Citazione:
Originalmente inviato da SinceroPan
x Sgiombo :
Violazione de Pdnac di cui parli non c'è perche il Pdnac dice :"è impossibile che una stessa cosa sia e non sia SOTTO IL MEDESIMO RISPETTO (ed Aristotele aggiunge vs Permenide: allo stesso tempo)". In semplicese : se tu guardi un muro bianco (fenomeno) e dici che potrebbe esser nero violeresti Pdnac.. ma Kant direbbe: tu guardi 1 metro di muro bianco (fenomeno) e non ti accorgi che gli altri km ed il retro (noumeno) sono neri.. ma il Davanti ed il Retro sono SOTTO DIVERSI RISPETTI..
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A parte la a mio avviso (del tutto soggettivo, ovviamente) alquanto infelice metafora per la quale secondo Kant il noumeno sarebbe “il retro dei fenomeni”, credo di accorgermi molto bene di ciò che è e di ciò che non é (e di vedere molto bene il muro tutto intero e non solo il primo metro bianco, per restare nell' altra meno infelice).
Dicendo che
E’ bensì
pensabile che la realtà sia diversa da quella che è (fatta di altre cose o fatta di nulla); ma non è affatto
possibile per il
pr. di identità - non contraddizione tanto caro ai severiniani; cioè secondo me (ma non certo secondo i severiniani!) puramente e semplicemente per la definizione (arbitraria; dei concetti) di “essere” e “non essere”; o, per dire la stessa cosa con altre parole, per il semplice fatto che per “ciò che è” si intende “qualcosa che non può non essere” e per “ciò che non è” si intende “qualcosa che non può essere”
non trovo dove e in che modo non terrei conto delle precisazioni circa il principio stesso (che vi sono semplicemente sottintese e non ho alcuna difficoltà ad esplicitare) che è impossibile che una stessa cosa sia e non sia "SOTTO IL MEDESIMO RISPETTO” e “allo stesso tempo”:
Proprio perché è impossibile che una stessa cosa sia e non sia SOTTO IL MEDESIMO RISPETTO e allo stesso tempo E’ bensì
pensabile che la realtà sia
sotto il medesimo rispetto e allo stesso tempo diversa da quella che è (fatta di altre cose o fatta di nulla); ma non è affatto
possibile per il
pr. di identità - non contraddizione tanto caro ai severiniani (sarebbe eventualmente possibile
ma solo sotto un altro, ben diverso rispetto: quello dell’ essere
puramente oggetto di pensiero -rispetto n° 1- e non sotto l’ aspetto di essere
realmente, indipendentemente dall’ essere eventualmente anche pensata: rispetto n° 2 altro, diverso da quello n°1); cioè secondo me (ma non certo secondo i severiniani!) puramente e semplicemente per la definizione (arbitraria; dei concetti) di “essere" e “non essere”; o, per dire la stessa cosa con altre parole, per il semplice fatto che per “ciò che è” si intende “qualcosa che non può non essere SOTTO IL MEDESIMO RISPETTO e allo stesso tempo” e per “ciò che non è” si intende “qualcosa che non può essere SOTTO IL MEDESIMO RISPETTO e allo stesso tempo”.