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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
11-10-2012, 17.28.19 | #12 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2008
Messaggi: 92
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
Ciao Oltre, dal tuo discorso sembra che tu sia preda di una profonda chiusura nei confronti del mondo che ti circonda ma hai mai pensato che io e te siamo la stessa cosa? E non parlo di esseri umani eh..sarebbe troppo facile cadere nell'inganno di uniformarsi a qualche gruppo per poi sentire nuovamente la paura della morte e la desolazione di lasciare gli individui da cui dipende la tua serenità.
Saluti, Marco. |
16-11-2012, 11.43.52 | #13 | |
Ospite
Data registrazione: 20-02-2012
Messaggi: 8
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
Citazione:
Io ritengo che scrivere sia la (mia) conseguenza al vivere, per mettere ordine. Prima di tutto, se non si vive, se non si fanno esperienze, se non si ha modo di osservare diversi contesti e tante persone, non si avrebbero neanche molti spunti di cui poter scrivere, le proprie riflessioni sarebberro dunque più povere, oltre che principalmente le proprie sensazioni personali non gradevoli. Vivere dunque è palesemente alla base, ma io le dò un supporto, che mi da ordine, attraverso la scrittura. Solo vivere, resta fine a se stesso, una volta arrivata inevitabilmente morte, dunque non mi basta. Non sopporto il fatto, che tutto ciò che io abbia vissuto, imparato e specialmente e conseguentemente pensato, scompaia completamente con me. L'unica soluzione a questo punto trovata è quella di scrivere, "archiviando" quello che non voglio finisca in quell'attimo in cui è stato vissuto, traendone un qualcosa. Qui trovo l'ordine a cui mi riferivo, sarà un eccesso di metodicismo, ma lo trovo incline alla mia natura e mi fa stare meglio, annullando quel mio senso di disorientamento, che proverei nel vivere avvolto dal caos e basta, con tutto che procede e nulla che resta. Per esser più preciso e pratico, con "scrivere", in concreto intendo al momento solo e semplicemente annotare quelli che siano i miei pensieri che trovo e reputo più interessanti. Conservando, a mio modo di vedere, le mie idee migliori, quel che ha prodotto con il ragionamento il mio cervello nella mia esperienza di vita. Più in là miro a riunirle, scrivendone dei libri, per lasciare, anche dopo la mia morte, una parte di me al mondo, la più importante, il frutto della mia mente (che in caso contrario lascerebbe il tempo che trova). Solo così mi sembra tutto un pò meno inutile.. |
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16-11-2012, 12.02.01 | #14 | |
Ospite
Data registrazione: 20-02-2012
Messaggi: 8
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
Citazione:
Sì, io reputo che l'unica certezza nella vita sia la morte, ma questo credo sia un dato oggettivo. Dunque, siccome ho come una necessità a dover prima delimitare lo spazio più ampio possibile, prima di muovermi al suo interno, non posso che considerare la morte. Da qui tutto tutto quanto scritto nel primo post. Confermato questo, bisogna aggiungere che fortunati di aver ricevuto il dono della vita, ci conviene sicuramente sfruttarlo, vivendola al meglio, il che coincide con la maniera a noi maggiormente incline. Conoscendo noi stessi, innanzi tutto, e rapportandoci alla vita in considerazione di ciò. Quel che bisogna fare in vita secondo me è la continua ricerca di un proprio miglioramento, ricercandolo attraverso un piacere di farlo che è possibile da trovare godendo l'attimo, gustandosi ogni singolo momento. Sentendosi leggeri. Nel vivere così, senza alcuna ossessione per quale sarà il futuro (programmando sì ma solo nel brevissimo tempo) vedendo di cogliere tutto il meglio da ogni singolo attimo del presente, io affianco però questo voler mettere ordine, che non va in contrapposizione, ed occupa solo un pò di tempo a tutto il resto riguardante il godersi la vita. |
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16-11-2012, 12.13.43 | #15 | |
Ospite
Data registrazione: 20-02-2012
Messaggi: 8
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
Citazione:
Senza caos e morte, per com'è l'essere umano ritengo diventi tutto molto peggio. Già per qual'è la nostra effettiva natura, ritengo addirittura vi sia troppo ordinato, in questo mondo che evolutosi civilmente, immettendo al suo interno disciplina ed appunto ordine per la sana convivenza tra esseri umani, ne ha in buona parte limitato molti dei suoi istinti (prezzo da pagare però necessario se non si vuole un caos che sfociando nell'anarchia non ci distinguerebbe poi troppo dagli animali). Anche l'immortalità rendenderebbe tutto noioso, con molte probabilità, quasi tutti, ad un certo punto chiederebbero ad un certo punto di morire. Anche se devo dire che un'altra cosa che mi dispiace immensamente, relativa alla morte (che comunque non mi fa per nulla paura, ma la considero come una certezza consolidata, un evento naturale di cui siam tutti consapevoli) è quello di non poter sapere e non poter venir a conoscenza di tutti i fatti eclatanti ed importanti (per dirla meglio che andranno a finire sui libri di storia) che accadranno nel futuro. |
