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16-04-2013, 16.28.30 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-08-2009
Messaggi: 154
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Riferimento: Perchè non è possibile un "Dio" Femmina?
Femmefatale
"no, non cerco un dio femmina. e ahimè, sono una donna sottoposta alla Velina-crazia.Mi adeguo a quei principi. Ma questo non mi impedisce di ritenerla mostruosa. è un pò come fumare, sai che fa male, e lo fai comunque..." E beh, come si può sconfiggere così questo enorme dominio fallocentrico? E già che non e' nemmeno più cosi subliminale, credo che sia più utile, anziché andare a cercare ovunque conferme sull'esistenza di tale dominio, cercare in se stessi il modo di stroncarlo, laddove esista. Se fumo sapendo di potermi ammalare di cancro ai polmoni, nel momento in cui mi ammalo inutile che me la prendo col tabaccaio. |
17-04-2013, 13.48.14 | #35 | |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
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Riferimento: Perchè non è possibile un "Dio" Femmina?
Citazione:
Non si sconfigge, e sai perchè? perchè le donne accettano e sopportano tutto, per amore, sopportano i mariti violenti (non che denunciare serva a qualcosa, non facciamo finta di credere alle favolette, la burocrazia della "giustizia" italiana è un inferno per chi denuncia), sopportano privazioni, umiliazioni, "il concedersi sessualmente" per far contento l'Uomo, o anche per bisogno masochistico di essere apprezzate, degnate di interesse dal Maschio-Padrone, il che vorrà dire, che non solo devi essere bella, e perfetta, sempre, ma devi anche essere stupida e remissiva. Ma esserlo, adeguarsi per vari motivi (incapacità di darsi valore da se stesse, bisogno di "amore", solitudine ecc ecc), non ultimo, il fallimento di tutte le derive di pensiero femminista, ucciso dalle stesse donne, per una serie di motivi che andrebbero "fuori topic", se dovessi citarli) adeguarsi a queste logiche istituite dagli uomini (ieri quelli della chiesa, oggi quelli che istituiscono playboy, concorsi di bellezza e simili) non vuol dire essere stupide. Si è coscienti di questo, credimi, io lo sono da anni, e il fatto che io non sappia sottrarmi, per un motivo preciso, che purtroppo ho avuto in sorte nel 2003, non vuol dire che io non faccia il possibile per contrastare la fallocrazia. In questi anni, ho elaborato diversi tentativi di rivolta, dai toni radicali, tentativi ideologici (mai come in questi tre anni ho studiato così a fondo il Femminismo e la Teologia) che dovrebbero essere messi in pratica da tutte le donne. Il problema è che, per attuarli, bisognerebbe prima stroncare il vero male che colpisce le donne (non solo l'enorme mole di fallocentrismo culturale che ci portiamo dietro da secoli, a livello religioso e che ancora ci affossa), vale a dire, il bisogno di essere giudicate valide. Non mi aspetto che tu capisca, sei un uomo e non conosci l'inferno del femminile, il corpo principalmente, ciò che deriva dal corpo e lo Specchio. Credimi però quando ti dico che la fuori ci sono Uomini che sanno approfittare di tutto questo, per i loro Ego. Più relativamente al topic, l'altra volta parlavo con una mia amica proprio dell'esclusione che le donne vivono a livello ecclesiale, sul fatto che non sono riconosciute sacerdotesse ecc ecc. sai quale sarebbe una rivolta pacifica (impossibile, me ne rendo conto, ma "idealisticamente" potrebbe funzionare) ? che tutte le donne cristiane non andassero più a messa, fino a che il papa o i vescovi o chi "fa le regole nella Chiesa" non approvasse il sacerdozio femminile. Un enorme sciopero, se preferisci. Tutte le donne cristiane, unite, contro questa discriminazione. Per un vero cambiamento e rinnovamento. Non andare più a messa, disertare con la non-presenza tutto. Un tentativo di rivolta, pure pacifico, ma con un grande significato dietro. Ebbene, quante cristiane lo metterebbero in pratica? (p.s non che io sia cristiana, eh, diciamo che del cristianesimo condivido la parte del peccato, della Colpa, dell'Espiazione e della Mortificazione, -sono vicina, per sensibilità, alle derive gnostiche e ascetiche- ma non credo in un dio benevolo, men che meno nella redenzione o nel perdono, nè tantomeno nella gioia della vita o la vita come dono e cose simili) |
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17-04-2013, 22.23.03 | #36 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-08-2009
Messaggi: 154
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Riferimento: Perchè non è possibile un "Dio" Femmina?
