pochi con risorse illimitate possano manipolare il mondo a loro piacimento, io non credo sia così. Faranno la fine dei boss super ricchi e super potenti, costretti a vivere in tane da topi. Anche perché se siamo in 7 miliardi, proviamo a calcolare il 99% e l'1% di tale cifra.....* Ma a dire il vero il focus del mio discorso non era neanche questo, ma quello di constatare come la più grande fonte di ricchezza sia ancora lo sfruttamento del lavoro umano, anche a secoli di distanza dall'abolizione della schiavitù. Altro che i*blah*blah*blah*degli economisti. Vogliamo parlare delle condizioni di un lavoratore in India o in Cina, le locomotive dell'economia?* @Garbino La società ideale frutto della rivoluzione è opera del bolscevismo e poi di Stalin. Per Marx la società comunista sarebbe stata la logica conseguenza del fallimento del capitalismo, non la conquista di una rivoluzione sanguinaria Sono d'accordo con te che le tendenze economiche siano irrazionali, in primis l'illusione di poter misurare ogni aspetto della realtà e ridurre il mondo ad un'equazione. Poi basta vedere cosa è successo con l'ebola, hanno ritardato l'allarme di due mesi per paura delle implicazioni economiche. Se non è irrazionale questo. @and1972rea A me pare, contrariamente a quanto di solito si pensa, che Marx abbia tenuto conto del mercato, e che le conclusioni cui giunge siano la saturazione della domanda ed il restringimento progressivo dei capitalisti ad una piccola èlite. Non mi pare siamo molto lontani, allo stato attuale, da ciò. Eppure i geni dell'economia plurilaureati, premi Nobel e accreditati vari, considerano Marx roba vecchia. La Cina e l'India con lo sfruttamento del lavoro hanno coperto il gap da paesi poveri a paesi industrializzati, ma gli economisti che lodano le leggi della libera concorrenza sembrano non tener conto del fatto che tale concorrenza non è mica tanto libera se, da un lato si cerca di far lavorare la gente in modo dignitoso, è ciò ha un alto costo, e dall'altra parte si gode del vantaggio che viene dallo sfruttamento. E' una lotta impari. |
22-03-2015, 22.04.07 | #6 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Marx aveva torto?
Citazione:
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23-03-2015, 06.29.52 | #7 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Marx aveva torto?
Citazione:
Non so esattamente cosa pensasse Marx,mi sembra di capire comunque che tutto il suo "edificio" poggi sempre sulle "ambizioni" e per giunta materiali,il che saranno sempre destinate al fallimento. questo si e' prima verificato nel comunismo,che tanto meno materialista non lo era di certo del capitalismo (l'altra faccia della medaglia) appunto destinata anche questa a crollare |
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23-03-2015, 12.32.10 | #8 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 13-03-2015
Messaggi: 12
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Riferimento: Marx aveva torto?
Citazione:
Io la vedo così: il lavoro è un mercato e se c'è una grande offerta di lavoratori e una bassa domanda, i prezzi (salari) seguono l'andamento delle leggi del mercato, abbassandosi.....e portando povertà. Marx dice che un lavoratore percepisce meno di quello che produce, ma paragoniamo un lavoratore ad una Ferrari. Se per assurdo Marchionne (sigh!) avesse migliaia di Ferrari prodotte, invece di pochi esemplari, per venderle tutte (pur avendo queste auto un alto valore intrinseco) le dovrebbe vendere a prezzi decisamente inferiori a quelli attuali. Il Cina purtroppo, nonostante la fiorente industria, vista l'enormità di popolazione, la manodopera è sempre in esubero e quindi: salari bassi e pretese basse da parte dei lavoratori. Inoltre, sempre e dico sempre, nel mondo (tranne nella recente piccola porzione di ventesimo secolo in occidente e pochi altri casi) la ricchezza è stata nelle mani di pochi, con il popolo alla fame. Ben peggio di ora. Purtroppo la storia dimostra il contrario di quello che affermi, ovvero che normalmente l'umanità tende a questa situazione, piuttosto che a una redistribuzione delle risorse. Certo