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02-01-2013, 12.23.36 | #22 | |
Ospite
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Messaggi: 14
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
Il male è un concetto del tutto relativo. Fammi un esempio di male e ti mostrerò il bene che esso cela.
L'innatismo è ben noto scientificamente. Ti rimando al testo (tra i moltissimi che ho letto) "il cervello Anarchico" di Soresi. Non mi esprimerei mai con un "certamente vero", al massimo con un "probabilmente". ;o)))))) Citazione:
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02-01-2013, 13.52.33 | #23 |
Ospite abituale
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
@ La Viandante; Ulysse e 253647
Esiste certamente un "pluralismo dei valori" (come nella classica definizione di M.Weber); e quindi un valore definito storicamente (ove con questo termine si intenda una definizione secondo la categoria di "cultura", quindi storica o geografica che sia). Da questo punto di vista, il valore è ciò che una determinata tradizione, o credenza, afferma come tale. Senonchè, io trovo, la tradizione o la credenza sono, in ultima istanza, riconducibili alla religione. E quindi non muta la considerazione del "bene" come di un qualcosa in sè; come appunto di una realtà perfetta, e di conseguenza staccata dalle volizioni soggettive (chiaramente i precetti della "sharia" islamica non ci appartengono, tuttavia essi sono, come i nostri precetti religiosi, legati alla visione di una realtà perfetta: una realtà che "è"). Non è questione se essere credenti o meno (personalmente, il non esserlo non mi impedisce di individuare nel valore come realtà in sè perfetta l'unica alternativa al valore soggettivamente inteso - un valore che, è davvero il caso di sottolinearlo, potrebbe condurre a desiderare di uccidere il proprio padre, come la splendida metafora di Dostoevskij ci suggerisce). Quanto alla moralità innata no, non credo davvero sia plausibile sostenere questa tesi. Su questo punto sono d'accordo con Ulysse. Il problema, per come io lo vedo, non riguarda tanto un "qualcosa" che erediremmo geneticamente (faccio solo l'esempio della "grammatica generativa", come sostiene Chomsky), ma il fatto che 253647 parli specificamente di una moralità innata. Tanto per fare un esempio pratico (alla fin fine sono sempre quelli che chiariscono maggiormente), Hitler e Madre Teresa erano inconfondibilmente entrambi delle persone; delle persone che quindi avranno senz'altro geneticamente ereditato qualcosa dalla loro specie. Ma erano moralmente agli antipodi: perchè? un saluto a voi mauro |
02-01-2013, 17.40.15 | #24 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
Citazione:
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In genere chi è che delinque... o si da a bagordi incontrollati...o truffa e corrompe? Di primo acchito verrebbe da dire che è chi non ha una sufficiente formazione civile ed etica. Il difficile è far sì che una tale formazione tutti la acquisiscano! Citazione:
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In ogni caso occorre non esimersi (specie per chi più sà ed è in buona fede) dall'esprimere giudizi e valutazioni su fatti e persone...non a vanvera, naturalmente...o per il puro gusto di criticare! Quanto al detto di Gesù...mi pare abbbastanza ambiguo: poi egli stesso condanna i mercanti del tempio!...occorre vedere meglio il contesto! |
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02-01-2013, 19.08.30 | #25 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
Citazione:
Ho parlato, infatti, in un precedente post, di una sorta di pseudo-morale genetica che un nostro gene egoista imporrebbe al vivente nell'intento di favorire la sopravvivenza dell'individuo e la conservazione della specie. Per quanto intendevo e intendo dire, la parola "morale", intesa nel suo usuale significato di valore etico, sarebbe errata in un tale contesto. Non intendevo, infatti, dare al discorso una qulche significato etico: non esiste infatti alcun innatismo valoriale! Semplicemente è che il vivente ha in sè innata e incoscia (genetica) una pulsione comportamentale che lo spinge a scelte di adatamento e di sopravvivenza propria e della specie...per oggi e, tanto più, per il futuro della specie stessa. I definitiva, comunque, una tale pulsione indotta dal gene "egoista" (Dawkins) induce la scelta di comportamenti "morali" inconsci nel senso di "morale positiva" (sarebbe il "bene") quando il comportamento è strategicamente favorevole alla affermazione e conservazione della specie...all'opposto, nel senso di morale negativa (cioè sarebbe il "male"), quando la pulsione spinge verso comportamenti dannosi alla conservazione della specie...fino, magari, alla sua estinzione. Comunque, ad evitare fraintendimenti, il significante "morale", puo' essere sostituito col significante neutro "comportamento". E' però vero che su quella bozza di comportamento genetico indotto dal gene egoista per la salvezza delle specie milioni o miliardi di anni fa, si sono poi sovrapposti, in specie per gli umani, valori utilitaristici, esperienziali e culturali...magari anche ideali, che hanno portato alla esplicazione di una morale sociale in senso cuturale, di ordine prima tribale, quindi filosofico e religioso e, infine, laico...ma a questo punto nessun innatismo ...per carità! Citazione:
I comportamenti prevalenti, invece, emersi nella savana, ma che anche oggi ci influenzano e influenzano la nostra morale, e, prima ancora, i nostri comportamenti inconsci, sono di origine assai più antica...pur senza parlare di innatismo. Lo stadio flilogenetico di cui parlo, infatti, è riferito, ad esempio, a quegli ominini arboricoli che, scesi dagli alberi 5 o 6 milioni di anni fa, assunsero, nel corso di almeno un milone di anni, la posizione eretta e, già nella savana, si diedero consciamente le prime regole (morale) di sopravvivenza e di convivenza...di organizzazione di caccia , persino. Gia allora..e forse anche da prima, era presente, pur incoscio, un comportamento (diciamo morale) di prevalente origine genetica, che faceva sì che i più sopravvivessero...o, almeno, sopravvivesse un numero di ominini sufficiente al mantenimento e prosecuzione della specie. E ciò deve essere avvenuto...se ancora noi ci siamo! |
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02-01-2013, 21.32.32 | #26 |
Ospite abituale
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
@ Ulysse
Non esiste alcun innatismo valoriale. A meno che con il termine "bene" (che è l'oggetto proprio della morale) non indicassimo, come Hobbes (importanti prodromi possono comunque essere rintracciati nella Sofistica), l'oggetto del desiderio. In questo caso, saremmo costretti ad ammettere che "bene" può essere anche l'uccisione del proprio padre, in quanto "bene" è tutto ciò che è oggetto di volizione individuale. Su questo punto devi fare attenzione, perchè sembri considerare come "moralità" solo una delle due alternative che la filosofia propone da millenni. Considerare questa "duplicità" della morale, a mio avviso, taglia fuori da questo discorso anche quel concetto di "comportamento" che Pavlov considerava solo dal punto di vista dell'osservazione diretta e della descrizione oggettiva. Non mi convince la descrizione che fai del "gene egoista" come di un qualcosa che spinge alla scelta di comportamenti che favoriscono o sfavoriscono la conservazione della specie. Innanzitutto mi finisci ancora nella metafisica quando parli di una morale "positiva" (che favorisce) o "negativa" (che sfavorisce): e chi dice che il comportamento di uno che preferisce che muoiano cento persone piuttosto che lui è positivo o negativo? Evidentemente, se egli desidera in questo senso è perchè il "bene" è per lui questo. Insomma, a mio avviso generalizzare troppo il "gene egoista" non conviene, perchè l'egoismo può assumere molteplici facce (forse vi è dell'egoismo anche nei suicidi, non trovi?) Sono invece d'accordo quando sostieni l'importanza di quelli che Jung chiamava "archetipi", e che sono in sostanza quelle sedimentazioni culturali avvenute nei secoli. Possiamo però chiamare questi "innati"? Io non credo, e per la semplice ragione che non vi vedo alcuna determinazione comportamentale significativa (come invece ne vedo nell'egoismo, per il quale concordo con te ma a patto di vederne la "natura" intrinsecamente individuale - e non certo positiva o negativa). ciao |
03-01-2013, 10.02.03 | #27 | |||
stella danzante
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
Citazione:
Credo che 253647 facci riferimento a Marc Hauser che proprio come Chomsky ha individuato la morale universale, ma ciò non vuol dire che tutti abiamo la stessa, perché esattamente come pur avendo la facoltà linguistica innata molti sono muti, afasici, balbuzienti, così si può nascere sociopatici o con altri disturbi, ma diciamo anche che pur sapendo che una cosa è sbagliata la facciamo lo stesso, così come, pur conoscendo la grammatica a volte cadiamo in usi dialettali o sbagliamo di proposito. Citazione:
Entrambi erano convinti però di essere nel giusto ed entrambi avevano creato dei lager dove lasciar morire di stenti della gente. Forse tanto lontani non erano, visto che erano persuasi che dio fosse con loro entrambi. Citazione:
Ma è appunto una visione, una soggettiva considerazione di una realtà che è, non è davvero oggettiva, lo possiamo credere, sono d'accordo che la sfera dei valori trascende l'immanenza, ha a che fare col religioso, con la metafisica, ma non è questo che può oggettivarla. Sebbene molti possano pensarlo, crederlo. |
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03-01-2013, 10.12.44 | #28 | |
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
Non mi riferivo certamente solo a te. Il mio difetto è che amo la sintesi. C’è sempre tempo per chiarire i concetti a chi è interessato ma aiuta a pensare.