Femmefatale
"Non mi aspetto che tu capisca, sei un uomo e non conosci l'inferno del femminile, il corpo principalmente, ciò che deriva dal corpo e lo Specchio. Credimi però quando ti dico che la fuori ci sono Uomini che sanno approfittare di tutto questo, per i loro Ego" Comincio da qui in quanto non sono un uomo e conosco molto bene l'inferno del femminile. Posso dirti quanto ancora un padre, seriamente malato e molto avanti con l'eta', ancora tenti di tenermi sottomessa, nonostante ogni suo tentativo fallisca. Posso dirti di aver messo fine alle botte che una mia amica prendeva dal marito incoraggiandola e facendo leva sul suo senso di dignità, a minacciarlo di denuncia. Non ce le ha più prese e si e' pure separata. Certo che la cronaca ci dice che non sempre finisce così, perché la ribellione delle donne può essere fermata da certi uomini solo con la violenza fisica. Ma non credo che le donne accettino e sopportino tutto per amore. Semmai per debolezza e paura, e perché spesso non hanno chi le aiuti a divenire consapevoli e a tirar fuori il coraggio di ribellarsi. Non ho studiato né teologia né femminismo, ma ho sempre osservato ciò che mi succedeva vicino vicino, e dentro di me. Riconoscere il proprio valore elimina il bisogno di essere giudicate valide, quindi elimina ogni forma di sottomissione pur di essere apprezzate. Non essere stupide significa non adeguarsi a certe logiche istituite da certi uomini.Con coraggio. Non sono credente e mi sento poco sensibile alla discriminazione delle donne a livello ecclesiale, quindi non so valutare quanto possa tornare utile, ad oggi, avere anche un Dio femmina. |
18-04-2013, 00.03.10 | #37 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Perchè non è possibile un "Dio" Femmina?
Ho trovato molto interessante il tema qui discusso e molto interessante è stato il dibattito che ne è seguito. Mi pare evidente però che l'argomento non è una pura questione teologica, anche se presentato in questa forma, e più volte ribadito dall'autrice, ma inevitabilmente investa temi sociologici e psicologici che si possono condensare nella domanda di Jador:
Citazione:
E' interessante notare che peraltro, anche il suo sommo antagonista che compare davvero come tale solo nell'ambito cristiano del Dio di somma bontà, il diavolo, è pure lui maschio fino al midollo (pur non essendo da escludere che si circondi di diavolesse), tanto da assumere le connotazioni morfologiche della divinità pagana più sessualmente caratterizzata: Pan, il selvaggio violentatore di ninfe silvestri e, a quanto si diceva, non solo. Credo poi sia indubbio che femmefatale ha ragione quando asserisce che l'archetipo del vecchio capo saggio e autorevole non è presente in alcuna immagine femminile deizzata, pur essendovi stato un periodo nella storia umana in cui erano le divinità ctonie della terra ad avere la prevalenza (le antiche Madri generatrici, alimentatrici e distruttive che restano poi sullo sfondo di tutte le successive teogonie declinate al maschile, compresa quella ebraico cristiana con le figure di Eva, Maria e, rimasta solo accennata da oscuri rimandi, di Lilith). Dobbiamo riconoscerlo, anche in ambito archetipico, la figura della donna che nella vecchiaia incarna la capacità di potere attivo dopotutto può solo essere quello della strega. La donna appare quindi in tutta la sua valenza subordinata, la condanna del dio spiritualmente maschio per avere assaggiato il frutto dell'albero della conoscenza, è indubbia e ribadita dai Padri della Chiesa: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà". (quella condanna a sopportare per amore il proprio carnefice maschio a cui femmefatale accenna nella risposta alla domanda di jador), anche se non è poi solo così passiva, infatti è lei destinata ad attuare la condanna espressa contro il Serpente schiacciandogli la testa mentre questi le insidia il calcagno. All'uomo viene invece