Citazione:
Originalmente inviato da Master of Disharmony
Se un'azione è buona o cattiva, secondo il vostro parere, lo si stabilisce in base alla motivazione per cui la si compie o in base al risultato, cioè alle conseguenze che essa comporta? (da quello che ho capito Kant sostiene la prima tesi, gli Utilitaristi la seconda)
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Domanda veramente interessante.
Secondo me dipende dai fini ai quali si fa la valutazione.
Se lo si fa allo scopo di stabilire se la persona che compie l' azione sia degna o meno di stima, amicizia, eventualmente di un "premio" da tributargli personalmente (privatamente) oppure di biasimo, disprezzo ecc. é più importante l' intenziane (più o meno retta, onesta, "buona"); e qusto credo valga anche, per chi creda a una vita ultraterrena nella quale siano premiati i generosi e puniti i malvagi, in ordine a una tale valutazione.
Allo scopo (pubblico) di assicurare un' ordinata ed equa convivenza sociale (anche attraverso punizioni di reati ed eventuali gratificazioni per opere particolarmente buone) credo siano più importanti i risultati effettivamente conseguiti (ma non assolutizzerei nessuno dei due criteri in nessuna della due eventualità; per esempio la buona fede potrebbe per lo meno garantire uno sconto di pena in qualità di attenuante" nel secondo caso, mentre nel primo eventuali gravi conseguenze di fatto, anche se involontarie, dimostrerebbero per lo meno una certa leggerezza e scarsa prubenza degne di biasimo e tali da concorrere, più o meno pesantemente a seconda dei casi, alla valutazione complessiva dell' azione e dell' agente.