Sulla morale il discorso è vasto. Definita come “morale” l’insieme dei condizionamenti filogenetici, tipici quindi della specie, abbiamo già un innato senso di “gratificazione” e “frustrazione”. Ad esempio, essendo una specie di raccoglitori e non di predatori, l’uccisione è per noi sempre un trauma. Ci sono poi i condizionamenti parentali e sociali condivisi che s’inseriscono e spesso sovrappongono a quelli di base e giustificano certi comportamenti per smorzare il trauma. La fede quindi è solo un condizionamento ulteriore. Non esiste una morale universale: un gatto, ad esempio, si sente gratificato dall’uccisione di un topo. Non esiste neppure un’etica universale, quanto a questo. ;o))) Un’analisi dei comandamenti (che sono 10 solo per i cristiani, oltre una ventina per gli ebrei) ci porta a concludere che essi possono essere sintetizzati ne: sopravvivi e convivi. Ne bastano quindi due soli. ;o)))) Citazione:
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03-01-2013, 10.34.26 | #29 | |
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
“Valoriale” è un neologismo ambiguo.
Nella morale filogenetica si parla, anziché di bene e di male, di “gratificazione” e di “frustrazione”. E’ innata e vale per tutti gli animali con le dovute differenze. Non è affatto “grezza, anzi, è’ molto sottile in quanto è insito nell’archiencefalo e permea tutto il nostro essere. Si modifica poi in base alle informazioni che riceve dalla corteccia frontale. Per questo la morale si arricchisce dei condizionamenti parentali, che ci permettono di inserirci nel gruppo familiare elementare e quindi sociali. Si base sempre però sulle caratteristiche della specie. Da bravi raccoglitori, consideriamo immorale l’uccisione, anzi, traumatica. Essendo gregari, cerchiamo di essere accettati dal branco, con tutte le modifiche comportamentali che questo richiede. Ci creiamo quindi una morale che ci permette di sopravvivere e convivere in un determinato contesto. Contesti diversi possono elaborare morali diverse ma sempre basate sulla filogenesi. Su questo si basa lo sviluppo di un’etica che è più orientata verso la sopravvivenza non solo propria ma del gruppo. Da qui la facile conflittualità tra etica e morale. Citazione:
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04-01-2013, 21.43.23 | #30 |
Ospite abituale
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Riferimento: "Se Dio non esiste, tutto è permesso"
@ La Viandante e 253647
Vi confesso che non "oso" spingermi su un terreno di chiara pertinenza scientifica, ma nel quale non mi sembra, comunque, che si possa parlare di univocità di posizioni (chiaramente mi riferisco all'innatismo). Il discorso mi sembra un pò riecheggiare quello di Kant circa le forme a-priori della conoscenza. Un discorso che, oltre a Chomsky, mi pare trovi nello strutturalismo (Levi Strauss; Foucault) eminenti, oltre che ampiamente contraddetti, esponenti. Il problema però, per così dire, è che qui non si parla genericamente di innatismo, ma specificamente di moralità innata; una campo d'indagine che, personalmente, trovo di grande problematicità (per chi lo sostiene). Vorrei, innanzitutto, capire meglio quei concetti di "gratificazione" e di "frustrazione". E' senz'altro vero che, in tempi remoti, eravamo raccoglitori (e cacciatori); ma qual'è il nesso fra queste attività e la repulsione ad uccidere i propri simili? Se stessimo a quel che ci dice l'archeologia vedremmo che già dal neolitico la capanna a pianta rotonda si trasforma in quella a pianta quadrata (chiaro segno di fortificazione contro nemici esterni). Ed anche oggi, l'antropologia ci parla di guerre che sussistono fra i popoli definiti comunemente "primitivi". Insomma: il mito del "buon selvaggio" va preso con le molle (pur non mancando elementi significativi a sostegno di quella tesi). Anche il fatto che saremmo "di natura" gregari, e che quindi sarebbe nostro impulso l'essere accettati dal branco non mi convince. Perchè la ritengo una arbitraria generalizzazione di una condizione particolare che pure esiste. Se io dicessi, ad esempio, che l'originaria forza che muove l'uomo è la volontà di potenza? Voglio dire: non tutti accettano di essere gregari, e quella del gregario è una figura che la psicologia ha analizzato abbondantemente (mi riferisco soprattutto ad Adler e a Fromm). Anche, e forse soprattutto, dal punto di vista della nevrosi che da tale condizione spesso scaturisce (mi riferisco alla "castrazione" di una volontà di potenza che è l'elemento originario e fondamentale). Insomma: vorrei capire meglio questa "filogenesi della morale". Dove invece non capisco assolutamente è nell'accostamento fatto da "La Viandante" di Hitler e Madre Teresa. Anche ammettendo che entrambe queste persone (veramente per il primo ho notevoli difficoltà ad usare questo termine) seguissero quello che era il loro interesse particolare, davvero non riusciamo a trovarvi delle differenze? Mi sembrerebbe incredibile. un saluto |