riservata la pena della fatica e del dolore per trarre cibo dalla terra finché ad essa ritornerà. Già la fatica del sostentamento nell'attesa del destino della morte è la pena espressa al maschio originario. Sappiamo poi come da Bacone in avanti, questa condanna è diventata per l'uomo un'opportunità nella stessa ottica cristiana, opportunità per lo sviluppo di una salvezza tecnologica, in un primo tempo certo non contro il divino, ma resa lecita dalle stesse parole bibliche di Questi. La tecnica infatti salva uomini e donne dalla pena fisica, senza differenze, o forse, proprio per questo non fare differenza, li condanna entrambi alla più profonda alienazione... Io penso che una profonda differenza ci sia (pur con tutte le innumerevoli sfumature individuali) tra il femminile e il maschile (nel cui ambito le variazioni individuali si realizzano), e che non sia solo un diverso grado di forza fisica (o forse sarebbe più appropriato dire un diverso modo di manifestarsi della forza fisica e insieme psichica, vitale). Il fatto che sul piano sessuale, l'accoppiamento per l'uomo abbia per retaggio ancestrale la conseguenza solo di qualche minuto di piacere velocemente dimenticato, mentre per la donna, oltre al piacere, quello di nove mesi di gravidanza, poi il parto, nonostante tutti i rimedi della biochimica attuale, credo abbia avuto un'importanza decisiva nella formazione della psiche maschile e femminile, perché è assolutamente fuorviante considerare la diversità di genere come un aspetto fisico isolabile in sé, come se la femmina fosse solo un maschio castrato e il maschio una femmina con testicoli e fallo al posto delle ovaie. Gli organi sessuali, la biochimica sessuale, per quanto possa sminuire la nostra dichiarazione di indipendenza psichica si coniugano con mente, emozioni e sentimenti. E soprattutto penso che non abbia senso per la donna aspirare a un ruolo maschile che non farebbe altro che riproporre in modo ancora più forte il primato del mascolino sul femminino, dell'attivo sul passivo, dell'aggressività competitiva sulla comprensione empatica, sulla capacità di generare, prendersi cura e nutrire, anziché gareggiare in nome dell'affermazione selettiva dei propri indubitabili geni egoisti. Penso che la vera rivoluzione sarebbe quella di rivalorizzare il femminino sia nelle femmine che nei maschi, per recuperare un equilibrio umano, in termini taoisti-new age la sempre auspicabile armonia tra Yin e Yang. Ma questi sono discorsi che esulano da strette competenze teologiche. Vorrei solo notare che sicuramente in ambito religioso cristiano l'ispirazione Gnostica Valentiniana è quella che più profondamente ha interpretato in chiave mistica il rapporto del maschile con il femminile (il ruolo centrale del femminile nel mito di una cosmogonia resta insuperabile nella figura di Sophia), mentre nel cattolicesimo, oltre a Maria, il ruolo femminile è attribuito a un' altra madre: la Chiesa, sposa di Cristo. Forse è vero che più che madre essa è matrigna, anche perché, come giustamente dice femmefatale è gestita ai più alti livelli da maschi, pur aspiranti eunuchi secondo le stesse parole di Cristo riportate nel Vangelo di Matteo: "Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca", poiché come dice Paolo: "Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo non toccare donna". E certo ci sarebbe ancora molto da dire anche sul senso di questa autocastrazione che Madre Chiesa impone ai suoi figli prediletti e magari, alla luce di questo si potrebbe anche capire di più della misoginia dei Padri della Chiesa. Gli eunuchi, si sa, non hanno mai amato le donne e chi vuole (o deve) farsi eunuco forse ancor meno. Un saluto |
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18-04-2013, 12.09.55 | #38 | |
Cioraniana Incrollabile
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Riferimento: Perchè non è possibile un "Dio" Femmina?
