Etica dell'Essere o dell'Esistente?
Per la cultura greca il dolore è costitutivo dell'esistenza senza illusioni ultraterrene o colpe originarie. Solo con un'equilibrata saggezza si domina il dolore. La virtù (aretè) è coraggio di vivere con misura. E' un abito,una consuetudine, un costume morale:il greco vive la felicità dell'esistente.
La metafisica non pone reali problemi, non dice nulla, è un modo di esprimere come si sente la vita. Si può intraprendere un discorso di tipo metafisico, anche per un confronto che rilevi la differenza con altre concezioni filosofiche. Sebbene oggi la filosofia stia assumendo un fisionomia che se ne distacca.
Comunque prima si devono chiarire certi errori logici in cui è facile incappare..
“essere” è copula, predicato, esistenza? Ai fini del contesto discorsivo a cui ci riferiamo? Se in premessa non si chiarisce si scade in qualche pseudoconcetto.
“Essere”: è reale, esiste, è indipendente dal soggetto che lo pensa ed è conoscibile per via razionale, per via intuitiva?Ecc.
La “verità” dove s'intende situarla,sempre rispetto al proprio discorso, e rispetto alla “Verità rivelata”, ad esempio, che non fa parte della scienza né della ricerca filosofica oggi non più ancella della teologia, e senza il rapporto che aveva un tempo con la scienza.
La verità si può riferire all'empirismo moderno , ciò che si dà nella sensibilità: fenomeni senza necessità ma bensì contingenza. E' percezione? presenza nella coscienza? “Essere” non necessario ma possibile?
Non c'è esistente al mondo che la scienza non possa penetrare, ma ciò che non può penetrare è l'”essere”. Gli enti, e non l'essere sono oggetti di conoscenza e in quanto tali non posseggono alcuna necessità. L'essere in tale discorso non fa parte della totalità metafisica non sperimentale. Ciò fu chiarito da Kant stesso e dalla critica alla metafisica ripresa dall'empirismo logico.
Quindi ogni discorso filosofico presuppone la distinzione tra essere, esistere e i loro rispettivi campi di ricerca. E poi ogni discussione è legittima.
In quanto a etica e morale, qual'è il rapporto che si nota ,ad esempio, con l 'aretè virtù greca, e con l'etica moderna? Per ammissione di tutti gli studiosi non può avere rapporto con un ambito teologico , né derivazione, quindi il “costume” non appartiene alla metafisica.
Si possono certo inventare artifici oziosi, scientifizzare temi antichi già sviscerati nelle loro mille possibilità, in ogni risposta non possibile, lanciare Koan strampalati, per creare confusione e pseudocultura, ecc. improvvisare su temi indagati e noti, come inutili musicisti profani, ecc. Ma un discorso filosofico richiede una terminologia su cui accordarsi, dopo la conoscenza della storia di alcuni termini chiave.
Ad esempio un altro problema analogo, non difficile ma su cui si vuole creare una certa confusione e illusione di sapere, è: si può percepire la realtà per quella che esiste?
Se parliamo di “realta” prima dobbiamo stabilire di quale realtà vogliamo parlare
efinizione entro l'ambito della filosofia? (esiste?); Secondo l'esperienza, la scienza (sensibile) ; Secondo la percezione distorta di soggetti sottoposti a passioni, necessità, ( Rappresentazione Interna).
Si tratta di discernere l'Oggettività del reale (con tutti i suoi limiti e ambiguità) e la realtà filosofica. Non si può fraintendere un'esperienza scientifica con una mente filosofica o viceversa. Non sempre si percepisce la realtà per quella che “é”, consci delle sperimentazioni con il tachistoscopio sul rapporto sensoriale e conoscenza. Inoltre la filosofia e la scienza dal '900 non può prescindere dal falsificazionismo popperiamo, del concetto di fallibilità, dove ricade anche il concetto di verità e validità scientifica,e dalla distinzione tra scienze della natura e scienze dello spirito.
La filosofia teoretica s'interessa sull'uso del linguaggio, sulla logicità degli enunciati, sulla distinzione dei termini, ecc. Non si può sottovalutare la sua importanza ai fini di un proficuo e onesto dialogo filosofico.
La realtà inconoscibile va distinta dalle “forme del reale non essenziale”.
L'etica si interessa delle regole del comportamento umano, dei principi condivisi da una comunità, su ciò che è bene ma sempre rispetto una cosa e non in modo assoluto e qui entra in discorso il relativismo in antitesi con il dogmatismo: si sceglie un o l'altro. Un dogmatismo etico direi che è un ossimoro. Ogni cosa può essere virtuosa , se esprime nel migliore dei modi le caratteristiche sue proprie. Ogni decisione va sottoposta alla ricerca dialogica. Così , la filosofia come oggi ben pochi studiosi illustri dissentono,deve ancora riferirsi al dialogo socratico.