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Originalmente inviato da CVC
Detto in una parola: sei un ottimista. Io non sono un pessimista, ma neanche un ottimista per partito preso. Questa non è una critica. Ho letto "la costruzione della felicità" di Martin Seligman, l'autore loda gli ottimisti in quanto sono in grado di considerare i problemi transitori, risolvibili, limitati ad un solo ambito della vita.
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Non è questione di ottimismo, il fatto è che pensar bene ed essere di miglior qualità, conviene...in tutti gli ambiti personali e sociali... conviene.
Conviene, anche di fronte ad eventi negativi, non lasciarsi sopraffare...trarne, anzi, il risvolto positivo per sè e per l'ambito sociale in cui si vive.
Certo ad alcuni la cosa non riesce, ma se tutti ci provano e si sforzano in tal senso... e sostengono chi ci prova, a molti la cosa riuscirà.
E' anche vero che non sono così ingenuo da credere in un semplice automatismo! però osservo che certi popoli di certi stati, funzionano meglio del nostro, perchè?
Credo che prima di tutto è perchè, ad un certo punto, il pensiero positivo ha cominciato a diffondersi...aiutato forse dalla tradizione, dalla cultura, dal saper suscitare risorse, ecc...ma anche, certo, perchè ad un certo punto qualcuno ha cominciato a pensare, a scegliere e far sì che fra i tanti
prò e contro dovessero prevalere i
prò...a trasformare gli eventuali meno - - - - ...via via in + + + +...ecc.
Facile: basta aggiungere un trattino verticale!
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Al contrario i pessimisti cadono nell'incapacità appresa perchè vedono ogni ostacolo insormontabile, permanente, e ciò pervade di frustrazione il loro animo.
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Anche questo fa parte della formazione, della posizione mentale che deve essere positiva e fiduciosa: io...speriamo...che me la cavo!
Di fronte ad un grosso problema mi perdo d'animo, ma se lo analizzo e lo suddivido nelle sue componenti che affronto ad una ad una, è probabile che la cosa riesce: vale per i singoli, per le società, per gli stati: oggi il nostro governo è probabilmente alle prese con questo concetto!
Se i cittadini lo compredono c'è meno pericolo di proteste...al limite di rivoluzione.
Ma anche occorre rendersi conto che al primo colpo, nell'immediato, la soluzione perfetta non c'è...forse ci potrà essere al secondo o terzo colpo ...se la buona volontà c'è...di miglirare nel senso giusto.
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Seligman esorta a ricercare la gratificazione come guida per una vita felice, ed osserva che spesso le persone più felici, ossia più gratificate, sono quelle che hanno una vita in apparenza meno brillante della media, ma trovano soddisfazione in quello che fanno. Ciò tiene costoro lontano dal crogiolarsi nei propri guai come fanno i pessimisti.
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Non conosco questo Seligman, ma concordo che del pensiero positivo...oggi meglio di ieri...fa parte anche la gratificazione: se non sai trovare gratificazione in ciò che fai, qualunque cosa fai, sei facile preda della depressione...comunque del pessimismo: o ti gratifichi o cambi lavoro...cosa assai difficile... oggi.
Se il tuo lavoro non ti gratifica difficilmente lo farai bene...difficilmente il tuo sarà un lavoro di qualità.
E' una delle tante ragioni per cui Marchionne vuole andare in America... per cui non vengono stranieri ad investire in Italia...per cui le aziende italiane delocalizzano...non sanno come gratificare e ottenere un prodotto di qualità: la qualità non ha prezzo!
Comunque è un circolo vizioso: bassi salari, bassa gratificazione, bassa produttività...bassi salari, bassa gratificazione, bassa produttività...e così di seguito...sempre più in basso!
Di dove cominciare per rompere il circolo?...forse aumentando i salari, ma, se fosse possibile, non credo basterebbe: occorre autogratificazione!
Il problema è che nemmeno la gratificazione o autogratificazione cade dal cielo...bisogna crearla!
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...... Sembra dimostrato che il ridere abbia davvero delle qualità terapeutiche, rende le persone meno eccitabili alla paura ed al dolore e la risoterapia ha già da tempo fatto il suo ingresso nelle comunità terapeutiche.
Io stesso ho potuto rilevare che il semplice sorridere ha un'effetto insperato su di un carattere chiuso ed introverso.
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Ogni giorno cercare si sorridere un pò più del giorno prima: anche questo contribuisce al miglioramento di sè e di tutti.
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Detto questo però, bisogna anche osservare che non si può avere ottimismo senza sacrificare una certa dose di realismo, lo stesso Seligman lo ammette.
Essere ottimisti significa anche, purtroppo, non voler considerare a priori determinate cose.
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Infatti non è l'ottimismo che bisogna coltivare...sarebbe deleterio... ma pensieri e comportamenti positivi che inducano razionalmente ad essere meglio per sè e per gli altri...Se tutti lo fanno la società sarà migliore ed una società migliore rende ciascuno migliore...basta andare all'estero per accorgersene.
Anche questo è un circolo vizioso....in positivo però.
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Ad esempio la legge di Murphi, "se qualcosa potrà andare storto, prima o poi lo farà".
Applicare questo principio potrebbe evitarci alcune tragiche conseguenze di catastrofi naturali che, col senno di poi, si definiscono annunciate.
Il pessimismo non è solo un modo di pensare tenacemente rivolto al peggio, è anche una forma di prudenza.
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L'essere prudenti non è sinonimo di pessimismo è anzi un senso di positività. L'eccessiva prudenza è pessimismo!
E infatti l'eccessiva prudenza è dannosa...è una malattia psichica!
Cosi la legge di Murphi non induce al pessimismo, ma ad una valutazione veritiera di come vanno le cose e deve essere interpretata nel giusto modo:
Se nel controllo di sicurezza di un manufatto valutiamo che l'evento disastroso, pur di bassa probabiltà può verificarsi, dobbiamo eliminare anche tale bassa probabilità... dato che, per un corollario della legge di Murphi, la probabilità di un evento disastroso tende ad aumentare con l'incremento della disastrosità...al limite fino a sicurezza di accadimento per disastrosità infinita.
Daltra parte restano sempre eventi disastrosi che capitano perchè non erano stati affatto valutati e previsti.
Un esempio è la centrale nucleare di Fukushima: l'avevano messa in sicurezza per resistere a qualunque intensità di terremoto e al terremoto la centrale ha resistito, ma non era stato previsto che, in contemporanea, sarebbe intervenuto anche lo tsunami.
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Possiamo essere meglio, ma possiamo anche essere peggio. Pensare che potremo o potremmo anche essere peggio di quel che siamo, può darci delle preziose indicazioni per perseguire il nostro intento di essere meglio.
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Ma sì! Importante è comunque escogitare il modo di migliorare almeno un pochino ogni giorno in qualche cosa: la qualità, qualunque sia lo stato, è solo nel divenire!
Ma sì ...è un'idea che andrebbe diffusa!