Citazione:
mi dispiace, dal nickname, ti avevo scambiata per un uomo... scusami ancora riguardo alla domanda che fai, io credo che faccia (farebbe) un'enorme differenza avere "un dio anche femmina": sarebbe finalmente far uscire il femminile dalla concezione impostaci di passività al servizio di... dio,(la madonna), e l'uomo (tutte le altre donne). Attualmente sto studiando anche le (pochissime) civiltà di stampo matriarcale: indovinate un po'? è quasi assente il reato di stupro. Questo perchè sono società più libere sessualmente (mentre invece la società patriarcale è sempre stata sessofobica) e non a struttura piramidale (la nostra, che è anche visibile nell'industria, se ci fate caso, il grande capo, e tutti sotto di lui, tanti gradi diversi di sottomissione). La nostra è una società di stampo piramidale (dio-chiesa formata da soli uomini col papa al vertice- vescovi e via via gerarchizizzando-"popolo di dio" vale a dire i restanti uomini e donne...) quelle di stampo matriarcale che hanno anche culti legati alle dee, invece non hanno queste gerarchie così solide... non so bene se posso riportare i link, ma ci sono diversi siti di matriarcato che analizzano per bene queste cose, con analisi, ricerche storiche e schemini illustrativi che mostrano chiaramente le differenze tra società patriarcali e matriarcali. |
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18-04-2013, 12.22.32 | #39 | |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
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Riferimento: Perchè non è possibile un "Dio" Femmina?
Citazione:
mi trovo d'accordo con quasi tutti i punti da te espressi; sì, agli inizi ho dovuto stringere la cosa dal punto di vista strettamente esegetico, poi va da sé che parlando si introducono anche altri elementi... Riguardo a Sophia, mi vengono in mente le idee della Teosofia al riguardo, ecco, forse si dovrebbe partire da lì, per iniziare a demolire il "dio padre". Scrive Rosemary Ruether: "La morte del dio padre diventa allora la distruzione dell'immagine alienata dell'egoismo maschile nel Cielo" Ecco, forse, una sorta di Castrazione mentale sarebbe la soluzione, (cosa che sto cercando di sviluppare in più ambiti) abbattere dentro di noi tutto ciò che ancora ci lega alle divisioni sessuali: basta "dio padre", favorire una concezione androgina di gesù, basta proporre maria come modello femminile (l'altra volta leggevo un libro di qualcuno che aveva scritto certe cose da mettersi le mani nei capelli, sulla madonna vista come modello di obbedienza, di docilità, di pazienza, di silenzio! "Maria donna dei giorni nostri" se non erro, era il titolo del libro...). io direi che le due cose cardini dal quale partire sono la figura del dio padre (con tutta l'analisi che ne hai fatto anche tu) e la figura di maria (che manco è divina ma semplice donna "privilegiata" dal desiderio di un dio padre maschio di procreazione... ) ma questo rinnovamento deve partire da tutti, non solo dalle cristianE, ma anche dalle atee, da tutte insomma, perchè la condizione culturale della donna non è una questione di "io sono atea, cosa mi importa!", perchè (ahimè) l'ingombrante eredità culturale fallocentrica che ha radici nella concezione del divino solamente maschile infetta tutto e tutte, senza distinzioni. Ma quante cristiane sostengono le Teologhe? E non sto parlando di Franca Zambonini e simili, che fanno il gioco della chiesa patriarcale... parlo di Michela Murgia, di Luce Irigaray, di Uta Ranke-Heinemann.... per ultimo, grazie per aver commentato con tutti questi concetti interessanti! |
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18-04-2013, 14.11.46 | #40 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perchè non è possibile un "Dio" Femmina?
Brevemente...magari riprendo...
Credo che la qustione Dio maschio/Dio femmina sia oramai un falso problema. Forrse porteva importare in passato quando la cultura e l'etica erano quasi esclusivamente religiosa e forse è vero che se l'apertutra al femminile fosse partita ab antico oggi ci troverremo meglio in fatto di pari dignità. Ma credo ci sia qualcosa che supera tutto e che fu la causa prima della sottomissione delle donna: 1)- l'uomo è forte: evolutivamente è forte poichè deve conquistare la donna sottraendola a maschi concorrenti: poteva essere l'inverso, ma non si è verificato così per cui dopo un inizio c'è stato un riforzo. 2)- l'atto del coito è alla pari: entrambi partecipano anche per l'insorgere delle esigenze biologiche. 3)- la conseguenza del coito: l'uomo resta libero la donna resta incastrata. Pnsiamoci bene: il punto 3 genera tutto fino ad oggi...per qundo la cultura oggi allegerisca in parte per la donna...ma il maschio possessore è sempre presente...magari sotto alatra forma , ma persistente. |