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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
10-03-2013, 20.20.57 | #13 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
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Riferimento: Novembre: un inno alla vita
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10-03-2013, 20.43.05 | #14 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
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Riferimento: Novembre: un inno alla vita
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11-03-2013, 19.57.06 | #15 | |
Moderatore
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Riferimento: Novembre: un inno alla vita
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Nell'apologia di Socrate non ci sono le tenebre che calano sulla terra, non c'è il massacro del corpo della vittima, non c'è nemmeno il sentimento del Dio che abbandona, anzi, al contrario, alla fine il filosofo invita i discepoli a sacrificare un gallo a Esculapio, il dio della medicina. Socrate rifiuta persino la possibilità che gli offrivano i giudici di pagare una somma da lui stesso stabilita in cambio dell'esilio al posto della condanna capitale, proponendo una cifra del tutto irrisoria. Le figure di Socrate e di Cristo sono certo infinitamente distanti: Cristo è un Dio che si è fatto uomo per chi crede, Socrate non è certo un Dio fatto uomo (sarebbe stato completamente assurdo per i pagani), ma soprattutto c'è la differenza tra il sentimento della morte per i cristiani e per i pagani, che poi è anche la profondissima differenza di senso della vita. Per il pagano la morte si iscrive nel ciclo naturale delle cose, nella necessità del giusto limite che esprime l'armonia naturale del cosmo. Per il cristiano no, la morte è tenebra, è assenza di Dio, è negazione di Dio e il Dio che si fa uomo e muore come uomo dopo aver patito ogni tortura a espiazione della colpa originaria degli esseri umani (anche questo della colpa con espiazione nel dolore è un concetto tutto cristiano, inconcepibile per i pagani), è il Dio che poi risorgendo sconfigge la morte e garantisce la vita eterna all'uomo stesso, la vita senza limiti in cui Dio torna a essere nell'uomo proprio perché si è manifestato come Dio e uomo (e dunque l'uomo può diventare proprio come Dio). In Socrate non c'è nulla di tutto questo, egli è solo un uomo che sa che ogni cosa ha giusta fine (una fine senza un fine, senza un telos che la proietti all'infinito), perché questa fine è necessaria affinché la vita possa continuare nella naturalità armonica del cosmo. Non beve la cicuta perché è stanco di vivere, beve la cicuta perché riconosce che la sua naturale vicenda umana è pienamente compiuta, andare oltre sarebbe una pretesa folle (tracotante follia, hybris), fuori dal necessario ordine naturale del cosmo. Non c'è nessuna tragedia per il pagano filosofo nel morire, c'è solo accettazione della giusta misura della propria vita che non deve andare oltre il suo limite naturale e pertanto non desidera alcuna eternità, alcuna illimitatezza. Forse è difficile comprendere appieno questo senso naturale del vivere e del morire che sta alle radici del pensiero pagano, dopo che il Cristianesimo ha lasciato in noi la sua impronta millenaria che ha dato origine anche alla concezione scientifica atea, agnostica e laica del mondo in cui viviamo. A livello filosofico sia U. Galimberti che S. Natoli hanno particolarmente approfondito questa radicale diversità tra il sentimento della morte cristiano e quello pagano. |
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11-03-2013, 22.54.10 | #16 | |||
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: Novembre: un inno alla vita
Citazione:
il salmo l’ho riportato apposta per intero ad evidenziare il sentimento della presenza divina nell’apertura dell’amore. Citazione:
Non ne convengo. Questa è una visione coi paraocchi del Dio cristiano. Il Dio cristiano è l’uomo. L’uomo è Cristo. Le manipolazioni distorte lasciamole stare. Citazione:
Tu stesso affermi quanto vado evidenziando. La morte nel Cristianesimo non è assenza di Dio è la morte dello spirito, nel non riconoscere Dio, che è assenza di Dio e quindi dell'Uomo (medesimo). |
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12-03-2013, 11.11.29 | #17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Re: Novembre: un inno alla vita
Citazione:
Il fiosofo che affronta i temi della tradizione oggi sa orientarsi sui problemi che riguardano la vita contemporanea. Dovrebbe dapprima saper distinguere tra mito, religione, scienza nel suo progredire nei campi della biologia, medicina, del progresso tecnologico, delle nuove etiche e bioetiche emergenti, oltre a conoscere cosa è stato detto su di un argomento nel corso del tempo, ad esempio sulla morte. Saper vedere le possibili implicazioni fisiche, sociali, psicologiche, filosofiche, dove certi ambiti s'intrecciano, come nelle recenti neuroscienze. Per evitare equivoci, confusione, contaminazioni indebite tra contesti incompatibili. Un problema sollevato è l'allungamento della vita media ed è certo lecito riferirsi a Matusalemme, ma consapevoli che va incluso nel mito,utili per metafore, ecc. Dalla letteratura pure possiamo ricavare suggestioni e suggerimenti e penso al sempre citato "La morte di Ivan I'lic"come esempio di quel che turba veramente un uomo prossimo a morire. La storia di Faust: ci rincresce forse morire senza prima aver provato un attimo d'intenso piacere, vanamente atteso in vita? La religione: si ricordi che la vittoria del Cristianesimo sulla tragicità greca fu dovuta a un colpo di genio: non l'Ade delle povere ombre