Citazione:
Non vorrei, cara viandante, aver guastato il sogno di Levinas – che forse è anche il tuo – di poter vivere anche per gli altri
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Non nego che mi piacerebbe riuscire a trovare qualche necessaria pulsione all’altruismo anche e persino nel DNA ma quel che mi preme maggiormente è sapere, capire, e se per questo devo abbandonare i miei sogni, lo faccio.
Un sapere ed un capire però non fine a se stesso ma a comprendere come proporre qualcosa per il bene comune, ultimamente mi pare che non si possa uscire dalla logica dello scontro, qualsiasi cosa io proponga come bene viene ad essere contrastato da un altro genere di bene ad esso uguale e contrario, e allora mi interrogo sul perché e anche sul come proporre un bene che sia unanimemente condiviso. E un po’ da Bauman, un po’ da Manuel Castells e anche da Ratzinger e la sua enciclica sposto la mia visuale un po’ più in là, non nella contrapposizione tra me e l’altro ma in un genere di organizzazione mondiale delle forze.
Così credo che la politica al livello locale è poco influente sui problemi che hanno origine ad un livello globale, le élites economiche non permetterebbero mai una politica di benessere sociale, lo fanno con un semplice ricatto, essendo oramai le reti economiche sovranazionali ad un tentativo di miglioramento dello stato sociale corrisponde uno spostamento di attività economiche, capitali all’estero e una minaccia dunque di recessione al livello nazionale, la politica locale non ha nessun potere, nessuna presa, può solo contare su facili consensi raccattandoli qui e lì tra xenofobie e nazionalismi vari, rafforzamenti identitari, religiosi, etnici e altro, e allora? Allora è sempre da Bauman, ma anche da Castells che cerco il consiglio giusto, una specie di identità unitaria che si ponga al di sopra di ogni etnia, religione, nazionalismo, qualcosa che ci faccia sentire un unico popolo terrestre, che comprenda i popoli di tutto il mondo, tra questi c’è il movimento ecologista, un intendere l’evoluzionismo filosofico come qualcosa che guardi all’uomo come parte della natura insieme a tutto il resto della natura circostante, si sovrappone ad identità locali senza entrare con queste in conflitto e risponde alle esigenze della sopravvivenza della specie, umana tutta.
È ancora un pensiero in embrione, ma mi appare molto meglio delle continue divisioni e contrapposizioni esistenti, e merita maggiori riflessioni mie, perché io riesca a non entrare in nessuna delle caratteristiche identitarie che fomenterebbe lo scontro, (religione contro laicità contro scienza e tecnica, umanesimo contro scienza e tecnica, filosofia contro scienza, scienza contro religione, bianchi e neri, popolazione locale e immigrati, uomini e donne, mogli e mariti. Ebrei e nazisti, …..)
La miseria della politica è quella di restare con gli occhi puntati sulla questione locale senza allargare lo sguardo al mondo intero, tanto per quel che riguarda i protezionismi, lo stato sociale, l’immigrazione, quanto le questioni di rafforzamenti della identità religiosa o nazionale nel mondo.
(scusa se ho evitato il radicalismo ma mi pare che le cose siano talmente cambiate negli ultimi tempi da aver completamente reciso il legame con le radici, la tecnica, le comunicazioni, ha creato un mondo talmente nuovo e diverso dal tempo dei greci che ogni parallelo mi appare poco pertinente, al livello locale può anche essere considerato, ma il “villaggio globale” lo esclude oramai il passato dal nostro universo, ma … potrei essere io in errore e la natura umana essere sempre uguale a se stessa)
Sono d’accordo sul palazzo del capobranco, ma se questo può essere al livello locale il politico, il vero potere risiede nelle élites economiche nelle reti di capitali e relativi flussi, che determina le decisioni politiche locali.
Ratzinger nella sua enciclica suggerisce di trovare al livello globale le soluzioni, così come Bauman in un articolo di Micromega, con al posto di politiche di Stato sociale un Welfare planetario, nell’enciclica - caritas in veritate pag. 84 -si parla anche di responsabilità globali sulla natura, con
l’obiettivo di rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente per lui è specchio dell’amore creatore di Dio, per i movimenti ecologisti solo una posizione filosofica, insieme di credenze, che considera l’umanità elemento di un più ampio ecosistema, vuole conservarne l’equilibrio e in una prospettiva dinamica ed in evoluzione, secondo la definizione che ne dà Castells in Il potere delle identità pag, 183.
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Errata corrige
Citazione:
la folla schiava che accetta la propria mediocrità e con totale abnegazione concede tutto, (sì sì sto copiando da Veronica), persino che gli si tolga la possibilità di
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"Gli" al posto di "le si tolga" non è da Veronica che l’ho copiato, è un errore solo mio.