poi queste situazioni portate allo stremo possono sfociare in rivoluzioni (Rivoluzione Francese, Rivoluzione Russa...) ma con un risultato, come si può imparare dalla storia, che non vuol dire necessariamente benessere redistribuito e risoluzione dei problemi. Alle volte è accaduto che ci sia stato un semplice cambiamento di regime. Noi che siamo nati e abbiamo vissuto in Italia, non dico nel secondo dopoguerra, ma dopo il boom economico degli anni 60 e quindi negli anni 70-80-90 siamo stati abituati ad una ricchezza abbastanza distribuita. Col ceto medio a farla da padrone. Certo, c'erano l'operaio e il proprietario di fiorenti industrie, come una volta c'erano il mezzadro sottomesso al proprietario terriero, con la differenza però che un'economia fiorente portava ad un salario adeguato per l'operaio, la possibilità per lo stato di investire in infrastrutture, sanità ecc. E in mezzo tra il povero (pochi) e il ricco (pochi) la maggior parte della nostra popolazione viveva bene. Questo era dovuto e si era ottenuto con una moltitudine di fattori, certamente anche di forte tensione sociale, ma comunque con un'intermediazione tra proletariato e capitalisti che aveva portato a risultati ottimali. Lasciando perdere i perchè e percome dei problemi profondi del nostro paese, andati peggiorando con gli anni, quali: privilegi assoluti per la classe politica e una macchina burocratica/tassatoria vessatrice...nonchè un'Europa unita che non ha fatto certo i nostri interessi...i problemi sono venuti al pettine con la globalizzazione. Si è creata una sorta di vasi comunicanti economici con i paesi cosiddetti in via di sviluppo. E per via di sviluppo non si intende ovviamente dove tutti stanno meglio, come era stato per l'Italia a suo tempo, bensì dove la produzione industriale sta prendendo enormemente piede con le risorse economiche in mano di pochi e assolutamente non redistribuita, senza tutele per i lavoratori e quindi con bassi costi di produzione. Questo sta purtroppo portando il nostro paese ad impoverirsi e a non poter reggere il sistema del welfare che si era creato. Anche noi stiamo tornando indietro e la forbice ricco-povero si è tornata enormemente ad allargare. Paradossalmente sono le tutele e i privilegi per la classe operaia (uniti alla tassazione e a una burocrazia farraginosa) che hanno piombato i piedi alla nostra industria, che quindi o semplicemente chiude, oppure si sposta dove conviene. Un tale una volta mi ha detto che per poter sopravvivere dovremmo esportare un po' di nostri sindacalisti in Cina, India & Co. Il vaso comunicante dei diritti dovrebbe funzionare al contrario perchè anche noi si potesse tornare a stare meglio. Sono i paesi in via di sviluppo che dovrebbero pretendere di più, ma per la prima cosa che ho detto in questo intervento, credo che sia difficile. Se un operaio protesta ma dietro di lui c'è chi muore di fame e gli prende il posto, è dura che ciò si realizzi. Guardando al nostro piccolo. Secondo me la nostra posizione nella redistribuzione delle risorse fino a pochi anni fa non era male. Certo non quella del mondo ideale di Marx, o quella che i comunisti ideologici vorrebbero (a mio avviso utopica), ma certamente decisamente superiore ai tempi in cui Marx teorizzava e pure superiore a ben altre situazioni mondiali. Visto che oramai la nostra industria è allo stremo perchè la maggioranza dei prodotti che non siano agroalimentare anche nel nostro paese è Cinese, Vietnamita, Indiana e più ne ha più ne metta, le alternative sarebbero due. O speri appunto che salgano i costi in quei paesi, grazie a maggiori salari per i loro lavoratori, maggiori diritti (sanità, sicurezza sul lavoro, leggi antinquinamento ecc) Oppure metti pesanti dazi sulle loro merci Questa era forse la cosa che ci avrebbe salvato, ma non si è mai voluta fare. |
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30-03-2015, 00.38.31 | #9 |
Ospite abituale
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Riferimento: Marx aveva torto?
Marx avrà sempre delle fondamentali ragioni in campo economico. Il suo errore è non aver analizzato l’uomo.