fluttuanti, ma una beatitudine eterna, inizio di una vera vita, di cui quella terrena è solo una trascurabile necessità da sminuire. accantonando le terrificanti pene infernali previste per i peccatori. Non si dimentichi tuttavia la promessa ben più allettante ancorché differita: le trombe del Giudizio Universale, per cui avverrà la ressurrezione da incarnati, assieme a propri cari. L'iconografia antica descrive sovente questo evento straordinario: poveri scheletri che si stanno progressivamente riacquistando le proprie carni. Le norme igieniche per allungare la vita sono ancor altra cosa:sappiamo tutti che oggi si muore soprattutto per mancanza di cibo o viceversa per malattie da sovralimentazione. Le promesse della genetica: per questo tema consiglio la lettura del saggio di Boncinelli: "Lettera a un bambino che vivrà fino a 100 anni". La futuribile promessa al sogno dell'uomo, dopo i ciarlatani degli elisir di lunga vita : vincere il tempo. Ma per l'invecchiare a nessuno gradito? Spero che qualcuno sia incoraggiato ad espandere qualcuno di tali temi, che non esauriscono tutto quello che si può oggi dire sulla morte e problemi correlati arsenio |
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13-03-2013, 04.31.09 | #18 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
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Riferimento: Re: Novembre: un inno alla vita
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13-03-2013, 18.08.11 | #19 | |||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
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Riferimento: Novembre: un inno alla vita
Citazione:
Citazione:
Certo che il Dio cristiano facendosi uomo rende possibile all'uomo farsi Dio (e quindi anche negare Dio nella pretesa di potenza dell'uomo-dio), è proprio quanto sostengo. Ma un'idea del genere è assurda e folle per il pagano, Socrate compreso. Citazione:
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13-03-2013, 23.10.10 | #20 | |
Ospite abituale
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Re: Riferimento: Re: Novembre: un inno alla vita
Citazione:
Gentile Tempo sei tu il gentile, in quanto io da tempo non sono abituato a ricevere risposte a riflessioni; credo perché la mia visione di vita e conseguente stile di affrontare certi temi, diverge molto da quella del gruppo. Rispondendo a un argomento, specialmente scritto e senza riscontri a voce, è inevitabile ci si attenga a quello che a noi appare o pare, intenda significare. Ma può essere, che il nick non possieda nemmeno gli strumenti logico- linguistici per esternare quello che davvero ha in mente e intenda dire. Senza per questo, di contro, misconoscere che noi stessi vi leggiamo quello che possiamo o vogliamo leggervi,e certo non mi escludo. Il 3d di emmeci non si può dire esemplare per rigore argomentativo, chiarezza nel delineare il tema centrale del suo discorso. Mi dà l'idea di un liceale che deve riempire un paio di pagine per un tema, si arrangia come può e sciorina una miscellanea di spunti,non fornendo una chiara premessa per un discorso senza equivoci o indebite digressioni. Si tira in ballo, giustamente, la funzione consolatoria assegnata alla filosofia verso la morte, la vita media che si allunga , l'ipernutrizione controproducente, gli elisir come l'olio di serpente, il paradiso e l'inferno dove sono ospitate anime. Non i corpi, dice, ma questo per i credenti,che se veramente tali, credono anche di riacquistare il corpo in carne e ossa: infatti la resurrezione è non trascurabile promessa cristiana. Per analogia, l'aspettativa futura e speranzosa che questo avvenga per la parte organica anche prima, senza attendere la palingenesi. Concesso sia questo il topic in questione, è vero che sarebbe da sviluppare ampiamente, almeno un po' di più di quello che ha proposto emmeci, se sollecitava una discussione centrata su questo aspetto. Doveva calcarne un po' di più, tra le altre cose. Sempre che si veda nell'immortalità una meta augurabile da raggiungere. Addentrandosi nel tema, ci sarebbero alcune riserve,anche secondo la tradizione filosofica e ne potremmo,se qui interessa, parlarne. Oggi un problema che assilla molti è viceversa, la libertà di morire secondo una propria scelta volontaria, senza rischiare sofferenze da accanimenti terapeutici o da chi davanti a un “vegetale” disserta su vita sì vita no, schiavo di inculcate ideologie dogmi o tornaconti. Quindi, più che entrare in merito al topic, che posso ammettere di aver travisato in buona fede, ho espresso un giudizio critico verso uno stile argomentativo che contrassegna,secondo me, come tendenza, certi group, come lo stesso “riflessioni”, se è lecita una critica con intento costruttivo, se può indurre ad auto - riflessione, e orientare meglio capacità intellettive su cui non ho dubbi. Riconfermo che un cultore di discipline filosofiche, sia pure da rete, dovrebbe essere immerso nella contemporaneità in cui vive, conoscere certe importanti re - visioni anche di capisaldi filosofici, certe nuove scoperte della scienza e della tecnologia che gettano nuove luci sulle scienze dello spirito,essere in grado si seguire il processo storico di una disciplina, capace di re -inquadrare qualcosa di superato, o facendovi entrare qualcosa che muta il discorso. Una certa interdisciplinarità giova, ma sempre consci che si tratta di altri contesti non compatibili ( scienza, religione)e si dovrebbe rilevarlo dalla lettura. A meno che non ci si accontenti di partecipare a un comune chiacchiericcio, come avviene perlopiù nella maggior parte dei siti di discussione virtuale. arsenio |
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