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16-11-2012, 12.23.26 | #16 | |
Ospite
Data registrazione: 20-02-2012
Messaggi: 8
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
Citazione:
Il primo post l'ho scritto in un momento di sconforto (comunque non grave, ma sono quelli i momenti migliore per ragionare) quindi potrebbe benissimo anche aver dato questa impressione. Forse non ho capito pienamente quel che intendi con il tuo post, ma ti posso dire come io ritenga di non aver paura nè della morte nè di dover dire addio agli individui a me cari. Ma solo di trovare parte della mia serenità anche attraverso la constatazione dell'inevitabilità della morte e di non voler lasciare tutto fine a se stesso, rendendo almeno leggermente meno "inutile", come effettivamente è, la vita stessa (cosa della quale ne prendo coscienza, senza disperarmene e vivendola in modo calmo e tranquillo, maggiormente idoneo al mio essere, evitandone disagi e ricercandone aspetti che mi fanno star sempre meglio) |
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10-02-2014, 12.58.49 | #17 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 09-02-2014
Messaggi: 1
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
mi trovo molto d ' accordo in quello che dici non si può vivere una vita a caso .ma tu dici che non vale la pena vivere perchè poi si muore e si perde tutto. comunque non e detto che le tue conoscenze sopravivano oltre la tua morte. la morte deve esistere per una semplice ragione di spazio se tutti fossimo immortali il pianeta diventerebbe sovraffolato .prova a pensare non dico nel paradiso ma almeno che le tue idee la tua vita le tue memorie riescano ad attraversare il mistero della morte .
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11-02-2014, 08.20.06 | #18 |
Simpatizzante di Vattimo
Data registrazione: 06-02-2014
Messaggi: 45
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
Anni fa vidi un'intervista ad Alberto Moravia, il quale, a colui che gli chiedeva che senso ha la vita, rispose, più o meno, così: "Con tutti i mali che la vita ha, ci mancherebbe solo di aggiungere anche quest'altro, che essa abbia un senso". Questa risposta mi ha fatto notare che è possibile fare autocritica. Cioè, se il mio cervello desidera una risposta, a mio parere esso non merita alcuna fiducia, né quanto alla domanda, né quanto alla risposta. Non ci è possibile controllare i nostri cervelli senza usare essi stessi, e quando controllato e controllore coincidono, mi sembra ovvio che non possono meritare nessuna fiducia. Dunque, sono consapevole che anche ciò che ho scritto adesso non merita alcuna fiducia: l'ho scritto solo perché mi sembra che a quest'azione mi abbiano condotto il mio DNA e tutte le condizioni che mi hanno portato ad essere in quest'attimo quello che sono.
Ciò significa che, quando mi interrogo sul senso della vita, devo sospettare che il mio cervello non mi stia guidando al meglio; questo non vieta l'atto di riflettere, ma almeno aiuta a farlo con un po' di modestia, di umiltà. In questo momento per me è questo il senso della vita: guardare il suo scorrere e interagire con esso. Fra un attimo forse la penserò già diversamente, e non mi dispiace, perché so che il mio pensare non è chissà cosa, è solo un arto del mio corpo, come le braccia o le gambe; e a volte le gambe vanno da sole e neanche sai dove e perché ti stanno portando in quella direzione. Anche questo non mi dispiace, anche se a volte queste gambe mi portano in posti in cui non si sta bene; ma non posso lamentarmi, né con esse, né con me stesso, né con il posto. È andata così, la prossima volta proverò qualche direzione diversa. |
14-02-2014, 13.20.52 | #19 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 12-02-2014
Messaggi: 36
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Riferimento: Il vostro rapporto con il caos e la certezza della morte
Io l'unica risposta logica che mi so dare è che esista una anima, che fa esperienza... in questo caso un esperienza estrema, come quella di morire. Ma già il fatto che abbiamo paura di sparire nel nulla significa che dentro noi c'è qualcosa di immortale che sa che questo non è possibile. Io parlo di spiritualità e non di religione.
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