Finchè esiste un utile di bilancio e l’imprenditore o consiglio di amministrazione decide quanto di questo reinvestire nell’impresa o società e quanto incamerare nei beni patrimoniali personali e ciò è nettamente superiore allo stipendio medio di chi lavora, allora esiste il plusvalore. Ha sbagliato proprio nel suo punto di forza ideologico: la speranza nel futuro.E’ la stessa logica del progresso sociale capitalistico. La crisi ultima nella logica dello scontro di classe in realtà è sociologicamente fallito. Finchè il proletario invidierà il borghese, allora si comporterà da borghese anche da poveraccio. Si illuderà di avere ricchezza, acquisterà l’automobile fino alla casa e si accorgerà che nel capitalismo ogni cosa ha un prezzo, di acquisto e di mantenimento, per cui più si ha e più crescono i problemi rispetto al reddito, ma più i beni sono di massa e più diventano un affare per il capitalismo e per lo Stato che li tassa per mantenere i servizi, pagare stipendi. Il paradosso è che le conquiste sociali in realtà il salariato li paga due volte: prima per acquisirle lottando e poi per mantenerle. Così la struttura sociale capitalistica che non poteva prevedere Marx è cresciuta negli stradi intermedi con la tecnocrazia, con la burocrazia. Ma c’è una legge fondamentale che Marx aveva capito ed è il tempo di vita e il tempo di lavoro umano. In realtà i prezzi, i costi, sono riconducibili al semplice fattore tempo. Il salariato non deve avere sufficiente denaro accumulato per permettersi di non lavorare più. Deve tornare giorno dopo giorno al lavoro per potere sopravvivere. L’accumulazione di capitale è riconducibile a tempo di lavoro accumulato che può permettere al capitalista di non lavorare più, di vivere di rendita economica. Questo è un potere decisivo. Quando si dice “si lavora per vivere” o al contrario” si vive per lavorare” si pone il problema dai due punti di vista filosofico economico. Alcuni decenni fa si diceva che la riduzione d’orario di lavoro era fondamentale e che il futuro sarebbe stato meno tempo del lavoro e più tempo libero. Il sistema capitalistico non accetta un contesto in cui vi sia meno tempo di lavoro per tutti, perché in realtà è accaduto che coloro che lavorano ,lavorano di più per mantenere lo stesso potere d’acquisto; così c’è un esercito di senza lavoro e reddito. Il capitalismo ha quindi diviso quel concetto di riduzione del lavoro permesso dagli enormi incrementi delle produttività orarie grazie agli apporti tecnologici,spaccando in due la popolazione: chi lavora e troppo e chi non lavora affatto. La politica ha avuto un ruolo a dir poco sconcertante in questo ruolo, dai sindacati dei lavoratori agli epigoni delle sinistre storiche che si rifacevano a Marx. In realtà non hanno mai amato il popolo,salvo pochi, e hanno seguito il motto,” meglio un uovo oggi che una gallina domani”,cioè meglio prendersi i soldi dai capitalisti che fare gli idealisti per tutta la vita….con buona pace di chi ci ha creduto. |
07-04-2015, 00.16.31 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Marx aveva torto?
Citazione:
Forse l'aspetto più criticato della teoria di Marx era la previsione che, prima o poi, la società si sarebbe divisa sempre più nettamente in due parti: il proletariato, sempre più sfruttato, e il capitalismo, sempre più sfruttatore. Se è vero che in passato tale previsione si è rivelata sbagliata perché nella società sono emerse le famose classi intermedie, i famosi ceti medi, è pur vero che oggi queste classi intermedie stanno scomparendo, assorbite verso il basso, anche se non esiste più il "proletariato" in senso stretto (secondo Marx). E di fatto la ricchezza è sempre più concentrata, anche se non è più il plus-valore classico a determinare il fenomeno, bensì la speculazione finanziaria (Marx non aveva certo previsto che un giorno i capitalisti avrebbero smesso di fare i "capitalisti"... oggi il plus-valore è essenzialmente determinato dalla finanza e non dall'attività imprenditoriale). |
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